Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Elle Douglas    23/05/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se nella vita di Killian Jones, d’improvviso, tornasse il suo vero primo amore?
No, non Milah, ma qualcuno di ancora più profondo, celato, intimo e nascosto che sapeva fosse morto per sempre? Come reagirebbe Killian? Ed Emma, che ormai sembra aver trovato l’amore? Chi sceglierebbe arrivato a quel punto?
Come cambierà la storia? E quanto scopriremo di più su quest’uomo?
Scopriremo che c’è ben altro dietro Killian Jones, c’è un'altra storia nascosta e non ancora raccontata di un uomo che ha perso tutto e che più di tutti ha perso qualcosa di profondo che credeva irrecuperabile.
-
‘I suoi occhi verdi, verdissimi come lo smeraldo sono dentro ai suoi, e per un attimo una lacrima gli scorre su quel viso etereo.
Quante volte aveva pianto credendola persa? Quante volte si era pentito di averle dato quella scelta? Quante volte avrebbe voluto tornare indietro e cercarla, salvarla?
Ed ora era lì davanti a lui.
Vera, viva ma prigioniera.’
-
La storia inizia con gli avvenimenti della 3x17, tutto il resto è una mia idea.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'I thought I'd lost you forever'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 
 
 
 
CAPITOLO XVIII
 
 
 
 
Una lieve luce mattutina iniziò a coprire ogni angolo di Storybrooke facendo presagire che ormai fosse l’alba.
Esmeralda se n’era stata per tutto il tempo su quel letto senza una vera emozione distinta, che riemergesse dalle altre, dentro di sé. Per quanto fosse facile in alcuni casi, era snervante non provare nulla di fronte al putiferio che c’era stato la notte precedente e a cui lei aveva assistito da dietro una finestra, del tutto isolata, come spettatrice. In più quanto poteva dirsi preoccupata per Killian che non vedeva dalla sera precedente? Milioni di domande in suo riguardo le annebbiavano la mente. Le aveva promesso un suo ritorno e lei confidava, con quel minimo di sé, di vederlo varcare quella porta che ormai fissava da minuti interminabili, sano e salvo come l’aveva lasciato la sera precedente.
I minuti, le ore e i secondi passavano lenti in virtù di quella speranza fin quando la porta non si spalancò.
Una figura abbastanza conosciuta ai suoi occhi si fece avanti entrando dedicandole un lieve sorriso, amareggiato. Esmeralda non aspettò oltre, sentiva quell’impellente istinto di sentire il suo corpo per accertarsi che non fosse un’illusione e che stesse bene: che fosse sano e salvo come aveva sperato nelle ultime ore, così si precipitò a stringerlo forte spiazzando Killian che non si aspettava un simile impeto, e facendolo quasi cadere per quello slancio non programmato.
‘Ehi. Sto bene. Va tutto bene.’ E si convinse per prima lui di ciò mentre la stringeva forte a sé.
Restarono in quella posizione il tempo di stabilizzarsi, poi Esmeralda tornò a fissare i suoi occhi azzurri. ‘So che nelle mie condizioni sembra incredibile ma ero davvero preoccupata per te. Temevo ti accadesse qualcosa.’
Killian, nel frattempo, con l’uncino chiuse la porta alle sue spalle mentre con l’altra teneva stretta la sua mano.
‘Sto bene piccola, me la sono cavata. Sai che riesco a sopravvivere.’ Lo stesso sorriso di prima tornò a farsi strada sul suo volto mentre impercettibilmente le voltava le spalle per poggiare qualcosa sul tavolo lì accanto.
‘Hai ferito qualcuno? Stanno tutti bene?’
‘No, nessuno. Stanno tutti bene.’ E quel tutti lo trascinò a fatica per renderlo credibile alle sue orecchie.
Esmeralda sospirò, quasi sollevata da quella notizia. ‘Ti racconterò tutto appena avrai mangiato qualcosa. Devi avere fame, è da tanto che sei chiusa qui.’ Le fece notare indicandole il sacchetto poggiato poc’anzi. Esmeralda sorrise in quel deja vu, in quelle parole che la riportarono indietro di secoli.
‘Tu che mi porti del cibo, io che me ne sto qui chiusa da giorni. Siamo proprio tornati ai vecchi tempi, capitano!’ scherzò trascinandolo per mano al tavolo.
