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Autore: Baileys    02/06/2015    4 recensioni
Cinque anni sono troppi?
Questa era la domanda che la piccola Zoe si poneva, ogni volta che Harry sorrideva. Secondo il riccio sì, erano troppi. Cinque anni erano il muro che li divideva. Magari un giorno anche Zoe se ne sarebbe convinta.
Eppure, forse non subito, Harry sarebbe tornato sui suoi passi. Forse non subito, ma a Zoe sarebbe passata.
Forse non subito, ma i ruoli si sarebbero invertiti, Harry avrebbe fatto il bambino e Zoe l’adulta.
Forse non subito, ma Harry avrebbe conosciuto la vera Zoe, avrebbe guardato oltre la sua età e apprezzato tutte le sue piccole cose.
Ma tante cose cambiano in tre anni.
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Ti ho guardato a lungo l'altra sera. Forse i nostri cuori sono davvero così simili, conservano il dolore all'interno. Ti ho guardato a lungo e ho comparato la tua calma apparente alla mia apparente spensieratezza e adesso so che siamo come natura e artificio. C'è una metropolitana che ti passa attraverso, ed un fiume in piena che mi scorre dentro.
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«ci sono diciassette cose che puoi fare, prima di baciarmi, ed io partirò fra due mesi esatti»
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Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=lBBoujxpbXE
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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(Parte seconda)
I wanted you, I needed you,
to make me better.
Make you better - The Decemberist
 
XIX: White Eskimo
     «Allora.. – iniziò Amanda, con sguardo complice – tu ed Harry andrete insieme? » chiese, sdraiata sul letto di Zoe, mentre questa cercava in tutto l’armadio un cazzo di vestito decente. «Cosa? NO! » sbraitò lei, mentre lanciava l’ennesimo vestito fuori dall’armadio, che prontamente Camille prendeva.
«Ma come? Non ti ha chiesto di andarci insieme al ballo? » scherzò Camille, con voce mielosa.
«L’unico motivo per cui stasera ci sarà anche lui è che Bree ha chiamato i White Eskimo a suonare» le rimbeccò lei. Si vergognava da morire ad ammettere che parlava nuovamente con Harry, e che fra loro ci fosse qualcosa. Forse perché Amanda l’aveva guardata in modo severo e le aveva detto: non fare stronzate, stiamo per partire per Cambridge.
Ed ecco, una piccola parte di Zoe sperava che Harry non riuscisse a darle altri undici motivi per restare, sarebbe stato tutto realmente più semplice. Non avrebbe dovuto tormentarsi con quella domanda che tanto la affliggeva: partire o restare?
Si trattava del suo futuro, e a Zoe non era mai piaciuto parlare tanto di questo, aveva sempre preferito guardare al presente, non perdersi nei ricordi, né nelle speranze.
«Vestito nero e tacco rosso» affermò Camille, all’improvviso. Zoe si risvegliò dai suoi pensieri, scuotendo la testa e guardando l’amica con sguardo stralunato.
«Quello corto» disse, indicando un abito nero all’interno dell’armadio. cadeva ampio su tutta la lunghezza del suo corpo fino a metà coscia. «Andata» sospirò Zoe, esausta per quel pomeriggio passato interamente a decidere vestiti.
Le tre migliori amiche indossarono gli abiti scelti, per Amanda un abito rosso, perché si sapeva, Amanda amava il rosso. O meglio, il colore rosso amava Amanda, tanto da risaltarne i biondi capelli e gli occhi azzurri. Mentre Camille aveva puntato sul viola, nel suo stile un po’ ribelle, con le calze scure strappate.

