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Autore: Natalia_Smoak    03/06/2015    2 recensioni
It had to came, ovvero doveva succedere, ovvero di come tutti si siano resi conto di cosa sta succedendo tra Steve e Natasha, tranne Steve e Natasha
Primo capitolo: Bucky
Secondo capitolo: Tony
Terzo capitolo: Clint
Quarto capitolo:Sam
Quinto capitolo: Fury e Maria Hill
Sesto capitolo:Bruce Banner
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cold war'
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Bucky
 

“Ecco, qui è dove ci alleniamo” disse Steve indicando a Bucky la porta alla sinistra del corridoio. Erano passati ormai alcune settimane da quando Bucky era stato riabilitato, purtroppo però non era ancora un agente operativo dello S.H.I.E.L.D, per quello ci sarebbe voluto tempo. Senza contare che ritornando in sé aveva anche perso tutte le conoscenze acquisite sul ventunesimo secolo. In compenso Steve aveva deciso di sfruttare ogni suo momento libero per stare con lui, dopotutto avevano settant’anni da recuperare. Non sarebbe stato facile, lui lo sapeva, sapeva come ci si sentiva ad aver perso tutto, a non riconoscere il posto in cui si era cresciuti. Voleva essere lì per Bucky, voleva aiutarlo a superare tutto questo e ad integrarsi nel ventunesimo secolo. Proprio mentre i due stavano passando la porta della palestra si aprì e un Natasha Romanoff sudaticcia e affannata ne uscì. Indossava una canottiera nera, un paio di skinny pants del medesimo colore e aveva i capelli legati in una scomposta coda. Per un secondo ci fu il gelo, Natasha non era ancora riuscita ad accettare del tutto la presenza di Bucky nell’Avengers Tower.
Steve non la biasimava, lui aveva cercato di ucciderla ed era normale che lei non si fidasse considerando che non di solito non si fidava nemmeno degli amici, ma sperava che lei e Bucky potessero per lo meno cominciare a conoscersi.
“Barnes, Capitano Rogers” disse freddamente la rossa a mo’ di saluto prima di girare i tacchi ed andarsene via.
Steve osservo la schiena della donna allontanarsi senza nemmeno avere il tempo di dire qualcosa.
 Capitano Rogers. Non Cap, non Rogers ma Capitano Rogers.
Steve sospirò e solo allora si rese conto dello sguardo dubbioso di Bucky.
“Che c’è?” domandò sapendo benissimo che il cervello del suo migliore amico stava lavorando febbrilmente.
“No, nulla… continuiamo con il nostro tour”
 