Killian non ci aveva affatto pensato, si poteva ben dire che ci fosse ben altro nella sua testa a vorticare, ma era vero. La situazione in cui erano ricordava esattamente quella.
‘Già.’ Ammise ancora scuro in volto e sperò che Esmeralda, per la fame, non lo notasse. Passarono il mattino così, tra ricordi di una vita passata in cui erano insieme e si amavano inconsapevolmente, incapaci di dichiararselo, perché se così fosse stato le cose sarebbero andate in maniera diversa e ora non sarebbero a questo punto maledetto, pensò Killian. Era difficile lasciarla andare di nuovo, a questo lui non poteva rassegnarsi e non poteva smettere di pensare nemmeno per un minuto, anche mentre lei parlava di tutt’altro lasciandosi andare in aneddoti e storie che lui aveva persino dimenticato e lasciando stare il male e il peggio. Di quegli anni Esmeralda ricordava solo il sole, o forse era perché era privata dell’organo fondamentale che dava vita ai sentimenti. Qualsiasi cosa fosse a spingerla in quei ricordi lui si fermava ad ascoltarla senza davvero interromperla.
La fissava soltanto lasciandosi trascinare da quell’apparente beatitudine che le cullava il volto fino a tornare nuovamente al punto focale di tutto, su cui lui non riusciva a smuoversi.
‘Questa volta è diverso. Questa volta sei qui perché devi essere protetta. Questa volta devo fare di tutto per salvarti da quell’uomo.’ Osservò deciso fondendo il suo azzurro mare con i suoi occhi, ponendo fine a quel momento di pace apparente.
Esmeralda abbassò lo sguardo sul tavolo, sorridendo quasi. ‘Non ti stanchi mai, vero?’
‘Di fare cosa?’, chiese lui interdetto.
‘Di cercare di salvarmi anche quando non ce n’è bisogno. Io non ho bisogno di essere salvata. Sto bene così e vorrei che tu lo comprendessi davvero.’ Ed una serenità palese le incorniciò il volto, una serenità a cui Killian restava incredulo.
‘L’unico motivo per cui parli così è perché non hai il cuore nel petto, sai anche tu che non è così.’ Cercò di convincerla, di stanarla da quella convinzione.
‘Inizio semplicemente a rivalutare la situazione prendendo il suo lato positivo.’
‘E cioè?’
‘Cioè che per la prima volta nella mia esistenza mi sento leggera e libera da ogni dolore e sconfitta che mi sia mai capitata. Tutto non è altro che un ricordo spiacevole e sbiadito a cui posso finalmente guardare senza sentirmi incessantemente male. Tutto ciò che è e che è stato per la prima volta non mi fa alcun male. Per la prima volta non sento assolutamente nulla.’ Sorrise quasi beata in quella dichiarazione e Killian stentava a crederci.
‘E questo è un vivere secondo te? Ti senti bene in questa condizione?’
‘Quando nella vita non hai altro che pene e sofferenze, sì.’ Fece tranquilla e la cosa inquietava ancora di più il pirata che si alzò stizzito da simili idee che non riusciva a condividere.
‘Tu non sai ciò che dici!’
Esmeralda gli afferrò un braccio e gli si avvicinò. ‘E’ tanto difficile per te accettare tutto questo? Vedermi stare bene?’
‘Voglio vederti star bene più di qualsiasi altra cosa al mondo Esm, ma il tuo non è uno stare bene lo capisci? Senza un cuore non sei davvero tu!’ Gridò infine lasciando sgomenta la fanciulla di fronte a tanto accanimento. Esmeralda, ancora con gli occhi fissi nei suoi, in un gesto quasi meccanico lasciò il suo braccio e si diresse alla finestra che dava sul cielo che nel frattempo si era ingrigito riempiendosi di nubi cariche pronte ad esplodere. Non poteva capire appieno quanto tutto quello fosse beato per lei.
Il pirata sospirò, pronto a riprendere la dovuta calma.
‘Esm, non ti accadrà nulla, okay? E presto riavrai il tuo cuore.’ Le promise appena riacquistò un po’ di calma e respiro.
‘Non credo debba preoccuparti di questo, insomma quanti giorni sono passati da quando… tutto questo è successo? Dovevo essere la burattina del signore Oscuro ma nonostante l’abbia detto non mi ha ancora ordinato di fare nulla, a meno che in quei momenti oltre a non avere cuore perdi anche la memoria. Insomma che lo ricordi sono sempre stata qui.’ Disse voltandosi verso Killian con le braccia al petto e prendendolo in un momento cruciale.
