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Autore: Rosebud_secret    16/05/2015    1 recensioni
Il gioco dell'attrazione è un terreno pericoloso, troppo facile scivolare in sentimenti di cui poi ci si pentirà. La vergogna opprime il giovane Loki che, inadeguato, non riesce a trovare un senso alla sua esistenza. Quali sono le sue capacità? Quale il suo ruolo? Come uno spettro si aggira per la reggia di Asgard con il fratello come unico compagno di giochi, di passioni e di litigi.
Ma Thor è cresciuto, troppo spesso è lontano e non ha più tempo per il fratello che, ormai solo, induce in quei sentimenti nati per scherzo, in una notte come tante.
Thor ha dimenticato (o forse ha voluto dimenticare) quella notte, ma Loki non l'ha fatto e, silente, soffre, incapace di discernere se ciò che prova lo rende un mostro o semplicemente vivo.
Cercare di capirlo distruggerà ogni cosa, quando vittima della sua stessa mente, subirà gli effetti delle proprie azioni.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Incest
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Asgard, molto tempo fa…


Tutto era cominciato in una placida notte d’estate. Il cielo era terso sulla città d’oro e nulla sembrava turbare il riposo dei sudditi di Odino.
Solo che non tutti dormivano. Le stanze del giovane Thor erano piene delle risate che solo i gufi e altri animali notturni potevano udire. I due giovani, appena adolescenti stavano distesi sopra alle fresche lenzuola di seta, mentre commentavano, divertiti, lo scherzo che avevano mosso ai danni del loro povero maestro d’armi. Era stata un’idea di Loki e Thor gli aveva fatto volentieri da complice.

“Però siamo stati meschini. Ha dovuto presentarsi al cospetto di nostro padre ricoperto di letame!”, commentò il maggiore, ripensando alla faccia disgustata del re quando il poveraccio gli era giunto innanzi.

Loki si limito a sorridere e chiuse gli occhi, appoggiando la nuca al soffice cuscino.
“Se l’era meritato. Posso non essere un abile guerriero, ma ho anche io le mie qualità.”

Thor si girò su un fianco, guardando il corpo esile del fratellino, illuminato dalla baluginate fiamma di una candela.
“Avrei potuto sfidarlo a duello per difendere il tuo onore.”

“E prenderle di santa ragione? Sei una pulce al suo confronto. E comunque non sono una fanciulla indifesa. Non mi serve un cavalier servente, posso cavarmela da solo. Quasi da solo. E devi ammettere che è stato divertente.”

L’altro rise ancora e si sistemò meglio su un fianco.
“In teoria la nostra punizione sarebbe di non vederci.”

“Padre ha parlato di trenta giorni, non ha messo in conto le notti.”, ribatté Loki, facendo ondeggiare pigramente un piede nudo oltre il lato del letto.

“Hai davvero intenzione di rifare tutto il percorso da qui alle tue stanze sul cornicione?”, c’era preoccupazione nella voce di Thor, quella blanda, di un ragazzino altrettanto incosciente.

“Non ho ancora imparato a passare attraverso i muri, ma ci sto lavorando.”, lo schernì il minore.

“Imbecille.” ridacchiò Thor, abbandonandosi a sua volta con la schiena sul letto.
“Cosa ne pensi di Sif?”, domandò dopo un po’.

“Non è davvero il mio tipo. Non starai per caso cercando di appiopparmi qualcuno di nuovo, vero? L’ultima volta è stata una vera tragedia!”
Loki ruotò su un fianco, guardandolo, un po’ infastidito, con i grandi occhi verdi.

“Bhe, certo, il fatto che tu abbia dato fuoco ai capelli di Mali di sicuro non è andato a tuo favore!”

“Non l’ho fatto di proposito! E’ che mi ha colto alla sprovvista mentre mi esercitavo e… è successo. Non è stata colpa mia.”
In realtà non era del tutto vero, aveva provato ad allontanare la ragazzina con un atteggiamento scostante, ma visto che non era bastato...

Thor, rise, divertito.
“Loki per gli antenati, è sempre colpa tua! Comunque da allora non hai più avvicinato nessuna. Non provi davvero alcuna pulsione, alcun desiderio?”

“E’ meglio che ora torni nelle mie stanze.”, rispose l’altro, mettendosi a sedere.

“Non evitare le mie domande.”, lo rimproverò Thor, sollevandosi con lui.

“Ma certo che le sento, non sono mica fatto di ghiaccio.”

“E allora perché non provi? Il peggio che può capitare è ricevere un rifiuto, questo ti spaventa?”

Loki sospirò, scuotendo il capo e si lisciò i lunghi capelli scuri.
“No. Sì… in realtà non solo. Sono un tale imbranato! Non saprei neanche da dove cominciare e non mi piace questo discorso. Possiamo parlare d’altro?”

