Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: Mikirise    07/06/2015    3 recensioni
Rory aspetta, non c'è nient'altro che può fare. Quindi aspetta.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, River Song, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note:
Mia sorella mi ha chiesto una storia che seguisse una citazione di Gabriel Garcia Marquez ("Nessun posto nella vita è più triste di un letto vuoto") e io amo Rory e questo è il risultato.
Scusa.





In un battito di ciglia











Rory apre gli occhi e, ancora, quello che i suoi occhi vedono al svegliarsi, non cambia. E lui aspetta. Che altro può fare? Aspetta. Come ha aspettato per Amy. Come ha aspettato per il Dottore. Come Amy ha aspettato per lui e il Dottore.

Si passa una mano sul viso. Si stropiccia l'occhio destro. Guarda fuori dalla finestra. È carne da macello per energia temporale. Queste cose le capisce, magari non è intelligente come il Dottore, ma certe cose le ha cercate su Wikipedia, le sa, ha fatto le sue ricerche.

Prima o poi Amy arriverà e la situazione migliorerà e lui l'abbraccerà e tutto andrà come deve andare.

O forse no.

Rory rotola nel letto. Non deve neanche alzarsi. Che bisogno c'è? Per quale ragione dovrebbe alzarsi?

Allunga la sua mano sul letto e sente freddo -nessuno è accanto a lui.

Allora mette un piede fuori dalle coperte, e si alza.

Perché accanto a lui non c'è nessuno.


















Amelia si era infilata nel suo letto, più per noia che per qualsiasi altra ragione potesse venirgli in mente. Lei poteva dire quello che voleva e fare quello che voleva, per questo gli piaceva tanto e alzare gli occhi, commentando qualcosa come Ho sonno, Amy. Dai, fammi dormire, sperando che lei non entri dalla finestra e non faccia quello che la rende Amelia Pond, non è solo stupido: è da ipocriti.

Quindi Rory socchiude gli occhi, si gira di fianco e aspetta che Amelia faccia qualunque cosa voglia fare, che si annoi e che se ne vada dalla sua stanza. Non si aspettava che lei si sfilasse le scarpe e il giaccone dalle spalle, che rimanesse col cappello sulla testa e si sdraiasse sotto le coperte, accanto a lui.

Il materasso si piega sotto il loro peso, Rory cerca di aprire gli occhi, ma non è nemmeno un vero tentativo. Si gira di nuovo di fianco e sbadiglia. Gli occhi chiusi, le mani sotto il cuscino.

Forse il letto è un po' troppo piccolo per due persone, anche se Rory e Amelia non rientrano nemmeno nella categoria di pre-adolescenti. Lui non sente il respiro di lei, sente solo il ritmo del petto, che sale e scende, o forse lo immagina soltanto. È possibile, in fondo è in dormiveglia. "Cosa succede?" chiede con la voce impastata, soffocando uno sbadiglio.

Amelia è sdraiata sulla schiena e guarda il soffitto della camera dell'amico. Ci sono delle stelle fluorescenti attaccate un po' a caso per tutta la stanza. Questo perché Rory è sempre stato un fifone e ha paura del buio. È stupido, ma Amelia lo aveva sempre trovato un dettaglio importante. Rory che ha avuto paura del buio. Rory che la andava a pescare nei tunnel più scuri, perché era l'unica amica che avrebbe mai potuto avere -desiderare. Alza una mano e copre una stella con la mano. "Non riesco a dormire."

Avevano parlato della crepa sulla sua stanza. Lei gli aveva detto che l'Uomo Stropicciato aveva -o avrebbe?- sistemato tutto. Ma ogni tanto quella voce tornava e le dava fastidio, per una serie di ragioni che non voleva ammettere nemmeno a se stessa, figuriamoci a Rory. Quella grande e vuota casa in cui viveva, era troppo grande e troppo silenziosa perché ci vivesse solo una bambina con una zia inacidita dall'età. Amelia è una brava bambina, sente la ragazzina rimbombare nella sua testa, ma... ma la zia non la capisce. Quasi nessuno la capisce. Solo Rory, anche se non sempre, anche se non completamente. C'è qualcosa di speciale in lui e, se è lontanamente vero che una casa sono le persone che la abitano, allora anche se in casa di Amelia avessero vissuto miliardi di persone forse lei si sarebbe sentita allo stesso modo. Ma con Rory -con lui stava bene.

