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Autore: SunlitDays    21/05/2015    3 recensioni
La loro vacanza a Venezia non va secondo i piani.
[Solangelo - Post Series]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: J'adore Venice
Ship: Will/Nico
Rating: Verde
Wordcount: 622 (fdp)
N/A: scritta per Dragana che, molto gentilmente, ha intimato tutta la sua flist di FB a scrivere XD il prompt che mi ha dato è "vaporetto". Spero che questa cosuccia insulsa sia di tuo gradimento e possa servirti a saziarti almeno per qualche minuto dalla tua voglia di fic su PJ. Mi dispiace se il finale fa schifo, ma non ho saputo fare di meglio D:

 

«Voglio morire!»

«E poi dici che sono io il drammatico. Non siamo partiti nemmeno da cinque minuti.»

«I cinque minuti peggiori della mia vita!»

Il che, suppose Will, detto da chi aveva affrontato il Tartaro era gran cosa. Ma ciò non faceva che rafforzare la sua teoria che, tra i due, quello drammatico fosse Nico.

«Questo vaporetto è stabile come una roccia. Anzi, oserei dire che sembra quasi che stiamo camminando sulla terra ferma.»

«Fidati,» esalò con difficoltà Nico, il solito pallore del suo viso aveva preso una sfumatura verdognola. «Non siamo sulla terra ferma.»

Già, era proprio questo il problema, penso Will: l'acqua non era l'elemento naturale di un figlio di Ade. Tendevano a respingersi a vicenda, ergo il mal di mare.

Provò una nuova tattica. «Sai, contrariamente alla credenza popolare, non è il movimento ondulatorio di un battello a far venire il mar di male. Gli occhi forniscono al cervello l'informazione di essere fermi, mentre gli organi--»

«Non me ne frega niente, Solace. Voglio solo che smetta. Fallo smettere!»

Will sospirò. «Non posso. Non è una ferita o una malattia da cui posso guarirti. È psicologico.»

«Voglio morire!» ripeté Nico con voce patetica.

Will alzò gli occhi al cielo. Di chi era stata l'idea di prendere il vaporetto? E se è per questo, di chi era stata l'idea di un viaggio a Venezia? Ah, già, sua. Questa vacanza faceva parte della terapia prescritta a Nico da Will stesso. Qualche giorno di relax nella sua terra natia; accettare se stesso e le sue origini; bla bla bla. Stava cominciando a dubitare delle sue stesse cure.

Avevano subito nove ore di volo e, manco a dirlo, neanche il cielo tollerava un figlio di Ade. Nico aveva passato il tempo a stritolargli la mano e a respirare in un sacchetto di plastica. Ma Will non gli avrebbe permesso di viaggiare via ombra neanche morto. Arrivati a Venezia avevano avuto un disguido con la receptionist dell'albergo. A quanto pare era stata prenotata solo una camera, e non due. A ben pensarci, la cosa non dispiaceva molto Will. E Nico non aveva neppure potuto accusare Will della cosa (anche se, a dir la verità, sospettava che qui ci fosse la mano di Cecil e Lou Ellen). Aveva sperato di poter passare finalmente un bel pomeriggio sotto il sole veneziano mangiando un bel gelato italiano.

Guardò Nico che si sporgeva dal parapetto come se volesse tuffarsi nel canale. Non avrebbero mangiato alcun gelato per le prossime due ore, sospettò.

Spostò lo sguardo di fronte a sé, osservando gli antichi palazzi dai vari colori che fiancheggiavano il canale, le lunghe e sinuose gondole remate da gondolieri canterini, orde e orde di turisti che si accalcavano e fotografavano ogni minimo particolare... Immaginò un Nico bambino, allegro e assolutamente ignaro del destino affibbiatogli dalle Parche, correre e giocare per pontili e stradine, e improvvisamente provò un'enorme tenerezza.

Gli avvolse un braccio intorno alle spalle. Lui s'irrigidì. La loro relazione era ancora così nuova, ogni minimo tocco aveva ancora il potere di risvegliare le milioni di farfalle che dormivano nello stomaco. Dopo pochi istanti, però, Nico si rilassò.

A piccoli passi, ma stavano facendo progressi.

«Ehi,» disse, con il tono di voce che utilizzava per i suoi pazienti più gravi. «Se vuoi, possiamo tuffarci. Scommetto che possiamo attraversare il canale a nuoto in pochi minuti.»

«E dopo puzzeremo di fogna» replicò Nico con sguardo burbero, ma Will ormai lo conosceva bene da sapere che il suo umore era migliorato di una tacca.

«Non più dei tuoi amici zombie.»

In quel momento, il vaporetto ebbe un scossone e Nico per poco non cadde in acqua.

Gemette. «Voglio morire!»

Will si arrese. Era estenuante essere il ragazzo di un figlio di Ade.

 
   
 
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