Thor sorrise e gli posò una mano sulla spalla, stringendola con gentilezza.
“Dipende tutto da come ti poni con una ragazza.”, cominciò a spiegargli, applicando gli atteggiamenti che gli stava descrivendo, “Quando le parli devi usare un tono suadente, attirare la sua attenzione, mettere in mostra i muscoli...”

“Che non ho.”, lo interruppe l’altro guardandolo con aria di compatimento.

“E sta’ zitto, sto cercando di aiutarti come Fandral ha fatto con me.”

“Oh, se l’ha detto Fandral, allora!”

“Le ragazze amano essere ascoltate e soprattutto adorano che si parli loro di quel che preferiscono. Ricordo che una volta lui recitò benissimo la parte di un apprendista sarto pur di conquistare una contadinella con quella passione e ci riuscì.”

Loki sbuffò.
“Credo che tu stia dicendo un sacco di stupidaggini.”
Tento di nuovo di alzarsi, ma Thor lo trattenne ancora.

“Sono serio, fratello.”, insistette, “Se tu fossi una ragazza ti inviterei a cena, ordinerei al cuoco di prepararti l’agnello alla brace, che è il tuo piatto preferito…”, si avvicinò un poco, abbassando il tono e Loki si accigliò, basito.
“Ti parlerei di miti, leggende e arti magiche, sorseggiando dolce ambrosia in tua compagnia. Ti conquisterei, facendoti assaporare il piacere della mia compagnia, poi, dopo cena ti accompagnerei sui bastioni e insieme guarderemmo le stelle, discorrendo piacevolmente delle gesta dei nostri antenati.”
Thor sollevò lo sguardo con intensità, incontrando quello del fratellino, mentre la sua mano risaliva dalla spalla sin dietro alla sua nuca.
“Ti domanderei quali sono i tuoi sogni e con passione ti prometterei il mio aiuto per renderli realtà e poi… bhe, poi ti bacerei.”, concluse, allontanandosi un poco.

L’unica risposta che Loki gli diede fu una risata fragorosa.
“Ah! Ah! Ah! Per il cielo, Thor!”, esclamò con le lacrime agli occhi, “Con quante ragazze ha funzionato la tua tattica?”

“Bhe, nessuna ma…”

Il riso dell’altro si trasformò quasi in un ululato e per poco non finì con il ribaltarsi giù dal grande letto.
Thor, risentito, appoggiò la schiena alla testiera.
“Almeno io però ci ho provato ad avvicinarmi a una ragazza.”, sbottò, risentito, “E un giorno riuscirò a conquistarne una.”

“Quindi parli ma non hai mai concluso nulla! Oh, padri! Bhe, ti stupirò, fratello: nonostante sia un imbranato, io una ragazza l’ho baciata.”

“Balle!”

“No no, sto dicendo il vero. Ricordi il nostro mese al campo d’addestramento, l’estate scorsa?”

“La figlia del fattore?”
Thor sbarrò gli occhi, esterrefatto.
“Ma se non ti ho neanche mai visto parlare con lei! E poi ci abbiamo provato tutti, nessuno escluso e...”

“E lei aveva puntato me. Credimi, ne fui molto sorpreso a mia volta. Al punto che quando mi baciò… scappai via.”

Thor si stampò una manata in fronte e si stropicciò gli occhi, incredulo.
“Non ho parole, solo insulti…”

“Non ero pronto e lei neanche mi piaceva!”, protestò Loki.

“Perché non me l’hai mai detto?”

“Perché un po’ mi vergognavo, ma non ne avevo ragione. Tu ti sei messo molto più in ridicolo di me, a quanto pare!”

L’altro per tutta risposta lo colpì con una cuscinata.
“E com’è stato?”, gli domandò.

“Sgradevole. Non sapevo che fare e… no, non mi è piaciuto per niente.”

“Quindi la tua tattica di conquista è scappare?”, lo schernì il fratello.

“Non ho detto questo!”

“Sta bene. Quindi se io fossi una ragazza di tuo gradimento che faresti?”

“Oh, per favore!”

“Sono serio. Hai schernito i miei metodi, illustrami i tuoi.”

Loki sospirò, scoccandogli un’occhiata di compatimento, poi sorrise e distolse lo sguardo, fingendo un certo imbarazzo. Thor ci cascò subito e si sentì in colpa. Gli si avvicinò di nuovo.
“Senti, non volevo metterti a disagio. Sono stato uno stupido.”, ma rimase sorpreso e interdetto quando l’altro rialzò lo sguardo, ammaliante. Era una dote innata quella del giovane principe, un fascino inconsapevole e intenso.
Thor deglutì e non ebbe la prontezza di fermare l’altro che, d’improvviso, premette le labbra sulle sue in un delicato bacio a stampo, per poi ritrarsi prima di beccarsi un prevedibile spintone.

