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Autore: Cloe87    12/05/2015    2 recensioni
“Dannazione, ma perché devo sempre essere presa di mira da quella peste di mia sorella!? Abbiamo altri due fratelli, cribbio! Non potrebbe rompere le balle anche a loro ogni tanto, eh? Così, solo per darmi un po’ di tregua” Mi ritrovai a pensare, mentre facevo la gincana tra i passanti, pregando la mia buona stella di non investire qualcuno, per poi rispondermi da sola: “Ah, già, dimenticavo che io sono la pecora nera della famiglia!”
In un mondo in cui rivalità e rancori sono all'ordine del giorno, seguire il proprio cuore non è cosa semplice. Soprattutto quando esso ti porta a rompere gli schemi del mondo in cui si vive.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Coyote Starrk, Espada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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DI ROY VUOLE MORIRE GIOVONE!

E una Zraki sa sempre come occultare un cadavere quando serve!

 

«È fuori discussione! Non esci con noi conciata così! Ne va della mia reputazione!» Mi redarguì minacciosa Cirucci, puntandomi contro il mascara.

«E poi ti lamenti che Renji non ti fila. Ma ti sei vista allo specchio?» fu il commento di Aporro, intento a limarsi le unghie.

«Perché?» domandai quindi io, che ero stata assalita dai miei due amici non appena avevo varcato la soglia della camera di Neliel. Ok che io e la moda percorrevamo strade parallele che non si sarebbero mai incontrate, ma aggredirmi così! Che esagerati!

«Beh… ecco… diciamo che i tuoi vestiti non sono proprio adatti al locale in cui andremo…» tergiversò Nel, girando attorno al nodo della questione.

«Neliel, dobbiamo essere sinceri e dire apertamente le cose come stanno. Hikaru vestita così è un cesso!» fu quindi la lapidale sentenza di Grantz, che mi fece alquanto risentire:

«Ehi, piano con i complimenti! E poi cos’hanno i mie jeans e la mia maglia che non vanno?»

«Sono larghi, datati e sformati?» mi disse ironica Cirucci.

«Io sto comoda» le risposi di conseguenza piccata io, mentre Pesche e Dondochakka (fratelli di Nel) intervenivano in mio soccorso:

«A noi piace come si veste!» fu infatti la replica dei due, cosa che fece guadagnare loro uno sguardo schifato di Szayel, che disse:

«Senza offesa, ma due che indossano una tuta viola ed un completo giallo a pois neri, non fanno testo»

«Ma..» cercarono di controbattere i due, venendo però cacciati fuori dalla stanza a pedate da Cirucci, che poi si rivolse a Nel:

«Non è che potresti prestare qualcosa a questa sfigata? Intanto ciò che tu riempi in tette lei lo sfrutta in altezza»

«Sì, certo. Il mio armadio è a tua disposizione» fu la risposta della mia amica.

«No aspetta Nel, parliamone!» fu invece la mia replica allarmata, conoscendo bene i gusti dell’Arrancar, mentre Cirucci frugava nel guardaroba esclamando un “Cazzo, Nel! Ma hai solo vestiti verdi?!”

«È il mio colore preferito! E poi tu dovresti stare zitta dato che sei nero dipendente!»

«Il nero snellisce, fa figo e non passa mai di moda, mia cara!» rispose quindi Cirucci, riemergendo dall’armadio della mia amica con un paio d’indumenti in mano.

Morale della favola? Mi ritrovai ben presto ad indossare una minigonna giro passera ed un top attillato che lasciava scoperto l’ombelico. Praticamente potevano lasciarmi in mutande e reggiseno che facevano prima!

«Oh, sì! Così va meglio!» commentò Cirucci.

«Lo vedi che è come ti dico sempre io? Il fisico c’è Hikaru, basta solo metterlo in mostra!» mi fece l’occhiolino Nel.

«Vi prego, non potete farmi questo!» pigolai invece io, avvinghiandomi allo stipite della porta per evitare di farmi trascinare fuori dalla camera di Nel. Resistenza vana, almeno che non ci tenessi a sperimentare l’esplosione di qualche organo interno per opera di Szayel, che mi aveva gentilmente minacciato di morte se non mi fossi schiodata da lì.

Mi ritrovai così ancora più depressa e sempre più desiderosa di affogare i miei dispiaceri nell’alcool, mentre cercavo invano di allungare un po’ la gonna, tirando i bordi della suddetta. Peccato che rimaneva inesorabilmente sempre troppo corta e io mi sentivo senza mezzi termini in imbarazzo.

Come diavolo facessero Cirucci, con un miniabito in pizzo nero, e Neliel, con un paio di pantaloncini stile culottes ed una canotta super scollata, ad essere a loro agio, non lo so!

