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Autore: Riku_Lucis_Caelum    17/06/2015    1 recensioni
Esistono tanti universi, infiniti. Come le stelle del cielo. E proprio su una di quelle stelle esistono persone uguali a “loro” anche se sostanzialmente diverse.
Un isola del destino, un bellissimo mare azzurro come il cielo che lo sovrasta, tre ragazzi e una grande avventura.
La storia è in metto tra la fine del due e l'inizio del 3D (Dream Drop Distance)
è una specie di "esperimento" ^^" spero piaccia aspetto commenti
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Kingdom Hearts II, Contesto generale/vago
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Si era alzata presto ma fuori il cielo era scurissimo e pioveva incessantemente.
Sospirò afflitta seduta sul letto guardando fuori dalla finestra.
Uno giorno a casa, un giorno senza lei.
- Cavolooooo! – sclerò la ragazza lanciando un cuscino contro la parete davanti a se, buttandosi poi all’indietro nel letto schiudendo gli occhi.
Era frustrante stare a casa, odiava i giorni tristi e uggiosi come quello si sentiva in gabbia.
Si alzò dal letto e si stiracchiò e in calzoncini e canotta scese di sotto e trovò il padre che cucinava pancakes.
- Giorno cucciola… vuoi ? – disse facendo saltare una frittella nella padella facendola ricadere dentro di essa perfettamente.
Lei stava appoggiata allo stipite della porta e lo guardava con la faccia da cucciolo abbandonato.
- Con tanto sciroppo al cioccolato?- domandò lei.
-Quanto ne vuoi… - sorrise il padre, era troppo tenera quando faceva così.
-E con le fragole? – domandò di nuovo la ragazza.
Lui annuì con la testa avvicinandosi al tavolo e poggiando il pancake caldo nel piatto.
-Dai amore che si freddano… - sorrise versando lo sciroppo al cioccolato sulla frittella.
A Sora brillavano gli occhi, adorava i pancakes ma più di tutti quelli che gli faceva il papà. Si catapultò in cucina sedendosi a tavola e iniziando a gustarsi il suo dolce caldo e superbuono.
-Mi pizzicano le guance hehe – ridacchiò arrossendo.
Il padre si sedette davanti a lei mangiando a sua volta.
-Lieto che la mia cucciola gradisca… - disse facendole l’occhiolino.
Fecero una lunga colazione, chiacchierava e rideva con il padre e mangiava il suo dolce preferito, ne aveva mangiati fino a scoppiare.
Era seduta e guardava mentre il padre lavava i piatti.
-Piove proprio tanto… - uggiolò la castana fissando fuori dalla portafinestra della cucina che dava sul giardino.
- È si… pare non voglia smettere … oggi è pericoloso uscire in barca… - disse tranquillo con le mani nell’acqua.
A Sora le si spezzava il cuore, oggi più che mai voleva rivederla ma sembrava che l’intero mondo le si fosse rivoltato contro, pioveva a dirotto , il mare era giustamente in burrasca e di uscire non aveva speranza.
- Vuoi far venire Riku qui a casa? Almeno non resti da sola… - si voltò verso la figlia asciugandosi le mani e la guardò.
-posso posso? – disse quasi arrampicata sul tavolo, in ginocchio sulla sedia tutta festante.
- Ovvio… se vuoi può restare a dormire… stanotte devo trattenermi al lavoro… - sbuffò lui ripiegando la pezza con cui si era asciugato le mani.
- Papi… - fece la faccia triste sapendo che il padre sarebbe stato fuori la notte.
Lui si mise a ridere e si avvicinò a lei stropicciandogli i capelli.
-Sono grande sai? Non devi preoccuparti… forza fila a chiamare la tua amica…-ridacchiò l’uomo.
La ragazza scoccò un dolce bacio sulla guancia e corse a chiamare l’amica rubandosi il cordless dal mobile nel corridoio e salì le scale in velocità.
- Sempre di corsa quella scalmanata… - disse incrociando le braccia con un sorriso intenerito sulle labbra.
 
Si fiondò nel letto e prese a digitare il numero di Riku, sperava con tutto il cuore che dicesse di si.
Uno quillo, poi un altro.
-Pronto?- disse la voce dall’altro capo.
- Riku sono Sora… - disse lei dondolando i piedi dal letto.
- È successo qualcosa? – chiese lei con estrema tranquillità.
Sora fece un bel respiro e con un sorriso che non riusciva a togliersi glielo chiese.
_ti va di venire qui e restare a dormire? – chiese tutto d’un fiato, fremendo nell’attesa di una risposta.
Dall’altra parte ci fu un po’ di silenzio poi un sospiro rilassato.
- Certo… mi passa a prendere tuo padre?- chiese l’argentea .
Sora che, come tutti sanno, era delicata come un fiore si mise a urlare come una cornacchia.
- PAAAAA! LA VAI A PRENDERE TE RIKUUUU???? -  la ragazza dall’altro capo dovette allontanare l’orecchio dal telefono per non diventare sorda.
E mentre era ancora stordita dalla “soave” voce della castana ottenne la risposta da lei.
-A detto si, tra dieci minuti è la’ d’accordo?- domandò.
- Va bene… a tra poco allora… - stava per riagganciare quando sentì un mugolio.
-Mi… mancavi… s…sai?- mugolò lei dolcemente mordendosi poi il labbro.
L’argentea se la riusciva a immaginare, rossa e accucciolata nel letto con gli occhi lucidi mentre lo sussurrava.
-Anche a me…  e ci vedremo presto… - disse tranquilla abbozzando un timido sorriso che Sora non avrebbe mai potuto vedere.
 