“Farei più o meno così.”, disse, candido, rialzandosi dal letto, “Non penso proprio che in certe situazioni ci sia bisogno di molte parole. Infatti sono convinto che molte ragazze si concedano a Fandral solo nella speranza di farlo stare zitto.”

“Mi hai baciato!”, esclamò Thor, pulendosi la bocca col dorso del braccio.

“Ti ho appena toccato le labbra! Non farne una tragedia!”, ribatté, recuperando i calzari.

“Il mio primo bacio e sei stato tu!”

“Posso farlo di nuovo se ti farà sentire meno in imbarazzo!”, ridacchiò Loki, per tutta risposta l’altro gli lanciò il cuscino. Glielo restituì, poi si avvicinò al balcone.
“Ci vediamo domani sera. Cerca di non fare strage di cuori mentre io resto in castigo nelle mie stanze, conquistatore!”
E fu con un’altra risata che lo lasciò.

Per molte sere non parlarono più di quel bacio, al punto che Loki, avendolo considerato solo un gioco, finì addirittura per scordarselo, ma non era lo stesso per Thor che, da quella volta, ci aveva pensato e ripensato. Prima si era sentito schifato dalla cosa, poi aveva dovuto riconoscere che, nonostante tutto, non era stato poi così spiacevole, e infine, quel pensiero era diventato quasi un’ossessione: doveva capire se gli era piaciuto o meno.

Era notte fonda e Loki gli stava raccontando di come la loro madre l’avesse amorevolmente umiliato mentre cercava di insegnargli, senza troppo successo, come creare qualche illusione, quando decise di avvicinarglisi. Teso, gli si sedette accanto sul pavimento della terrazza, fianco contro fianco.

L’altro si voltò.
“Devi per forza starmi così vicino? Fa un caldo terribile, mettiti un po’ più in là!”, protestò.
Non ricevette alcuna risposta.
“Thor? Mi ascolti?”, lo chiamò, agitandogli una mano di fronte agli occhi.

L’altro la scostò e, guidato dalla curiosità e dall’irruenza sconsiderata della sua età, gli afferrò il viso con forza, costringendolo contro il proprio.
Loki sbarrò gli occhi, smarrito, ma un brivido gli corse giù dalla spina dorsale. Sebbene la ragione gli suggerisse di allontanarsi e di chiedere spiegazioni, non lo fece e si lasciò trascinare. Con un gemito di sorpresa aumentò la pressione sulla bocca dell’altro. Non aveva molta più esperienza di Thor, ma quella poca lo portò a sfiorargli le labbra con la lingua per indurlo a dischiuderle e fremette, sentendo l’eccitazione tendere il suo corpo, quando l’altro non solo lo accettò, ma, timido, gli rispose. Fu un bacio lento, dolce e impacciato, al principio, ma non si concessero di separarsi a lungo: il tempo di un respiro e le loro bocche tornavano a cercarsi come se non potessero fare a meno l’una dell’altra. Nessuno dei due aveva mai provato un coinvolgimento tanto forte, né voleva privarsene.
Loki gli carezzò la guancia con una mano per poi farla scendere, temeraria, lungo il suo petto e poi ancora più giù, ma prima che riuscisse ad andare a stringere tra le dita il cavallo dei suoi calzoni, Thor parve riscuotersi.

“C-che stai facendo?”, domandò, affannato.

Il momento era passato ed entrambi, inquieti, distolsero lo sguardo.
“E’... è meglio che io vada…”, mormorò Loki, rialzandosi.

“Non deve più accadere!”, esclamò Thor, spaventato dalle ripercussioni che quell’atto portava nelle sue convinzioni, per non parlare, poi, del timore di essere scoperti: non solo erano due maschi, ma erano persino fratelli!
No, non gli era piaciuto e, se l’aveva fatto, doveva dimenticarlo.

“Ma certo e nessuno lo deve sapere. Sarà il nostro segreto.”

Anche il maggiore si alzò, mortificato da quel gioco che era sfuggito di mano a entrambi.
“Mi dispiace tanto, Loki. Non so cosa mi è preso. E’ stato solo… pratica.”

L’altro gli rivolse un sorrisino sghembo e annuì.
“Non devi scusarti. Eravamo in due. Insieme.”

Anche Thor sorrise, suo malgrado.
“Già, insieme, come è sempre stato.”

“E come sempre sarà.”


N.d.A.: E' da molto tempo che non mi affaccio in un fandom Marvel, ma questa storia mi ha travolta e ho cominciato a scriverla. Non so quanto sarò regolare con gli aggiornamenti, ho anche altre storie in corso, ma tenterò di mantenere un buon ritmo. Sto cercando, dopo anni e anni, di buttar giù il mio headcanon di Loki, spero che possa interessarvi. Detto questo, ringrazio chiunque abbia letto, se vi va, lasciatemi una parolina ^^!
Un bacione,
Ros.

 

   
 
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