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Autore: pin    31/05/2015    29 recensioni
Lui: un principe, erede al trono del pianeta Gogeta; un pianeta abitato da maghi, streghe, druidi, draghi e qualsiasi altra cosa che abbia a che fare con la magia.
Lei: una povera ragazza gitana, di origini ispaniche; orfana di entrambi i genitori, con una grande passione per il canto.
Lei è terrestre, lui è un mago.
Un giorno, si incontrano per caso in un pub sulla terra, lei si esibisce lì la sera; per dare sfogo alla sua passione, e per guadagnare qualche soldo.
Niente è quel che sembra. Antichi segreti verranno alla luce
Tra di loro nascerà una grande passione, ma durerà nonostante le difficoltà e la grande differenza sociale? Posso assicurare che ci saranno dei personaggi inaspettati, e segreti nascosti saranno svelati.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 1- Lui e lei    1987 anno terrestre.
Infinito anno sul pianeta Gogeta.
 



Lui:
 

“Ben svegliato, Sire!” sento dire a colei che ieri notte ha occupato il mio letto.
Mi giro a guardarla; è già vestita ed intenta a pulire la mia stanza. Non ricordo bene il suo nome, ma non è importante; in fin dei conti è solo una serva.
 
Non è la prima volta che passo la notte con una della servitù; sono tutte belle ragazze, le ho scelte io personalmente.
 
Sento bussare alla porta, “Avanti” esclamo; devono essere di sicuro i miei servitori, puntuali alla stessa ora. Ed infatti, eccoli attraversare la porta, a fila indiana reggendo ognuno un vassoi tra le mani.
È arrivata la mia colazione, ben cinque portate ricolme di ogni ben di dio.
 
Depongono tutto sul tavolo della mia sala giorno, che si trova adiacente alla mia stanza notte; si inchinano al mio cospetto e se ne vanno. Subito dopo entra il mio fidato maggiordomo, anche lui si inchina e mi saluta dicendo: “Buongiorno Sire, ben svegliato! Vi elenco tutti i vostri impegni di oggi: la riunione con vostro padre, le udienze con I sudditi, e la riunione con il consiglio…...”
 
Lui continua a parlare, ma io non lo ascolto, perché queste parole, alle mie orecchie risultano un bla… bla... .
 
Odio questo lato della mia vita; fatto di obblighi e doveri.
 
Ok! Alfred puoi andare” gli dico, lui mi guarda, si inchina “Buona giornata! Sire” esclama e se ne va.
 
Finalmente in pace…
 
Mi alzo piano dal letto, e subito la ragazza, si avvicina con un’asciugamano  per coprirmi.
Vi serve qualcos’altro, Sire” mi dice, “No, puoi andare” la congedo.  Lei si inchina, mi saluta e se ne va.
 
Ora! Sono finalmente solo e in pace!
 
Ho una giornata dura da affrontare, e niente è meglio di un bel bagno caldo e in dolce compagnia.
 
Entro nella mia sala bagno, e al centro di essa c’è una grande piscina incastonata nelle mattonelle; con acqua calda e degli getti massaggianti.
 
Nell’acqua, ci sono le mie dame di compagnia, che mi stanno già aspettando; puntuali alla stessa ora.
 
Scendo il primo scalino, il secondo, il terzo e subito le mie dame, belle e sensuali, mi corrono incontro; sanno già cosa fare, ed io mi abbandono nelle loro mani. Conoscono a memoria i punti da massaggiare per allentarmi la tensione.
 




Lei:
 

Mi rigiro nel letto, il mio orologio segna le 13:00 passate; ieri sera ho fatto un po’ tardi al pub, dove di solito ogni sera mi esibisco.
 
Rimango distesa ancora qualche minuto, cercando di fare mente locale su quando accaduto la sera prima.
 
Il pub, i clienti, la musica, qualcuno mi ha offerto da bere, ed un cretino mi ha toccato il sedere. Tutte cose di normale amministrazione.
 
Dopo questi pensieri, mi alzo dal letto, pronta per affrontare un nuovo giorno.
Afferro una sigaretta dal mio pacchetto, la porto alle labbra, l’accendo ed inizio ad aspirare. Un male per i miei polmoni, ma un tocca sana per i miei nervi. Senza le mie sigarette, non saprei cosa fare, esse mi aiutano a rilassarmi.
 
Come ogni mattina esco fuori dalla porta per respirare una boccata di aria fresca.
 
Abito in una roulotte, nei pressi di un piccolo lago; sono sola, entrambi i miei genitori sono morti in un incidente un anno fa. I miei genitori erano gitani, io sono gitana.
 