Dopo un altro paio di stanze visitate e ragionevoli spiegazione dovute Steve e Bucky si trovarono nel cortile antistante alla torre. Il biondo era appoggiato di schiena contro una staccionata, mentre il moro guardava al oltre essa;  in lontananza davanti a lui milioni di quelle che avrebbe potuto definire tipiche macchine del ventunesimo secolo affollavano la strada, dei ragazzi si stavano divertendo a fare schiamazzi con un cellulare, mentre una ragazza con un paio di pantaloni ascoltava la musica dal suo…mmm…quell’aggeggio elettronico rettangolare con una mela disegnata sopra.
Bucky sospirò sconsolato e poggiò la testa sulla staccionata: “Non mi ci abituerò mai”
Steve rise sommessamente: “I primi giorni sono i peggiori, tutto ti sembra così strano, così…”
“Surreale” terminò per lui Bucky.
“Vedrai che è solo una questione di tempo, piano piano con il mio aiuto e quello dei ragazzi…”
“Oh, si, se sono tutti disposti ad aiutarmi come la tua amica rossa sono in una botte di ferro, tra le altre cose è anche carina, peccato che mi odi”
“Lei non ti odia” disse sicuro Steve
“Ah no? Prima non mi è sembrata molto amichevole” rispose lui girando la testa verso l’altro ragazzo.
“Natasha è una brava persona. Solo tende a non fidarsi troppo delle altre persone, devi darle un po’ di tempo, tutto qui”
“Di te però si fida” puntualizzò il moro.
“Già, o per lo meno si fidava” pensò tristemente Steve.
“Com’è lavorare con lei?” chiese Bucky a bruciapelo.
“Beh, una vera seccatura” disse Steve con un sorriso mentre si passava nervosamente una mano dietro la testa.
Il moro lo guardò alzando un sopracciglio.
“Si, lavorare con lei è una vera seccatura, è scaltra, manipolatrice, fa sempre di testa sua  e non rispetta mai gli ordini, ma se c’è una persona qui dentro a cui affiderei la mia stessa vita quella è lei, sa come uscire da ogni situazione, niente l’abbatte e ha sempre un piano geniale. Conto molto su di lei”
Bucky era impressionato, davvero, che fine aveva fatto lo Steve che al solo essere vicino ad una donna diventava impacciato e timido? Forse quei settant’anni nel ghiaccio lo avevano cambiato sul serio.
Il moro volse nuovamente lo sguardo all’orizzonte: “Mi dispiace…si insomma, da quando sono qui tu e lei avete iniziato un specie di… come la chiamano? Ah, si, guerra fredda”
Questa volta fu Steve ad alzare un sopracciglio.
“Ehi, mi hai detto tu di documentarmi” aggiunse Bucky in sua difesa.
“Sai, la cosa potrebbe anche avere del comico: Captain America e la spia russa in guerra fredda, già me lo vedo come titolo in prima pagina del Wahsington post, con sotto la faccia di Barak Obama”
“Bar…ah, già, presidente nero” ecco una delle tante novità del ventunesimo secolo.
“Comunque non stare a preoccuparti di Natasha, la conosco, le passerà” disse Steve sicuro.
Bucky lo guardò di sottecchi: “Non dirmi che ti sei preso una cotta” chiese con un sorrisetto sghembo e di uno che la sa lunga.
“Cosa? Io e Natasha? No, in nessun modo” ribatté Steve mentre sentiva le orecchie andargli a fuoco. Lui e Natasha, assurdo!
“Non ci sarebbe nulla di male sai, insomma l’hai vista bene? “  chiese l’amico con un ghigno malizioso.
Oh si decisamente, l’aveva vista bene!
“Bucky, davvero, tra me e lei non..”
“è per Peggy? Lo fai per Peggy, vero?”
Al nome della ragazza Steve risucchiò il suo stesso fiato.
“Ascolta, io solo immagino quello che tu devi provare. La guerra è finita, siete entrambi vivi, sarebbe la vostra occasione, ma lei adesso ha novantacinque anni e un Alzheimer. Non so esattamente come sia finita tra di voi…sai, ero troppo impegnato ad essere morto… quello che so di per certo e che lei non vorrebbe vederti così abbattuto e così solo. Peggy ti amava, ti amava sul serio e credo che nel momento in cui lei…hai capito no?”
Steve annuì.
“Beh, ecco nel momento in cui succederà credo che vorrebbe saperti felice, anche se questo non significa necessariamente che tu lo debba essere con lei, Steve, il mondo e pieno di possibilità, noi dobbiamo solo coglierle…e non mi riferisco solo a Natasha.”
Steve fece per ribattere ma proprio in quel momento Natasha, in tenuta da combattimento, li raggiunse:
“Rogers, vestiti e muoviti, Fury ci vuole vedere, abbiamo una nuova missione” disse prima di lanciargli lo scudo addosso.
Bucky li guardò sparire dentro l’edificio. “A quanto pare sono di nuovo diventato invisibile*”
        
 
Spazio autrice:
 ok capitemi ho studiato in 4 ore il programma di latino di un anno causa imminente maturità (-14) e avevo bisogno di staccare, quindi quale modo migliore se non aggiornare la mia raccolta ?(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3135362&i=1)
peccato che mentre scrivevo la cosa mi sia sfuggita di mano e mi sia venuta un’idea che con la  raccolta in questione non c’azzecca una mazza, e quindi, perché non aprire un’altra raccolta?
(Ma si, tanto non hai nulla da fare, se non studiare, pensare alle prossime ff del fandom di arrow, studiare, dormire, studiare, avere una vita al di fuori dei fandom, teorizzare su pretty little liars, studiare…)
*Ah questa è una frase che Bucky dice quando si trova davanti a Steve e Peggy in Captain America the first Avenger, e lei non lo calcola di striscio perché troppo intenta a sbavare su Steve
  
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