Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    27/05/2015    0 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guy perse tempo a sistemare una cinghia della sella che non aveva alcun bisogno di essere regolata e non si decise a montare a cavallo finché Marian non lo chiamò, dicendogli di sbrigarsi.
Spronò il cavallo di malavoglia, affiancandosi al carro guidato da Allan sul quale erano saliti anche la ragazza e Sir Edward.
- Ehi, Giz, non stai andando al patibolo. Una fiera è un'occasione per divertirsi, perché quella faccia da funerale?
- Non dovrei venire. - Rispose Guy, tetro. - Non ha senso presentarmi dove so di non essere gradito e gli abitanti di Clun sicuramente preferirebbero vedermi morto.
- Beh, Giz, se la pensi così allora faresti prima a restare chiuso in casa direttamente.
- Guy, non dire così. Col tempo capiranno che non sei più l'uomo dello sceriffo... - Disse Marian, comprensiva.
- E nel frattempo dovrei sopportare i loro insulti come se niente fosse? Se almeno si limitassero a prendersela con me sarebbe diverso, ma odio quando vi trattano con disprezzo per causa mia.
- Sir Guy, è proprio per questo che non dovete isolarvi. Quando si abitueranno a vedervi andare in giro come una persona qualunque, non faranno più caso a voi e vi lasceranno stare. - Disse Sir Edward, gentilmente. - Per ora vi considerano ancora un nemico, ma più vi vedranno comportarvi normalmente e prima capiranno che non siete più una minaccia.
Guy sospirò e non rispose.
Gli altri tre sembravano fin troppo fiduciosi, ma lui non lo era altrettanto. Vedeva gli sguardi carichi di odio della gente ogni volta che passava a cavallo per le strade dei villaggi e il timore sempre presente negli occhi degli operai che aveva assoldato per sgomberare le macerie di Knighton Hall. Per quelle persone lui non sarebbe mai stato altro che il cavaliere nero, il cane dello sceriffo.
Però Marian e suo padre avevano ragione sul fatto che nascondersi era inutile, a meno di non andare via da Nottingham, lui avrebbe dovuto vivere accanto a quella gente, tanto valeva abituarcisi e sopportare gli insulti, anche perché in larga parte erano più che meritati.
Sperava solo che la sua presenza non avrebbe rovinato la giornata a Marian e a suo padre. Era solo da poco che la salute di Sir Edward si era ristabilita al punto di permettergli di uscire e Guy voleva che quella fiera potesse essere una giornata felice per l'anziano lord e per Marian.
Decise che se l'ostilità della gente fosse diventata troppo evidente lui si sarebbe tenuto in disparte con una scusa.
Quando arrivarono a Clun, Guy rallentò il passo del cavallo per allontanarsi un po' dal carro, ma i mormorii e gli sguardi ostili erano diretti anche a Marian e non solo a lui.
Gli arrivò alle orecchie un commento irriverente sulla dubbia moralità della ragazza e fu tentato di sguainare la spada e far rimangiare quell'insulto al contadino che l'aveva pronunciato, ma Allan lo raggiunse per prendere il suo cavallo e gli lanciò uno sguardo di avvertimento.
- Non ascoltare, Giz. Cercano solo di provocarti. Ignorali, lo sceriffo ti diceva di peggio e tu riuscivi a sopportarlo, fai lo stesso, ora.
Guy annuì.
Se fosse andato in giro a picchiare tutti quelli che insultavano Marian a causa sua, non avrebbe fatto smettere i pettegolezzi, ma sarebbe solo riuscito ad aumentarne la malignità. L'unica cosa che poteva fare era sopportare e nel frattempo impegnarsi per costruire qualcosa di buono da offrirle quando le avrebbe chiesto di sposarlo.
Allora le chiacchiere della gente non avrebbero avuto più senso di esistere.
Guardò da lontano la ragazza che guardava i banchi della fiera insieme al padre e sorrise nel vederla allegra e spensierata come non le capitava da tempo.
Marian portava un velo sul capo per coprire i capelli troppo corti e un vestito dai colori chiari. Quell'abbigliamento la faceva sembrare più giovane e innocente e Guy non riusciva a capire come potessero mettere in dubbio la sua moralità.
Quella gente la conosceva, Marian aveva sempre protetto e difeso i bisognosi, eppure erano tutti pronti a disprezzarla solo perché pensavano che si fosse avvicinata a lui.
Mi odiano così tanto? Mi considerano così malvagio da contaminare tutto ciò che tocco?
- Andiamo, Allan. - Disse,distogliendo lo sguardo da lei. - Andiamo a mangiare qualcosa.
- Non resti con lei?
Guy scosse la testa.
- Meglio di no. Non voglio rovinarle questa giornata.
- Con me non ti fai tanti scrupoli invece. - Disse Allan, sfrontato.
- Per te essere visto in mia compagnia è un miglioramento. - Replicò Guy, con un sorriso ironico.

Marian osservò i prodotti esposti sui banchi, fermandosi ogni tanto ad ammirare una stoffa ricamata in modo originale o un ninnolo particolarmente grazioso. Era da tanto che non passava una giornata così spensierata e le dispiaceva soltanto che Guy avesse deciso di tenersi in disparte.
