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Autore: Smiry90    03/01/2009    1 recensioni
Era successo tutto così all’improvviso che non aveva nemmeno avuto il tempo di rendersene conto, e sembrò tornare al mondo reale solo quando la voce del rosso si fece sentire confusa “che stai facendo, Roxas?” Non poteva mancare nel mio repertorio un AxelXRoxas!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Demyx, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I dieci minuti più belli della mia vita

I dieci minuti più belli della mia vita

 

Non sapeva perché l’avesse fatto.

Non sapeva dove avesse trovato quella forza improvvisa.

Non sapeva dove fosse finita quella parte di lui titubante e timorosa.

Sapeva solo che si trovava a cavalcioni sopra ad Axel e gli baciava il collo senza sosta, affannandosi per slacciargli la cerniera del cappotto.

Era successo tutto così all’improvviso che non aveva nemmeno avuto il tempo di rendersene conto, e sembrò tornare al mondo reale solo quando la voce del rosso si fece sentire confusa

“che stai facendo, Roxas?”

Se lo avesse saputo, glielo avrebbe detto volentieri. Il fatto era che nemmeno lui sapeva cosa stesse facendo, non si riconosceva, sapeva solo che, per una volta, si sentiva fiero di sé, del fatto che avesse trovato quel coraggio, di essersi creato quei piccoli frammenti di lui da conservare nella sua mente.

 

Era una serata che normalmente non avrebbero considerato speciale, loro, ma Demyx era stato così entusiasta di aver scoperto che tra gli umani, il 31 Dicembre, si festeggiasse un evento chiamato Capodanno che aveva insistito per festeggiarlo con tutta l’organizzazione; e così avevano preparato una cena da far paura, avevano festeggiato, ballato, e per una volta si erano dimenticati di essere degli insulsi e dimenticati Nobody.

Mentre la musica continuava a battere nelle sue orecchie, Roxas se ne stava seduto in un angolo, il viso completamente deformato dal pugno su cui era poggiato, gli occhi fissi solo su una persona… anzi, su due persone… Axel… e Larxene…

Non era da molto che si erano dichiarati a tutti, ma da quando Roxas aveva saputo che i due stavano insieme quel pesante vuoto che troneggiava al posto del suo cuore era stato colmato da una degradante sensazione di pesantezza e tristezza.

Ed ora era lì, che li fissava mentre ballavano; lei giocava con i suoi capelli e, Roxas giurò per la prima volta, rideva spensierata.

Sospirò, quasi rassegnato, quando una mano improvvisa sulla sua spalla lo scosse, riportandolo alla realtà

“Roxy!” gli fece Demyx, con un sorriso radioso “che fai qui in un angoletto tutto solo, eh?”

“niente…”

Demyx voltò lo sguardo in direzione di Axel e capì che era proprio quello che Roxas stava guardando; anche il biondino sospirò, scrollando le spalle. Sapeva benissimo quello che Roxas provava per Axel, molte notti era stato a sentire gli sfoghi del numero tredici, e sapeva bene come doveva sentirsi in quel momento, mentre Larxene si stringeva al rosso, decretando a tutti che era suo e solo suo.

“non mi pare un motivo per non godersi la festa…” cercò di tirarlo su Demyx

“come faccio a godermi una festa in cui, ovunque mi giri, vedo il ragazzo che amo stretto ad un’altra??” Demyx sobbalzò. Roxas non lo aveva mai detto così apertamente, ed il biondino per un secondo si rallegrò di vederlo così sincero, almeno con se stesso, per una volta. Il numero nove si chinò su di lui, e facendogli l’occhiolino gli fece con un sorrisetto

“non preoccuparti! Tu aspetta solo ancora un po’…”

Roxas non capì cosa Demyx volesse dirgli, così fece spallucce e guardò il compagno allontanarsi, sospirando per l’ennesima volta.

 

Quando Larxene si decise ad andare a dormire, e metà dell’organizzazione si congedò con lei, Demyx si voltò verso Roxas, al quale parve di vedere uno strano luccichio negli occhi; il biondino gli fece di nuovo un occhiolino, e poi prese Axel sottobraccio, portandolo in una stanza con una bottiglia di vino in mano. I due si sentivano ridere da dentro, ogni tanto si capiva anche qualche battuta stupida che Axel urlava rumorosamente, finché la voce di Demyx non si fece più calma, fino a pronunciare una sola parola leggera

“Roxas!”