 
~×~×~
 
La festa procedeva tranquillamente, Amanda stava ballando con Louis, divertendosi come pazzi, mentre Camille era troppo impegnata a baciare O’Neal su un divanetto. Zoe, dal canto suo, era stata costretta da Bree a correre da una parte all’altra della sala per aiutarla con i continui imprevisti e la gestione della festa. Tutto quel correre aveva costretto Zoe a levarsi i tacchi prima ancora di metà festa, sostituendoli con delle converse nere basse, portate di ricambio per il ritorno.
«White Eskimo sul palco in cinque secondi o vi riempio di botte» sbraitò Zoe, in preda ad una crisi di nervi, mentre si avvicinava a Will, Nick, Haydn ed Harry, che avevano appena varcato la porta di ingresso.
«Stai un po’ schizzando? » chiese Will retorico, nel vedere l’amica così in paranoia. «Dici? – chiese lei, retorica a sua volta – Bree mi sta facendo impazzire! » urlò, per poi trascinare i ragazzi sul palco e aiutarli a sistemare gli amplificatori e gli strumenti.
«Belle le converse sotto il vestito» scherzò Harry, mentre Zoe gli passava a fianco. Zoe gli fece il verso, prima di aiutarlo a sistemare il microfono.
«Sei bellissima, le sussurrò all’orecchio, mentre lei collegava il microfono. Zoe arrossì violentemente, prima di sussurrare un in bocca al lupo e correre giù dal palco.
«Sei rossa come un pomodoro» affermò Mike, quando lei lo raggiunse. «Shh» gli disse lei, provando a zittirlo.
I White Eskimo iniziarono a suonare, in molti ascoltavano, ma c’era qualcosa di strano, di diverso. Il pubblico non era carico, non era motivato, erano tutti un po’ mosci. Non era mai successo ad un loro concerto che il pubblico non si sentisse carico, e forse Zoe aveva individuato il motivo: Harry non era più abituato a cantare su un palco, non si scatenava, non si divertiva, e di rimando neanche il pubblico lo faceva.
«Non me li ricordavo così mosci i White Eskimo» affermò Louis, avvicinandosi con Amanda a Mike e Zoe.
«Vero» commentò Mike. La gente non si divertiva, e quindi Bree andava in paranoia, andando da una parte all’altra della sala e trascinando con sé anche Zoe.
Unicamente durante la pausa che i White Eskimo fecero, a metà serata, anche Bree ne concesse una a Zoe. La ragazza uscì dalla sala, e chiudendo la porta alle sue spalle urlò nervosa. Accendendosi subito dopo una sigaretta.
«Nervosa? » chiese Harry, uscendo anche lui dalla porta.
«Stai zitto o ti ammazzo di botte» borbottò, nervosa, per poi aprire il pacchetto di sigarette e offrirne una ad Harry. Il ragazzo l’accettò di buon grado, ridendo del carattere lunatico della ragazza.
«Sta andando di merda» affermò Harry.
«Lo so»
Harry rise, scuotendo la testa e prendendosi un tiro di sigaretta.
«Quanto di merda? » chiese lui.
«Tanto di merda»
Harry rise di nuovo.
«Dovresti solo – iniziò Zoe, per poi tirare dalla sigaretta, aspirare il fumo e rigettarlo in una nube – divertirti di più»
«Forse hai ragione» rispose lui, pensieroso.
«Meno male che non indosso i tacchi»
«Ho notato che saltavi da una parte all’altra della sala» scherzò lui.
«Colpa di Bree, mi stanno anche enormi ste scarpe»
«Che numero sono? »
«Trentasette»
«E ti stanno larghe? » chiese, confuso.
«Io porto il trentacinque e mezzo» rise Zoe, imbarazzata allo stesso tempo per i suoi piedi da bambina.
Harry rise con lei, mentre guardava la ragazza. Le piaceva sempre di più, giorno dopo giorno, parola dopo parola, per ogni discorso privo di senso che lei riusciva a portare avanti.
«Che albero era secondo te quello? » chiese Zoe, osservando il tronco di un albero ormai spoglio.
«Non saprei.. »
«Un salice» disse lei.
«Potrebbe essere una quercia»
«Un salice ti dico»
«Tanto è morto»
«Finito di piangere»
Harry rise «Sai, c’è una leggenda che narra che ogni salice piangente accoglie un amore finito male, e che ogni ramo si dispera per esso»
«E questa chi te l’ha detta? » chiese Zoe, curiosa.
Harry sospirò «non lo so»
Zoe rise, per poi buttare la sigaretta finita sul pavimento «Sarebbe meglio se rientrassimo» disse lei. Harry annuì, per poi varcare la porta d’ingresso assieme a Zoe e risalire sul palco.
Questa volta però fu diverso. Harry pensò a quell’unica frase che la ragazza gli aveva detto: dovresti solo divertirti di più. E lo fece, si divertì sul palco, si divertì e divertì tutti i presenti. I White Eskimo erano tornati, e con loro i loro fan, che sotto al palco ballavano e ridevano. Bree finalmente si era calmata ed era stata trascinata a ballare da Tom Rattle, mentre Zoe si divertiva assieme a Mike.
Quella fu la prima volta che Zoe realizzò di quanto grande fosse quel momento, e quanto piccolamente lei lo stesse vivendo. Quel momento non sarebbe più tornato, ne era certa. Quel momento era uno di quelli da fermare come in una foto. Zoe non sarebbe mai tornata alla Middlewich High School e non sarebbe più stata interrogata dalla signora Hathaway di filosofia. Non avrebbe più saltato la prima ora con Camille e Amanda e non avrebbe più trascorso un viaggio in autobus la mattina con Mike che le dava fastidio. Con quel ballo Zoe chiudeva un capitolo di vita, nonostante non si sentisse pronta, nonostante tutto fosse andato a velocità supersonica.
 
Ma per Zoe, i suoi piedi da bambina erano l’unico mezzo di trasporto, quindi doveva andare avanti.

 
.::
Salve umani!
Volevo gentilmente informarvi che ho appena terminato

e pubblicato
il TRAILER
Amatemi, umani. 
Diciamo che youtube mi fa smattare, ok? ok.

Comunque
non dite nulla
è corto.
lo so.

fa schifo.
lo so.
è un capitolo particolarmente inutile, probabilmente.
non giudicatemi, ne sono a conoscenza. 
insomma, non accade niente di che,
ci sono solo quei due che parlano ed Harry che non riusciva a cantare
va beh, spero recensirete comunque
perché io vi voglio bene!
Ciao dolcine:
3
  
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