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Autore: eugeal    22/05/2015    0 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy si appoggiò con la mano al muro del corridoio e si fermò per qualche secondo per riprendere le forze, ma non pensò nemmeno per un momento di tornare indietro.
Quando si era svegliato il dolore gli era sembrato molto più sopportabile, ma ora le ferite cominciavano a dolere di nuovo e si sentiva debole, però non voleva tornare a letto.
Voleva vedere Marian.
Desiderava starle accanto, stringerla a sè e ascoltare il suo respiro, perdersi nel suo sguardo fino a dimenticare qualsiasi altra cosa. Il bisogno di averla vicina era quasi una necessità fisica, una specie di fame che faceva male al cuore.
Forse era stato sciocco da parte sua non chiedere aiuto a nessuno per alzarsi e vestirsi ed essere sgattaiolato fuori dalla propria stanza come un ladro. Probabilmente Djaq lo avrebbe rimproverato per essersi alzato dal letto troppo presto e Allan si sarebbe preoccupato per lui non trovandolo, ma Guy voleva vedere Marian e restare per un po' da solo con lei.
Finalmente raggiunse la stanza della ragazza e spinse la porta, sperando che non fosse chiusa dall'interno, ma l'anta di legno si aprì docilmente e Guy scivolò nella stanza in silenzio, richiudendosi la porta alle spalle.
Marian dormiva ancora.
Guy si avvicinò al letto senza fare rumore e rimase a guardarla per un po'. I capelli della ragazza, ora che erano così corti, si arricciavano in modo disordinato intorno al suo viso e la facevano sembrare più giovane e vulnerabile del solito, eppure Guy non poteva dimenticare il coraggio con cui aveva combattuto al suo fianco e come aveva lottato per difenderlo.
Marian aveva ucciso un uomo per salvare lui.
Guy era sinceramente dispiaciuto per il dolore che quell'azione aveva portato alla ragazza, sapeva molto bene che togliere una vita l'avrebbe cambiata per sempre, ma le era anche profondamente grato e ancora faticava a credere che Marian tenesse così tanto a lui.
Mi vuole bene?
Si chinò su di lei, studiando ogni linea del suo viso addormentato e si chiese se avrebbe potuto svegliarla con un bacio.
Sedette sul bordo del letto e si chinò su di lei, avvicinando il viso a quello della ragazza, senza però decidersi a sfiorare le labbra di Marian con le sue.
Posso farlo davvero?
In passato, quando era stato lui a provare a baciarla, Marian aveva esitato o aveva trovato un modo per sottrarsi a una vicinanza sgradita e ora Guy aveva paura che potesse succedere di nuovo.
Si sentiva uno sciocco, perché Marian gli aveva detto chiaramente quello che provava per lui, ma non riusciva a non sentirsi in ansia.
Una voce dentro di lui continuava a suggerirgli che non meritava l'affetto di Marian, che doveva aver frainteso tutto e che se solo l'avesse toccata, la ragazza lo avrebbe allontanato con disgusto, eppure lei era così bella, così amata, così sua, che non poteva restarle distante.
Le sfiorò le labbra con un bacio leggero ed esitante, ma tanto pieno di emozione da riempirgli gli occhi di lacrime.
Marian aprì gli occhi e per un lunghissimo istante rimase a guardarlo, immobile, poi il suo sguardo si illuminò di gioia e la ragazza lo strinse a sè, abbracciandolo forte.
- Guy! Sei vivo! Sei davvero vivo! - Singhiozzò , scoppiando a piangere all'improvviso. - Djaq me lo aveva detto, ma non mi ha permesso di vederti e credevo che la sua fosse solo una bugia per tenermi tranquilla! Ho avuto così paura, Guy!
La stretta della ragazza era piuttosto dolorosa per le sue ferite, ma Guy non pensò minimamente ad allontanarsi da lei, ogni briciola di quel dolore diventava preziosa perché nasceva dall'affetto che Marian provava per lui.
Le accarezzò il viso con la mano per calmarla e asciugarle le lacrime.
- Ora va tutto bene. Sono qui. - Le sussurrò con dolcezza e la ragazza si appoggiò a lui, rilassandosi. Rimase abbracciata a Guy, col viso appoggiato al torace di lui ad ascoltare i battiti del suo cuore e chiuse gli occhi con un sospiro felice.
Quel momento era così tranquillo... Le ricordava l'ultima parentesi di serenità che aveva avuto prima che Barret arrivasse a sconvolgerle la vita, quel pomeriggio assolato trascorso nella stalla con Guy che riposava appoggiato a lei.
Allora era stato il cavaliere nero ad avere bisogno di lei, lui ad essere fragile e spezzato, ma ora l'abbraccio di Guy era protettivo e sicuro e tra le sue braccia Marian si sentiva finalmente serena.
Quello era il posto giusto per lei, l'unico dove voleva essere e ora ne era certa.

