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Autore: Sasita    15/06/2015    0 recensioni
Quando Jacinda e Will lasciano il clan, la vita di tutti ovviamente va avanti. Ma come? Cosa succede a Jacinda, a Will, a Tamra, a Cassian, o a Deghan? La loro vita riesce a prendere un ritmo tranquillo e a renderli felici?
Genere: Azione, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jacinda


Hawaii




 
Forse abbiamo esagerato. Effettivamente la nonna di Will era più ricca di quanto mi immaginassi, per cui non si è fatta problemi quando lui le ha detto che avrebbe voluto visitare le Hawaii. Io non ci ho creduto finché non mi ha portata in aeroporto, ovviamente. E perché avrei dovuto? Da quanto abbiamo lasciato il clan ci stiamo arrangiando come meglio possiamo per tirare avanti, e ce la stiamo cavando bene, anche grazie alla mamma che ha trovato un ottimo lavoro in ospedale. Ormai sono passati un paio d’anni da quando la mamma è stata esiliata e nel frattempo ha preso una laurea in farmacologia nel mondo degli umani, così può sfruttare le sue incredibili doti innate di draki verda anche al di fuori del Clan, e guadagnarci decisamente di più. Io e Will studiamo, e lavoriamo un po’ part time. E’ una vita normale, umana, ma ovviamente non lascio mai perdere la mia vera natura. Di notte, spesso, io e Will ci appartiamo in un boschetto con fitti alberi alti, nel mezzo al quale c’è una piccola radura coperta di brillanti fiori lillà. Lì spesso mi manifesto, e Will mi guarda attonito e ammirato mentre mi alzo in volo e danzo tra le foglie e faccio piroette su me stessa andando su e giù. Anche lui cerca di sfruttare le sue doti draki quando può: la nostra teoria è che, come per me se tengo vivo il draki che ho dentro continuerò a invecchiare lentamente come è mia natura, forse sarà lo stesso anche per lui. Mentre rimugino guardo il sole che si tuffa nell’orizzonte rosso fuoco. Con le dita giocherello distrattamente con la cannuccia del cocktail al cocco che ho tra le mani. In questo posto mi sento stranamente viva. L’aria è così umida e calda che la mia pelle è sempre appiccicosa e bagnata, un balsamo per il mio corpo che reclama costantemente idratazione. Anche se non lo vedo, so che Will sta guardando me. Sento i suoi occhi che si posano sui miei capelli infuocati, resi lucenti e ancora più ignei dai raggi caldi del sole. So che mi sta mangiando con gli occhi e la cosa mi lascia sfuggire un sorriso compiaciuto.
«Che c’è?», mi chiede.
Mi volto a guardarlo con un piglio malizioso stampato in volto. «Mi guardi»
«Già», ammette. Dà una sorsata al suo mojito tropicale e mi trapassa con lo sguardo. «Sei bella».
Il complimento mi fa arrossire. Nonostante il tempo passato Will non smette mai di farmi sentire bellissima, come mi disse quella prima volta dentro a una grotta, quando credevo che mi avrebbe consegnata ai cacciatori. Il mio corpo, che era girato verso il mare infuocato, si gira verso di lui così da trovarmelo completamente davanti, dall’altra parte del tavolino.
«Alla fine ci siamo riusciti ad avere un bell’appuntamento, eh?»
«Vero, anche se nonostante i due anni che sono passati non siamo ancora andati in quel famoso ristorante greco di cui avevo parlato...»
Rido di gusto. Come se mi interessasse ormai. All’epoca era tutto incerto, e poi ci siamo ritrovati in una parabola discendente che ci ha fatto credere ad entrambi di non potercela fare. E invece ce l’abbiamo fatta, ben oltre le nostre aspettative, oltretutto. Lui risponde alla mia risata con un pizzicotto lieve sulla mano, ed entrambi ci sporgiamo per scambiarci un bacio che sa di menta, cocco e sale marino. Siamo entrambi ancora in costume, dopo una giornata passata ad abbrustolirci al sole. In realtà non ci avevo mai provato, per cui non avevo idea che la mia pelle potesse assumere un colorito così tanto scuro, rispetto al mio normale incarnato pallido di quando stavo tra le nebbie del clan. La mia pelle abbronzata ha un colore caramellato che tende al rosa, piuttosto scuro, e ricorda molto di più il tono di certe scaglie della mia pelle di draki. Mi piace. Mi fa sentire più vicina alla mia me sputafuoco, anche in forma umana. Anche Will è abbronzato, ma il suo colorito è più bruno, più terra bruciata che caramello. E’ ancora più bello con quella pelle calda e scura e i capelli resi più chiari dal sole. Oppure semplicemente sono le novità che mi fanno piacere di più questa versione di me e lui.
Nel frattempo si avvicina una cameriera. Indossa un gonnellino di foglie di palma e un top rosa su cui troneggia un’immensa collana di fiori. Veri. I suoi capelli e il suo viso mi ricordano moltissimo un film d’animazione che vidi tanto tempo fa con mio padre, quando ancora né io né Tamra ci eravamo manifestate, e la nostra sembrava ancora una famiglia la cui felicità era perfetta e intoccabile. Lilo e Stitch, mi pare si chiamasse.
«Desiderate qualcos’altro da bere?», chiede cordialmente. Io e Will ci guardiamo, e leggo nei suoi occhi dorati da sole lo stesso che penso io.
«In realtà avremmo fame, ma non abbiamo ancora capito come funziona qui...», dice lui, in tono sommesso.