"Posso rimanere qui?" chiede in un fil di voce. La zia non se ne sarebbe accorta. Non se ne accorge mai, si dice Amelia. Gira la sua testa verso il ragazzino.

"Tu ottieni sempre quello che vuoi, Amy."

"Ho sognato una stella" lo ignora lei, girandosi sul fianco e incatenando i loro occhi. "Vicino a un pianeta blu. E il pianeta e il sole erano la stessa cosa. I pianeti erano stelle."

"Non è possibile" sbadiglia Rory. "I pianeti e le stelle sono due cose diverse."

Amelia rotea gli occhi. Rory è un tipo pratico, uno che segue una logica, uno che in Dio non ci crede, perché, davvero?, se qualcuno deve salvare Rory, questo è Rory, non qualcun altro.

Amelia è di tutt'altra opinione, però. "L'Uomo Stropicciato avrebbe detto che è possibile. Le stelle potrebbero essere pianeti."

E Rory non risponde. Fa sì con la testa e ciao ciao, ho sonno, fammi andare a dormire. Anche per questo piace ad Amelia: a lui dà fastidio che lei non lo lasci dormire, non pensa che sia matta; non dice Dovresti parlarne con la tua psicologa.

In un battito di ciglia, Amelia tace, guarda Rory e lui si addormenta.

In quel che sembra un battito di ciglia, Rory si sveglia, ore dopo, perché è stato colpito da un pugno in piena faccia e toglie la mano della rossa da sopra di lui, si siede, passandosi una mano trai capelli. C'è solo la luna, solo un filo di luna, ad illuminare la sua stanza e questa basta per sentire il leggero russare di Amy e il calore del suo corpo ha riscaldato quasi tutto il letto.

Eppure non è neanche coperta dal piumone, quella bambina.

Rory sospira e prende le coperte da sotto i piedi di Amy. Forse è il suo istinto da mamma-orso, che è anche il motivo per cui da grande vuole fare il dottore. Il dottore che si prende cura delle persone. Il dottore che salva chi può salvare.

Amy mugugna qualcosa. Rory si stende accanto a lei e si lascia cullare dal respiro regolare della bambina.













Non gli mancano le comodità del ventunesimo secolo, a dirla tutta. Un po' le serie televisive, perché vedere quelle che per lui sono le repliche di vecchissime serie tv su delle famiglia -di colore, americane, miste, Dottoreriportamiacasavogliovederefilmconeffettispecialidecenti-, lo rendono critico. Ma per il resto va bene. Rory non è mai stato una persona a cui servono tante cose per essere felice. Se ci fosse Amy, probabilmente non si lamenterebbe nemmeno.

Ma Amy non c'è.

Rory guarda sotto il letto un cumolo di polvere ingrandirsi sotto il movimento del suo respiro.

Un battito di ciglia dura mille anni. Dopo tre miliardi di anni si risveglia cinquantenne, con dei capelli bianchi in testa e delle rughe intorno agli occhi, che sono di vecchiaia non di espressione, perché nessuno lo fa ridere e nessuno lo fa arrabbiare.

Tra lui, Amy e il Dottore, era sempre stato Rory il più responsabile, anche se il Dottore è sempre stato il più vecchio dei tre.

E adesso Rory lo ammira un po' di più, il Dottore. Lui che ha vissuto per novecento anni e continua ad avere la forza per correre verso le cose, la forza per voler continuare a cambiare le cose che non vanno bene. La forza di voler rendere migliore il mondo. La volontà di tenere in salvo i bambini.

Il Dottore è il tipo di persona che Rory avrebbe voluto essere, diventando dottore. È gentile, lui. Forse un po' solo. Non mantiene le promesse. Si dimentica di mettere in ordine le cabine del TARDIS. Ma è tanto buono.

Rory sente la sua bontà scivolargli dalle mani, intrappolato in un appartamento senza Amy e il Dottore.

Sbuffa. Si alza da terra. Il letto è ordinato, la camera addirittura brillante. Entrambi sono vuoti. Non ha intenzione di sedersi sul letto, infila le mani in tasca e sospira, facendo toccare il petto al su mento, neanche fosse suo padre.

Accende la televisione e si siede sulla poltrona.

La sua riflessione sembra essere andata avanti per milioni di anni, ma, in realtà, il sole splende ancora, non si è mosso di un centimetro.

Rory si addormenta lì, come lì si è addormentato negli ultimi vent'anni della sua vita.

Il letto non è mai disfatto: risvegliarsi con accanto delle coperte fredde, non gli piace per niente.
