Robin si voltò a guardare le mura del castello e Little John e Much lo imitarono.
Djaq e Will erano rimasti indietro di qualche passo e parlavano tra loro a bassa voce. Ogni tanto la ragazza rideva e guardava il giovane con occhi pieni di gioia.
- Lascerai che finisca così? - Chiese John, di malumore. - Permetterai a Gisborne di portartela via?
Much gli lanciò un'occhiata rabbiosa, temendo che le sue parole potessero ferire il suo padrone, ma Robin si limitò a scuotere la testa con un sorriso amaro.
- Mi piacerebbe poter accusare Gisborne, ma sarebbe disonesto da parte mia. Marian non è piùla stessa di una volta e nemmeno io. Il tempo ci ha cambiati e anche se può far male, rifiutarsi di accettarlo sarebbe inutile. Anche senza Guy, molto probabilmente le nostre strade si sarebbero separate prima o poi.
- Non mi piace. Non è giusto.
- Non deve piacerci per forza, ma è così, le cose cambiano.
Much gli mise una mano sulla spalla.
- Non tutto. Potrai sempre contare sulla nostra amicizia.
Robin gli sorrise.
- Lo so. E ve ne sono grato. Ora torniamo al campo, è stata una giornata impegnativa.
- Vale la pena di concluderla con una bella cena. - Disse Much, aprendo un sacco per mostrare loro una grossa oca arrostita. - Che ne dite? Gentilmente offerta dalle cucine dello sceriffo.
Gli altri fuorilegge scoppiarono a ridere, poi ripresero la via che conduceva alla foresta.

Allan tornò nelle cucine con il vassoio di cibo ancora intatto, lo appoggiò su un tavolo e vi aggiunse un altro piatto e una seconda coppa di vino.
Era andato a portare la cena a Guy, ma Gisborne sembrava essersi volatilizzato. Allan non aveva il minimo dubbio di dove avrebbe potuto trovarlo, perciò aveva deciso che tanto valeva portare qualcosa da mangiare anche a Marian già che c'era.
Finì di riempire il vassoio, si infilò in bocca una frittella ricoperta di miele e si diresse verso la stanza della ragazza.
Bussò energicamente prima di aprire la porta e sorrise tra sè nel constatare che non si era sbagliato: Gisborne era seduto sul letto di Marian e la ragazza era rannicchiata accanto a lui con la testa appoggiata alla sua spalla.
- Vi ho portato un po' di cibo. - Annunciò Allan, allegramente. - Ehi, Marian, non stringerlo troppo o finirai per rompergli anche le poche costole che gli sono rimaste intere.
- Allan! - Sbottò Guy, fulminandolo con lo sguardo, mentre Marian si staccava da lui, arrossendo con aria colpevole.
- Ti stavo facendo male? Ma perché non me lo hai detto?
- Marian, credo che potresti strappargli il cuore e Giz continuerebbe a sorriderti. - Spiegò Allan, pacificamente, ignorando lo sguardo minaccioso di Guy.
La ragazza fissò il pavimento, cercando di non pensare che le parole di Allan erano fin troppo vere.
Era certa di avergli strappato il cuore ben più di un paio di volte, eppure Guy non aveva mai smesso di amarla.
Senza guardarlo, cercò la sua mano e la strinse forte.
- Ehm, Marian? - Intervenne di nuovo Allan. - Forse è meglio se gli prendi l'altra mano...
Marian sussultò nell'accorgersi che la mano di Guy era fasciata, la lasciò andare di colpo e arrossì ancora di più.
- Scusa!
Guy scoppiò a ridere e la abbracciò stretta, ignorando lividi e ferite.
- Resta al mio fianco e non mi accorgerò nemmeno del dolore. - Le disse a bassa voce, ma Allan lo sentì e lo guardò con un'espressione a metà tra divertimento e disgusto.
- Giz, sai che ti capisco, davvero, ma state diventando un po' troppo stucchevoli per i miei gusti.
- E tu ti esprimi come lo sceriffo. - Ribatté Guy con un sogghigno, poi si accigliò e guardò gli altri due, improvvisamente preoccupato. - Allan? Marian? Dov'è lo sceriffo? È ancora vivo, vero?
Allan e Marian si scambiarono uno sguardo inorridito, ricordando solo in quel momento che a nessuno di loro era venuto in mente di liberare Vaisey dalle segrete.

   
 
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