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Autore: Cloe87    13/05/2015    1 recensioni
Un post Aizen in cui alcuni Espada tornati in vita per mano di individui poco sani di mente, si troveranno a confrontarsi con la minaccia di quello che credevano essere soltanto un vecchio mito greco.
Genere: Comico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Espada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ANGELI E SQUALI

 

Se vuoi sopravvivere, pensa alla jacuzzi!

 

Era decisamente una situazione strana quella in cui si trovava, soprattutto se ripensava al periodo di prigionia passato a Las Noces, quando lui era il suo tetro guardiano. Eppure ora era seduto di fronte a lei, intento ad asciugarsi i capelli non coperti dai resti della maschera da Hollow, con addosso una vecchia t-short rossa e dei pantaloni neri. Se non fosse stato per quella sorta di mezzo elmo che aveva in testa ed il foro che la maglietta lasciava scoperto, il tutto sarebbe potuto passare come una normale scena di vita domestica. Peccato che quello che stava di fronte ad Inuoe non era un normale ragazzo della sua età, ma un Espada, cosa che rendeva il tutto a dir poco surreale.

«C’è qualcosa che non va, donna?»

Orihime fu riscossa dalla voce profonda e atona dell’Espada.

«No, perché?» si affrettò a dire la ragazza.

Ulquiorra smise quindi di guardare la pioggia che batteva insistente sui vetri, per volgere i suoi occhi inespressivi verso Inoue.

«Da come mi fissi sembra che non abbi mai visto nessuno asciugarsi i capelli»

Inoue si ritrovò ad assumere tutte le sfumature di rosso esistenti. Possibile che a quello non sfuggiva proprio nulla? Poi infondo era normale che trovasse la cosa strana. Mica capitava tutti giorni di avere un Espada in casa! Ma Inoue preferì sviare il discorso con un:

«Mi stavo solo chiedendo se avevi ancora mal di gola»

«È passato»

Il bagno caldo era infatti stato un toccasana per i suoi nervi e la mente troppo affollata. Il tepore dell’acqua (che già conosceva grazie alle innovazioni, chiamate docce, portate da Aizen a Las Noces), e il profumo inebriante di quella strana sostanza saponosa (che Orihime gli aveva spiegato chiamarsi bagnoschiuma) erano riusciti a svuotargli la mente, e con la testa sgombra da sensazioni a lui estranee, anche il suo foro aveva cessato di dolere.

“Sensazioni estranee? Ne sei proprio sicuro o te le sei solo dimenticate?” ridacchiò la vocina di Elpis in un angolino profondo della sua anima, ma fortunatamente Orihime interruppe quella voce, insieme al pesante silenzio che era calato nella stanza.

«Vuoi del tè?»

«Non mi piace il tè»

Inoue si ritrovò nuovamente ad osservare sorpresa l’Espada: «Eppre io credevo… sì insomma, a Las Noces voi Espada lo bevevate spesso con Aizen»

«Il fatto che lo bevessi non vuol dire che mi piacesse. È amaro» rispose però Ulquiorra ed Orihime si ritrovò spaesata a pensare a che cosa si potesse mai offrire ad un Espada, per poi avere il colpo di genio. Se il tè non gli piaceva perché era amaro, bastava provare con qualcosa di dolce!

La ragazza quindi si recò in cucina a prendere una bottiglia e due bicchieri, per poi posizionare il tutto davanti ad Ulquiorra.

 «Allora prova questo! Si chiama Coca-Cola e non ho mai conosciuto qualcuno a cui non piacesse»

E detto questo versò nel bicchiere destinato all’Espada un liquido marroncino pieno di bolle. Ulquiorra lo guardò con sospetto. Gli ricordava parecchio le strane pozioni che si vedevano nel laboratorio di Aporro.

«È commestibile?» domandò quindi poco convinto.

Orihime annuì con il capo, per poi servirsi una generosa porzione. Ulquiorra vedendo quindi che la ragazza beveva tranquillamente quello strano intruglio senza riportare danni, decise di assaggiarlo a sua volta, rimanendo sorpreso di trovarlo di suo gusto.

«È dolce» commentò l’Espada e ad Inoue sfuggì un sorriso. Dopotutto  forse Ulquiorra non era del tutto apatico. Qualche emozione, come la sorpresa, a quanto pare era in grado di provarla anche lui.

Comunque il lieve stupore, esternato dal giovane Espada alla “scoperta” della Coca-Cola, lasciò presto i suoi occhi, che tornarono vuoti ed inespressivi, mentre si rivolgeva ad Orihime per esporle il pensiero che gli girava per la testa da un po’:

«Sai, donna, è da quando ti ho portato a Las Noces che ho un quesito a cui non riesco a dare risposta»

«Beh, se me lo esponi, magari posso aiutarti» gli rispose Inoue abbozzando un sorriso, senza però saper bene cosa aspettarsi.