Il suo sguardo, i suoi atteggiamenti le mostravano un qualcosa che non andava.
Killian piegò la testa guardando a terra muovendosi irrequieto quasi, e mordendosi le labbra come a costringerle a sigillarsi.
‘Killian, cosa mi nascondi?’, era un libro aperto per lei, lo era sempre stato e nemmeno ora la cosa era cambiata.
‘Perché dovrei nasconderti qualcosa?’ disse alzando colpevole lo sguardo e incrociandolo con il suo che lo inchiodò all’istante facendola trasalire.
‘Perché ti conosco meglio di chiunque altro, e perché il tuo sguardo ora mi suggerisce cose che non vorrei neanche pensare. Cosa hai fatto Killian?’, ribadì dura.
Killian esitò ancora indeciso.
‘Killian!’, tuonò la fanciulla tesa.
‘Se l’Oscuro non ti ha ancora chiamato non è perché non lo ricordi, ma perché mi sono offerto a lui affinché non corrompesse la tua anima e il tuo cuore.’
Esmeralda ebbe un tonfo. Fece fatica a respirare e quasi ebbe un mancamento di fronte a quella rivelazione. Si aggrappò, con forza alla sedia lì accanto e chiuse gli occhi affinché tutto tornasse al proprio posto. Tutto girava vorticosamente e benché non sentisse nulla di davvero pronunciato dentro di sé, si sforzò di starci male perché quella era l’unica reazione.
Lei gli aveva detto di tenersi lontano dall’Oscuro e ora per proteggerla, di nuovo, aveva corrotto il suo cuore.
‘Io non posso crederci.’ Biascicò incredula di fronte ad una simile dichiarazione. ‘Io non ci voglio credere. Ora a cosa pensi sia servito il mio gesto? Per cosa l’ho fatto? Hai un cuore Killian e hai corrotto il tuo in modo consapevole per cosa? Hai vanificato il mio gesto. Hai reso tutto inutile ora.’
‘Esm, ti prego, lascia che ti spieghi…’
‘Non c’è bisogno che mi spieghi nulla… io non ti capisco. Non capisco la tua continua paura di perdermi quando hai già convissuto con questa consapevolezza. Io… Mi manca l’aria. Devo uscire di qui.’
Killian tentò di afferrarla con la mano buona, ma lei abilmente lo sviò aprendo la porta e correndo giù per le scale dove il pirata la perse definitivamente di vista.
‘Maledizione!’, esclamò a denti stretti.
 
-
 
Esmeralda era fuori da un tempo del tutto considerevole e pur non sentendo dentro di sé una vera e propria rabbia sentiva di doversi comunque sbollire. Era ciò che avrebbe fatto se avesse avuto un cuore e le sue emozioni al proprio posto, pensò. E poi non se la sentiva di stare nella stessa stanza con l’uomo che l’aveva tradita in un certo senso, ed era meglio stargli lontano per un po’.
Non capiva quella sua insana paura, non riusciva a comprendere il perché si fosse messo in pericolo quando lei aveva cercato di preservarlo da quell’evenienza, di salvarlo. Si sentiva non presa sul serio. Si sentiva inutile, anche in quel modo perché ciò che aveva fatto per lui non l’aveva lasciato intatto.
Okay, adesso era senza cuore, e che male avrebbero fatto quindi le sue azioni dettate da Gold al suo cuore che lui decantava di dover proteggere? Nulla, il suo cuore non sarebbe stato minimamente intaccato dai suoi gesti.
Perché non ci aveva pensato? Perché non ragionava su quella che era la verità delle cose?
Semplice, non lo faceva perché c’era Esmeralda di mezzo, e quando c’era lei tutto cambiava.
Ti proteggerò, qualsiasi cosa accada ora che ti ho ritrovata. Ecco cosa le aveva detto quando l’aveva ritrovata, ed ecco come quella promessa continuasse a costargli la vita.
Vagava incerta senza una vera meta, vagando tra i mille pensieri che la guidavano in quella piccola cittadina, quando si ritrovò davanti al negozio di pegni del Signor Gold. Un bisogno irrefrenabile di entrarci la alimentava a muovere quella maniglia che aveva dinanzi ed entrare.
Con un rapido gesto, di cui quasi non si accorse, si ritrovò all’interno dell’esercizio in cui Gold sembrava attenderla.