Il Dottore si butta di schiena sul letto, muovendo il busto a destra e a sinistra nell'intento di vincere una gara a Mario Kart -quello per il Nintendo DS, che Rory e Amy hanno dovuto comprargli, perché, davvero, stava iniziando ad essere irritante vederlo correre di qua e di là e lamentarsi in continuazione di quanto si annoiava.

Rory mugugna, stropicciandosi l'occhio destro con una mano e, ti prego non di nuovo, si rende conto che è appena l'alba e che è appena tornato da lavoro e, dai!, vuole veramente dormire. Vorrebbe veramente tanto anche dire qualcosa al Dottore, se solo non avesse la gola secca, la mente confusa e un gran mal di testa, che non avrebbe avuto, se solo qualcuno lo avesse lasciato dormire. Grazie tante. “Ugh” è l'unico suono che riesce a tirar fuori dalle sue labbra, mentre si rigira sulla pancia, spingendo la testa contro il cuscino. “Amy! Tocca a te!” grida. Neanche il Dottore fosse un bambino, neanche fosse loro figlio. Il bimbo piange in piena notte: tocca a te cambiarlo, o dargli da mangiare, o qualsiasi cosa lui voglia.

“Amy non è a casa” annuncia il Dottore e non lo sta guardando -guarda quel Nintendo, lui-, sta saltando da seduto sul letto. “E ho visto una Wii in televisione. Non sapevo ci fossero già le Wii ai vostri tempi.”

Rory alza impercettibilmente la testa, quel poco che bastava per vedere il Signore del Tempo ridere ed esultare per aver battuto Yoshi -che cavolo, non riusciva a batterlo mai- e poi buttare il DS, con una nonchalance che avrebbe fatto paura a Rory, se solo Rory avesse conosciuto il Dottore.

Affonda la testa nel cuscino. Davvero, i suoi occhi chiedono pietà. “Ti prego, dimmi che non è rotto.” Si riferisce al Nintendo, non ai suoi occhi, o al suo cervello o chissà a che cosa.

C'è un momento di silenzio prima che il Dottore dica: “Noooo,” rendendo la sua voce una cantilena bugiarda.

Rory sospira. Pochi minuti fa, quando si è tolto il camice da infermiere e si è buttato sul letto senza neanche coprirsi con le coperte -brutta abitudine che gli era costato diversi raffreddori-, Amy c'era, ed è sicuro che lei non dovesse andare a lavoro, né consegnare nessun articolo, o fare qualcosa d'importante a parte, beh… oh.

La festa per il bambino, a cui gli uomini non sono invitati. Giusto. Amy non ha ancora comprato il regalo -nonostante i post-it sul frigorifero che Rory le ha lasciato dal giorno del matrimonio.

“Non penserai che comprerò una Wii dopo che tu hai rotto un Nintendo DS…” mormora, alzandosi con l'aiuto dei palmi delle mani. Inutile. Chi avrebbe ripreso sonno dopo questo? Si stropiccia gli occhi e riesce ad intravedere, nel mezzo di questo movimento, il Dottore mettere su un'espressione da cucciolo -la stessa che aveva messo quando Rory aveva detto che non avrebbe comprato un DS al Dottore. Avrebbe potuto costruirlo, su! “… e quando Amy non è qui ad aiutarmi a dirti di no!” conclude e il Dottore continua a guardarlo come i bambini lo guardano al Pronto Soccorso. “No.” Sembra categorico. Deve mantenere le sue posizioni. “No.”

“Io ti ho insegnato a guidare il TARDIS!” argomenta il Dottore. “E Natale è troppo in là per chiederlo a Greg.”

“Greg?”

“Babbo Natale.”

E questo sarebbe dovuto essere ovvio. Non fare domande idiote, Rory.

Si guardano negli occhi per un po' di tempo. Quelli socchiusi di Rory gridano: Farò quello che vuoi, ma per l'amore del cielo, fammi dormire! Quelli del Dottore sono più: Ci autodistruggeremo, se non compri la Wii in tre, due, uno…

“Ho capito.” Rory si guarda le gambe nude, perché a letto i pantaloni del pigiamone non ci stanno mica e non è giusto che un uomo non possa godere della propria privacy con la moglie. È vero che perde sempre i pantaloni della divisa, quando fa così -di butta a letto con una maglietta e i boxer- ma è un suo sacrosanto diritto. Vero? “Facciamo così: che ore sono?” Usiamo la logica. Al Dottore piace la logica, magari questa volta lo ascolterà e Rory Williams potrà avere il suo benedetto pisolino.

“Le otto e mezza del mattino.” Il Dottore sorride. Già sta pregustando la vittoria.

“Lasciami dormire tre ore, tempo che i negozi aprano tutti e io riesca a ricaricarmi. Poi andremo a cercare questa Wii, ma solo se giuri che quello stupido Nintendo DS sarà come nuovo quando mi sveglierò.” Come parlare a un bambino. E dire che il Dottore, l'ultimo Signore del Tempo, ha un'intelligenza non solo superiore alla media terrestre, forse superiore alla media universale -mettendo insieme i pianeti più sviluppati di tutte le galassie. “Abbiamo un patto?”

Il Dottore non ci pensa prima di dire: “Sì.” E riprende i pezzi del Nintendo da terra, mentre l'altro ributta la testa sul cuscino e prende a ronfare dopo neanche cinque minuti.

Il sonno ha l'abitudine di passare molto velocemente, e, se non fosse stato per uno stranissimo sogno, riguardante una Nintendo con coscienza, pronta a divorare la Smart TV, mentre il Dottore se la rideva - “Sono stato proprio bravo a sistemare tutto, eh?”-, sembrano passati pochi secondi dalla conversazione con un bambino millenario. Rory apre gli occhi e il sole splende in alto nel cielo. Sarà stato mezzogiorno. Forse un po' prima.

Accanto a lui le lenzuola sono calde e il Dottore, con le mani posate ai lati della testa e uno sguardo molto poco sereno, dorme il DS sul comodino, brillante, per quanto era stato aggiustato bene.

Rory si accarezza la fronte e ci pensa a non svegliarlo, perché quella Wii non la vuole proprio comprare. Poi il Dottore fa una smorfia e muove la testa, come se qualcosa non andasse bene, e Rory preferisce vederlo muovere il busto qua e là per vincere contro Yoshi, piuttosto che guardarlo avere gli incubi -anche i Signori del Tempo hanno gli incubi, quindi.

Al contrario di Amy, Rory non ha mai pensato al Dottore come ad un essere invincibile e indistruttibile. Anche se non è terrestre, Rory ha sempre considerato il Dottore come un uomo. Un amico, adesso. Anche un bambino rompiscatole. Qualcuno, comunque, a cui non lasciare tutti i propri problemi sulle spalle, ma che aveva bisogno di distrarsi dai suoi problemi.

“Ehi, Dottore.” Lo scuote, prendendolo per le spalle, e appena lui sbatte le palpebre, un po' confuso, un po' sonnolento, guarda sotto il letto, alla ricerca di un pantalone decente. “Non andiamo a prendere questa Wii?”

Il Dottore guarda l'infermiere afferrare un paio di jeans e infilarseli, dopo essersi alzato dal letto. “Davvero?” Lo contempla un po', dopo che lui aveva alzato gli occhi al cielo, come a dire beh, sì, ormai l'ho detto, mica mi rimangio le parole. Allora il Signore del Tempo sorride. “Li scelgo sempre bene i miei amici” dice e si butta giù da letto, mostrando a Rory il Nintendo DS nuovo di zecca.

"Vestiti." Rory ride, perché, al contrario della prima volta in cui l'aveva visto -quando si era cambiato davanti a lui-, non provava quell'imbarazzo tipico invece del suo carattere. "Sei nudo." A dirla tutta non se n'era neanche accorto.

"Tutti siamo nudi sotto i vestiti."

Il Dottore ride della faccia sconvolta dell'amico, che gli tira addosso i suoi pantaloni e una giacca.



















Prende un respiro, Rory, e muove le lenzuola, che forse sono impolverate da anni di disuso. Non starnutisce, comunque e quindi non si cura della possibile polvere.

Tutti i suoi capelli si sono scoloriti, adesso in testa ha una una folta massa di capelli bianchi, i suoi occhi sono tristi, le sue mani tremano, la sua mente si spegne con frequenza. È un piccolo bene invecchiare, dimenticare il tempo che passa.

Solo, beh, non vorrebbe dimenticare la sua famiglia. Rory ha sempre amato la sua famiglia.

Amy. Melody, o River, o con qualunque altro modo la vogliate chiamare. Suo papà. Il Dottore. I loro visi sono marchiati nella sua memoria, anche se sono passati decenni dall'ultima volta che li ha visti e Dio solo sa quanto vorrebbe rivederli ancora.

Alla fine non sono riusciti a salvarlo. Rory è invecchiato, invecchiato da solo, in un appartamento a Manhattan con degli Angeli Piangenti pronti a riportarlo dentro l'appartamento, la sua prigione. Ma non porta rancore: ha sempre saputo che c'era la possibilità di rimanere intrappolato lì, il Dottore non è Dio, può fallire. A volte il Dottore deve fallire.

Ma, anche dopo tanto tempo di solitudine, infilarsi in un letto vuoto lo logora dentro. Un letto vuoto in un appartamento vuoto. La peggiore delle sue paure.

Sta per morire, però, e suo padre gli ha sempre detto che se uno deve morire deve morire nella posizione in cui è stato più felice. Senza stupidi doppi sensi, eh. Suo padre voleva -vorrà- morire seduto, perché la mamma gli aveva detto che aspettava un bambino mentre lui leggeva un giornale, con una tazza di tè e gli occhiali da vista e allora era stato felice.

Rory vuole morire sdraiato, perché Amy gli ha raccontato quello che più aveva di intimo nel suo cuore nel suo lettino, a casa dei suoi genitori, e Rory era stato felice. Perché suo padre gli aveva raccontato le favole della buonanotte e Rory era stato felice. Perché lo stesso Dottore si era lasciato vedere indifeso, mentre dormiva, in una confessione bambinesca e Rory era stato felice. Perché River…

Rory è stanco. S'infila sotto le coperte e aspetta, per l'ultima volta.
















Quando River s'infila nel letto, Rory pensa che Amy sia già tornata da quella sua festa da quella sua amica e si gira verso di lei. Si sorprende di vedere sua figlia, forse un po' più giovane dell'ultima volta in cui l'aveva incontrata l'ultima volta, ma è dura da capire, perché nel buio della stanza l'unica cosa che riesce a mettere a fuoco sono i suoi ricci biondi.

Aggrotta le sopracciglia e chiede: “River?” perché gli piace fare domande ovvie -e comunque, viaggiando nel tempo e nello spazio ha capito che le cose più ovvie non lo sono poi così tanto.

“Ti voglio bene” dice lei, così, senza una vera e propria ragione e con un sorriso dolce -ha qualcosa di Amy, quel sorriso. Una sfumatura di rosa e senso dell'umorismo.

“Ti voglio bene anch'io” risponde lui, senza capire e vorrebbe tanto capire e maledice chi gli ha portato via la sua bambina quando era piccola, perché, se l'avesse vista crescere tra le sue braccia, avrebbe sempre saputo cosa dire, cosa fare, qual è il suo problema, perché s'infila nel suo letto. Un bambino s'infila nel letto del papà solo quando ha paura di qualcosa. Ma River non è una bambina. Non più. Ci potrebbe provare, però. “Hai paura di qualcosa?” Gli esce meno sicuro di quello che vorrebbe. Rory non è mai stato un tipo sicuro, avrebbe voluto esserlo per le donne della sua vita, ma… lui è solo un infermiere -part time, per di più-, le sue donne hanno la fortuna di avere non un dottore, ma il Dottore, pronto a viziarle. In confronto, lui sparisce.

River ride. Come potrebbe lei avere paura di qualcosa? “Tutti hanno paura di qualcosa, papà” sussurra piano piano.

“Giusto.” Quali sono le parole corrette per conquistare la propria figlia? Tutti i padri ci devono passare: dire e fare la cosa giusta per essere in grado di riuscire a farle ridere, a rassicurarle, a farle fidare di loro. Le loro principesse che hanno già il potere di farli ridere, di rassicurarli e far venir loro un attacco di cuore. “E cosa sta facendo paura a te?”

River ci pensa un po', guardando quelle stelle appiccicate sul soffitto della camera dei suoi genitori -le ha volute Amy, sono quei dettagli che Rory si sorprende a ritrovare nella mente di sua moglie- prima di rispondere e Rory si chiede quanto liberamente possa parlare sua figlia, quante cose non può dirgli, quanto spoiler! sta gridando nella sua testa. Vorrebbe parlare con lei in modo normale, ma tutto quello che riguarda River è complicato. Tutto quello che riguarda loro come famiglia, da quando il Dottore è entrato nella sua vita è un po' complicato. “Se tu potessi” inizia lei. “Se potessi cambiare qualcosa, riscrivere la Storia…”

“Non lo puoi fare” la interrompe lui. “Lo sai bene che non puoi. Certe cose devono succedere. Nessuno si aspetta che tu uccida Hitler solo perché sai viaggiare nel tempo.” È una di quelle cose che ha imparato da Wikipedia. Quella roba sul battito delle ali di una farfalla, no? Quella roba che spiega quel sottile filo di lana che sono le regole del nostro universo, la consequenzialità, la casualità della nostra vita.

“Ma se stesse per succedere una cosa terribile? Se potessi cambiare gli eventi per poter salvare una delle vite più importanti dell'Universo, tu non lo faresti? Non andresti contro le regole del Tempo e dello Spazio? Per salvare un uomo buono?”

Rory cerca lo sguardo di River nel buio e si chiede cosa avrebbe dovuto rispondere. “È il Dottore che devi salvare?” chiede, reprimendo a malapena un sospiro. Non si aspetta nemmeno che lei annuisca, perché, di nuovo, ha fatto una domanda puntata a rimarcare l'ovvio e non capisce perché, sia River che il Dottore, odino rimarcare l'ovvio. “A volte avrei voluto che… beh, sai, fossimo tutti normali, con una vita normale e una storia familiare normale. Allora ti avrei portata al parco giochi, accompagnata al tuo primo giorno di scuola, ti avrei detto di non fumare, mi avresti visto invecchiare accanto ad Amy e, quando saresti diventata abbastanza grande, non so, verso i quarant'anni, avresti portato il tuo fidanzato a casa e io lo avrei trattato malissimo, perché nessuno avrebbe meritato la mia Melody.” Ci aveva pensato davvero tanto. Riusciva a vedersi davanti agli occhi quello che avrebbero dovuto fare e che avrebbero fatto. Sorride. “Ma ci è capitato il Dottore, e che ti devo dire? Non so come dovrei reagire a quello che fate voi due. So che non è qualcosa di riconducibile all'amicizia e che c'è questa cosa tra voi che… e sai che mi dà fastidio? Non posso neanche fare il papà geloso e trovare tutti i difetti del Dottore, perché sono ben bilanciati col fatto che non fa altro che salvarci dalla distruzione. E hai ragione: è un uomo buono.” Sospira. “È l'unico che può meritare la mia Melody. Abbiamo un impegno morale, con lui, sai? E anche sentimentale. Emotivo? Come vuoi.” Rory non sa che fare con le mani e risolve il problema dando un buffetto imbarazzato sulla spalla di River. “E so che se c'è qualcuno abbastanza pazzo da sovvertire per davvero l'ordine universale, quella sei tu. Per l'uomo che ami, no?”

“Anche se questo vuol dire mettere in pericolo tutti quanti per un uomo solo?”

“Mia figlia non è una stupida” risponde lui e la voce non gli trema, perché sta dicendo la verità. “Un modo per sistemare tutto lo troverai. Io mi fido di te. E poi, il Dottore non è solo un uomo. Non lo è per Amy, non lo è per me e so perfettamente che non lo è nemmeno per te. Ci sono persone per le quali vale la pena rischiare di distruggere il mondo.”

River sorride alle parole di Rory. Si allunga verso di lui, gli dà un bacio sulla guancia, e sussurra: “Grazie, papà.”

Rory si chiede se l'ha aiutata sul serio, ma non importa, perché sembra essere riuscito a far colpo sulla figlia e questo è quello che un padre più desidera nella sua vita.

Si sente improvvisamente stanco e le palpebre vogliono abbassarsi e forse dovrebbe veramente dormire. Lo sta per dire a River, ma si rende conto che lei si è accomodata sul posto di Amy e ha già chiuso gli occhi.

È così che si addormenta, Rory. Con la felicità di sentirsi padre, anche se non nel modo più convenzionale.


















È veramente bella, la sua famiglia. Rory li guarda, con i suoi occhi stanchi e la sua mano si alza verso Amy, che, Dio mio, è ancora più bella di quello che ricordava.

“Amy” sussurra con quella dolce stanchezza che non pensava di possedere ancora. Quando lei si avvicina, quando lo riconosce - “No, non può essere. Rory è qui.”- gli prende quella mano a mezz'aria e lui vorrebbe tanto chiederle di sdraiarsi accanto a lui, per un'ultima volta. Ma non ha davvero la forza.

Il giovane Rory lo guarda e accanto a lui c'è il Dottore e River e, Dio, sono veramente così belli ed è bello guardarli per l'ultima volta.

Chiude gli occhi, per un'ultima volta e aspettare, sempre, ne è valsa la pena.

Il suo letto non sembra più vuoto. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Mikirise