Prima di quel giorno, la mia vita era molto felice.
Eravamo una normale famiglia gitana, con le nostre tradizioni, i nostri usi e i nostri costumi; fin quando il razzismo non prese piede nella nostra comunità.
 
Quell’incidente uccise i miei genitori, e portò me sul lastrico. Per guadagnare qualcosa, la sera mi esibisco in un pub.
 
Il canto e la danza gitana, sono il mio passatempo preferito. Ho talento, i miei genitori mi incoraggiavano sempre nell’inseguire i miei sogni.
 
“Sorridi!” mi diceva mia madre, “Sorridi alla vita”.
 
Mi piace pensare a loro ogni mattina, mi aiuta a sorridere, e ad iniziare la giornata di buon umore.
 
Spengo la sigaretta ed entro in casa; ho delle faccende da sbrigare.
 




Lui:
 

Esco dalla piscina, e le mie dame, sono già pronte con un asciugamano per asciugarmi e dei vestiti per vestirmi. A me tocca solo alzare le braccia, che al resto ci pensano loro.
 
Mi infilano la camicia rossa,  i pantaloni, gli stivali, la cintura, la spada nella custodia della cintura, ed infine il mantello rosso e l’armatura regale; raffigurante lo stemma di famiglia.
Lavato e vestito, apro la porta intendo ad uscire dalla stanza; ci manca poco prima della riunione con mio padre.
 
Ad attendermi fuori alla porta, ci sono le mie ancelle, con in mano dei cesti pieni di petali di rosa, da spargere davanti al mio cammino. Dietro di me, ho due guardie del corpo che mi seguono.
 
Arrivo davanti ad una porta, sorvegliata da due guardie posti ai suoi lati. Dietro a quella porta c’è mio padre che mi aspetta.
 
Appoggio le mie mani su di essa, “Pazienza non abbandonarmi” sussurro.
 
Con un gesto deciso spalanco le porte ed entro; mostrando tutta la sicurezza di cui sono capace.
 
“Finalmente Mikail, alla buon’ora” mi dice con voce alta ed autoritaria mio padre, “Sei in ritardo” continua con voce fredda.
 
In ritardo? Ma se sono in perfetto orario, ma è meglio non rispondere; non voglio iniziare a litigare già di prima mattina.
 




Lei:
 

Sono le due è ora di incominciare” cosa c’è di meglio di una bella canzone, per iniziare la giornata? “Prendo la scopa e spazzolo di qua e di là” eseguo il gesto cantando “Lavo! Stiro! Ma che bel pizzo!.  L’orologio però più veloce non va.  Afferro un libro o due dalla mia libreria e volo un po’ con la mia fantasia: maghi, streghe, miti, leggende e principi rinchiusi nei castellii. Aspetto quel che succederà? Tra la chitarra i ferri e la gastronomiaaaa. E allora! Aspetto! Aspetto! Aspetto quel che succederà!” Finisco di cantare, mi è tornato il buon umore.
 
Maghi, streghe, incantesimi, un principe misterioso, sarebbe un sogno vivere tutto questo, ma purtroppo è solo fantasia. La realtà è ben diversa!
 




Lui:
 

La sala delle riunioni, una delle stanze più sfarzose del palazzo. Rivestita di colonne d’oro ed arazzi di porpora, di armature di ottone.
Alle pareti ci sono dipinti raffiguranti i miei antenati. Al centro della stanza, c’è un grande tavolo quadrato.
Le finestre sono di vetro decorato con i bordi d'oro. E in piedi d’avanti ad una di essa c’è mio padre che mi aspetta.
Un uomo orgoglioso dal portamento austero, e fisico muscoloso. Dimostra meno degli anni che ha, anche se si intravedono dei capelli grigi, ma lui si giustifica dicendo che è colpa dei pensieri.
 
“Allora! Mikail, ci sono delle novità riguardo le sorti del nostro pianeta?” mi dice mio padre con voce severa guardando la finestra.
Non ci guardiamo mai in faccia quando parliamo.
Mikail è il mio vero nome, ma io preferisco farmi chiamare Michael, specialmente quando esco con gli amici a divertirmi su altri pianeti.
 
“Allora! Mikail sto aspettando!” mi ripete mio padre. All’improvviso mi riscuoto dai miei pensieri e spaesato gli rispondo: “No, padre, nessuna”.
 
“Cosa pensano gli stregoni del nord?” mi dice lui,
“Sono preoccupati almeno quando voi padre” gli rispondo io “Gli stregoni delle forze oscure diventano ogni giorno più forti”.
 
“Lo sapevo!” dice lui, “Dobbiamo tenerci pronti, può scoppiare una rivolta da un momento all’altro”.
 
Gli stregoni delle forze oscure sono coloro che hanno giurato fedeltà alla magia nera.
 
“In fin dei conti padre”, aggiungo io, “Giungeremo sempre al nostro crepuscolo, moriremo comunque; il nostro pianeta non ce la fa più, abbiamo sfruttato troppo le forze della natura, gli spiriti si sono indeboliti. Esso non resisterà per  altri 50 anni”.
Sussurro tra me e me “Speriamo anche prima”.
 
“C’è qualche altro pianeta dove potremo stabilirci?” mi chiede mio padre.
 
Ma quando cavolo ci vuole per passare un’ora penso io prima di rispondergli: “C’è la Terra padre, l’atmosfera e la gravità, non sono tanto diverse dalle nostre. L’aspetto di quegli abitanti è simile al nostro; potremo ambientarci senza problemi.”
 
“No! La Terra è fuori discussione, alcuni di noi, secoli fa ci sono andati, e non hanno fatto più ritorno; perfino tua sorella è viva per miracolo” mi dice lui con tono serio, laciando trasparire un pò di amarezza nella voce .
 
“Parliamo di secoli fa” gli rispondo a tono io, “Ora si sono evoluti, e poi noi potremo sempre adattarci, e vivere come persone normali”.
 
“NO! Mai!” grida lui, “Mi faccio tagliare un braccio, piuttosto che rinunciare ad essere quello che sono!”
Ecco mio padre, un re tiranno e conservatore, un uomo autoritario e severo. “Questo regno era di mio padre, che a sua volta l’ha ereditato da suo padre, che l’ha ereditato del padre di suo padre e via dicendo; ed un giorno sarà tuo”, continua dicendo: “E quindi è anche un tuo dovere preoccuparti della conservazione della nostra antica razza di maghi”.
 
“Avete oltre mille anni padre, non vi siete ancora stancato di vivere? Io si! Qui il tempo non passa mai, è eterno, infinito, facciamo sempre le stesse cose. Un giorno è mille anni, così come mille anni è un giorno.  Almeno sulla Terra, lo contano il tempo; contano le ore, assegnano ai giorni e ai mesi nomi diversi, ed ogni anno che passa è un avvenimento da festeggiare” gli dico ad voce alta.
 
Lui finalmente si gira e mi guarda, “Mikail” mi chiede, “Adesso quanti anni hai? Ho perso il conto”.
Io gli rispondo che ho sedici anni secondo il calendario terrestre.
“Hai ancora un‘eternità davanti!” mi risponde lui sadico ed ironico.
 
“Ma voi dopo mille anni padre, non cadete in un sonno come quello di Odino?”, gli restituisco la stessa ironia.
Detto questo me ne vado, sentendo mio padre urlare il mio nome: “MIKAIL, non abbiamo ancora finito?”…
 


Lei:
 


sono le 16:00, esco di casa per dirigermi alla scuola serale del paese. Mi piace andare a scuola ed imparare tante cose, mi piace leggere e scrivere le mie canzoni. Mi piace anche la cultura, perché essa rende liberi di pensare e di sognare.
 
Hola Deborah” mi saluta la mia amica, “Ehilà Julia, mi amigo” ricambio. “Stasera ti esibisci de nuevo en el pub?” mi chiede, “ Si!” rispondo io, “Pero primero, tengo pràctica de la banda”.
 
Chiacchierando ci dirigiamo in classe. Però prima mi accendo una sigaretta.
 


Lui:
 


Esco fuori dalla porta, camminando a passo veloce, senza aspettare le mie guardie del corpo e le mie ancelle che devono spargere i petali di rosa davanti ai miei piedi.
 
“Sire aspetti!” mi grida una di loro, “Sire sono ordini del re, se non adempiamo al nostro dovere, si arrabbierà” continua l’altra.
Mi fermo esasperato, mi volto e dico: “Dai, forza! Venite avanti, precedete il mio passo spargendo i fiori… Forza!”
 
Loro subito mi precedono, mettendosi d’avanti, e spargendo i petali che io poi dovrei calpestare.
 
Che cosa ridicola! Uno show per chi ci guarda.
 
Per il corridoio, mentre camminiamo incontro mio fratello maggiore, non ci salutiamo; i nostri rapporti sono cambiati, dal giorno della cosiddetta sfida.
 
Tale sfida, ha avuto il compito di decidere chi tra i figli maschi del re avrebbe ereditato il trono. Vinsi io, per pura sfortuna, ma non è di certo colpa mia se lui si è distratto, e così io sono arrivato per primo.
 