Il ragazzo sobbalzò sentendo il suo nome, e timorosamente aprì la porta della stanza, facendo capolino con la testa: dentro, Axel era rannicchiato sul letto, coperto alla meno peggio con un piumino e Demyx sorrideva in direzione del numero tredici, che confuso fissava i due senza capirci più niente; stava per andarsene, quando la voce di Axel non lo fermò, costringendolo a voltarsi di nuovo verso di loro

“perché non vieni qui” fece il rosso, indicando il letto sotto di lui “a dormire con noi?”

Chissà perché le sue parole avevano tanto effetto su di lui! Roxas, senza lasciarselo ripetere, si sistemò accanto a Demyx, tirandosi sopra un po’ di coperte. Da sotto il piumino sentì la mano di Demyx dargli un leggero pugno sulla coscia, e si voltò a guardarlo; il biondino sorrise e ridendo leggermente gli fece “buona fortuna Roxy!”

Prima che il ragazzo potesse minimamente pensare a quale strano gioco Demyx stesse giocando, si ritrovò chiuso a chiave in quella stanza, mentre Axel sbatteva la maniglia gridando “perché mi lasciate da solo qui dentro?”

Quando il rosso si fu stancato di urlare, si voltò verso Roxas, accorgendosi non essere solo in quella stanza

“chi è rimasto? Ah il piccoletto! Roxy!!”

Roxas se ne stava seduto, le gambe coperte dal piumino, mentre Axel si era buttato sul letto accanto a lui, dandogli gli spalle; sembrava mugugnare qualcosa di incomprensibile, che alle orecchie di Roxas parve un “ho freddo”.

Il ragazzo gli gettò addosso parte della coperta, osservandolo sistemarsela alla meno peggio sulle spalle, e li per lì rimase immobile a guardarlo respirare piano; poi sentì il desiderio di smuovere quella situazione, così fece capolino dalla sua schiena e gli sussurrò un leggero “che fai, dormi?”

“no…” mugugnò Axel, scrollando un poco le spalle; Roxas lo guardò ancora un istante: aveva paura a toccarlo oltre. Che avrebbe pensato lui? Come avrebbe reagito? Fissava le sue spalle, sentendo un tremore sempre maggiore crescere dentro di lui e sciogliersi nelle sue mani, mentre leggermente dissolveva il tocco sulla sua schiena.

Poi, ad un tratto, realizzò. Realizzò nella sua mente che avesse continuato così per sempre non avrebbe mai raggiunto nulla, che se per tutta la vita avesse continuato ad avere paura del futuro non lo avrebbe mai afferrato per portarlo verso di sé; respirò profondamente, il tremore nelle sue mani aumentò ancora, ma lui, senza esitazione, afferrò saldamente Axel per le spalle e lo voltò, distendendolo con la schiena sul letto.

“ma che sono questi scatti improvvisi?” fece Axel, e per un momento Roxas ebbe timore, e lasciò andare la presa su di lui, che subito tornò nella posizione precedente.

Il ragazzo si maledì per aver esitato un’altra volta, giurò che d’ora in poi non si sarebbe più fermato davanti al primo imprevisto, così afferrò di nuovo le spalle di Axel e lo riportò con la schiena sul materasso; ma sta volta, per assicurarsi che non tornasse a dargli le spalle, si impose sopra di lui a cavalcioni, rimanendo qualche secondo steso sul suo petto. Axel respirava leggermente, sembrava quasi emettere un risolino, e quando Roxas si alzò verso di lui per vedere se stesse effettivamente ridendo, si ritrovò il collo invitante di Axel servitogli su un piatto d’argento: il ragazzo aveva coperto gli occhi con un braccio e aveva reclinato da un lato la testa, mostrando i muscoli del collo tirati; la pelle bianca sembrava chiamare a sé Roxas, che sentiva in lui il chiaro desiderio di divorare quel collo a forza di baci. E non esitò. E non si trattenne.