Ulquiorra spostò nuovamente lo sguardo ai vetri rigati dalla pioggia, per poi dire:

«Non comprendo come quel Kurosaki riesca ad abbattere tutte le tue difese e sicurezze, quando nemmeno Aizen-sama era riuscito a farlo. A Las Noces ti sei infatti dimostrata forte, nonostante molti avrebbero ceduto; eppure con quell’umano sei debole, donna»

«Scusami, ma l’ora è tarda e domani devo alzarmi presto. Se vuoi puoi dormire sul divano. Se hai freddo puoi trovare delle coperte nell’armadio del corridoio» sviò cortesemente l’argomento Orihime, per nulla invogliata a parlare con un Espada di certe cose. Era stata una giornata pesante per lei dal punto di vista sentimentale. L’arrivo di Neliel con il suo temperamento sicuro e battagliero, l’avevano demoralizzata, soprattutto ora che aveva finalmente campo libero, dal momento che Rukia era tornata nella Soul Society. Pensiero che faceva sentire Orihime un mostro, siccome la Shinigami era una delle sue più care amiche. Non poté quindi non pensare a quanto fosse meschina a concepire una cosa simile, dato che probabilmente anche Rukia stava soffrendo per la loro lontananza…  però le faceva così male vederli assieme, soprattutto sapendo che lei non era in grado di sostenere Ichigo come invece sapeva fare Rukia.

Lo sguardo fattosi improvvisamente malinconico e la mano stretta al petto della ragazza non sfuggì però allo sguardo attento dell’Espada:

«Hai male al cuore, donna?»

«Buonanotte Ulquiorra-san» fu la conseguente risposta di Orihime, prima di lasciare la stanza, ed Ulquiorra rimase solo ad osservare il divano che, ironia della sorte, era verde come quello di Las Noces.

 

******

 

Nel frattempo, all’interno di un Garganta…

«Se l’Hueco Mundo è in pericolo perché non ce l’avete detto?» Sbottò irritata Harribel, mentre sfrecciava nel passaggio per l’Hueco Mundo insieme a Lucien che la guardò sarcastico:

 «Perché  Baraggan è stato piuttosto chiaro sul come tira l’aria con voi: pensate solo a voi stessi e degli altri chi se ne frega»

«Io non sono così» sottolineò però l’Espada piuttosto offesa, e Lucien si lasciò sfuggire un sospiro esasperato, rimpiangendo di averle parlato della missione che gli aveva commissionato la “Capa”. Tia infatti aveva assunto un atteggiamento più indisposto del solito dal momento in cui le aveva detto che si sarebbe recato a Las Noces, per sigillare i vari passaggi naturali dell’Hueco Mundo, in modo da evitare che le Ombre s’infiltrassero per cibarsi di Hollow in vista della guerra alle porte.

«D’accordo, e ti ho già chiesto scusa per questo,  ma sinceramente pensi seriamente che agli altri Espada avrebbe importato qualcosa saperlo? »

Tia rivolse lo sguardo verso il giovane uomo, che le riservava un sorriso tanto cortese quanto ironico, senza poterlo però contraddire. Da quando avevano raggiunto il mondo umano, Grimmjow e Neliel non avevano fatto altro che pensare a quel Kurosaki e Nnoitra a cercare di provocare Nel senza successo. Stark invece, come suo solito, si era rintanato nella camera messa a sua disposizione e tanti saluti. Ulquiorra poi chi l’aveva più visto?

Baraggan infine, nonostante fosse stato avvisato del pericolo imminente in quanto “re” dell’Hueco Mundo, se ne era tornato indietro fregandosene allegramente della cosa, dato che aveva fatto intendere che a lui importava soltanto riappropriarsi del suo “trono”.

« Comunque non capisco perché hai voluto seguirmi a tutti i costi» commentò però Lucien distogliendola dalle sue riflessioni.

«Le mie tre fraccion sono ancora a Las Noces. Se l’Hueco Mundo è in pericolo, non posso abbandonarle»

«Tia, il motivo per cui mi sto recando a Las Noces è proprio per evitare di coinvolgere la tua gente nel conflitto che è alle porte. Quindi non devi temere per le tue sottoposte!» cercò di rincuorala Lucien, ma con scarso risultato. Lo sguardo scettico della Espada fece infatti comprendere a Lucien che la donna non si fidava minimamente delle sue capacità.

Beh, almeno il passaggio aperto da Harribel per l’Hueco Mundo gli aveva risparmiato un sacco di energie.

Purtroppo l’ottimismo di Lucien su un tranquillo “mordi e fuggi”, in cui lui sigillava senza problemi l’Hueco Mundo e poi se ne tornava trionfante e fresco come una rosa a Karakura, si infranse nel momento stesso in cui misero piede sulla distesa sabbiosa dell’Hueco Mundo. 