«Hikaru, ti vuoi staccare? Mi fai sembrare etero!» mi sibilò Grantz, mentre mi avvinghiavo al suo braccio come un koala per evitare d’inciamparmi su un dannatissimo viale ciottolato (Ma perché devono sempre usare il ciottolato nei centri storici!? Non sanno che è seriamente dannoso per le caviglie delle donne?).

«Non voglio suicidarmi! E poi così impari ad insistere a farmi indossare i tacchi!» fu il mio sibilo, e ad Aporro toccò farmi da sostegno fino all’ingresso del locale:  “La Stregatta”.

Nel locale c’era un botto di gente e riuscimmo ad accaparraci un tavolino ed un divanetto per pura fortuna (ed una velata minaccia di Aporro che con un “Scusate, sono l’Ottava Espada, posso?” era riuscito a far sloggiare alcuni poveri ragazzi umani che, intimoriti, gli avevano lasciato il loro posto).

«Però, è strapieno» commentai quindi io, mentre osservavo l’arredamento stile “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Tim Burton.

«Con tutta la pubblicità che hanno fatto era il minimo» mi rispose Grantz, mentre Cirucci si scrutava intorno in cerca di prede di sesso opposto e Nel leggeva il menù con i cocktail.

«Davvero? Io non ne sapevo nulla di quest’apertura»

«Questo perché a volte vivi su un altro pianeta! Infatti sui social non si fa che parlare d’altro, visto che la proprietaria è Rangiku Matsumoto»

«La tipa di Gin Ichimaru?»

«Proprio lei. Quindi potrai capire quanto questo locale ci sia stato caldamente raccomandato dal braccio destro di Aizen» riassunse Aporro.

«Quindi questa sera ci sarà mezza Las Noces» considerai io e Szayel mi diede segno d’assenso.

«Praticamente sì.»

Beh, almeno questo voleva dire che non avrei dovuto incontrare troppi Shinigami. E la cosa non mi dispiaceva visto com’ero vestita! Ci mancava solo di ritrovarmi con la nomea della baldracca e poi nella Soul Society ero a posto!

Comunque osservando un po’ in giro, bisognava dire che la clientela era piuttosto variegata, dato che potei adocchiare Hirako Shinji, cugino di Nnoitra (del quale però il Quinto Espada non parlava volentieri dato che era un Vizard nato dalla zia paterna di Nnoitra ed uno Shinigami che, dopo averla messa in cinta, si era dato alla macchia). Insieme a lui c’erano anche Kensei Muguruma, Love Aikawa e Rōjūrō Ōtoribashi: altri Vizard. C’erano poi il nostro prof di filosofia Shunsui (già palesemente sbronzo e dal quale mi ero annotata mentalmente di girare alla larga), con il suo amicone Jūshirō Ukitake (assistente sociale alle medie) e gli immancabili Izuru e Hisagi. Shuhei in particolare stava letteralmente sbavando in direzione di Rangiku che flirtava civettuola con i vari clienti da dietro il bancone degli alcolici, mentre Giriko Kutsuzawa si dava da fare a preparare i cocktail insieme ad altri due baristi. Quando si dice “Datemi un paio di tette e porterò la pace nel mondo”!

«Che ne dite se andiamo ad ordinare, mentre aspettiamo che facciano partire la musica da discoteca?» ci domandò Nel e io sbiancai.

«Mu… musica da discoteca?» farfugliai quindi io.

«Beh, sì. È un discopub!» mi rispose la mia amica.

Perfetto, a ballare facevo pena, quindi ci avrei messo la mano sul fuoco che sarebbe finita con io seduta sul divanetto a girmi i pollici ed i miei amici a scatenarsi in pista. Allegria!

«Allora, cosa prendi da bere?» m’incalzò Neliel.

«Il cocktail più alcolico che hanno»

«Ottimo, è così che si ragiona, Hikaru! Dai che questa sera facciamo rimorchiare anche a te!» mi fece il segno dell’Ok Cirucci.

«Io non credo che voglia ubriacarsi per quello» considerò Aporro.

«Già. Voglio solo dimenticare la mia performance con Renji» confermai io, e Cirucci sbuffò:

«Quante storie per quell’idiota che ti vede mezza nuda e non fa una piega! Se solo ti svegliassi un po’, vedresti che in giro c’è di meglio»

«Tipo?»

«Grimmjow? Dannazione siete culo e camicia eppure non vi mettete assieme! Siete idioti o cosa?»

Emisi un lungo sospiro esasperato. Non sopportavo quando Cirucci iniziava con Grimmjow, anche perché le avevo spiegato già mille volte come stavano le cose tra me e il Sesto Espada:

«Cirucci, ti ribadisco che il rapporto tra me e Grimmjow è puramente fraterno! Quindi smettila di tormentarmi!»

