Da
tempo volevo scrivere di Elsa ed Anna che trovo personaggi meravigliosi!
Finalmente l’ho fatto ed eccovi qua il risultato… Sperando che vi piaccia e che
questo prologo vi spinga ad desiderare il resto vi auguro, come sempre: Buona
lettura!
Prologo: Sciarpe e stranieri
La
Regina di Arendelle guardò l’alba sorgere sul fiordo,
amava quel momento in cui il cielo e il mare sembravano essere una cosa sola.
Solo qualche mese prima quello era l’unico momento in cui riusciva a sorridere.
Ora però il suo mondo era cambiato. Con un leggero sorriso agitò delicatamente
la mano creando un elegante ricamo di ghiaccio nell’aria. Lo lasciò sparire poi
si allontanò dalla finestra e uscì dalle sue stanze.
La
colazione la stava aspettando, i domestici sapevano che era molto mattiniera.
Mentre sorseggiava il the rilesse la lettera che aveva scritto la sera prima,
indirizzata ai sovrani di Trenovia, soddisfatta la
mise tra le lettere da spedire.
“Buongiorno
Elsa!” Sorrise e si voltò.
“Buongiorno
a te Olaf”
“Sai
se Anna è sveglia? Ha promesso di aiutarmi a scegliere una sciarpa, ieri mi ha
mostrato un libro pieno di pupazzi di neve e quasi tutti avevano una sciarpa
quindi… non che tu non mi abbia fatto bene!” Aprì grande grande gli occhi poi
nel vederla tranquilla e sorridente continuò, “Ma mi piacerebbe averne una
anche io e Anna ha detto che appena si sarebbe svegliata saremmo andati a
comprarla”,
“E’
una bellissima idea Olaf, ma credo che Anna dormirà ancora per un po’” Sorrise,
era sempre stata una che preferiva dormire la mattina e giocare tutta la notte.
“Regina
Elsa” Attirò la sua attenzione un servitore, “E’ appena giunta una nave
straniera, portano doni per la Regina e la Principessa, e chiedono l’onore di
un’udienza.”,
“Straniera?
Non sappiamo da che regno provengono?” Chiese lei perplessa.
“Hanno
detto che sono Ivoriani, ma non conosco nessun regno con un simile nome…”
“Perché
non hai chiesto allora?” Chiese Olaf che si era seduto al tavolo della Regina
dopo un certo sforzo,
“Perché
sarebbe sgarbato Olaf” Spiegò lei poi annuì al servitore, “Dite loro che sarà
un piacere per me e Anna fare la loro conoscenza”.
L’uomo
si inchinò e uscì.
“Elsa?”
“Sì?”
“Credi
che ora Anna si sia svegliata?”. Elsa sorrise alla sua creatura,
“Non
credo Olaf”. Lui annuì, le gambe che ondeggiavano e gli occhi che percorrevano
la stanza, poi tornò a guardare Elsa.
“E
ora?”.
Anna
sbadigliò e si rigirò nel letto ormai drasticamente sfatto. Forse non avrebbe
dovuto passare la notte a leggere con Olaf, ma avevano trovato un libro sui
pupazzi di neve! Era impossibile non appassionarvisi. Si stiracchiò nel letto,
lentamente aprì un occhio poi il secondo, la luce aveva già invaso la stanza,
con un secco contr’ ordine richiuse gli occhi. Ruotò nel letto, si stiracchiò
ancora e riprovò. Questa volta andò meglio.
Dieci
minuti dopo riuscì ad alzarsi, si preparò ed uscì dalla stanza, era di ottimo
umore e aveva fame. Prima di mangiare però raggiunse lo studio del padre. Bussò
allegramente e aprì la porta senza attendere risposta, Elsa era lì.
Sorrise
nel vederla alla scrivania del padre, concentrata su qualche documento.
“Buongiorno
Elsa”
“Buongiorno
Anna”, si sorrisero, “E’ da almeno due ore che Olaf mi chiede se sei sveglia,
l’ho convinto ad andare a vedere le primule che sono sbocciate in giardino, ma
presto sarà di nuovo qui”
“Oh!
Sì, dobbiamo andare a scegliere una sciapa”
“Deve
avermi detto qualcosa del genere”, Sorrise Elsa e Anna non poté fare a meno di
imitarla, lo faceva così spesso ormai, ma era sempre un piacere, scaldava il cuore.
“Vai a mangiare, mi hanno detto che c’è una sorpresa per te…” Rise nel vedere
gli occhi di Anna brillare.
“Cioccolata!”
Disse lei e Elsa si strinse nelle spalle.
“Forse
ieri è arrivata una nave con il primo carico della stagione…” La ragazza quasi
corse fuori dalla stanza facendo ancora ridere Elsa, poi però la ragazza tornò
indietro.
“Grazie!”
Sorrise, “Buon lavoro!” Concluse poi fuggendo via.
Elsa
sorrise ancora, lei e sua sorella stavano ricucendo un rapporto andato perso, ma
era facile con Anna, lei era così solare e… speciale. Solo una persona
eccezionale come Anna avrebbe potuto perdonarla dopo tutto quello che le aveva
fatto. La sua fronte si corrugò al ricordo della sofferenza che aveva causato
la sua fuga egoistica. Con un senso di soffocamento ricordò come si sentisse
durante tutti quegli anni, chiusa non solo in una stanza, ma in se stessa. Si
alzò in piedi bruscamente e con uno svolazzo della mano richiamò il suo potere.
Lo sentì sgorgare da lei gioioso e felice. Allora poté respirare di nuovo,
quasi senza farci caso richiamò il ghiaccio che aveva ricoperto la parete
davanti a lei e lo dissolse nell’aria. Tutto andava bene.
“Elsa?”
Chiamò una voce e lei si voltò nel vedere Olaf guardarla perplesso, la porta
era rimasta aperta e il pupazzo di neve aveva visto il suo sfogo, “Stai bene?”
“Sì
Olaf, avevo solo bisogno di farlo” Lui la guardò poi sorrise.
“Certo,
capisco, se ti servo chiamami, potresti farmi più magro o più grasso o…”
“Tu
sei perfetto così Olaf”, un gran sorriso seguì alle sue parole.
“Dici
davvero?”
“Ma
certo, però sono sicura che una sciarpa ti renderà ancora più elegante”, questo
bastò per ricordargli il motivo della sua visita.
“Anna
è sveglia?” Chiese con un sorriso speranzoso.
“Sì,
la troverai nella sala da pranzo, sta facendo colazione, ma sono sicura che
finirà in un baleno”. Il pupazzo di neve la salutò e come Anna prima di lui
corse via lasciandola sola. Bene, era una regina dopo tutto, c’erano molti
doveri da assolvere. Questo le rammentò la nave dei forestieri, aveva
dimenticato di dirlo ad Anna, ora non le restava che sperare ritornasse in
tempo dagli acquisti.