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Autore: ___Page    28/05/2015    3 recensioni
-Che ne dite di questo?!- propone, appoggiando il giornale sul basso tavolino, aperto su una pubblicità che occupa due pagine e ritrae Aries, una delle top model in auge al momento, che pubblicizza dei gioielli, completamente nuda.
Nonostante sia senza veli la sua foto non ha niente di volgare, anzi è elegante e raffinata, le parti intime coperte dalla posa e dai capelli.
-Levy-chan…- comincio cauta.
-Juvia è confusa-
-Stai suggerendo di farci fotografare nude per guadagnare soldi?!- domanda Cana, accigliandosi -In che modo?!-
-Un calendario! Da vendere all’università! Ogni anno vengono fatti un sacco di soldi con questo genere di… ehm… “merce”!- afferma, esitando appena e facendomi sgranare gli occhi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lancio un’occhiata attraverso il locale, scandagliando gli avventori, mentre chiudo l’ombrello e abbasso il cappuccio.
Controllo veloce lo stato della mia solita acconciatura prima di avanzare verso il bancone, lasciando qualche impronta umida dietro di me.
Normalmente in questo periodo dell’anno a Magnolia splende il sole ma oggi la pioggia è decisamente azzeccata vista la notizia che abbiamo ricevuto. Sorrido appena nel metterlo a fuoco, intenerita quasi.
Grande, grosso e scontroso com’è chiunque mi considererebbe pazza a definirlo tenero ma io so bene quanto l’apparenza possa ingannare. Basta guardare mio fratello Elfman.
E poi io e Laxus ci conosciamo sin da bambini, io so com’è veramente. Sarà diventato anche un lupo solitario ma so che nel profondo è sempre il Laxus che conosco io.
Non c’è nessuno intorno a lui e non mi stupisco vista l’espressione truce sul suo volto.
Nonostante siano le undici del mattino tiene in mano un bicchiere pieno di un liquido ambrato, scotch suppongo. Mi chiedo se sia sua abitudine o se abbia a che fare con la notizia.
Non ho paura ad avvicinarmi ma non mi sfuggono le occhiate preoccupate dei presenti mentre avanzo decisa fino allo sgabello accanto al suo. È come entrare in una tempesta di fulmini, la sua rabbia lo circonda come scariche elettriche incontrollate che non sono comunque abbastanza per tenermi lontana.
Nessuno sa che sono venuta a cercarlo. Nessuno avrebbe approvato, di certo avrebbero provato a dissuadermi per paura che io resti delusa. Ma non c’è modo, vada come vada questa conversazione, non smetterò mai di credere in lui.
Lo guardo tracannare il suo drink e poi riappoggiare con forza il bicchiere sul bancone, rischiando di frantumarlo.
Apparentemente sembra non avermi neanche notata ma so che sa che sono qui e sono io.
-Barista!!! Fammene un altro!!!- ruggisce e io sorrido di nuovo.
-E così lo hai saputo- mi limito a mormorare, il tono perennemente materno anche se privo della mia solita verve.
È davvero dura da digerire.
Si passa pollice e indice sugli occhi e inspira a pieni polmoni senza nascondere la seccatura che gli provoca avermi tanto vicina. Non sono un volto amico per lui, non finché è di questo umore.
-Che vuoi, Mira?- ringhia appena, voltandosi a guardarmi.
Lo studio per un attimo, inclinando appena il capo di lato e sopprimo a stento l’istinto di accarezzargli una guancia.
-Come stai?- domando, abbassando il tono della voce e facendolo sobbalzare appena.
Indurisce la mascella, testardo, deciso a non rispondere, senza che questo mi scoraggi o mi invogli a distogliere gli occhi da lui.
-Non abbiamo intenzione di arrenderci. Il Fairy Tail non è solo un bar, è la nostra seconda casa. Troveremo un modo per salvarlo- sentenzio decisa e lo guardo riappropriarsi della sua solita espressione truce e da menefreghista.
-Buon per voi- commenta asciutto, voltandosi di nuovo e riappoggiando il gomito al bancone mentre il barman gli serve un altro bicchiere di scotch -Comunque se ti dovesse servire qualche dritta su dove andare a lavorare quando fallirete miseramente fammi sapere- continua, portandosi il bordo di vetro alle labbra e assaporando piano il liquore, senza smettere di tenermi d’occhio anche se cerca di non darlo a vedere.
Sospiro, senza tuttavia scoraggiarmi. Ma so che per oggi la nostra conversazione finisce qui.