«Bah! Se lo dici tu! Io comunque un pensierino lo farei…» insistette l’Arrancar, ma fortunatamente Nel riuscì a trascinarla con lei al bancone del bar.

«Quando inizia con questa storia mi fa proprio incazzare» esclamai quindi io e Szayel mi mise una mano sulla spalla:

«Non te la prendere. Non tutti riescono a concepire l’esistenza dell’amicizia tra uomo e donna. Comunque sul fatto che dovresti iniziare a guardarti un po’ in giro, Cirucci ha ragione. D'altronde è da anni che vai dietro ad Abarai e le uniche cose che hai rimediato sono solo figure di merda» mi rinfacciò Grantz e io non potei far altro che incassare il colpo e stare zitta, dato che aveva pienamente ragione. Infatti Renji, nonostante fosse sempre stato molto gentile con me (anche dopo il mio acceso diverbio con Yamamoto), non aveva mai dato segni di un interessamento particolare nei miei confronti, essendo decisamente più attirato dalle sottane di Rukia, e quando ero io a cercare di farmi avanti… beh, il risultato era una plateale figura di cacca! Ma cos’aveva in più di me quella nana malefica, tolto il sangue blu, il conto in banca e la sua posizione sociale?

Presa dal mio auto compatimento, decisi che era ora di accingermi a degustare la mia agognata dose di alcool, giunta in un bicchiere di plastica insieme a Nel e Cirucci, mentre il DJ faceva partire la musica.

«Era ora! Dai, andiamo ad animare un po’ la pista!» c’incalzò Cirucci.

«Perché no? Infondo qualcuno che insegni a voi signorine un po’ di stile nel muoversi, ci vuole!» le rispose civettuolo Szayel, beccandosi in risposa il dito medio di Cirucci.

«Hikaru?» mi chiese quindi Nel.

«Voi andate pure. Io con questi trampoli finirei solo per far danni» le risposi indicando le mie scarpe con il tacco.

E così, mentre Cirucci rimorchiava in pista senza farsi troppi problemi e Aporro aveva iniziato a dare spettacolo come cubista insieme a Nel (che però, a differenza di Cirucci, era più della filosofia del “Mi faccio guardare, ma non toccare”), io mi davo beatamente all’alcolismo.

«Ehi, nana, ma che ci fai qui da sola?» la voce di Grimmjow interruppe però il mio momento depressione, con mio sommo rammarico. Mi sa che per ubriacarmi era meglio se restavo a casa. Almeno così avrei potuto vomitare nell’armadio di Ikkaku… e gustarmi la sua faccia il giorno dopo!

«Anche tu qui?» gli chiesi quindi stupita, dato che l’Arrancar era più da bettola rissosa e sala giochi, che da discopub per fighetti, e lui sospirò rassegnato.

«Già. Sto locale mi fa veramente cacare. Ma sai com’è. Quando Gin ti fa venire la testa quadra con un posto, è meglio farci un salto, anche solo per far numero. Figurati che è venuto pure Ulquiorra»

«Veramente?» esclamai sconvolta io.

«Guarda là!» e Grimmjow m’indicò un divanetto piuttosto inculato in cui riuscii a scorgere il Quarto Espada che fissava assente il bicchiere di fronte a se, seduto accanto a Jammy, che parlava con un ragazzo di colore che doveva essere il Settimo Espada (Zommari, se non ricordavo male). Uhmmm, a quanto pare l’apocalisse era vicina, data la spiccata socialità di Ulquiorra, che normalmente fuggiva da pub e discoteche come un vampiro fuggiva dalla luce del sole. Promemoria: se mai volessi aprire una qualsiasi attività commerciale, ricordarsi d’ingaggiare Gin Ichimaru come promoter!

«Comunque dato che ormai siamo qua…» interruppe i miei pensieri l’azzurro, sfoderando un ghigno che non mi piacque per nulla: «… è doveroso far vedere a tutti chi è il Re della pista!»

Non riuscii quindi nemmeno a formulare quello che stava accadendo, che mi ritrovai il braccio afferrato dalla mano di Grimmjow, per poi essere scaraventata in mezzo alla pista senza poter opporre resistenza. Ritrovandomi così attorniata dai “Fantastici 5”.

«Hai fottuto i vestiti a tua sorella? Perché se non l’hai notato, ti stanno un po’ corti!» ironizzò subito Kuofang, mentre Nakeem mi faceva un cenno di saluto con il capo.

«Spiritoso. È roba di Nel. Me l’hanno infilata a forza Cirucci e Szayel» gli risposi io piccata.

«E non li hai uccisi?» mi domandò incredulo Yylfordt.

