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Autore: Little Wings    15/06/2015    7 recensioni
[Newtmas]
In cui Thomas è un idiota, Newt gli fa da infermiere personale e Minho se la ride. Quasi sempre.
#1
"Minho ha ragione," disse Thomas "sono un idiota. Come si fa a cadere dallo skateboard da fermi?"
#2
"Ho capito Tommy" lo rassicurò quello, pensando che l'amico fosse semplicemente adorabile quando arrossiva e balbettava in quel modo.
#3
"Facciamo una bella coppia di zoppi, eh?" disse Newt, alludendo alla sua caviglia malmessa - ricordo di un incidente avvenuto anni prima.
#4
"Dobbiamo fargliela pagare" sbottò Minho, mentre Newt metteva una pomata sullo zigomo destro di Thomas - praticamente, aveva colto l'occasione per carezzargli la guancia, ma l'amico non era certo contrario a quelle coccole.
#5
Quando il giorno dopo si presentarono a scuola mano nella mano, Minho andò loro incontro, preceduto dal suo "Era ora!", che molto probabilmente si sentì in tutta la scuola.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gally, Minho, Newt, Newt/Thomas, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5. La quinta volta in cui Newt gli fece da infermiere personale, Thomas era a letto con 39 di febbre. O, almeno, così pareva.
 

Quando quella mattina Thomas non si era presentato a scuola, Newt si era subito preoccupato, ma Minho l'aveva subito rassicurato dicendogli che l'idiota - perché, andiamo, chi è che riesce ad ammalarsi con 26° gradi in primavera? - si era beccato un'influenza ed era confinato a letto. Il biondo, seppur offeso dal fatto che non fosse stato avvertito prima da Thomas stesso, sembrò calmarsi - almeno sapeva che il suo Tommy era vivo.
Fu irrequieto per il resto del giorno, però, tanto che Minho fu costretto a dargli un pizzicotto quando si mise a parlare durante la seconda ora, interrompendo così il pisolino quotidiano dell'asiatico.
A pranzo, continuò a battere il piede sano per il nervosismo; ma sembrava l'unico preoccupato. Gli altri infatti scherzavano e chiacchieravano normalmente - Minho stava ridendo della sua agitazione, ne era certo. Il loro amico poteva essere prossimo alla morte e loro ridevano. Per fortuna c'era lui che si preoccupava per Tommy.
 
A: Tommy :)
Come stai ora?
 
A: Tommy :)
Ti stai curando, vero?
 
A: Tommy :)
Dopo passo a vedere come stai
 
A: Tommy :)
Tommy, mi sto preoccupando. Va tutto bene?
 
Il fatto che l'amico non gli rispondesse non aiutò affatto e, appena finì l'ultima ora, schizzò letteralmente fuori dall'aula. In seguito, Minho giurò di non averlo mai visto correre così velocemente. Quello che non disse è che durante la sua fuga, stava ghignando compiaciuto: sapeva perché il suo amico si comportava così, lo sapevano tutti - tranne i due idioti direttamente coinvolti -, praticamente. Per questo aveva accettato di reggere il gioco di Thomas - che non stava davvero male, ma questo Newt non doveva saperlo.
 
A: Thomas Testapuzzona
Newt è appena uscito, diretto a casa tua. Ha passato tutto il giorno chiedendomi se sapevo qualcosa di te. Era adorabile tutto nervoso
 
A: Thomas Testapuzzona
E non è stato il correttore automatico a scrivere quel  "adorabile" ;)
 
Da: Thomas Testapuzzona
Minho, tu lo sai che non mi faccio problemi a tirarti un pugno, si?
 