Riku aspettava il padre dell’amica sotto il portico di casa sua con uno zainetto in spalla. Non ci mise molto ad arrivare anzi, fu puntualissimo e la ragazza fece una lieve corsa salendo poi in macchina.
-Tutto bene?- chiese l’uomo con un sorriso quasi identico a quelli di Sora.
L’argentata annuì e lui ingranò la marcia per avviarsi poi per la strada verso casa.
Sora intanto si era messa a rassettare la stanza, era parecchio disordinata e aveva di tutto sparso per la stanza, dalla biancheria alla canna da pesca.
- e questo? – disse perplessa con in mano un mucchio di panni e nell’altra teneva un paguro ancora vivo e vegeto.
Sentì suonare il campanello e ammucchiò nell’armadio qualsiasi cosa avesse tra le mani tranne il paguro che una volta rinchiuso nella sua conchiglia cadde a terra con un lieve suono che Sora non sentì. Chiuse in fretta l’armadio precipitandosi alla porta rischiando di cadere per le scale mettendo un piede in fallo ma per fortuna, si sorresse al corrimano. Arrivò alla porta aprendola senza più fiato trovandovi dietro suo padre e Riku.
- Hai corso amore? – le disse il padre con un sorriso divertito vedendo quella scapestrata di sua figlia in quelle condizioni.
Riku invece scosse la testa pensando a quanto fosse maldestra quella ragazza ma anche a quanto fosse dolce.
Li fece entrare e chiuse la porta, mentre con lo sguardo seguiva Riku che, si guardava intorno notando in quella casa qualcosa di diverso, alche il padre di Sora gli posò una mano sulla spalla facendola appena sobbalzare.
-Noti differenze dall’ultima volta nh?- disse l’uomo prima di andare in cucina a preparare qualcosa che le ragazze potessero riscaldare per cena.
Riku in effetti aveva notato qualcosa di diverso ma ancora le sfuggiva cosa, poi i suoi pensieri vennero interrotti dalla castana che festante la tirò per ma la mano trascinandola di sopra con il suo passo delicato come quello di un ippopotamo.
Già, adorava quella ragazza non lo poteva negare.
Arrivate di sopra Sora le mostrò la sua stanzetta con orgoglio ed era più o meno in ordine.
-Visto? L’ho sistemata…- disse tutta contenta quando poi Riku posando la borsa accanto alla scrivania notò qualcosa.
Si chinò a prendere il piccolo intruso che pascolava sul tappeto.
- E lui? È il tuo amante? – disse prendendola un po’ in giro tenendo tra le dita la bestiola.
Sora arrossì e sospirò non cercando nemmeno di trovare le parole per giustificare la presenza di quella creaturina nella sua stanza.
Riku si guardò attorno cercando qualcosa in cui mettere quel povero animaletto trovando poi una scatola di scarpe vuota poco vicino al letto, ci levò la carta da dentro e ci mise la bestiola.
-Poi appena il tempo si aggiusta lo riportiamo in spiaggia…- disse l’argentea sorridendo dolcemente mentre guardava la ragazza.
A Sora mancò quasi un battito. Dio quanto era bella.
Non l’aveva notato probabilmente ma l’albina non aveva smesso un secondo di sorridere da quando l’aveva portata in stanza, dentro di se quella ragazza esplodeva di gioia. Poteva stare con la sua piccola e maldetra amica, che ormai per lei era molto più di questo.
Allungò una mano ad accarezzarle quel faccino adorabile e Sora non si scostò anzi chiuse gli occhi lasciandosi carezzare e chiedendo ancora più coccole strusciando con dolcezza la guancia sulla mano della ragazza.
Allungò piano una mano cercando di prendere quella della più grande nella sua, le sfiorò appena le dita e subito Riku le prese la mano intrecciando le dita con le sua senza però smettere di carezzarla.
-SORA!- l’urla del padre le ridestò entrambe così scesero le scale tenendosi ancora la mano andando a vedere cosa volesse il genitore.
Era davanti alla porta con la borsa in mano.
-Cucciola, Riku io vado al lavoro… mi raccomando badate alla casa… ah si… la cena è già pronta dovete solo scaldarla…- disse poi l’uomo prendendo le chiavi dal mobiletto. Sora e Riku dalle scale lo salutarono guardandolo uscire di casa.
Sentirono il rumore dell’auto accendersi e poi allontanarsi così Sora guardò l’amica.
-Hai fame? – chiese con il suo solito sorrisone dolce e innocente.
A ben pensarci l’argentea iniziava a sentire un leggero languore e poi erano le otto passate.
-Si… dai andiamo… - disse scendendo per le scale trascinando dietro se la più piccola.
Andarono in cucina e scaldarono quello che aveva preparato il padre o meglio, Riku riscaldava la cena mentre Sora apparecchiava la tavola tutta allegra.
Era felicissima di non essere sola a casa e ancora di più che con lei ci fosse Riku. Si sedette in tavola e poco dopo Riku portò tutto già bello impiattato e si prepararono a mangiare.
 