Mi alzo in piedi e afferro il cappuccio per portarlo sulla testa mentre un suono crepitante mi avvisa che si sta avvicinando anche il temporale.
-Manchi a tutti sai?! Noi ti aspettiamo sempre-
Finisce di bere e posa di nuovo il bicchiere, stavolta con forza più calcolata, pulendosi poi con il dorso della mano.
-Forse  ti sei dimenticata che il vostro adorato jicchan mi ha invitato a non mettere più piede al Fairy Tail- mi ricorda, senza voltarsi.
Non abbasso lo sguardo, non è ancora il momento di smettere di sperare questo e sollevo decisa il cappuccio, pronta ad avviarmi.
Faccio due passi prima di fermarmi e girare appena il viso per farmi sentire.
-Manchi anche a lui. A volte l’orgoglio è l’arma peggiore che si possa usare per ferirsi- soffio e lo vedo sobbalzare appena ma proseguo dritta per la mia strada.
Quello che avevo da dirgli, per oggi, gliel’ho detto.
Ora devo andare, le ragazze mi aspettano.
 

 
§
 

-Fortuna che ha smesso di piovere!- esclamo guardando fuori dalla finestra, le mani sui fianchi.
Nonostante il temporale l’aria è incredibilmente calda ed è chiaro che ora del primo pomeriggio questa pessima mattina si trasformerà in una giornata quasi estiva.
Peccato che il vento non possa spazzare via anche la brutta notizia insieme alle nuvole.
-Tutto bene Lu-chan?!-
Mi giro di scatto verso Levy che si è accostata a me e mi osserva sorridente ma preoccupata.
Sorrido in risposta prima di annuire, proprio mentre Erza ci raggiunge uscendo dalla piccola cucina con la pentola della pasta in mano, pronta a servirci, aiutata da Mira.
Ci siamo trovate qui nell’appartamento che condivido con Levy ed Erza per parlare della faccenda “Fairy Tail” perché nessuno di noi ha intenzione di arrendersi nonostante la situazione ai limiti del tragico.
È stato uno shock scoprire che Makarov aveva acceso un’ipoteca sul locale che non è in grado di estinguere e che un maledetto multimilionario ne sta approfittando per comprare il terreno e farci degli appartamenti, distruggendo il nostro amato bar.
Il Fairy Tail è la nostra seconda casa dai tempi del liceo, anche se per un periodo sono stata l’ultima arrivata, essendomi trasferita a Magnolia che ero ormai in quarta ma dopo tutti questi anni non conta più. Ora che andiamo tutti all’università, il nostro vecchio gruppo è rimasto unito come un tempo e, proprio come allora, siamo determinati e pronti a tutto per risolvere questa faccenda. Non possiamo permettere che ci portino via una cosa così importante senza contare che perdere il bar potrebbe uccidere jicchan!
-Secondo te cosa staranno combinando?- domanda Levy dopo avere ringraziato Mira che le ha appena allungato un piatto di pasta.
Apro la bocca per rispondere  e l’immagine di quella manica di scalmanati da ricovero, che è la frangia maschile del nostro gruppo, intenti a minacciare la banca con in mano delle pietre si forma nella mia testa, facendomi perdere il coraggio di parlare.
Sarebbero capaci di farlo, eccome se lo sarebbero!
Loro e il resto della compagnia!
-Spero per quegli imbecilli che non stiano minacciando nessuno o che non si stiano mettendo nei guai, altrimenti mi toccherà dargli una lezione- afferma Erza, rispondendo al mio posto, quasi mi avesse letto nel pensiero.
Io e Levy la osserviamo, sorridendo un po’ tese, mentre si accomoda accanto a Cana, sull’altro divano.
Non c’è che dire, per essere nel quartiere studentesco il nostro appartamentino è comodo e spazioso. Per questo abbiamo deciso di trovarci qui. Juvia e Cana sono in fase di trasloco e casa loro è immersa nel delirio mentre per quanto riguarda Mira, c’era il consistente rischio di passare l’intera “riunione” con in sottofondo la voce di Elfman intenta a masticare insulti da vero uomo contro la Grimoire Heart, la ditta interessata ad acquistare il terreno su cui si trova il Fairy Tail.
-Okay ragazze, dobbiamo trovare un modo per aiutare jicchan a tenere il bar! Non possiamo permettere che il Fairy Tail venga distrutto per fare spazio a degli appartamenti!- prende subito la parola Erza, decisa come sempre e con sguardo determinato.
-A quanto ammonta il debito di Makarov?- mi informo, facendo scuotere la testa a Mira.
-Troppo perché si possa estinguere anche mettendoci dei soldi noi e la via legale è impraticabile- ci informa, lasciandosi andare per un attimo allo sconforto, girandosi verso Erza e Cana, i due futuri avvocati della compagnia, per cercare una conferma delle proprie parole.
-L’unico modo è fare una colletta attraverso tutta Magnolia o trovare un modo per racimolare denaro!- interviene decisa Cana, facendo scambiare un’occhiata a me e Levy.
-Si potrebbe organizzare una vendita di torte!- interviene improvvisamente Erza, facendoci sorridere nervosamente.
E adesso chi glielo dice che come idea è pessima?!
Vedo Cana aprire la bocca e so già come potrebbe andare a finire se qualcuna di noi non interviene, visti i caratteri molto forti che hanno entrambe.
In realtà la più spaventosa quando si arrabbia è proprio Mira, insospettabile, certo, eppure è così ma anche loro due non scherzano. Riempio i polmoni per interrompere Cana e informare Erza del nostro pensiero nel modo più civile possibile, anche se penso che Levy saprebbe di certo scegliere meglio le parole, ma neanche io riesco a pronunciare mezza sillaba.
-Juvia una volta ha visto delle ragazze lavare le macchine e guadagnare parecchi soldi!- s’intromette Juvia, catalizzando la nostra completa attenzione e facendo ghignare Cana.
-Autolavaggio eh! Basta che abbia a che fare con l’acqua…- commenta riferendosi alla propria coinquilina prima di prendersi il mento tra pollice e indice e puntare gli occhi al soffitto, riflettendo -Uhmmmm… Non bastano due spugne e un po’ di schiuma. Bisogna saperci fare- mormora quasi più a se stessa che a noi e io strabuzzo gli occhi nel capire dove vuole andare a parare.
Erza si gira a guardarla, lo sguardo sottile.
-Cana non starai suggerendo di mettere su un autolavaggio sexy!- esclama riottenendo la completa attenzione della compagna di studi.
-Perché no?! Si guadagna bene e sarebbe per una buona causa!- afferma convinta, scrollando appena le spalle -Anche se non ho intenzione di subire molestie di nessun tipo! Se qualcuno allunga le mani…- lascia la frase in sospeso, battendo il pugno sul palmo aperto mentre Mira si porta una mano alla bocca, sorridendo e arrossendo appena.
-Cana temo che quello sarà inevitabile- la avvisa.
-Pretendere di non subire molestie quando si gira mezze nude è abbastanza incoerente non trovi?!- le fa notare Erza, atona, guadagnandosi un’occhiataccia.
-Che razza di ragionamento maschilista è questo?! Ora non posso andare fiera del mio corpo e volerlo mostrare…- attacca con una delle sue filippiche pseudo-femministe, facendo sospirare me e Levy, mentre mi appoggio allo schienale del divano. Così non adiamo da nessuna parte -…la stessa cosa?!?! Non mi sembra che nessuno abbia mai molestato Gray nonostante giri mezzo nudo ovunque!!!- conclude infervorata.
Una serie di sguardi scettici viene scambiato tra noi mentre Cana ci osserva una ad una in silenzio, prima di capire.
-Oh andiamo!!! Juvia non conta!!!- mette in chiaro, senza il minimo tatto, senza che Juvia si offenda per questo, dal momento che non sta nemmeno ascoltando, troppo presa a immaginarsi Gray con solo i boxer addosso.
-Comunque sia, non so se è ancora abbastanza come idea!- riprende la parola Erza, corrucciata.
Un fruscio mi fa voltare e solo ora mi accorgo che Levy ha posato il proprio piatto e sta sfogliando una rivista, chiaramente alla ricerca di qualcosa.
Si illumina quando incappa nella pagina desiderata e mi sorride furba, prima di attirare l’attenzione di tutte.
-Che ne dite di questo?!- propone, appoggiando il giornale sul basso tavolino, aperto su una pubblicità che occupa due pagine e ritrae Aries, una delle top model in auge al momento, che pubblicizza dei gioielli, completamente nuda.
Nonostante sia senza veli la sua foto non ha niente di volgare, anzi è elegante e raffinata, le parti intime coperte dalla posa e dai capelli.
-Levy-chan…- comincio cauta.