A: Thomas Testapuzzona
Rilassati, non te lo rubo mica  ^.^
 
A: Thomas Testapuzzona
E SCOPATE che non vi sopporto più
 
Quando Newt arrivò a casa dell'amico, praticamente non salutò nemmeno la madre del moro, troppo occupato a correre nella camera di Thomas. Quando spalancò la porta, si trovò davanti l'ultima scena che avrebbe mai immaginato. Thomas infatti stava ascoltando la musica con gli auricolari, dandogli le spalle, mentre ballava - in un modo un po' scomposto e poco coordinato, a dirla tutta.
"Tommy?" lo chiamò Newt, sgomento. Non era costretto a letto perché malato?
L'amico però non lo sentì e fu quindi costretto a mettergli una mano sulla spalla. L'urletto poco virile che lasciò la gola di Thomas indicò che si era accorto della sua presenza. Sapeva che sarebbe arrivato - aveva letto i suoi messaggi, non aveva risposto solo per farlo preoccupare un po' di più -, ma si era messo ad ascoltare una canzone che gli aveva mandato Brenda e non si era accorto del tempo che scorreva.
"N-Newt" balbettò, cercando di capire lo stato d'animo del ragazzo.
"Vedo come stai male" disse quello, acido, incrociando le braccia al petto.
"Posso spiegarti" replicò subito l'altro, maledicendosi per essere caduto nel solito cliché.
Thomas non era stupido, forse un po' ingenuo a volte, ma non stupido, e si era accorto dei comportamenti di Newt nei suoi confronti. Alcuni potevano passare per semplice affetto fraterno, ma altre proprio no. Si preoccupava decisamente troppo per lui, non come Minho, che si faceva sempre due risate quando il moro si faceva male - okey che Minho era Minho, ma era pur sempre uno dei suoi migliori amici.
Al moro però questo attaccamento da parte del biondo non dispiaceva, anzi, più di una volta finto di stare male - come quella volta che gli tirarono una pallonata in pancia e finse di avere molto male, guadagnandosi una dose extra di coccole di Newt - esattamente come quel giorno. Sapendo che Newt aveva l'istinto di crocerossina, Thomas - e Minho, perché senza di lui non sarebbe andato da nessuna parte - aveva ideato quel piano: far credere al biondo di stare male, in modo da poter vedere la sua reazione e farlo accorrere da lui.
La verità era che, per quanto gli piacessero tutte quelle attenzioni, voleva qualcosa di più. Aveva già fatto i conti con la sua bisessualità barra omosessualità barra Newtsessualità - non era molto sicuro che esistesse davvero come parola, ma chi non avrebbe voluto essere Newtsessuale? - e la sua cotta per uno dei suoi migliori amici, non gli rimaneva che prendere il coraggio a due mani e confessare il suo infatuazione.
Ovviamente sperava di non aver frainteso i comportamenti del biondo - in quel caso, si sarebbe volentieri scavato la fossa con le sue mani.
Newt gli fece un cenno del capo, invitandolo a continuare.
"Si, ecco... noi... io... Uhm" balbettò il moro, grattandosi la testa in cerca delle parole giuste.
Forse avrebbe dovuto ascoltare Brenda e provare un discorso. Forse.
Il biondo roteò gli occhi. "Mi hai fatto credere che stavi male, vengo qui e scopro che invece sei sano come un pesce, ma non riesci a spiegarmi perché l'hai fatto?" chiese, prima di girarsi, pronto a uscire.
La sua fuga venne però bloccata dalle braccia di Thomas, che lo circondarono avvicinando i loro corpi, schiena contro petto. La testa di Thomas posava sulla spalla del biondo e Newt lo maledisse per essere cresciuto così tanto - una volta era il moro il nanetto del gruppo -, ma non si ribellò a quell'abbraccio, visto che non gli dispiaceva.
"Penso di essere innamorato di te" sussurrò Thomas, così piano che Newt non l'avrebbe sentito se non fosse stato così vicino a lui.
"Pensi o ne sei sicuro?" chiese il biondo, con il cuore che batteva all'impazzata e una paura folle che il suo amico non fosse sicuro dei suoi sentimenti. Perché lui era più che sicuro dei suoi.
"Sono sicuro"
"E allora lasciami andare" ordinò Newt, divincolandosi dalla stretta dell'altro.
In tutta risposta, Thomas rafforzò la sua presa. "Non voglio guardarti negli occhi mentre mi dici che per te sono solo un amico"
"Chi ti dice che ti rifiuterò?" chiese il biondo divertito.
Il moro allentò il loro abbraccio, sorpreso, lasciando a Newt la possibilità di girarsi. Il biondo incrociò i suoi occhi con quelli di Thomas, sorridendogli.
"Pensavo che volessi sapere se sono davvero innamorato di te perché in caso di dubbio non avresti nemmeno dovuto rifiutarmi, ti bastava dirmi che non è possibile o una cosa del genere…" iniziò a blatrare Thomas.
La risata di Newt riempì la stanza. "Sei un idiota" disse, prima di unire le loro labbra in un dolce bacio.
A Thomas servirono un paio di secondi per elaborare il fatto che Newt, il ragazzo di cui era innamorato perso, lo stesse baciando. Poi ricambiò il bacio, passando le mani sulla schiena dell'altro e spingendoselo addosso.
Minho aveva ragione: era proprio una testa di caspio.
 

Quando il giorno dopo si presentarono a scuola mano nella mano, Minho andò loro incontro, preceduto dal suo "Era ora!", che molto probabilmente si sentì in tutta la scuola. I due neofidanzatini arrossirono imbarazzati, ma non sciolsero le loro mani - Thomas era deciso a non allontanarsi dal biondo per più di qualche secondo e Newt non aveva certo intenzione di lamentarsi.
 






 
Ci ho messo una vita ad aggiornare, lo so, e mi dispiace perché il capitolo era pronto da un po’, ma non ho avuto tempo! Però ora sono qui.
Questa storia è finita e so che vi mancherò, ora, e visto che è l’ultimo capitolo, ci terrei molto a sapere cosa ne pensate, sia di questo che dell’intera storia :)
È la prima volta che riesco a portare a termine qualcosa che non sia una One Shot e sono molto felice per questo. Forse scriverò un seguito (una OS), ma più avanti, adesso sono completamente assorbita da un altro fandom.
Alla prossima,
Little Wings





 
  
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