‘Oh, mia cara, finalmente ho il piacere di rincontrarti.’
‘Cosa vuoi da me?’. Esmeralda lo fissò mentre le ruotava intorno per osservarla.
‘Ora, saprai certamente perché non ti ho invocata fino ad ora –‘, la zingara si sentì tramortita dal fatto che lui conoscesse già il fatto che lei sapesse cos’era successo.
‘Te l’ha detto Killian?’, provò lei, fissandolo con sguardo duro.
L’Oscuro fece una smorfia abbassando lo sguardo con un ghigno.
‘Il tuo Killian? No, quel pirata non mi direbbe mai nulla. No, vedi quando hai il cuore di qualcuno non solo puoi controllarlo per farsì che faccia tutto ciò che vuoi, ma puoi anche sentire le loro conversazioni, sentire l’ansia che gli scorre nelle vene senza arrivare da nessuna parte, mentre si aspetta qualcuno.’ Si corresse, puntandola con lo sguardo. ‘Tu sentirai le tue emozioni come un alone lontano, io le vedo qui distintamente.’ E le indicò il cuore che aveva tra le mani per farle capire meglio, poi tornò dietro il bancone principale.
‘Ora ascoltando la vostra adorabile e fitta conversazione piena di melodramma, ho potuto constatare che Elsa e Anna sono ancora qui a Storybrooke perché non hanno modo di andarsene per via del confine lasciato dalla Regina delle Nevi. Beh, a me loro qui non servono, anzi le voglio fuori di qui al più presto. Non posso avere Anna qui in città.’ Si fermò a constatare l’Oscuro pensando ad un modo per allontanarle. ‘E qui, qui entri in gioco tu: Dovrai tenere Anna lontana dal negozio.’
‘Ma io non conosco Anna, non so che aspetto abbia… io…’
‘Oh, andiamo zingarella, non è un compito arduo per te, non ti sto chiedendo di uccidere nessuno. Devi assicurarti che Anna, una adorabile ragazza dalle trecce rosse, non si avvicini a questo negozio fino a stasera. Fino a quando le stelle e il cielo si allineeranno con quelle del cappello, cosicché io possa finalmente liberarmi dal pugnale. Stasera farò quello che avrei dovuto già fare anni fa, e tutto accadrà grazie a te.’ Disse rivolgendole un sorriso che di benevolo non aveva proprio nulla. ‘E ora và, mia cara. Assicurati di fare ciò che ti ho chiesto fino a quando non ti richiamerò. A stasera.’ Ridisse l’uomo mentre sorrideva compiaciuto del suo piano e allontanava la fanciulla dalla sua attività.
[…]
Poco lontano, poche ore dopo Killian era ad un tavolo seduto accanto alla sua Emma, e ai tre ragazzi di Arendelle in cerca di una soluzione che li riportasse nel proprio regno.
Un scampanellio improvviso annunciava la venuta di un nuovo cliente al Granny’s, probabilmente era l’ennesimo da quando erano lì, e Killian intrappolato tra i mille arrovellamenti e pensieri non badò granchè al nuovo arrivato mentre concentrato, ticchettava le dita sul tavolo in cerca di un illuminazione prodigiosa. Quando, d’improvviso, nei suoi pensieri udì la sua voce chiamarlo.
‘Killian?’, disse la fanciulla, cercandolo con lo sguardo, quasi trafelata.
‘Esm? Stai bene?’, disse muovendosi tra gli altri per raggiungerla. ‘E’ successo qualcosa?’, chiese mentre l’esaminò.
‘Io… io sto bene.’, disse con il fiato corto.
Killian prese una brocca d’acqua li accanto e riempiendo un bicchiere glielo porse per aiutarla.
Esmeralda lo bevve in fretta, e poggiò il bicchiere sul bancone. Sembrava agitata, ma come poteva esserlo se non aveva un cuore?
‘Esm, che hai?’ continuò Killian, stavolta più apprensivo.
‘Io… ho trovato un portale.’ Tagliò corto la ragazza senza troppi preamboli.
Killian spalancò gli occhi sottolineando la sua evidente incredulità. ‘Tu hai trovato… cosa?’
‘Si, vedi, in seguito alla discussione che abbiamo avuto stamane… ho trovato un portale. Beh, in realtà ho chiesto aiuto a Gold, perché volevo aiutarvi nella vostra ricerca senza rimanere inerme come ieri, e quindi l’ho cercato in cerca di aiuto e lui me ne ha indicato uno: Una porta in una sala da ballo di quella villa vicino al lago.’ Gli indicò illuminandosi di un insolita audacia.