-Juvia è confusa-
-Stai suggerendo di farci fotografare nude per guadagnare soldi?!- domanda Cana, accigliandosi -In che modo?!-
-Un calendario! Da vendere all’università! Ogni anno vengono fatti un sacco di soldi con questo genere di… ehm…  “merce”!- afferma, esitando appena e facendomi sgranare gli occhi.
Riporto lo sguardo sulla pubblicità della rivista, macinando velocemente.
In effetti, non sembra essere un’idea così pessima anche se mi sembra quasi impossibile che sia venuta dalla nostra piccola, ingenua, innocente Levy. Me lo sarei aspettato più da Cana.
-Se eravate pronte a strusciarvi contro delle macchine insaponate, in reggiseno e calzoncini…- si spiega poi, arrossendo nel vedere le nostre espressioni basite.
Cala il silenzio finché Mira non inclina il capo di lato e sorride.
-Mi sembra un’ottima idea Levy!- le dice, mentre lei si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-È assolutamente geniale!- conferma Cana, battendo di nuovo il pugno sul palmo e anche io sorrido convinta.
-Suppongo che essendo per una buona causa si possa fare! In fondo è come posare in bikini!- intervengo, facendola voltare verso di me, felice e sorridente.
-Juvia è pronta a questo e altro per vedere felice il suo Gray-Sama!- afferma anche lei, senza stupirci più di tanto per la sua frase.
Ormai la conosciamo bene, anche se lei si è trasferita a Magnolia solo l’anno scorso, e sappiamo che il suo lineare e inattaccabile ragionamento è che se il Fairy Tail venisse buttato giù Gray ci starebbe male come tutti noi e quindi salvare il bar equivale a salvaguardare la felicità di Gray.
La osservo qualche istante, rendendomi conto che raramente l’ho vista con un top scollato e mai con una gonna corta. Non sarà così semplice per lei eppure…
Mi sa che dovrò fare un discorsetto a Gray, possibile che non si renda conto che Juvia darebbe anche una gamba per lui?!
-Non vorrei però che ne venisse fuori qualcosa di volgare! Bisogna trovare il fotografo giusto!- afferma Erza e un pensiero mi colpisce, rimandandomi nella depressione più nera.
-E anche i soldi per pagarlo- faccio notare, interrompendo la momentanea esplosione di euforia.
Si bloccano tutte nella posizione in cui sono, guardandomi un attimo a occhi sgranati per poi ricadere all’indietro anche loro, sospirando.
-Già…-
-Non ci abbiamo pensato…-
-Uff… non c’è soluzione…-
-Non puoi chiedere un prestito a tuo padre, Lucy?!-
Mi giro verso il bracciolo del divano su cui mi trovo, considerando quanto sia ridicola questa domanda.
-Se fossi nella posizione di chiedere un prestito a mio padre, lo farei direttamente per salvare il bar, ti pare Natsu?!- gli faccio notare con ovvietà.
Aspetta un attimo…
Salto sul divano emettendo un grido e strabuzzando gli occhi.
-Natsu?!?!? Cosa diavolo ci fai qui?!?! Da quanto sei in sala?!?!-
Chiude gli occhi mentre piega la bocca in un sorriso che rivela i suoi singolarmente appuntiti canini.
-Da abbastanza!- mormora e io assottiglia minacciosa gli occhi.
-Quando sei entrato?!-
-Veramente sono qui da stamattina! Non avevo voglia di andare a lezione con tutto quello che è successo e sono venuto a fare un pisolino- mi comunica accarezzandosi la nuca, come se fosse una cosa ovvia e scontata e un brivido mi percorre la schiena.
-E si può sapere perché non lo fai a casa tua il pisolino?!?!?- urlacchio ancora, facendolo sorridere di nuovo.
-Ma lo sai Lucy, il mio letto non è comodo come il tuo!-
Passo dalla furia omicida alla depressione profonda in un secondo, piangendo fiumi di lacrime sulla spalla di Levy per la totale mancanza di privacy a cui sono condannata finché Natsu sarà il mio migliore amico, mentre lei mi accarezza la schiena cercando di calmarmi, imbarazzata dalla situazione.
-Comunque a quanto pare dobbiamo accantonare anche questa idea. Mi sa che alla fine vince l’autolavaggio- mormora Erza, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia sotto il seno.
Un’idea improvvisa mi colpisce e sollevo la testa di scatto, nuovamente rigenerata.
Ma certo!
Come ho fatto a non pensarci prima?!
-Non è detto che dobbiamo rinunciare!- esclamo decisa, attirando sei sguardi interrogativi su di me e sorridendo enigmatica -Forse ho l’uomo che fa per noi!-
  
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