La cameriera sorride, dopotutto sa che siamo appena arrivati e che non abbiamo aspettato neanche un attimo da stamattina per fare domande: è la stessa a cui appena arrivati, dopo sei ore di volo e il check-in in albergo, abbiamo chiesto quale fosse il nostro ombrellone. Dopo di che ci siamo bloccati sotto il sole e non ci siamo più mossi. Non è sorpresa che abbiamo fame e non sappiamo niente di come funzioni questo posto.
«Allora», comincia, «Il nostro resort offre un’ampia scelta. C’è il ristorante con buffet, il bistrot che offre specialità di pesce nouvelle cousine, la braceria sul mare e abbiamo anche il supermercato con tutti i prodotti tipici, nel caso in cui voleste provare voi a prepararvi qualcosa nel vostro bungalow».
Tra me e Will c’è un’altra occhiata. Siamo sicuri che nei prossimi sei giorni proveremo qualsiasi cosa il nostro resort possa offrirci, e sicuramente vedremo anche qualcos’altro sull’isola, ma nel frattempo con lo stomaco che brontola e reclama cibo dopo 23 ore di digiuno, non disdegniamo di sicuro la possibilità di mangiare a volontà con il buffet.
«Il buffet per stasera va benissimo», dico dopo il cenno d’intesa che ci siamo scambiati.
«Perfetto, allora quando volete potete accomodarvi a un qualsiasi tavolo sulla spiaggia, pochi metri più avanti sulla sinistra».
La ringraziamo e lei se ne va, lasciandoci al nostro tavolino ad assaporare ancora un po’ il relax che ci dona la musica hawaiana in sottofondo, unita al prepotente rumore delle onde che si infrangono sulla battigia. Il sole ormai non si vede più all’orizzonte, ma i suoi raggi dorati continuano a inondare di luce la linea dritta del mare, trasformandola in lava incandescente all’occhio.
«Com’era il mojito tropicale?»
«Buono! Scusami se non te l’ho fatto assaggiare, ma so che gli alcolici non ti fanno impazzire...»
«Hai fatto bene. D’altronde nemmeno io ti ho fatto assaggiare questa... come si chiamava?»
«Virgin Colada»
Ah, ecco. Will mi aveva fatto tutto un panegirico sul fatto che si chiamasse virgin colada perché non c’era l’alcool, mentre la versione alcolica si chiamava...
«Pina colada». Come al solito, sembra leggermi nel pensiero. E per un attimo penso che lo possa fare davvero, ma poi ricordo che in realtà, l’unico che possa leggermi nelle emozioni sarebbe Cassian. Ma è troppo lontano perché ci riesca. Almeno lo spero per lui, perché posso solo immaginare come sarebbe disgustante per lui sentire tutte queste emozioni stucchevoli dentro di me. Cassian. E’ tantissimo che non lo vedo e non lo sento, chissà che fine ha fatto. In quel momento, decido che appena torneremo a casa, in Oregon, gli scriverò. Ma non adesso. Adesso non mi va di pensarci, perché sono esattamente dove voglio essere, e con chi voglio essere.
«Come ci riesci?», chiedo allora.
«A fare cosa?»
«A sapere esattamente cosa sto pensando»
Ride. «Non è difficile», esclama allargando le braccia, «Quando pensi a qualcosa che non ricordi, o che non ti torna, aggrotti leggermente la fronte, e le tue sopracciglia si avvicinano un po’. Visto che non ricordavi il nome di ciò che hai bevuto, ho dedotto che non ricordassi come si chiamava la sua copia alcolica. Tutto qui»
«Confermo che sei intelligente». Anche troppo per me. Scaccio subito quel pensiero ostile, ormai non c’è più niente che ci metta in pericolo, né alcun motivo per dover pensare che non dovremmo stare insieme. Per ora.
Il modo in cui la mia mente ha voglia di fare la disfattista, stasera, è intollerabile. Per cui scaccio ogni possibile triste pensiero e mi concentro su Will, sui suoi occhi, i suoi capelli, le sue mani grandi e su quello che sono capaci di fare. E in un momento penso a quando mi accarezza, come riesce ad accendermi, a rendere vivo non solo il mio desiderio umano, ma anche il mio desiderio draki. E’ una sensazione incredibile. Sorrido a questo pensiero che mi accende, e non posso fare a meno di desiderare per un attimo che la cena finisca presto, per poter assaporare una notte tutta per noi, lontano davvero da tutto e da tutti, in una vacanza tutta nostra. Lui sembra intuire e un guizzo di rossore gli tinteggia le guance. Ci guardiamo, ci scambiamo sorrisi sciocchi, intrecciamo e strecciamo le dita come se non ci fosse nient’altro a cui pensare al mondo.
E per una volta non mi sorprende rendermi conto che, effettivamente, non abbiamo nient’altro a cui pensare.








dice l'autrice:
Non ho mai scritto niente di fantasy. Non che questo lo sia, al momento, ovviamente, ma ispirandosi a una storia fantasy probabilmente lo diventerà. In ogni caso, il fantasy e le storie che riguardano la magia, o la mitologia, o creature fantasiose come appunto i draghi mi hanno sempre affascinata. In questa raccolta cercherò di immaginare come può essere la vita di tutti i personaggi della storia di firelight dopo la fine dell'ultimo libro, Hidden. Questa saga è una delle poche che mi ha lasciato addosso il desiderio di scriverci sopra qualcosa che ne riguardasse il continuo. Questo perché apre talmente tante possibilità su tutti i personaggi, da essere una miniera d'oro per i miei neuroni fantasticanti. Spero che abbiate goduto la lettura, e nel caso vi fosse particolarmente piaciuto ciò che ho scritto, non siate timidi e commentate.
Un caso saluto

Sasy

 
   
 
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