«No, mi spiace. Tuo fratello te lo devi sopportare ancora un po’. Altrimenti chi mi fa ripetizione di chimica?» gli dissi quindi io, mentre il mio sguardo cadeva su Di Roy, che mi sorrideva mettendo in mostra la sua dentatura.

«Mi sa che hai fatto colpo» mi sussurrò divertito Edrad.

«Ho notato, ma se non volete rimanere in quatto, gli conviene non avvicinarsi, perché non sono di ottimo umore»

«Oh beh, intanto c’è lo portiamo dietro solo per pietà! Quindi cazzi suoi!» mi rispose Liones, mentre io scoccavo uno sguardo intimidatorio verso Linker, che invece mi guardava come se fossi una succulenta bistecca. Se voleva morire giovane, era la serata giusta.

Nel frattempo Grimmjow aveva avuto la brillante idea di tentare di farmi ballare, ma con scarso risultato:

«Dannazione Hikaru! Un po’ di animo! Sta sera sembri più morta di Ulquiorra!» m’inveì contro il Sesto Espada, per poi però soffermarsi a scrutare la mia faccia depressa:

«Aspetta, non dirmi che hai visto Abarai?»

Annuii con il capo.

«Hikaru, quand’è che te lo levi dalla testa? Ogni volta che lo vedi stai male! Non è normale»

«Tu pensa a Tatsuky!» lo rimbeccai a quel punto io. Ebbene sì, l’orgoglioso, fiero e feroce Grimmjow aveva perso la testa per una  (si fa per dire) debole femmina umana, che aveva però un orgoglio più tenace del suo e una testa ancora più dura.

«E che c’entra???»

«Quando v’incrociate non fate altro che insultarvi. Questo invece è normale?»

«Chi disprezza compra, baby!» mi rispose però ironico Grimmjow.

«Davvero, capo? Quindi questo vuol dire che infondo a Hikaru piaccio!» intervenne Di Roy, cingendomi con un braccio. Poco da dire che questa volta Linker venne investito da una ventata di reiatsu ostile (oltre che beccarsi la mia solita occhiata intimidatoria).

«Linker, prova ancora a toccarmi e giuro su Tenebra che sei morto! E fidati che una Zaraki sa sempre come occultare un cadavere!» fu la mia seria minaccia e dovetti ammettere che vedere il terrore negli occhi dell’Arrancar, mi diede una certa soddisfazione. Dopodiché mi rivolsi a Grimmjow, che si stava passando una mano sulla faccia mormorando “Per tutti i kami Di Roy, quanto sei coglione!”:

«Io torno a sedermi»

«No aspet…» cercò di fermarmi il Sesto Espada, ma senza successo.

Avevo infatti già iniziato a farmi strada tra la folla, quando ricevetti uno spintone da qualcuno nella mischia e mi ritrovai a perdere l’equilibrio a causa della mia poca dimestichezza con i tacchi, ma fortunatamente l’impatto della mia faccia con il pavimento non ci fu. Difatti un’anima pia, dotata di mirabili riflessi, mi afferrò per la vita, prima che potessi sfracellarmi ingloriosamente al suolo:

«Tutto ok?» mi disse una profonda voce maschile e io mi ritrovai ad osservare due imperscrutabili, quanto scazzati, occhi grigi.

«Coyote Starrk?» domandai quindi io a bocca aperta come una deficiente. Non avevo mai avuto occasione d’incontrarlo di persona, ma d’altronde di lui si sapeva pochissimo, dato che, a sentire Grimmjow, era uno che preferiva stare sulle sue, e le poche volte che si degnava di unirsi ai restanti Espada per allenarsi, tendeva per lo più a dormire sulle panchine.

«Ci conosciamo?» mi domandò quindi perplesso lui.

«No. Ma dato che detieni il titolo di Prima Espada, tutti sanno chi sei» gli feci notare. Starrk si massaggiò quindi pensieroso la nuca per poi proferire un laconico: «Ah, già!»

«Ehi, Starrk, muoviti! Gin e Matsumoto stanno aspettando solo più noi per le foto!»

Una bellissima giovane donna bionda, richiamò il Primo Espada all’appello.

«Arrivo Tia» rispose lui, per poi affrettarsi a raggiungere la Terza Espada dopo avermi rivolto un cenno di saluto e uno “Stammi bene”.

Che dire se non che quei due insieme facevano veramente una bella coppia? Quando si dice che c’è chi ha culo e chi no! Ma forse un giorno anch’io avrei potuto coronare il mio sogno d’amore, ma purtroppo per ora la realtà era che collezionavo solo figuracce. Mi sedetti così sconsolata al mio posto, con un drink alcolico in mano, in attesa che la mia testa si facesse più leggera e che la serata finisse.

  
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