La sfida, consisteva nell’arrivare per primo alla fonte di Lazzaro; la stessa fonte che aveva permesso a Ra’s- Al - Ghul di vivere per quattrocento anni, immergere una bottiglia in essa e prendere l’acqua. Nel fare ciò bisognava intraprendere un percorso pieno di insidie, aiutandoti con la magia. Non c’erano regole. Io e mio fratello eravamo pari, entrambi a due metri dalla fonte, però lui abbassò la guardia e si distrasse; ed io ne approfittai per lanciargli un fascio di luce che si attorciglio intorno ai suoi piedi e lo bloccò. Io arrivai in anticipo e vinsi. Mio padre si complimentò e mi incoronò suo erede. Mio fratello non mi ha ancora perdonato. Siccome lui era più grande di me, il suo orgoglio brucia nell’essersi fatto battere da un ragazzino.
 
Ma non sa, quando io invidio lui che è libero di fare quello che vuole. Quando cammina non deve portarsi tutte queste persone avanti e indietro.
 
E ripeto, la giornata è appena iniziata, e sarà lunga ed interminabile.
 
Ho proprio voglia di andare a cercare una delle mie serve, per alleviare la mia tensione.
 




Lei:
 

“Dai! Forza ragazzi con estas herramientas, stasera dobbiamo a sacudir el ascenario” dico ai miei ragazzi durante le prove.
 
“Roul, mettici, màs energia suena cuando la baterìa. La gente està emocionada cuando ci sentono”. Così dicendo mi accendo una sigaretta per calmare i nervi.
 




Lui:
 

O cavolo, ci ho messo più del previsto, è già ora di pranzo, e i miei impegni sono tutti sfumati. Meglio così…
 
Preferisco pranzare nelle mie stanze, non voglio andare nella sala da pranzo, dove incontrerei mio padre.
 
Bussano alla porta, “Avanti!” rispondo, entrano i miei amici, li ho conosciuti alla scuola di magia di Hogwarts, ma ormai il preside è morto, e la scuola è sotto il dominio degli stregoni oscuri.
 
Ogni tanto pranzo con i miei amici; lo so che stanno con me solo perché sono un principe, ma non mi interessa.
 
Ci sediamo, iniziamo a mangiare e nel mentre chiacchieriamo: “Dove vuoi andare stasera Michael?” mi chiede Damon, “Non lo so, voi che proponete?” gli rispondo.
 
“Perché non andiamo su quel pianeta dove ci sono le prostitute? Così ci divertiamo come l’altra volta.” Mi risponde eccitato e malizioso Damon.
 
“Non ho voglia, per oggi ho fatto già abbastanza sesso” gli rispondo io.
 
“Allora perché non andiamo su Saturno, c’è un luna park bellissimo!” interviene Stephan, è sempre il solito simpaticone.
 
“Non ho voglia, è da bambini! Ci sono già stato una volta con mia sorella. Perché non andiamo sulla Terra? Proprio oggi ne ho parlato con mio padre” dico io, “Lui non vuole, ma io voglio disubbidirgli…” rivelo io con un sorriso furbo.
 
“Questa volta ti chiuderà nelle segrete del castello per una settimana” mi dice Damon, “E butterà la chiave!” aggiunge Stephan. “Sei sicuro!” mi dicono, io annuisco, “E allora cosa stiamo aspettando? La Terra è piena di belle ragazze" mi dice Damon con sguardo malizioso; non cambierà mai, è sempre il solito don giovanni.
 
Mi avvicino alla mia sfera di cristallo, per vedere in quale posto è più sicuro andare; “Mostrami la Terra!” dico, “Imastrom al Terras”.
 




Lei:
 

“Ok chicos, fra dieci minutos si va en el escenario , vi voglio carichi de energia, e menos diez, nueve, ocho, siete…”  
 



Lui :
 

Tiro fuori dall’armadio dei vestiti terrestri che mi ha regalato mia sorella, sono un po’ fuori moda; visto che li ha comprati nel diciassettesimo secolo. Ma non fa niente.
 
Esco fuori dal castello senza farmi notare; devo raggiungere i miei compagni alla base, così potrò usare il mio bracciale spazio temporale, che permette i viaggi. Non usiamo più le navicelle, ormai sono fuori moda!
 
Raggiungo i miei compagni, saliamo su una piattaforma a forma di cerchio, accendiamo i nostri bracciali ed inizia il conto alla rovescia: “meno dieci, nove, otto, sette…” ed un fascio di luce azzurra ci investe facendoci scomparire.
 



Angolo dell'autrice: Spero che sia di vostro gradimento, ogni recensione è bene accetta
  
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