‘Tu sei andata da Gold? Come? Quando?’, Killian iniziò a riscaldarsi a quel nome, ad innervosirsi. Saperla accanto a quel viscido coccodrillo gli faceva ribollire il sangue. E se ogni favore chiesto a Gold aveva un prezzo ora qual’era il suo da scontare?
‘A che prezzo? Cosa ti chiede in cambio ora per quest’aiuto?’, chiese rosso in volto.
Esmeralda si fermò un attimo a pensare, incerta su cosa dirgli.
‘Niente, non mi ha chiesto nulla per questo favore. Ha asserito dicendo che questo è l’ultimo favore che mi farà data la mia imminente… partenza, ma non voglio che ti focalizzi su questo. Prima, quando me ne sono scappata in seguito alla nostra discussione in tal proposito. Non potevo continuare ad indugiare, tutti qui stanno facendo qualcosa e io non voglio starmene con le mani in mano, e sì sono andata da Gold, ha il mio cuore dopotutto, cosa potrebbe farmi ancora? Comunque, mi ha dato molte informazioni sul portale, su come portare quella Regina delle Nevi nella sua terra. Di cui… mi hai detto il suo nome? Ora non lo ricordo. Ma la cosa è che funziona e che possiamo fidarci, credimi. Tutto ciò che devono fare è attraversarla e saranno ad Arendelle.’ Disse la fanciulla forzando un sorriso, mentre Killian sembrava confuso di fronte a quegli atteggiamenti tanto inusuali per lei. Non che non si importasse degli altri, quello no, solo che era terribilmente strana ai suoi occhi. Qualcosa non tornava e Killian non capiva cosa, mentre continuava a fissarla.
‘Dico ad Emma e agli altri ciò che mi hai detto, ma tu aspettami qui senza scappare, ok?’
‘Benissimo. Tu vai, ma io non posso restare… devo incontrarmi con Belle proprio ora, in effetti.’ E fece per andarsene dalla stessa porta da cui era entrata.
‘Ehi.’ La richiamò il pirata afferrandola per i fianchi e posizionandola davanti a sé in cerca del dettaglio che non andasse con tutto quello che gli era di fronte. Più cose continuavano a dirgli che qualcosa non quadrava in lei. ‘Esm, vuoi dirmi che succede? Ti vedo… strana.’
‘Perché? Perché cerco di aiutare gli altri? Non ho nulla. Sto bene.’ E sull’ultima sillaba qualcosa cambiò, qualcosa si spezzò e Killian non potè fare a meno di notarlo in silenzio, senza aggiungere altro.
Si lasciò convincere da quella versione ai suoi occhi, mentre dentro continuava a rimuginare su quel particolare che ancora non era riuscito a cogliere.
Quel dettaglio che avrebbe svelato tutto l’arcano.
Esmeralda si mosse lenta, quasi stesse riflettendo, quasi come se ci fosse altro da aggiungere ma che non aggiunse. Il suo sguardo vivo si era spento di colpo e piano si alzò sulle punte per posargli un leggero bacio sulla guancia prima di andarsene.
‘Addio Hook.’ E dietro di sé portò la scia di una malinconia, se avesse avuto il cuore si sarebbe potuto dire che stesse piangendo.
 
Killian restò solo.
Emma e gli altri erano andati al posto designato da Esmeralda per il ritorno ad Arendelle di Elsa, Anna e Kristoff, ma Killian aveva preferito rimanere nella locanda a rimuginare su quel qualcosa che non gli quadrava alla perfezione anche dopo essersi assicurato – grazie a David - che, di per certo, il portale fosse davvero dove la fanciulla gli aveva indicato, ma nonostante questo il pirata non riusciva a darsi pace: quei modi, quella luce, quella quasi spavalderia non erano da lei.
Perché le era sembrata così diversa in quell’incontro? Persino diversa da come l’aveva lasciata quella mattina. Poteva il suo sgarro averla cambiata così tanto, in un giorno nei suoi confronti? Era entusiasta, ma emotivamente fredda e distaccata nei suoi confronti e per quanto ce l’avesse con lui non ne sarebbe mai stata capace… subito. Il corsaro ripercorse mentalmente ogni singola azione e parola di quell’incontro avvenuto per rendersi conto di quale fosse la nota stonata che non gli permetteva di calmarsi, perché sì c’era. Ne era certo. Conosceva Esmeralda meglio di sé ormai.