«Merda» fu infatti il commento di Lucien avvertendo diverse aure oscure estranee a quelle degli Hollow che normalmente abitavano quella dimensione.

«Cosa succede?» domandò di conseguenza Tia,  notando che il suo accompagnatore aveva assunto un’espressione piuttosto seria, per poi aggrottare le sopracciglia percependo a sua volta delle reiatsu a lei estranee, che si stavano dirigendo nella loro direzione: «Che diavolo sono?»

«Ombre. A quanto pare le facoltà di Hope si sono indebolite più del previsto, se si sono infiltrate senza che se ne accorgesse.» spiegò Lucien, per poi aggiungere: «Sarà meglio che tu ti metta al sicuro, a breve ci saranno addosso»

Harribel alla richiesta dell’argenteo, si risentì notevolmente: «Non se ne parla! Se c’è da combattere io non mi tiro indietro!»

«Non voglio offenderti Harribel, ma pensi seriamente di potermi essere d’aiuto?»

«Credi che Aizen mi abbia creato solo per bellezza?»

«Non metto in dubbio che tu sia un’abile guerriera, ma il vuoto della tua anima mi preoccupa» le spiegò quindi Lucien.

«In che senso?» domandò confusa Tia.

Ma purtroppo Lucien non riuscì a darle risposta perché le Ombre li avevano raggiunti rapidamente, attirati dalla potente reiatzu di Harribel.

La Terza Espada si trovò quindi ben presto a dover sguainare Tiburon per difendersi dagli assalti famelici di strane ombre nere dalle fattezze umanoidi, riuscendo però a tener testa agli avversai senza troppa difficoltà. Quegli esseri che impensierivano così tanto Lucien non erano infatti così potenti come immaginava, quindi o lei era stata sottovalutata, o erano i loro avversari ad essere temuti più del necessario. I sui fendenti ed affondi infatti non avevano mancato un solo bersaglio e ben presto intorno alla Terza Espada si era raccolto un bel numero di corpi esanimi. L’unica cosa strana era la spossatezza che Harribel avvertiva nonostante il  combattimento fosse iniziato da poco, ma la Terza Espada decise di non farci troppo caso. Infondo era dalla caduta di Aizen che non aveva più avuto un combattimento serio. Si voltò quindi verso Lucien, orgogliosa del suo operato:

«Allora? Chi è che non sarebbe stata utile?»

Lo sguardo di Lucien però non le diede la soddisfazione sperata. Non c’era infatti sorpresa ed ammirazione, ma preoccupazione.

«Harribel, spostati immediatamente da li, la tua spada non li ha raggiunti!»

«Non dire assurdità! Non vedi i loro corpi a terra?» sbottò quindi la Terza Espada.

«Appunto…» fu però il commento di Lucien prima di sparire alla vista di Harribel, che se lo ritrovò alle spalle in meno di una frazione di secondo.

«Con permesso milady…» le bisbigliò suadente Lucien all’orecchio, per poi avvolgerla tra le sue braccia.

«Ma cos…» Tia non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stava succedendo che si ritrovò in braccio a Lucien a diversi metri di distanza dall’ammasso di corpi scuri, che si erano alzati di scatto per avventarsi  invano su di lei. La Terza Espada dovette così ammettere che il suo accompagnatore era dannatamente veloce.

«Piaciuto il mio “Passo Angelico”, principessa?» fu il conseguente commento di Lucien, che si beccò però soltanto un asciutto “Provaci di nuovo e sei morto!”, mentre si ritrovavano schiena contro schiena circondati dalle Ombre.

«Allora… dicevamo?» la canzonò Lucien, mentre materializzava degli aghi d’energia spirituale tra le mani.

«Assurdo… eppure ero sicura di averli trafitti a morte! Non dirmi che questi cosi sono immortali!» commentò Harribel respingendo per l’ennesima volta un attacco, ma senza risultato; l’Ombra colpita si era infatti rialzata senza troppa fatica nonostante l’Espada l’avesse trafitta con precisione chirurgica.

«Le Ombre no, ma i loro “Superiori” si!» commentò l’argenteo, centrando diverse Ombre con i suoi aghi, facendole dissolvere in fumo bianco.

«Cosa intendi con “i loro superiori”?» domandò quindi frustrata l’Espada che, nonostante stesse falciando nemici  dando prova della sua abilità in battaglia, non riusciva ad ucciderne neanche uno. Anzi, aveva la sensazione che quelli che colpiva si rialzassero più in forze di prima, mentre lei ad ogni fendente si sentiva sempre più stanca, nonostante la sua spada fosse in grado di raccogliere e rilasciare energia spirituale.