Si allungò leggermente verso Axel, si spinse fortemente contro di lui e iniziò a baciare quel collo bianco, insinuando le sue mani tremanti tra i capelli rossi di Axel; sentì un risolino. Il rosso gli accarezzò leggermente la schiena e rise sommessamente “ Roxas… Roxas… mannaggia a te…”

Roxas non riusciva a staccarsi da quel collo così invitante e perfetto, ma continuò la sua scalata verso le labbra di Axel; e quando arrivò alla meta che si era prefissato, Axel lo spinse via, facendolo cadere accanto a lui. Roxas si alzò a sedere sul materasso, guardandolo con occhi interrogativi, quando vide lo sguardo di Axel posarsi sulla finestra della stanza

“adesso esco dalla finestra!” decretò lui, avviandosi verso di essa. Roxas per un attimo si sentì crollare addosso ogni vana speranza; poi capì che se lui voleva, forse poteva ancora sorreggere le macerie dei suoi sogni, bastava solo crederci! Si alzò di scatto dal letto, si parò davanti ad Axel e gli fece in tono malizioso, ma deciso “se ti lascio scappare!”

E dandogli una spinta precisa lo sbatté contro il muro, guardandolo negli occhi; si sentiva così attratto, si sentiva così eccitato, si sentiva così forte! Lo aveva sbattuto al muro con troppa facilità, non capiva dove avesse trovato quella forza! Sentì le mani di Axel scivolare sui suoi fianchi, ma subito dopo si staccarono

“io sto con Larxene, non posso!”

Ma stranamente quelle parole non bloccarono più Roxas! Il ragazzo prese saldamente il rosso per il cappotto e lo gettò sul letto, imponendosi su di lui; mentre tornava a leccargli il collo con avidità, sentì le mani di Axel accarezzargli le natiche, e una scarica di brividi, misti ad un’adrenalina mai provata, invasero Roxas, eccitandolo ancora di più; e quando si sentì spingere contro la chiara erezione di Axel, Roxas non fu più in grado di controllarsi, e si tuffò di nuovo alla ricerca delle labbra di Axel.

Il rosso spostò di fretta una mano sulla sua bocca, coprendola; dai mugolii che emise, Roxas riuscì solo a capire un “la bocca no! Non puoi baciarmi!”

E fu lì che la sua voglia di strappargli quel bacio si fece più forte! Gli prese prima una mano, poi l’altra, gliele bloccò intrecciando saldamente le sue dita a quelle di Axel, e si sentì estasiato nel sentire le sue parole

“non ho la forza… tra poco cedo!”

Roxas sorrise malizioso e si chinò di nuovo su Axel, riuscendo a sfiorargli le labbra; quando sentì uno scatto da parte del rosso, che lo costrinse a cadere di nuovo accanto a lui. Ma Roxas non voleva più mollare, ormai era arrivato lì e non voleva di certo cedere! Lo prese per le spalle, portando a suo vantaggio quella situazione: in breve Axel si ritrovò steso sopra di lui, le loro bocche a pochi centimetri di distanza.

Axel tentò nuovamente di divincolarsi dalle sue grinfie, ma Roxas riuscì ancora a gettarlo giù, imponendosi su di lui.

“mi piace questa posizione” ansimò Axel, portando le sue mani sui fianchi di Roxas e spingendolo verso di sé; soddisfatto della conquista, il ragazzo si chinò a mordergli un orecchio, mentre affannosamente gli slacciava il cappotto, insinuando la sua mano sui suoi addominali scolpiti.

Quando mosse la sua mano verso i suoi pantaloni e le labbra in cerca della sua bocca, Axel si riscosse, lasciandolo cadere di nuovo sul letto. Poi si alzò e bussando alla porta ordinò a Demyx di farlo uscire; poco dopo pochi scatti fecero aprire la porta e la figura di Axel scomparve dalla vista di Roxas, seduto sul letto. Quando Demyx entrò nella stanza lo vide che sorrideva leggermente

“ti va bene così??” chiese incredulo il biondino.

Roxas annuì. Prima che Demyx potesse chiedere un giustificato “perché”, il ragazzo socchiuse gli occhi e alzando leggermente le spalle gli fece

“ho dimostrato a me stesso che non sono un codardo, ho capito che lui non mi rifiuta del tutto…e poi…” si alzò dal letto, imboccò la porta e voltandosi leggermente verso Demyx fece sorridendo, con l’aria di chi sogna ad occhi aperti “ ho passato i dieci minuti più belli della mia vita!”

 

FINE

Ci tengo a dire che quasta storia è molto sentita da me, perchè legata ad una persona speciale e a una serata speciale, purtroppo conclusasi proprio come la fan... Ma i ricordi di quella sera, il piccolo frammento di lui che rimarrà per sempre nella mia mente e nel mio cuore ho voluto impremerli per sempre qui, in questa fan! (io sarei Roxas, naturalmente!)

Quindi siate buoni, vi prego! E commentate!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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