Avevano finito di mangiare e ora si erano accoccolate sul divano l’una nelle braccia dell’altra. La più grande era stesa dietro Sora e le carezzava i capelli con dolcezza posandovi qualche lieve e dolce bacio sulle tempie mentre Sora giocava con le dita di una delle mani che l’altra aveva attorno alla sua vita.
Erano in paradiso, era bello il tepore che si generava quando erano l’una vicino all’altra.
La castana si voltò girandosi verso l’amica e le carezzò il viso.
- Mi piaci… davvero tanto… - sussurrò poi con voce dolce mentre le sfiorava una guancia.
Lei le prese la mano nella sua baciandone poi il palmo.
- Anche tu a me… - sussurra con le labbra ancora poggiate sulla pelle di lei.
Riku era semplicemente stupenda, dolce e infinitamente gentile. Aveva iniziato ad adorarla quasi d’improvviso e ora, non aveva occhi che per lei.
-Andiamo di sopra?- sussurrò con dolcezza la più grande baciandole una guancia.
A quella proposta Sora annuì per poi arrossire nel capire quanti sensi, avrebbe potuto avere quella semplice frase.
Si alzarono dal divano e mano nella mano salirono le scale fino alla camera della ragazza, appena entrate la camera sembrava illuminata da una luce quasi magica. La luna faceva capolino dalle nubi dense e cariche di pioggia , che ora si dirigevano altrove portate dal lieve vento.
Entrò trascinando la castana dietro di lei, non chiuse la porta perché tanto nessuno l’avrebbe disturbate.
Si sedette sul letto incitando la compagna a sedersi sulle sue gambe.
-P…peso…. – mugolò la castana arrossendo.
-Non dire scemenze…- aggiunse in risposta Riku tirandola per le mani e facendola sedere sulle proprie gambe.
Non era pesante, era solo infinitamente dolce con quelle gote rosse. Era tenerissima mentre imbarazzata si mordicchiava il labbro inferiore.
Riku le prese il viso tra le mani iniziando a posare delicati baci su quelle morbide labbra, che li accolsero tra un mugolio e un ricambiare impacciato. La castana gli posò le mani sulle spalle abbandonandosi ai baci che da dolci e lievi diventavano mano mano più passionali, più violenti ma sempre carichi di quella dolcezza che era tipica della sua compagna.
Tra baci e carezze Sora iniziava a provare dei stupendi brividi lungo la schiena, e mentre Riku le sollevava la maglietta scoprendo le il torace, lei tirava giù la zip della giacchina scoprendo il seno prosperoso della ragazza. La maglia di Sora cadde in terra e subito la castana le mise le braccia al collo spingendola indietro nel letto riprendendo a baciarla con dolcezza.
I respiri diventavano ansimi, si udivano solo loro e il lieve grattare del paguro nella scatola delle scarpe, mentre la luna pallida illuminava quella dolce passione che aveva preso le due ragazze.
 
Erano nel letto a coccolarsi, coperte solo dal lenzuolo, Sora era appoggiata alla spalla di Riku che dolce giocava con quel scarmigliati capelli della sua compagna.
- Credo di avere fame… - mugolò la castana dandole un dolce bacio sulla guancia.
Riku fece un lieve sorriso mentre si rilassava con la sua dolce metà nel letto.
-E che vorresti mangiare?- disse con gli occhi chiusi.
Sora si mise a pancia in giù nel letto dondolando i piedi che uscivano dalle lenzuola scombinate.
- C’è del gelato… - disse per poi guardarla ridendo  -Ne vuoi? – aggiunse poi.
L’argentata aprì appena un po’ un occhio per guardarla.
- Ovvio e… - si alzò di corsa con indosso solo le mutandine. – Chi arriva per ultima ne mangia un cucchiaio in meno!-  rideva e sorrideva mentre corse come una scheggia nel corridoio.
Sora balzò subito e corse appresso a Riku, non avrebbe rinunciato ad un cucchiaio di gelato, a meno che Riku in cambio non le avesse dato un altro bacio, allora forse avrebbe potuto anche rinunciarvi.
 
La luna ora era alza nel cielo e illuminava il letto vuoto e devastato, il paguro grattava la scatola cercando di uscire mentre le due giovani amanti ridevano tra un bacio e un cucchiaio di gelato.
-Adesso ho capito cosa c’è di diverso! –esclamò l’argentata interrompendo persino la compagna che mangiava.
Sora era perplessa e piegò la testa non capendo a cosa si riferisse.
Ma Riku se ne era accorta, proprio attaccato alla parete di fronte all’entrata c’era una foto, una foto molto molto importante.
Era la foto di due bambine piccole che in riva al mare si rincorrevano l’un l’altra e che ora grandi erano in cucina a imboccarsi a vicenda con i cucchiaini sorridendo e scambiandosi dolci effusioni.
 
 
Fine.
 
P.s.
Ci ho messo un po’ a finire questo capitolo ma spero sia venuto abbastanza carino. Era la mia prima di questo genere e poi volevo davvero andarci leggera. Aspetto critiche e commenti come sempre ^^ alla prossima storia!
   
 
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