I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
A MusicDanceRomance
“Hai paura?”
“Tu non ne hai?”
Luna non rispose, né con gesti, né con parole, si limitò a fissare attenta Dean, mostrando le sopracciglia chiare inarcate e le labbra strette.
Le fu possibile vederlo dapprima dubbioso, preoccupato poi, spaventato infine; per un istante, ebbe la sensazione che l’avrebbe scossa per sincerarsi che nessuna maledizione l’avesse colpita e immobilizzata.
“Mettiamoci a testa in giù, Dean.”
Accompagnò quelle parole con un sorriso incoraggiante e un agile movimento del corpo che la portò stesa in terra, con le gambe sollevate contro la parete e gli occhi concentrati sul soffitto. Ignorò i borbottii allucinati degli altri prigionieri di villa Malfoy e dedicò tutta la propria attenzione a quel nuovo pavimento senza gravità e senza catene, immaginando di poter correre, saltare, gioire.
Dean, seppur titubante, decise che in quel frangente non possedeva nulla che potesse ancora perdere – la libertà, la speranza, gli erano già state portate via –, e imitò la posa di Luna, infischiandosene a sua volta, come mai prima d’allora, di valori quali contegno e apparenza. Gli fu sufficiente un istante per sbottare in una risata sincera e inaspettata.
“Hai paura?” chiese Luna.
“Non qui,” rispose Dean, indicandole il soffitto.
la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
A MusicDanceRomance
Camminando sul soffitto
Aveva l'abitudine di fissare il soffitto delle case, immaginare i propri piedi calpestarlo e godere della sensazione dei capelli penzolanti nel vuoto.
*
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“Hai paura?”
“Tu non ne hai?”
Luna non rispose, né con gesti, né con parole, si limitò a fissare attenta Dean, mostrando le sopracciglia chiare inarcate e le labbra strette.
Le fu possibile vederlo dapprima dubbioso, preoccupato poi, spaventato infine; per un istante, ebbe la sensazione che l’avrebbe scossa per sincerarsi che nessuna maledizione l’avesse colpita e immobilizzata.
“Mettiamoci a testa in giù, Dean.”
Accompagnò quelle parole con un sorriso incoraggiante e un agile movimento del corpo che la portò stesa in terra, con le gambe sollevate contro la parete e gli occhi concentrati sul soffitto. Ignorò i borbottii allucinati degli altri prigionieri di villa Malfoy e dedicò tutta la propria attenzione a quel nuovo pavimento senza gravità e senza catene, immaginando di poter correre, saltare, gioire.
Dean, seppur titubante, decise che in quel frangente non possedeva nulla che potesse ancora perdere – la libertà, la speranza, gli erano già state portate via –, e imitò la posa di Luna, infischiandosene a sua volta, come mai prima d’allora, di valori quali contegno e apparenza. Gli fu sufficiente un istante per sbottare in una risata sincera e inaspettata.
“Hai paura?” chiese Luna.
“Non qui,” rispose Dean, indicandole il soffitto.