«Diciamo che le Ombre sono solo la punta dell’iceberg. L’eredità che i nostri nemici hanno lasciato all’umanità per corromperla  e diventare così più forti» le spiegò Lucien centrando in pieno altre Ombre dissolvendole, mentre Tia faceva sempre più fatica a tenere il ritmo. Cosa che non sfuggì a Lucien.

«Seriamente, Tia. Fatti da parte. Perché come pensavo, il tuo vuoto è d’intralcio»

«Scordatelo»

«Ma non capisci che più li colpisci con odio e sete di sangue più loro si fortificano, nutrendosi della tua oscurità?»

Harribel scoccò uno sguardo inceneritore verso Lucien.

«E allora dimmelo tu come vanno colpiti, dato che a quanto pare riesci a farli fuori!» sbottò esasperata l’Espada, parandosi da un assalto sparando un Cero, che venne però assorbito da un’Ombra che le riservò un ghigno soddisfatto per il pasto.

L’argenteo sospirò rassegnato, mentre senza difficoltà eliminava altri nemici.

«Innanzi tutto evita di servir loro l’aperitivo sparando dei Cero e poi pensa a qualcosa di bello»

Ad Harribel non poté che non sfuggire un: «Mi stai prendendo per il culo?»

«No. Loro si nutrono di sentimenti negativi, mentre quelli positivi li distruggono! Quindi quando attacchi non armare la tua spada di odio»

«E come faccio?» sbottò Harribel frustrata.

«Avrai pure qualche ricordo piacevole, no?»

Tia alzò perplessa un sopraciglio: «Sono una creatura dell’ Hueco Mundo, che razza di ricordi piacevoli credi che possa avere?»

«Effettivamente non hai tutti i torti…» commentò quindi Lucien dissolvendo altri nemici, per poi però farsi venire in mente il colpo di genio: «Harribel, ho trovato! Quando colpisci, pensa alla jacuzzi!!!»

«Ah?» fu il commento di Harribel, che iniziava seriamente a chiedersi se Lucien ci era o se lo faceva.

«Beh… dato che da quando te l’ho fatta provare, passi nella vasca idromassaggio la maggior parte del tuo tempo, devo dedurre che ti piaccia!»

«Io non passo le mie giornate in quella vasca!» puntualizzò piccata la Terza Espada.

Lucien la guardò poco convinto: «Come vuoi tu, Tia. Comunque pensa alle sensazioni che ti da l’idromassaggio mentre carichi il tuo fendente. Come inizio dovrebbe andare»

«Ho qualche dubbio che funzioni» replicò però scettica Harribel, ma nonostante le sue perplessità sulla reale utilità di tale “tecnica”, a Tia non restò altro da fare che provare a mettere in pratica i consigli dell’argenteo. D'altronde mentre lei non riusciva a combinare nulla, Lucien stava facendo un’ecatombe con i suoi aghi. Si concentrò quindi nel riportare alla mente la sensazione di relax e piacere che provava quando si immergeva nell’acqua tiepida, per poi caricare un fendente che andò a colpire in pieno petto un’Ombra, provocandole una profonda ferita dalla quale iniziò ad uscire del fumo nero.

«Visto che avevo ragione? Finalmente il tuo colpo è andato a segno!» constatò soddisfatto Lucien, mentre Harribel osservava incredula la creatura contorcersi dal dolore.

«Però l’ho solo ferito!» commentò amareggiata la Terza Espada.

«Beh, per ammazzare al primo colpo un’Ombra ci vuole ben altro che la sensazione data da un idromassaggio, ma non ti preoccupare. Ci lavoreremo non appena torneremo a Karakura» le rispose Lucien finendo l’Ombra ferita da Harribel, per poi occuparsi degli ultimi assalitori rimasti.

«Bene. A questo punto direi che è meglio recarsi a Las Noces, anche perché avverto diverso movimento da quelle parti. La reiatzu che sento crescere a dismisura non è quella di Baraggan?» commentò Lucien volgendo il suo sguardo verso i resti del palazzo di Aizen.

«Sì, credo sia andato in Resurection» constatò Harribel corrugando la fronte preoccupata, avvertendo l’aura oscura di altre Ombre insieme a quella della Seconda Espada.

«Muoviamoci» disse quindi Lucien iniziando a spostarsi velocemente in quella direzione insieme ad Harribel, mentre un brutto presentimento si faceva largo nella sua mente. Infatti le Ombre non erano così audaci da attaccare apertamente delle anime umane, così come non era così facile per loro riuscire a penetrare con facilità nell’Hueco Mundo. Di conseguenza vi era un unico motivo per cui un numero così consistente di loro si fosse infiltrato; ovvero che non erano sole, e questo significava solo una cosa: il sigillo di Pandora si era rotto.

  
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