Le sarebbe piaciuto poter vedere la fiera al suo fianco, mangiare insieme a lui le frittelle al miele vendute da uno dei mercanti e poter stare con lui semplicemente e senza preoccupazioni, ma sapeva fin troppo bene che per il momento non era possibile.
Gli sguardi maligni e i commenti del popolo li avrebbero seguiti ovunque e sarebbero diventati ancora più pungenti se li avessero visti insieme. Marian sapeva che Guy si teneva lontano da lei soprattutto per quel motivo e sospirò, dispiaciuta per lui.
Almeno lo aveva visto allontanarsi insieme ad Allan, si consolò, così non sarebbe rimasto da solo.
Sir Edward insistette per donarle la stoffa che aveva ammirato poco prima e Marian sorrise al padre, sinceramente felice di vedere che la sua salute era migliorata così tanto negli ultimi tempi.
La ragazza si fermò a guardare la merce esposta da un mercante, chiedendosi cosa potesse piacere a Guy. Era stata lei a convincerlo a venire alla fiera e si era sentita in colpa nel vederlo tanto a disagio poco prima, perciò le sarebbe piaciuto trovare qualcosa da regalargli per fargli capire quanto fosse importante per lei.
Quello che diceva la gente non le importava più. Dicevano che era l'amante di Gisborne pensando di ferirla, ma lei si limitava a pensare tra sé che prima o poi sarebbe diventata la moglie di Guy e ne sarebbe stata orgogliosa.
Certo, sempre che Guy si decidesse a chiederla in sposa.
Ormai erano passati quasi due mesi da quando gli aveva confessato ciò che provava per lui, ma Gisborne non aveva ancora fatto nulla per farla diventare sua moglie.
Forse, pensò Marian con un sorriso malizioso, fargli un regalo per prima avrebbe potuto fargli venire in mente di ricambiare con un anello...
Ma cosa avrebbe potuto donargli? Marian avrebbe voluto trovare qualcosa di significativo, ma non aveva la più pallida idea di cosa potesse piacere a Guy.
Stava esaminando una serie di finimenti da cavallo quando il discorso di due giovani contadine attirò la sua attenzione.
- Secondo me il Guardiano Notturno è più affascinante di Robin Hood! - Disse una delle due ragazze e Marian sorrise tra sé. Se solo avessero potuto immaginare che il Guardiano Notturno era lei, probabilmente quella giovane ci sarebbe rimasta male.
- Ma Robin Hood è un arciere insuperabile!
- Però non ha il fascino del mistero. Chissà chi si nasconde sotto quella maschera...
- Potrebbe anche essere orrendo, come puoi dirlo?
- Non credo. L'ho visto passare a cavallo qualche notte fa, sai? Era alto e fiero e cavalcava in un modo tanto elegante che non può assolutamente essere brutto. Pensa che quando mi passato accanto mi ha lanciato un sacchetto pieno di monete! Ora mio madre potrà avere cibo nutriente e abbastanza medicine per riuscire a superare l'inverno!
La ragazza sospirò, subito imitata dall'altra e Marian le guardò, allibita. Lei non usava il travestimento da Guardiano Notturno da mesi, ormai, come potevano averlo visto solo poche notti prima? Doveva esserci un impostore, pensò, e decise che avrebbe dovuto approfondire la questione.
Già una volta lo sceriffo aveva cercato di accusare il Guardiano Notturno di aver avvelenato la povera gente di Nottingham, lei non avrebbe permesso che avvenisse di nuovo.
Stava per avvicinarsi alle due ragazze per chiedere maggiori informazioni, quando suo padre la chiamò.
- Marian, per favore potresti portarmi un po' di vino? Mi sento mancare.
La ragazza lo raggiunse, preoccupata.
- Ti senti male?
- Sono solo stanco. Vorrei solo sedermi e bere qualcosa.
La ragazza annuì, ansiosa, e accompagnò il padre fino a una panca sistemata all'ombra di un alberello, poi si allontanò, in cerca di un po' di vino per lui.
Sir Edward la guardò andare via, completamente dimentica delle due giovani contadine e sorrise tra sé.
Qualche sera prima aveva faticato ad addormentarsi e si era messo a osservare il panorama di Locksley dalla finestra, illuminato dalla luna piena. Aveva notato dei movimenti sospetti vicino alle stalle e aveva riconosciuto il Guardiano Notturno che si allontanava a cavallo.
Preoccupato, Sir Edward era corso a controllare nella stanza della figlia, ma Marian era a letto, profondamente addormentata.
Sir Guy invece non era nella sua camera ed Edward aveva capito che il Guardiano Notturno che aveva visto poco prima doveva essere lui, ma aveva deciso di rispettare il suo segreto.

La cameriera della locanda attraversò la sala, sbatté con malagrazia i piatti e la brocca del vino sul tavolo e si allontanò senza degnare di uno sguardo né Guy né Allan. L'atmosfera nel locale si era raggelata di colpo quando Gisborne era entrato nella locanda ed era servita tutta la faccia tosta di Allan per convincere l'oste a portar loro del cibo e qualcosa da bere.