Fino a quando l’intero discorso, come un lampo che squarciò il cielo, sembrò un immensa nota scoordinata. Tutta la sinfonia non andava e Killian si rese conto di tutto.
Quando aveva parlato ad Esmeralda del fatto che gli altri stessero cercando un portale? Quella mattina non aveva nemmeno accennato a quell’idea perché non ce n’era stato il tempo. Le aveva detto il nome di Elsa, e lei stessa una volta l’aveva nominata, e oggi nemmeno la ricordava. E ultima cosa, ma non meno importante: Lei non l’aveva mai chiamato Hook, perché era un nome e una persona che non le appartenevano. Per me sarai sempre Killian, non tollero che gli altri ti chiamino Hook. Gli rimbombò in testa in quel momento facendolo scattare in piedi come una molla.
E se quel piccolo sbaglio, alle orecchie di altri innocente e senza senso, fosse stata una richiesta d’aiuto? Una richiesta d’aiuto indirizzata solo a lui, che solo lui poteva carpire. E se fosse stato un addio vero e proprio? L’aveva legato ad un addio e le cose erano anche peggio viste in quel modo ora.
E se dietro tutto quello ci fosse una sola persona. E se dietro tutto quello ci fosse il loro vero addio?
[…]
‘Quando le stelle sul cappello si allineeranno con quelle del cielo, inizieremo.’
‘E allora sarà la mia fine, frantumerai il mio cuore riducendolo in polvere, non è così?’ chiese la fanciulla dinanzi a lui, ora visibilmente impaurita da ciò che le stava per accadere.
‘Vedila così: grazie a te io avrò la mia felicità. D’altronde non c’è posto per te qui, l’hai detto tu no? Tu sei un mezzo per raggiungere un fine. Ecco, forse è questo il tuo vero scopo qui, non credi?’ Disse tracotante del suo potere, lo stesso potere che permetteva ad Esmeralda di restare e non di scappare.
Tutto per Killian. Lo stava facendo per Killian. Si ripetè la fanciulla come un mantra in testa per resistere.
Sarebbe durato poco il tempo di un battito di ciglia e non avrebbe sentito più nulla, Killian avrebbe trovato i suoi resti, forse. Avrebbe pianto, ma poi tutto sarebbe finito, e sarebbe stato felice costruendo la sua vita con Emma. Il suo sacrificio valeva la sua felicità, ed era questo che importava.
Una finestra si era aperta su di sé, quando aprì gli occhi, e l’Oscuro ancora con il suo cuore in mano si apprestava a far comparire un cappello da quella scatola magica quando un urlo che invocava un nome squarciò l’aria in due facendola trasalire.
‘ESMERALDA!’ gridò una voce che ormai era parte di lei salendo le scale, Tremotino si bloccò nel vederlo, fermandosi.
Quell’espressione sconcertata presto divenne puro compiacimento davanti alla possibilità che gli veniva data su un piatto d’argento, e quell’idea malsana alimentò il suo compiacimento arrivando al culmine.
‘Bene, bene, bene, capitano vedo che si vuole unire a noi in questa fortuita serata.’ Ghignò l’Oscuro.
‘Non ti permetterò di farle del male.’ Fece Killian salendo a passo misurato le scale che lo dividevano da loro.
‘Killian, va via!’ ansimò Esmeralda in preda al panico.
‘Non lascerò che ti uccida di fronte ai miei occhi.’ Disse raggiungendola.
‘Mio caro, tu non vedrai nulla della sua morte, e sai perché? Perché lei ti ucciderà prima.’ Sghignazzò ancor di più di fronte alla scena che già vedeva nella sua mente.
Esmeralda spalancò gli occhi, atterrita. ‘NO!’
‘Vedetela nella mia ottica: se entrambi morirete potrete stare insieme finalmente. In un modo o nell’altro tutti e tre avremo i nostri lieti fine, e io avrò finalmente vendetta su questo pirata maledetto.’ Una pausa che soffocò entrambi, poi un rapido sguardo alla zingara. ‘Esmeralda, ti ordino di strappargli il cuore dal petto e frantumarglielo di fronte ai miei occhi.’
Quell’ordine s’impossessò di lei facendola muovere in gesti che non voleva azzardare: la sua mano destra si alzò in direzione del petto di lui.
