Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    11/06/2015    0 recensioni
Questa è una raccolta di “missing moments” che appartengono all'universo della serie “From Ashes” e che possono collocarsi prima, dopo o durante le storie “A World That Will Not Turn to Ash” e “The Nightwatchman”. Per non rischiare spoiler e per capire meglio i racconti, vi consiglio di leggere prima le altre due storie.
I racconti non saranno in ordine cronologico.
In ogni caso all'inizio di ogni racconto segnalerò il momento in cui esso si colloca.
Se ci sono momenti che avreste voluto vedere approfonditi nelle altre storie, vi invito a dirmelo nei commenti. Non garantisco né prometto nulla, ma se uno o più di essi dovessero ispirarmi, potrebbero diventare racconti. :)
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questo racconto è ambientato prima del primo capitolo di A World that Will not Turn to Ash, nel periodo di tempo compreso tra il ritorno dello sceriffo e il momento in cui Guy bussa alla porta di Marian.
*********************************************************

- Il Patto, Gisborne! Sei riuscito a recuperare il Patto?!
Lo sceriffo lo stava aspettando nella sala grande, ancora avvolto negli stracci laceri e puzzolenti che indossava quando Robin Hood lo aveva riportato al castello.
La gente che si era radunata in quella sala durante l'assedio ormai si era sparsa per le strade della città e la maggior parte degli uomini si stava ubriacando per festeggiare lo scampato pericolo.
Guy aveva superato diversi gruppetti di persone già ubriache tornando al castello dopo aver cercato di inseguire Robin Hood e uno di quegli uomini aveva anche cercato di offrirgli un otre dall'aspetto consunto perché si fermasse a bere con loro, ma Gisborne non aveva affatto voglia di festeggiare.
Era stanco, esausto e tutta la tensione provata durante l'assedio lo aveva lasciato profondamente scosso, ma ancora non poteva permettersi di riposare, prima doveva dire allo sceriffo che il Patto era andato, svanito di nuovo nelle mani di Robin Hood.
Fece un sospiro prima di entrare nella sala grande e chinò la testa alla domanda di Vaisey.
- No, mio signore. Robin Hood è riuscito a fuggire.
Lo schiaffo di Vaisey, duro e dato con il dorso della mano, lo colse di sorpresa e gli fece perdere l'equilibrio, facendolo cadere contro il tavolo. Si appoggiò con un braccio al piano di legno, ma quando fece per rialzarsi, si trovò una lama puntata alla gola.
- Sei inutile, Gisborne! Continui a collezionare un fallimento dopo l'altro, ma non sono più disposto a tollerarlo, sappilo. Un altro errore e per te potrebbe essere la fine.
Vaisey lo lasciò andare con uno spintone.
- Ora vattene! Sparisci! Ma domani dovrai portarmi la testa di Robin Hood, oppure sarà la tua testa quella che esporrò su una picca.
Guy non si azzardò a replicare, quando lo sceriffo era di quell'umore sarebbe stato inutile, e si limitò a eclissarsi dalla sala.
La guancia colpita dallo schiaffo dello sceriffo gli faceva male e se si toccava lo zigomo sentiva la pelle calda e un dolore pulsante. Molto probabilmente si stava già formando un livido, pensò Guy con un sospiro.
Di certo non era il primo che gli era stato lasciato dallo sceriffo.
Afflitto da quell'ennesima umiliazione, fu tentato di tornare direttamente nei suoi alloggi e buttarsi a letto per non pensare più a nulla fino al mattino successivo, ma sapeva che se lo avesse fatto non sarebbe riuscito ad addormentarsi.
Voleva vedere Marian, assicurarsi che stesse bene.
Le ultime parole che le aveva rivolto erano state una proposta di matrimonio, una via di mezzo tra una supplica e un ultimo desiderio.
Lo sceriffo, con il suo ritorno, era riuscito a togliergli la possibilità di ricevere una risposta e Guy non poteva fare a meno di chiedersi quale sarebbe stata.
Una sensazione di vuoto allo stomaco gli ricordò che non mangiava da molte ore e pensò che anche Marian non doveva aver avuto molte occasioni per farlo durante quella giornata frenetica.
Si diresse in fretta verso le cucine e sospirò trovandole completamente vuote. I servitori si erano volatilizzati e non si vedeva traccia di cibo sui tavoli o sul fuoco. L'unica persona presente era Allan che, seduto accanto al fuoco, stava rosicchiando un pezzo di pane raffermo.
- Ehi, Giz. - Lo salutò il giovane, chiamandolo con quel nomignolo irrispettoso che continuava a usare nonostante le minacce e i rimproveri di Guy. - Se cerchi del cibo, in quel cesto deve essere rimasta della frutta.
Guy gli lanciò uno sguardo irritato nel sentirsi chiamare in quel modo, ma decise di non mettersi a discutere con lui e si dedicò al cibo.
Afferrò una mela e la divorò a morsi senza sbucciarla, masticando in fretta ogni boccone per poter passare subito al morso successivo, come se quel frutto avesse potuto riempire il vuoto enorme che si sentiva dentro.
Gettò da una parte il torsolo e prese una seconda mela, ma stavolta la mangiò più lentamente, concedendosi di gustarne il sapore fresco e dolce.
Tra un morso e l'altro iniziò a dividere la frutta rimasta in due cesti più piccoli, scegliendo i frutti che avevano un aspetto migliore.
Finì di masticare l'ultimo pezzetto di mela e fece un cenno ad Allan. Il giovane si avvicinò e Guy gli porse un cestino.
- Portalo nelle segrete, a Sir Edward. Se riesci a trovarne cerca di portargli anche un po' di vino o almeno dell'acqua fresca e assicurati che non abbia bisogno di niente.
Allan obbedì senza discutere e Guy prese in mano l'altro cestino. Controllò per un ultima volta che la frutta con cui lo aveva riempito non fosse ammaccata e poi uscì dalle cucine diretto alle stanze di Marian.
Si strofinò gli occhi prima di bussare, la stanchezza gli dava l'impressione che il suo corpo fosse diventato pesante come piombo, ma non avrebbe potuto riposare bene senza prima aver visto la ragazza.
- Entrate. - Disse Marian da dentro la stanza e Guy pensò che già il solo suono della sua voce lo faceva sentire più leggero.
Spinse la porta ed entrò nella stanza con un sorriso sul volto e un cesto di frutta tra le mani.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal