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Autore: eugeal    14/06/2015    0 recensioni
Questa è una raccolta di “missing moments” che appartengono all'universo della serie “From Ashes” e che possono collocarsi prima, dopo o durante le storie “A World That Will Not Turn to Ash” e “The Nightwatchman”. Per non rischiare spoiler e per capire meglio i racconti, vi consiglio di leggere prima le altre due storie.
I racconti non saranno in ordine cronologico.
In ogni caso all'inizio di ogni racconto segnalerò il momento in cui esso si colloca.
Se ci sono momenti che avreste voluto vedere approfonditi nelle altre storie, vi invito a dirmelo nei commenti. Non garantisco né prometto nulla, ma se uno o più di essi dovessero ispirarmi, potrebbero diventare racconti. :)
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Questo racconto si colloca durante il capitolo 42 di "A World that Will not Turn to Ash", dopo che Guy viene portato nei suoi alloggi per essere curato da Djaq ************************************************************ Djaq lanciò un rapido sguardo al volto di Guy e si assicurò che fosse ancora privo di sensi prima di riprendere a ricucire il taglio sulla mano del cavaliere nero.
Djaq richiuse la ferita con punti piccoli e precisi, cercando di finire in fretta, prima che Guy si svegliasse. La ferita era profonda e di sicuro molto dolorosa, ma per fortuna sembrava che non avrebbe lasciato danni permanenti.
La ragazza annodò il filo e lo tagliò, cosparse la ferita con un unguento che avrebbe tenuto lontano il pericolo di un'infezione e la bendò accuratamente, poi appoggiò con delicatezza la mano di Guy sul letto e rimase a guardarlo per qualche secondo.
Gisborne era mortalmente pallido, tutto il lato destro del suo torace era coperto di lividi dove aveva colpito il selciato del cortile cadendo dalla piattaforma del patibolo e aveva il collo bendato dove era stato ferito dal pugnale di Barret, ma Djaq sapeva che comunque era stato fortunato.
Senza l'intervento di Robin Hood, Guy di Gisborne sarebbe sicuramente morto in un modo molto doloroso.
L'unica cosa che preoccupava un po' Djaq era il fatto che non avesse ancora ripreso i sensi. Doveva aver sbattuto la testa quando era caduto, ma la ragazza non poteva sapere quanto forte e che danni avesse subito.
Bagnò una pezzuola nell'unguento disinfettante e gli tamponò delicatamente il solco sanguinolento che la freccia di Robin Hood gli aveva lasciato sulla guancia, poi si chinò su di lui e lo baciò rapidamente sulla fronte, con affetto.
- Che hai la testa dura lo so già, ora svegliati presto, Marian ti aspetta. - Gli sussurrò all'orecchio, e quando si rialzò ebbe l'impressione di vedere qualcuno che si allontanava in fretta dalla porta socchiusa.
Djaq scosse la testa e sorrise tra sé, poi si mise a preparare un infuso di erbe che avrebbe aiutato Guy a sopportare il dolore e Marian a riposare.
Riempì due ciotole e ne lasciò una sul tavolo, poi prese l'altra e uscì dalla stanza. Allan era nel corridoio, appoggiato al muro con aria disinvolta, ma Djaq sapeva che era preoccupato e gli sorrise.
- Se non ha sbattuto la testa troppo forte si riprenderà. Tienilo d'occhio e fagli bere l'infuso che ho lasciato sul tavolo, ma aspetta che si svegli prima di darglielo.
Allan si staccò dal muro per avvicinarsi alla porta della stanza di Gisborne, e Djaq lo fermò.
- Dove sono gli altri?
- Robin è con Marian, Little John e Much sono andati a cercare di alleggerire un po' le finanze dello sceriffo, già che siamo qui tanto vale approfittarne, no? Will invece era da queste parti, ma ora non lo vedo, si era affacciato alla porta poco fa, poi è andato via. Cedric invece si è addormentato. - Allan fece un cenno della testa verso un giovane seduto a terra in un angolo, che dormiva profondamente e Djaq riconobbe il ragazzo che aveva aperto loro il cancello del castello e che poi aveva difeso Gisborne dalla gente di Nottingham.
- Chi è? Come mai tiene così tanto a Guy?
Allan alzò le spalle.
- Da quello che ho capito è l'unico soldato sopravvissuto all'imboscata di Barret oltre a Giz. Perché gli interessi così tanto non lo so.
Djaq sorrise.
- Beh, meglio così, quando si sveglierà rassicura anche lui. Ora è meglio che vada a vedere come sta Marian.
La ragazza si diresse verso la stanza di Marian e la trovò stesa a letto, con gli occhi pieni di lacrime e Robin seduto accanto a lei che le teneva una mano.
Nel veder entrare Djaq, Marian tentò di alzarsi dal letto, ma le gambe non la ressero e sarebbe caduta a terra se Robin non l'avesse sostenuta e aiutata a sdraiarsi di nuovo.
- Djaq, dov'è Guy? - Singhiozzò Marian. - Cosa gli è successo? È vivo?
Robin aveva lo sguardo puntato a terra e un'espressione cupa sul viso. Di certo le parole di Marian lo ferivano, ma cercava di non mostrare i suoi sentimenti.
- Sì, è vivo e sopravviverà. - Disse Djaq con dolcezza. - Ma ora tu devi riposare. Sei sfinita e non stai bene.
Marian scosse la testa.
- Lo dici solo per tenermi tranquilla. È morto, vero? Barret lo ha ucciso...
Robin interrogò Djaq con gli occhi e la ragazza gli rivolse un piccolo sorriso.
- Gisborne è vivo. - Ripeté.
- Devo vederlo. - Disse Marian, tentando di nuovo di alzarsi, ma Djaq le mise una mano sulla spalla per impedirle di muoversi e con l'altra le avvicinò la ciotola al viso.
- Prima bevi questo, ti farà sentire meglio. Poi, se proprio lo vuoi, ti accompagneremo da lui.
La ragazza non aveva abbastanza energie per discutere e prese la ciotola per berne il contenuto, poi si alzò in piedi e poco dopo si afflosciò tra le braccia di Robin, addormentata.
- Cosa le hai dato? - Chiese Robin, preoccupato.
- Quello che ho detto: qualcosa che la farà sentire meglio. È esausta e sconvolta, ha bisogno di dormire.
Robin fece un leggero sorriso, rimettendola a letto.
- Ce la farà pagare per questo, lo sai, vero? - Disse, poi tornò serio. - E Gisborne? È davvero vivo? Djaq annuì.
- È ancora svenuto e piuttosto malridotto, ma dovrebbe farcela. Spero che per quando Marian si sveglierà stia meglio anche lui.
Robin annuì, guardando per un'ultima volta la ragazza addormentata, poi le voltò le spalle e uscì dalla stanza, seguito da Djaq.
- Allora, - disse Robin in tono triste - torniamo nella foresta?
La ragazza gli mise una mano sulla spalla.
- Mi dispiace Robin.
Il fuorilegge sospirò.
- Evidentemente non era destino. Vado a cercare gli altri, tu torni con noi oppure devi restare qui per curare Gisborne e Marian?
Djaq scosse la testa.
- Non è necessario che resti. Non potrei fare di più di quello che ho già fatto. Però prima di andare via c'è una cosa che devo risolvere, aspettatemi al cancello.
La ragazza lo abbracciò per confortarlo, poi corse via, improvvisamente ansiosa.
Guy era quasi morto quel giorno e il suo amore per Marian, così profondo e disperato, aveva rischiato di essere spazzato via insieme a lui senza avere neanche una possibilità di realizzarsi e quell'ipotesi aveva spaventato a morte Djaq.
Come poteva sapere cosa le sarebbe successo in futuro? Lei faceva parte di una banda di fuorilegge e avrebbero potuto essere tutti uccisi da un giorno all'altro.
Davvero poteva permettere alla morte di prenderla senza aver detto a Will quello che provava per lui?
Doveva trovare il coraggio e rivelargli i suoi sentimenti prima che fosse troppo tardi.
Lo trovò nel cortile del castello, seduto all'ombra dell'unico albero che vi cresceva e intento a intagliare un pezzo di legno, con un'espressione cupa dipinta sul viso.
Djaq si avvicinò a lui, improvvisamente timida e Will alzò lo sguardo su di lei, senza sorridere.
- Allora, si salverà? - Chiese, tetro.
- Sì.
- Ne sono felice. - Disse Will, in un tono che lasciava intendere il contrario.
Djaq lo guardò, perplessa. Sapeva che Will non amava molto Gisborne, ma quell'atteggiamento la stupiva, poi ricordò la sensazione di essere osservata che aveva provato mentre stava curando Guy e le tornarono in mente le parole di Allan: Will si era affacciato alla porta della stanza a guardare e poi era andato via.
Doveva averla vista nel momento in cui aveva sfiorato la fronte di Guy con le labbra, pensò Djaq e sorrise tra sé: forse Will era così imbronciato perché era geloso di lei?
- Già, ne sono davvero molto contenta, Guy è una persona migliore di quanto non potessi immaginare. - Disse, decidendo di stuzzicarlo un po' per capire se era davvero geloso. - Non avrei mai pensato di poter provare affetto per lui.
- Ah. Lo immaginavo. Gli vuoi bene.
- Sì. Gli voglio bene. - Djaq lanciò uno sguardo a Will e vide che il giovane si era alzato e si era voltato per andarsene. - Ma c'è qualcuno a cui voglio molto più bene.
Will si fermò senza rispondere e Djaq proseguì.
- Qualcuno per cui provo qualcosa di molto più forte. Qualcuno che mi è entrato nel cuore giorno dopo giorno e che ne ha preso una parte sempre più grande fino a rubarmelo del tutto. Qualcuno che amo con tutta me stessa e che spero che provi gli stessi sentimenti per me. Qualcuno che in questo momento è molto vicino a me...
Will si voltò a guardarla, improvvisamente speranzoso.
- Se quel qualcuno adesso ti baciasse, cosa faresti?
Djaq gli sorrise, felice.
- Penso proprio che lo bacerei anche io. E saprei che anche lui mi vuole bene.
Will si avvicinò e la prese tra le braccia.
Poi si assicurò di farle sapere che anche lui la amava.

   
 
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