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Autore: ABulletformyGun    10/06/2015    1 recensioni
Per questa storia ho usato l'introduzione della decima puntata di A Tutto Reality: Il Tour, infatti troverete alcuni dialoghi realmente presenti nell'episodio. È molto corta e scorrevole, spero vi piaccia!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - Il tour
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Erano passate ormai 10 settimane da quando il reality era iniziato e la mia squadra era una delle più forti in gioco; be’, certo, la squadra della vittoria aveva solo Dj come membro ma comunque eravamo le migliori.

Io, Courtney, Gwen, Sierra e Cody sembravamo imbattibili, ovviamente solo per merito mio! La sfida successiva si avvicinava e avevo necessariamente bisogno di Dj come alleato, dovevo ottenere più informazioni possibili e tirarlo dalla mia parte prima che lo facesse Alejandro.
Oh, solo il suo nome mi dava i brividi per quanto lo odiavo!
Alejandro!
Che razza di nome è? Io non chiamerei mai mio figlio “Alejandro”! Ad ogni modo volevo ottenere la fiducia dell’ultimo membro della squadra più debole di sempre e così salii nel condotto di areazione per arrivare silenziosamente nella cabina dei perdenti e origliare le proposte che di sicuro quell’orripilante essere latino avrebbe fatto a quello stupido bamboccione. Sentivo le mie compagne di squadra dire cose assurdamente strane e insensate sul mio conto.
“Il Grinch che si prende una cotta per qualcuno!” squillò acidamente Gwen
“Lo so! Bleah, riesci a immaginarla? Incartapecorita con quel cuore nero che si scioglie e si accende di amore!” rispose Courtney con un tono altrettanto schifato, ero presa dalla mia ‘missione’ ma il solo pensiero di innamorarmi mi disgustò e distrasse a tal punto che persi la concentrazioni e andai a sbattere con la testa contro una parete del condotto e il mio lamento di dolore si sentì rimbombare fino alle orecchie delle ragazze con cui dovevo dividere la prima classe.
“Non sono innamorata! Sto lavorando per la nostra squadra, cerco solo di insinuarmi nella cabina dei perdenti per origliare, ora che Dj è lì con lui, Alejandro ha la piena libertà di formare un’alleanza!” le avvertii io, facendo due calcoli tra me e me; mentre risalivo, come se non bastasse, inciampai nello schifo più assurdo, uno spazzolino di Cody!
Non ci pensai due volte prima di liberarmene e ‘regalarlo’ a Sierra, contentissima come sempre.
Ripresi a gattonare verso la cabina dei perdenti e finalmente, dopo tanta fatica ci riuscii, iniziai a sentire la voce di Dj, sembrava arrabbiato ma non riuscii a sentire la lite dall’inizio.

“Senti, mi dispiace, io ci ho provato, okay? Tanto dovrai sopportarmi solo per un altro giorno!”
“Vai da qualche parte, Dj?” chiese calmo Alejandro
“La perderò io la prossima sfida!” tuonò Dj e in quel momento persi l’equilibrio e feci la più grande figuraccia che potessi mai fare in quel momento: scivolai e caddi davanti a tutti i perdenti.
“Ma guarda un po’ chi c’è!” sussurrò con quel tono irritante Alejandro
“Giochiamo a fare le spie adesso?”
“Ehm… No! È solo caduta la penna, vedi? Niente complotti, solo scarabocchi! Owen, ti prendi una multa per infrazione al codice della moda! I tuoi calzini puzzano!” cercai di giustificarmi e cambiai discorso
“Oh, ho addosso i calzini? Non riesco neanche a vedermi i piedi!” rispose allegro quell’idiota biondo, mentre vidi Alejandro alzarsi di scatto e dirmi con quel suo sorrisetto una frase che non avrei mai voluto sentire:
“Heather, ti dispiace se parliamo un secondo in privato? Ho bisogno di un chiarimento”
“Certo che mi dispiace! Te lo scordi che io venga in disparte con te!”
“Oh, e dai, Heather, se fosse stata Lindsay a chiedermelo non mi sarei fatto pregare, va’ di là con Al e smettila di fare la scontrosa con tutti!” intervenne Tyler, sembrava nervoso, probabilmente a causa dell’eliminazione della sua amata, che schifo!

Mi alzai e decisi di far questo favore ad Alejandro, scrollandomi la polvere di dosso, mi rivolsi a lui con molta superficialità e calma: “E va bene, Alejandro, come vuoi, ma se è uno dei tuoi giochetti, sappi che io…”
“Tranquilla, chica, niente giochetti!” disse prendendomi per un braccio e trascinandomi nella stiva.
“Insomma, si può sapere cosa vuoi da me? Guarda che lo vincerò io il milione!” gli dissi abbastanza scocciata
“Sei incantevole quando menti”
“Mentire?! Vedremo se starò mentendo quando mi vedrai prendere tutti quei soldi!”
Alejandro dopo quella frase divenne più serio e mi spinse contro il muro, guardandomi negli occhi
“Ascoltami bene, senorita, non tentare di mettermi i bastoni tra le ruote perché non hai possibilità contro di me. Inoltre, una tale bellezza è sprecata se non ha un minimo di dolcezza, anche se…”
Si fermò un attimo per sollevarmi il mento con il pollice e l’indice, a quel punto arrossii ma lì per lì non me ne accorsi nemmeno
“Anche se sono sicuro che sei molto più di quanto dai a vedere”
La distanza tra me e lui era fin troppo breve, pericolosa, improvvisamente non sapevo più cosa dire. Uno di quei rari casi in cui la rabbia mi ruba tutte le parole, rabbia? No, forse non era rabbia, non ho la minima idea di cosa fosse, sentivo tutto il mio corpo come paralizzato, non riuscivo minimamente a muovermi mentre lui accorciava sempre più la distanza.
“Ale, io credo che tu non abbia ancora capito che sono un nemico molto pericoloso per te e… E ti farò eliminare, vincerò io…” man mano che si avvicinava, la mia voce diventava sempre più bassa, mi sentivo sempre più indifesa, sempre più inerme in confronto a lui. Era come se non ascoltasse nemmeno le mie parole, all’improvviso sentii le sue labbra leggermente umide sfiorarmi il lobo dell’orecchio, poi un piccolo morso, sussultai a bassa voce.
Non lo vidi, però potevo benissimo immaginare il suo sorrisetto perverso e soddisfatto. Arrossii e di scatto lo spinsi via.
Strinsi forte i pugni e lo guardai con rabbia: “Non osare mai più avvicinarti così a me, sono stata chiara?” digrignai i denti e senza attendere risposta, tornai nella mia bellissima prima classe.
Mentre tornavo tirai un respiro profondo per non impazzire e tra un passo e l’altro nella mia testa c’era un solo pensiero: Alejandro.
  
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