‘NO!’ gridò contro se stessa mentre con rabbia cercava di ritirarsi a quell’imposizione.
‘Ti ho promesso che non sarebbe morto per mano mia, zingara, perché sarai tu a frantumargli il cuore uccidendolo per me. Pensa a tutto ciò che ha fatto: lui non ti ha mai voluta. Ha scelto Milah una volta, e ora a te preferisce la Salvatrice. Non merita di vivere, non merita di continuare a fare del male.’
Esmeralda scosse la testa cercando di ribellarsi a se stessa, di non ascoltare ciò che il maligno diceva per convincerla del suo gesto, cercò di fermare quell’atto che andava contro l’uomo che aveva sempre amato e delle lacrime copiose iniziarono a inondarle gli occhi senza avere la forza di scendere giù.
Killian, vedendola in quelle condizioni, le carezzò il viso con la mano.
‘Ehi!’ le sussurrò seguendo il suo sguardo fisso sulla sua mano che si protraeva sempre di più verso di lui. ‘Ehi, guardami.’ Disse costringendola a guardarlo negli occhi. Anche lui sull’orlo di un abisso. ‘Ehi, ascoltami, qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa tu faccia ora non voglio che tu ti senta in colpa…’
‘Io… io non voglio Killian… mi dispiace così tanto. Perdonami.’ La voce della fanciulla s’incrinò diventando un puro sussurro che si disperse nel vento.
‘Ehi, ehi, lo so. Lo so.’ Fece il pirata appoggiando la fronte contro la sua mentre la teneva stretta a sè.
La mano di Esmeralda prese a tremare convulsamente sul petto di Killian, una volta raggiunto, affinché non entrasse. Esmeralda stava usando tutte le sue forze per dissuadersi, per evitare quell’ordine a cui non sapeva opporsi.
‘Promettimi… promettimi soltanto che non ti incolperai per ciò che farai ora, e se riuscirai ad uscire viva da qui promettimi che continuerai la tua vita sapendo che non sei stata tu ad uccidermi. Voglio che tu sia felice. Trova quella felicità che io non sono stato in grado di darti, trova qualcuno che sappia proteggerti e amarti più di quanto abbia fatto io, e se trovi qualcuno a cui vuoi donare il tuo cuore non avere timore, perché non c’è uomo al mondo che non desidererebbe averti al proprio fianco. Perché tu sei la persona più bella e speciale che si possa avere nella propria vita. Vai avanti, hai capito? Non lasciarti abbattere da tutto questo.’ Quel viso etereo iniziò a inumidirsi mentre Esmeralda continuava a lottare contro quell’ordine che non riusciva a gestire. La sua unghie affilate erano totalmente appoggiate al suo petto, pronte ad oltrepassare quella carne per impossessarsi del suo cuore, e lei tremava. Tremava nel tentativo di fermarsi. Tremava perché stava combattendo sé stessa. Non poteva, non poteva uccidere Killian Jones, l’uomo che l’aveva salvata e che aveva amato nel bene e nel male.
Non poteva promettergli che sarebbe andata avanti, non l’avrebbe fatto se avesse continuato a vivere.
‘Gold! Fermati!’ intervenne una voce femminile sotto di loro.
Esmeralda non poteva concentrarsi a vedere chi fosse, ma sapeva per certo che fosse Emma.
‘Altri spettatori al mio spettacolo.’ Rise tracotante.
‘Esmeralda, ti prego fermati.’ La supplicò la Salvatrice.
‘E’ Gold a controllarla!’, rispose Killian indicandolo facendo notare ad Emma il cuore della fanciulla tra le sue mani.
‘Trova la forza di ribellarti, Esmeralda, so che ce la puoi fare.’ ingiunse cercando di farla rinsavire. ‘Gold, non puoi fare tutto questo, fermati!’ gli ordinò nuovamente più dura.
‘Mi dispiace, non posso. Ho aspettato troppo a lungo per questo momento, e ci sono troppo vicino.’
Il tempo di riportare gli occhi al suo obbiettivo e una luce potente e accecante si scagliò dal petto di Esmeralda, sembrava quasi che la ragazza stesse per esplodere.
‘Cosa diavolo succede?’ sibilò l’Oscuro davanti a quell’avvenimento improvviso.
Esmeralda venne pervasa dalla luce intensa e bianca mentre dal suo petto si elevò un grido disumano che fece trasalire i presenti. Che fosse questa la magia di Gold per liberarsi del pugnale? Ma il cuore di lei era ancora tra le sue mani, quindi cosa stava accadendo? Cosa stava accadendo ad Esmeralda?
‘Esm!’, cercò Killian tentando di ripararsi dalla luce accecante che gli era accanto. Non vedeva più la fanciulla e la paura gli attanagliò il respiro. L’avrebbe persa di nuovo? Sarebbe scomparsa?
Il cuore di Esmeralda si elevò dalle mani di un Tremotino sconcertato alla vista di ciò che stava accadendo, per rinnovarsi a nuova vita: tutte le crepe visibili e in grado di rendere quel cuore il più fragile di tutti si risanarono. Il cuore ora appariva come nuovo, più forte, mentre un vivido rosso brillava in tutta la sua intensità. Dopo essersi innalzato e rinato si diresse in tutta forza nel petto della sua proprietaria creando un rimbombo che risuonò in tutta l’area.
Esmeralda per l’impatto con esso cadde a terra quasi tramortita, annaspando e tossendo per riprender fiato. Killian le fu subito accanto per sollevarla e constatare la sua salute.
‘Stai bene?’ chiese risollevandola da terra.
‘Io… sento di nuovo tutto. Il mio cuore, lo sento.’ Disse rivolgendogli il suo sguardo pieno di gioia mentre Killian la stringeva forte a sé con un sorriso sollevato.
Tremotino era rimasto lì inerme e incapace di capire cosa fosse accaduto, cosa fosse andato storto.
‘Non capisco.’ Continuava a ripetere interdetto mentre Emma saliva le scale per prenderlo. ‘Come hai fatto a riprenderti il tuo cuore…’
‘Ho combattuto per riaverlo!’ Disse ancora in cerca di fiato, nonostante il cuore fosse tornato al suo posto, il forte impatto che aveva avuto con il suo corpo l’aveva scombussolata mentre cercava di riprendersi ancora a terra con Killian che la sorreggeva. Prendeva aria a grandi boccate eppure sembrava non riprendersi, si sentiva terribilmente debole e stanca. Tutto intorno a sé sembrava vorticare inesorabilmente.
‘Killian…’ lo chiamò flebile cercando di aggrapparsi a lui mentre perdeva il contatto con quella realtà che diventava sempre più scura.
‘Esm… Esm, che succede? Rispondimi!’ sentì in lontananza la fanciulla mentre si abbandonava a quell’oscurità. Due braccia l’afferrarono forte, e quella fu l’ultima cosa che sentii prima del buio più totale.

 
 
FINE.
 
 
Note Autrice.

EHHH, ECCOMI QUI.
Son tornata, dopo un po’ di mesi rieccomi con il nuovo e ultimo capitolo. Sì, perché questo è proprio l’ultimo.
Alcune di voi mi trucideranno (?) per questo finale no happy ending per Esmeralda, perché non è bastata la Season Finale di ONCE a rovinarci le vite quest’anno mi ci sono messa anche io, perdonatemi sin da ora.
Cosa sarà successo ad Esm? Perché è finita così?
Perché sono sadica e sono troppo abituata ai #mainagioia delle serie tv! Lol
No, in realtà posso dirvi che ho deciso di terminare così per darmi la possibilità di proseguirla poi. Sì, perché non è davvero finita qui e al più presto – spero – scriverò la seconda parte, per cui ho già qualche idea.
Quindi che dirvi? Questa storia giunge alla conclusione, ma è solo la prima parte per ora.
Io spero con tutto il cuore che il mio creato vi abbia entusiasmato in qualche modo, e vi abbia appassionato, mi renderebbe davvero felice.
Perdonatemi ancora se ho impiegato troppo per aggiornare la storia, ma dire ‘addio’ ad un personaggio – soprattutto quando a crearlo sei tu – non è mai facilissimo, in più vari impegni e vari pensieri mi hanno tenuta lontana da Word per tanto tempo.
Ringrazio davvero, con tutto il cuore, tutte le persone che mi hanno spinto a continuarla, tutte quelle persone che mi hanno spronato e tutto il vostro supporto.
Grazie a tutti quelli che hanno aggiunto questa storia alle preferite/seguite e che hanno recensito i miei capitoli dandomi i loro pareri a riguardo.
Grazie di cuore a tutti per tutto, davvero.
 
Alla prossima.
Un abbraccio.
 
-Elle.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Elle Douglas