Guy guardò il cibo nel piatto senza decidersi ad assaggiarlo. Aveva l'impressione che sarebbe stato fortunato a non finire avvelenato e comunque gli era passato completamente l'appetito.
Allan invece si serviva allegramente sia dal proprio piatto che da quello di Gisborne.
- Coraggio Giz, non sarà sempre così. - Disse il giovane, tra un boccone e l'altro. - Almeno assaggia queste, le ho comprate prima da un venditore per strada. Era un mercante che viene da York, non ti conosce, puoi stare tranquillo che non abbia interesse ad avvelenarti o sputarti nel piatto.
Allan mise sul tavolo un involto pieno di frittelle al miele e finalmente Guy si decise a prenderne una, poi indicò il proprio piatto, ormai finito davanti ad Allan.
- A quanto pare tu non ti fai troppi problemi. Non ti preoccupa mangiare del cibo destinato a me?
- Non ti avvelenerebbero, sarebbe troppo evidente e non rischierebbero il collo per te. Se avessero intenzione di ucciderti è più facile che lo facciano pugnalandoti alle spalle o qualcosa del genere. E se ti hanno sputato nel piatto... Beh, in vita mia mi è capitato di mangiare cose ben più disgustose e sono sopravvissuto lo stesso. Quando fai la fame non puoi permetterti di essere troppo schizzinoso.
Guy scoppiò a ridere alle parole di Allan e prese un'altra frittella, grato all'amico per aver sdrammatizzato quella situazione sgradevole.
Non si accorse che molti degli avventori si erano voltati a guardarlo, stupiti di scoprire che anche il terribile Guy di Gisborne era capace di ridere.

Più tardi, quella sera, Guy fissava il soffitto, steso sul letto della sua camera a Locksley.
Quella giornata non era stata del tutto negativa, dopotutto. Marian si era divertita ad assistere alla fiera e lui, pur avendo dovuto sopportare ogni genere di insulti sussurrati e comportamenti ostili, era riuscito a tenersi fuori dai guai.
Non aveva minacciato nessuno e nessuno aveva tentato di uccidere lui, era già un ottimo risultato, anche se probabilmente lo doveva principalmente ad Allan.
La freccia di Robin, entrata dalla finestra, attraversò con un sibilo la stanza e si conficcò nella testata del letto. Senza alzarsi, Guy allungò una mano per staccare il messaggio legato all'asta e lo lesse.
Pochi minuti dopo il Guardiano Notturno era a cavallo lungo la strada per Clun e Robin lo raggiunse.
- Vedo che fuori dalla foresta ti orienti meglio. - Lo stuzzicò il fuorilegge.
- Spiritoso.
- Del resto sarebbe difficile perdere la strada per un posto dove sei stato solo poche ore fa, no?
- Mi controlli, Hood?
- Non ti trovo così interessante, Gisborne. Però non passi inosservato, la gente non è ancora abituata a vederti andare in giro tranquillamente, quando ti vedono arrivare pensano ancora che tu voglia danneggiarli in qualche modo o che sia un piano dello sceriffo. Oggi tutti sapevano che eri alla fiera di Clun.
- E ovviamente hai deciso di andare a fare le consegne proprio lì.
- Perché, per te fa qualche differenza? Tanto ti odiano tutti in qualunque posto tu vada.
Guy sbuffò e Robin gli rispose con una risata.
Gli passò un sacco pieno di provviste e ne prese un altro per sé.
- Tu inizia da quella parte, lascia qualcosa in ogni casa, io andrò di là.
Gisborne annuì e si avvicinò alla prima casa, bussò alla finestra senza scendere da cavallo e, non appena qualcuno si fu affacciato, gli consegnò il cibo e proseguì verso la casa successiva, senza aspettare un ringraziamento.
Continuò il giro fino a esaurire il cibo contenuto nel sacco, poi tornò da Robin.
Era strano vedere che le stesse persone che poche ore prima lo avevano sommerso di odio e disprezzo, ora erano felici e grate di vedere l'uomo mascherato che portava loro il cibo, anche se era sempre lui.
Una ragazza lo aveva addirittura inseguito e gli aveva lanciato un fazzoletto profumato, che Guy aveva lasciato cadere a terra senza nemmeno sfiorare.
Robin lo aveva guardato, ironico.
- Disprezzi i doni delle ammiratrici?
- Quella era la cameriera della taverna, - disse Guy, in tono disgustato - e ho le mie buone ragioni per credere che stamattina abbia sputato nel mio piatto.
Robin lo guardò per un attimo, cercando di rimanere serio, poi scoppiò a ridere.
- Davvero?
- Già.
- E tu cosa hai fatto?
Guy alzò le spalle con un sorriso divertito.
- Ho lasciato che lo mangiasse Allan.
- Ricordami di non venire mai a pranzo con te. - Commentò Robin, ridacchiando, poi entrambi spronarono i cavalli e si allontanarono da Clun, sparendo nella notte.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal