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Autore: inu_ka    17/06/2015    2 recensioni
Sesshomaru, Tomoe e Kurama sono amici per la pelle, il loro rapporto è pari a quello fraterno. Nonostante il loro carattere particolare sono amati, coccolati e ben voluti dalle loro famiglie ma per Inuyasha non sarà lo stesso. La sua nascita sarà ritenuta una disgrazia e ogni giorno della sua vita sarà più duro del precedente, nonostante abbia un padre che lo ama, ha una madre che lo odia. Ma per lui non sarà sempre tutto nero perchè intorno a sè avrà anche delle persone che lo ameranno così com'è e chissà forse col tempo qualcuno riuscirà a fargli apprezzare la vita. In fondo non può piovere per sempre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era una giornata piovosa, in un asilo nel centro di Tokyo i bambini erano intenti  a giocare, la maestra Sakura, una splendida youkai cane, si era allontanata un attimo per portare due alunni, Sesshomaru e Tomoe, in infermeria. Sesshomaru era un cucciolo di youkai cane ed era il figlio della maestra Sakura mentre Tomoe era il suo miglior amico ed era uno youkai-ka volpe. Gli youkai-ka erano figli di uno youkai e un han’yō ma a differenza degli han’yō non venivano discriminati anzi veniva trattati come dei veri e propri youkai, la cosa che caratterizzava gli youkai-ka era che possedevano sia i tratti degli han’yō e sia i tratti degli youkai, infatti Tomoe aveva le orecchie di un han’yō e la coda di uno youkai di volpe bianca, se non fosse stato che suo padre era uno youkai-ka di volpe a nove code con gli occhi etero cromatici, infatti uno era blu mentre l’altro era dorato, sarebbe stato del tutto identico a lui invece Tomoe aveva gli occhi lilla che erano poco più chiari di quelli di sua madre.
I due cuccioli erano molto amici ma come tutti gli amici inevitabilmente litigavano e, siccome entrambi avevano dei lunghi artigli, i graffi che si procuravano non erano molto lievi ma fortunatamente essendo degli youkai guarivano in fretta però le ferite andavano comunque disinfettate. Erano arrivati in infermeria e quando l’infermiera, una youkai di serpente albino, sentì bussare fece un sospiro perché già immaginava chi fossero i pazienti.
-Tomoe e Sesshomaru non avevo dubbi che foste voi. Cos’è successo questa volta?-
L’infermiera usò un tono amorevole in fondo tra i bambini quella era normale amministrazione ma quei due avevano il record di visite in infermeria.
-E’ stato Tomoe ad iniziare, dice che lui è più forte di me ma non è vero perché lui ha le orecchie di un han’yō e quindi è più debole di me.-
Sesshomaru, sebbene fosse un bambino di soli quattro anni, aveva un’intelligenza fuori dal comune e lo stesso valeva per Tomoe ed era per questo motivo che avevano legato proprio perché entrambi riuscivano a capirsi alla perfezione, ma restavano comunque due bambini. Tomoe rispose all’accusa del compagno rivolgendosi a lui.
-Io non sono un han’yō perché ho anche la coda come te e  poi io sono più forte di te perché il mio papà è più forte del tuo.-
La maestra si mise una mano sul viso ormai aveva perso il conto di quante volte aveva sentito quella storia.
-Bambini che ne dite di fare pace e tornare di là a giocare con i vostri amichetti? Tanto vedo che non avete nemmeno bisogno di medicazioni perché siete già guariti.-
L’infermiera li stava accarezzando per poi prendere le loro mani e avvicinarle l’una all’altra affinché facessero pace. I bambini fecero pace e in dopo pochi secondi avevano già ripreso a ridere e scherzare, nel frattempo la maestra approfittò per parlare con l’infermiera.
-Hana  come va con la gravidanza?-
Sakura guardò l’infermiera attendendo la risposta.
-Bhe che dire sono stata meglio questo birbante non sta fermo un secondo.-
Hana si mise una mano sul ventre ormai mancavano solo tre mesi alla fine della gravidanza. Sakura le mise una mano sulla spalla, sorridendole.
-Ti capisco, quando ero incinta di Sesshomaru non immagini come stavo quel bambino mi ha distrutta ma per averlo lo farei altre mille volte e non ti nego che nonostante ciò vorrei averne un altro, io e Inu ci proveremo quando Sesshomaru comincerà le scuole elementari.-
-Perché aspettare così tanto?-
-Perché Sesshomaru sarà abbastanza grande da capire, almeno è quello che speriamo. Tu hai deciso come chiamare il piccolo serpentino?-
Sakura era curiosa di sapere il nome del futuro nascituro oltre che non vedeva l’ora di vederlo ma per il momento si sarebbe accontentata di saperne il nome.
-Abbiamo deciso di chiamarlo Mizuki.-
Hana mentre parlava continuava a guardare e ad accarezzarsi il pancione.
-Stupendo è bellissimo non vedo l’ora di vederlo. Bhe mi conviene portare quelle due pesti in aula prima che ricomincino a litigare.-
Sakura dopo aver salutato Hana, prese i due bambini e si diresse verso l’aula ma appena arrivati vicino la porta si sentì un rumore assordante provenire dall’esterno sembrava quasi l’esplosione di una bomba e sembrava che provenisse dall’enorme edificio che si trovava nelle vicinanze, lì c’era l’agenzia di moda No Taisho/Soushi. In quell’edificio lavoravano suo marito Inu e il padre di Tomoe, Miketsukami. Sakura lasciò i bambini vicino l’aula e corse a controllare sperando che i suoi timori fossero infondati ma quando vide che dall’agenzia usciva del fumo corse in direzione di essa. Stava per entrare quando un’altra esplosione colpì l’edificio, l’onda d’urto fu talmente forte da coglierla di sorpresa nemmeno i suoi poteri demoniaci le permisero di spostarsi in tempo e adesso si trovava sotto un cumulo di macerie.
I soci dell’azienda e le modelle erano riusciti ad uscire in tempo dall’edificio e adesso stavano pressoché tutti bene ma improvvisamente un odore familiare giunse alle narici del demone cane. Inu si diresse verso la fonte di quell’odore ma quando arrivò scorse solo un cumulo di macerie, cominciò immediatamente a spostarle sperando per una volta che il suo olfatto si fosse sbagliato ma purtroppo era stato infallibile come sempre, sotto quelle macerie c’era davvero il corpo di sua moglie, era priva di coscienza ma ancora viva così la prese delicatamente e il più veloce possibile la portò in ospedale, era talmente preso dalla situazione da non accorgersi che alle sue spalle c’era suo figlio con Tomoe e un’altra maestra. Sesshomaru aveva visto che sua madre era corsa fuori e si era allarmato così l’aveva seguita, era quasi riuscito a per raggiungerla quando si era verificata la seconda esplosione, se non fosse stato per Tomoe, che lo aveva affermato in tempo, anche lui sarebbe stato coinvolto nell’esplosione. La maestra era riuscita a raggiungerli solo in seguito perché essendo un’umana non poteva competere con la velocità di due youkai anche se ancora molto piccoli. Dopo l’esplosione erano andati a controllare e quando Sesshomaru vide suo padre con in braccio sua madre priva di coscienza, rimase immobile fissando il punto in cui poco prima si trovava sua madre. Tomoe cercò di riportarlo alla realtà ma senza successo, nel frattempo anche Miketsukami era arrivato lì proprio perché aveva sentito l’odore di suo figlio che non appena lo vide gli corse incontro saltandogli in braccio. Tomoe era felice di vedere che suo padre stava bene infatti aveva solo un piccolo taglio sul braccio, tanta era la felicità che adesso stava piangendo.
-Papà stai bene?-
-Sì sto bene, ma adesso mi spieghi perché tu e Sesshomaru siete qui e non nell’asilo?-
Miketsukami aveva rimproverato suo figlio non perché era uscito dall’asilo ma perché si era diretto in una zona pericolosa. Tomoe aveva capito il rimprovero del padre e si apprestò a dargli una spiegazione.
-Papà, Sesshomaru ha rincorso sua madre e io ero preoccupato così l’ho seguito.-
Tomoe da una parte era dispiaciuto per aver deluso il padre ma dall’altra era felice perché seguendo l’amico lo aveva salvato dall’esplosione. Miketsukami non era un padre severo e spesso quando rimproverava suo figlio soffriva molto ma a volte era inevitabile in fondo bisognava dargli un’educazione e per adesso chiunque avesse avuto contatti con Tomoe aveva sempre avuto una buona opinione del bambino, ovviamente anche lui ne combinava di tutti i colori soprattutto quando era in compagnia di Sesshomaru e di Kurama Tengu uno youkai corvo figlio del noto cantante Misato Tengu. Kurama passava molto tempo con loro soprattutto quando suo padre era in tournèe e sua madre era impegnata nelle sfilate dell’alta moda della No Taisho/Soushi. Kurama e Tomoe litigavano spesso, infatti non era raro che i due si trovassero con piume di corvo e peli di volpe nelle mani ma erano pur sempre dei bambini e i genitori non vi aveva mai dato tanto peso. Questa volta Kurama era partito con i suoi genitori per fare visita a dei lontani parenti e per questo motivo adesso non era insieme a loro.
Erano ancora sul luogo dell’incidente e Tomoe stava chiamando Sesshomaru che continuava a fissare il vuoto, Miketsukami si avvicinò al bambino ma quando stava per mettergli la mano sulla spalla Sesshomaru lo spostò violentemente, non era da lui fare certe cose ma in quel momento voleva solo essere lasciato in pace, volse un’occhiata gelida al suo amico che appena incrociò quello sguardo si spaventò, non aveva mai visto Sesshomaru con quello sguardo il suo era sempre stato pieno di felicità e riusciva a riscaldare anche i cuori più freddi invece adesso quello sguardo era diventato l’esatto opposto del precedente. Sesshomaru non disse una parola si voltò e corse in direzione dell’ospedale, Miketsukami cercò di fermarlo ma non ci riuscì ora anche Tomoe lo stava seguendo per timore che il suo amico si facesse male e questo spaventò Miketsukami perchè anche se erano più maturi dei bambini della loro età restavano pur sempre dei bambini e il pericolo per loro poteva nascondersi dietro ad ogni angolo. Tomoe era così preso dal cercare di raggiungere il suo amico da non accorgersi che il semaforo per i pedoni era rosso infatti a breve sarebbe stato investito da un camion che sfrecciava a tutta velocità, la piccola volpe era così terrorizzata che era rimasta immobile al centro della strada, suo padre stava correndo più veloce che poteva ma non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungerlo nemmeno nella sua forma demoniaca, l’urlo di Miketsukami che incitava il figlio a muoversi giunse alle orecchie di Sesshomaru che non appena capì cosa stava per succedere corse in direzione dell’amico, non c’era tempo da perdere il camion a breve lo avrebbe travolto così Sesshomaru afferrò Tomoe con la sua coda che fortunatamente aveva anche la capacità di allungarsi inoltre Sesshomaru era dotato di una forza al di sopra del normale e quindi riuscì a tirarlo con facilità, ci riuscì per un pelo infatti il camion poco dopo passò a tutta velocità. Miketsukami tirò un sospiro di sollievo aveva perso cento anni di vita per quello spavento, nel frattempo Tomoe era ancora sotto shock e stava piangendo a dirotto senza riuscire a fermarsi ma con lui c’era Sesshomaru e a modo suo cercò di calmarlo.
-Scemo come ti è saltato in mente di attraversare con il rosso? Lo sai che non si passa.-
Sesshomaru anche se lo stava rimproverando era felice perché l’amico stava bene, Tomoe si asciugò le lacrime e lo abbracciò.
-Grazie per avermi salvato, prima non mi ero accorto che c’era il rosso perché ero preoccupato per te e ti stavo seguendo.-
Tomoe era davvero dispiaciuto per quello che era successo ma se non altro adesso l’amico si era fermato e nel frattempo li aveva raggiunti anche Miketsukami.
-Tomoe come stai? Non ti sei fatto male?-
Miketsukami stava osservando suo figlio da ogni angolazione per assicurarsi che stesse bene fortunatamente si era solo graffiato le ginocchia ma la ferita era talmente lieve che il bambino nemmeno se ne era accorto, cercò di prenderlo in braccio ma Tomoe si rifiutò perché temeva che se si fosse staccato da Sesshomaru, lui sarebbe fuggito di nuovo ed era per questo motivo che era ancora attaccato al suo amico. Sesshomaru cercò di allontanarlo ma non ci riuscì, Tomoe stringeva sempre di più.
-Tomoe lasciami.-
Sesshomaru cercava ancora di spostarlo ma niente da fare nemmeno la sua forza era sufficiente anche perché Tomoe anche in quella lo eguagliava.
-No, non ti lascio perché tu scappi di nuovo.-
-Io voglio andare a vedere come sta la mia mamma.-
Sesshomaru rispose atono, l’aver ricordato quello che stava facendo prima gli aveva fatto di nuovo assumere quell’aria fredda priva di emozione. Miketsukami si avvicinò ai due bambini e li prese in braccio e iniziò a camminare, entrambi non capivano dove li volesse portare.
-Signor Soushi mi lasci, io voglio andare in ospedale.-
Le parole di Sesshomaru adesso suonavano come una supplica.
-Stiamo andando lì però vi ci porto io, per oggi abbiamo avuto fin troppi spaventi. Ah Sesshomaru quante volte ti devo dire che mi chiamo Miketsukami e non signor Soushi?-
Infatti Sesshomaru sin da quando aveva iniziato a parlare gli aveva sempre dato del lei stessa cosa faceva Tomoe con Inu, per quante volte glielo avessero detto loro si ostinavano a darli del lei.
-Ma io vi do del lei perché siete una persona adulta.-
-Hai ragione che sono adulto però io e tuo padre ci conosciamo da una vita e queste formalità non fanno per noi quindi da oggi io e tuo padre per voi due siamo: Miketsukami e Inu. Ci siamo intesi? Tomoe vedi che la cosa vale anche per te, lo so che chiami Inu per cognome e da quel che ho sentito non ti riesce nemmeno bene.-
I due bambini annuirono e nel frattempo erano arrivati a destinazione. Miketsukami fece sedere i bambini sul divanetto e si rivolse ad un infermiere per sapere dove fosse ricoverata Sakura, l’infermiere dopo aver dato un’occhiata sul computer disse che si trovava in rianimazione. Miketsukami non sapeva come comportarsi con Sesshomaru non sapeva se portarlo in quel reparto o meno in fondo era solo un bambino e certe scene da quelli della sua età non andavano viste, per il momento stava scherzando con Tomoe e finchè la cosa durava aveva tempo per trovare un modo, mentre stava pensando sentì un odore familiare infatti davanti a lui c’era il suo amico Inu.
-Miketsukami che ci fai qui?-
Inu era sorpreso di vedere l’amico in quel posto e temeva che gli fosse successo qualcosa ma Miketsukami provvide a dargli una spiegazione. Raccontò l’intero accaduto, di quando aveva trovato Sesshomaru insieme a suo figlio sul luogo dell’incidente, di come era scappato e di come aveva salvato la vita di Tomoe. Inu era amareggiato per non essersi accorto che suo figlio era dietro di lui e aveva visto tutto inoltre questo suo errore era quasi costato la vita al piccolo Tomoe. Quando Miketsukami terminò il racconto Inu lo ringraziò dicendogli che da quel momento si sarebbe occupato lui di suo figlio, l’unico favore che gli chiese fu quello di rimanere lì con lui quando avrebbe spiegato la situazione a suo figlio perché sicuramente Tomoe avrebbe saputo come tirare su di morale il suo amichetto, Miketsukami annuì non lo avrebbe mai abbandonato in un momento così delicato.
Inu chiamò in disparte suo figlio mentre Miketsukami fece sedere Tomoe accanto a lui.
-Papà è successo qualcosa alla mamma di Sesshomaru?-
Tomoe guardava suo padre con sguardo impaurito, temeva che suo padre stesse per dirgli una cosa brutta.
-Non lo so, Inu non mi ha detto niente però ti chiedo una cosa.-
La voce di Miketsukami, che fino ad un momento fa era stata dolce e gentile, si fece cupa e ciò fece insospettire il bambino che adesso lo guardava interrogativo.
-Cosa vuoi?-
Tomoe chinò leggermente il capo di lato per cercare di scorgere qualcosa nell’espressione del padre che a quella scena sorrise riprendendo subito il discorso.
-Voglio che qualunque cosa succeda tu rimanga vicino a Sesshomaru.-
Tomoe sorrise mostrando le piccole zanne che tra non molto sarebbero diventate molto più robuste.
Inu stava ancora cercando le parole giuste per parlare con suo figlio ma questa attesa lo stava innervosendo infatti di tanto in tanto un ringhio proveniva dalla sua gola. Inu lo prese in braccio stringendolo a sé e cominciò a parlare.
-Sesshomaru la mamma sta molto male, i dottori hanno trovato qualche osso rotto ed uno di quelli è alla testa.-
Inu stava per piangere ma non poteva farlo davanti al figlio, sperava solo che avesse capito quello che lui aveva detto, trovare quelle parole non era stato affatto facile e di certo non erano sufficienti per spiegare come stavano realmente le cose, in fondo cosa ne può sapere un bambino di fratture, emorragie, polmoni perforati o altre cose simili, per quanto intelligente fosse non avrebbe capito niente però era certo che suo figlio sapeva che quando uno si faceva male alla testa era una cosa pericolosa. Sesshomaru lo guardò un po’ spaesato, come aveva presupposto suo padre, lui non ci stava capendo niente ma aveva compreso alla perfezione che la cosa era grave perché si era fatta male alla testa e questo gli fece assumere la stessa gelida espressione che aveva fatto sul luogo dell’incidente.
-Papà ma mamma guarirà? Io voglio vedere come sta.-
In quelle parole non c’era nessuna emozione e questo allertò Inu, non era da lui assumere determinati atteggiamenti lo sguardo gelido e la voce atona e imperativa non facevano per lui, Inu sperava solo che quella situazione non stesse mutando suo figlio non voleva perdere quel bambino pieno di vitalità che con un solo sorriso riusciva a rallegrare anche nelle situazioni più cupe, non voleva che un bambino gelido prendesse il suo posto e se ciò fosse successo sperava che Tomoe con la sua allegria riuscisse a farlo tornare come prima. Inu era così preso dai suoi pensieri che non si accorse di star praticamente stritolando il bambino, finchè non glielo fece notare, così lo lasciò e accarezzandogli la testa riprese a parlare.
-Sesshomaru, i dottori stanno facendo del loro meglio per curare tua madre, adesso sta dormendo ma appena si sveglia andiamo a trovarla.-
Inu accennò un lieve sorriso per poi lanciare un’occhiata al suo amico che capì cosa voleva.
-Tomoe, Inu ha finito di parlare con Sesshomaru, perché non vai a giocare un po’ con lui senza fare casino? Io vado a fare una chiacchierata con suo padre.-
Tomoe annuì e in un batter d’occhio era già saltato addosso al suo amico che colto alla sprovvista perse l’equilibrio cadendogli addosso.
-Sesshomaru togliti di dosso sei pesante.-
Mentre parlava cercava di spostare il suo amico ma questo si girò di faccia e gli prese un orecchio tirandolo a sé.
-Tu mi sei saltato sulla schiena e mi hai fatto cadere e adesso rimango così.-
-Stavo scherzando ora lasciami l’orecchio o ti tiro la coda.-
Tomoe aveva minacciato di tirargli la coda perché questa era proprio sulla sua mano e adesso lui la stava sfiorando con l’artiglio dell’indice.
-Provaci e giuro che ti stacco le orecchie.-
I due bambini erano così presi dal loro bisticcio da non rendersi conto che adesso visitatori e pazienti stavano osservando la scena divertiti, anche i loro padri lo erano se non altro Sesshomaru stava pensando ad altro però bisognava fermarli prima che si facessero male.
Tra i due Sesshomaru era quello più ragionevole mentre Tomoe era quello più testardo infatti raramente ascoltava qualcuno se era impegnato in qualche bisticcio.  Il bisticcio che stava avvenendo in quel momento era diventato verbale.
-Tomoe lo sai che i cani mangiano le volpi? Quindi se adesso non mi lasci in pace ti mangio.-
Tomoe non si fece intimorire da ciò e controbattè.
-Sì lo so, ma questo succede solo se il cane è più forte e veloce della volpe e tu non lo sei, quindi non riuscirai a mangiarmi.-
Disse con tono da saputello cominciando a correre inseguito da Sesshomaru. Poco dopo Miketsukami e Inu decisero di intervenire e appena i bambini passarono vicino a loro li afferrarono per la coda arrestando così la loro corsa. Sesshomaru era stato preso da Miketsukami e, tenendolo sempre per la coda, se lo portò all’altezza del viso.
-Bene bene bene, allora Sesshomaru hai detto che i cani mangiano le volpi? –
Disse in tono falsamente offeso ma nonostante ciò Sesshomaru non si fece intimorire e con il capo annuì alla domanda dello youkai-ka. Miketsukami continuò a guardarlo dritto negli occhi e Sesshomaru per l’imbarazzo chinò il capo ma lo rialzò non appena sentì lo youkai-ka.
-Allora Sesshomaru io e tuo padre siamo amici da tantissimi anni e come vedi non mi  ha ancora mangiato e ho ancora le mie orecchie e le mie nove code. Tu non vuoi davvero mangiare il tuo amichetto, non è così? E poi secondo me non ha nemmeno un buon sapore.-
Sesshomaru fece un segno di diniego col capo. Miketsukami aveva finito di parlare e adesso era il turno di Inu che teneva il piccolo Tomoe per la coda.
-Tomoe hai sentito cosa ha detto Sesshomaru?-
Tomoe annuì col capo e Inu riprese a parlare.
-Allora come hai sentito, Sesshomaru non ti mangerà quindi puoi stare tranquillo.-
Inu sorrise e stessa cosa fece la piccola volpe che non ci aveva creduto minimamente alle parole di Sesshomaru. Il loro gruppo era strano perché per natura sarebbero stati incompatibili in quanto l’amicizia tra corvi, volpi e cani era quasi impossibile ma loro erano speciali e il loro legame era più solido di qualsiasi altra amicizia era anche più forte di un legame fraterno. Le liti che avvenivano tra di loro erano normali in fondo anche se erano più intelligenti del normale erano pur sempre dei bambini e col tempo avrebbero imparato a gestire anche questo loro comportamento.
Nel frattempo i rispettivi padri avevano posato a terra i piccoli cuccioli che non appena toccarono il pavimento fecero subito pace riprendo a giocare, poco dopo un dottore si avvicinò ad Inu chiedendogli di seguirlo. Lo youkai giustificò il suo improvviso allontanamento con la scusa di andare in bagno ma nel contempo lanciò un’occhiata al suo amico che intuì la bugia del suo amico, così distrasse i bambini permettendo ad Inu di allontanarsi senza insospettire nessuno.
Il dottore aveva portato lo youkai nella medicheria del reparto di rianimazione facendolo accomodare per poi sedersi al lato opposto della scrivania incrociando le mani sotto il mento. Quella posizione non prometteva nulla di buono e questo fece agitare lo youkai. L’agitazione si fece più forte quando il dottore cominciò a parlare.
- No Taisho mi dispiace ma non ho buone notizie. Sua moglie sembrava stesse reagendo bene ma improvvisamente le sue condizioni sono peggiorate, visionando gli esiti degli esami siamo giunti alla conclusione che sua moglie va operata d’urgenza però abbiamo bisogno del suo consenso.-
Il dottore aveva un’espressione sempre più cupa e questo fece agitare sempre di più lo youkai.
- Dottore prima di darle il mio consenso voglio sapere tutto nei minimi dettagli.-
Inu anche se era agitato aveva parlato in modo gelido senza alcuna emozione.
-Dalle radiografie è emerso che alcuni frammenti di ossa hanno danneggiato lievemente un polmone e anche un ventricolo al momento non sono pericolosi ma vanno tolti immediatamente prima che possano aggravare la situazione, ma non è questo che ci preoccupa.-
Il dottore fece una breve pausa prendendo una radiografia e mostrandola allo youkai indicando un punto preciso. La radiografia mostrava la figura di un cranio e Inu cominciò a pensare al peggio.
-Signor No Taisho purtroppo quello che ha aggravato la situazione è questa frattura del cranio. L’osso fortunatamente non si è staccato dal cranio altrimenti avrebbe sicuramente danneggiato il cervello ma nulla esclude che possa accadere da un momento all’altro anche con un semplice movimento. L’intervento consisterà nel mettere una protesi che tenga saldo l’osso permettendole di vivere una vita del tutto normale, l’intervento di per sé sarebbe semplice ma purtroppo il danneggiamento del polmone e del ventricolo potrebbero complicare la situazione scatenando una crisi respiratoria che potrebbe far collassare il cuore. No Taisho sarò diretto, sua moglie potrebbe non sopravvivere.-
Al suono di quella frase gli occhi di Inu cominciarono a gonfiarsi a causa delle lacrime che premevano per uscire ma Inu mantenne il controllo.
-Dottore quante sono le probabilità che mia moglie sopravviva?-
-Solo il 40%.-
Inu rimase shoccato, aveva capito che la situazione era critica ma non immaginava che lo fosse fino a quel punto.
-Se do il mio consenso, quando la opererete?-
-La paziente per il momento è stata immobilizzata ed è stabile, la sala operatoria si libererà domani pomeriggio.-
-Ho capito. Volevo chiederle se prima di darle il mio consenso fosse possibile parlare con mia moglie.-
Il dottore ci pensò un po’ ma poi diede il suo permesso raccomando di non far muovere la paziente, Inu annuì e dopo aver salutato il dottore si diresse immediatamente nella stanza dove si trovava sua moglie. Quando entrò la vide ancora intontita per via degli antidolorifici che le erano stati somministrati, ma appena vide suo marito, sorrise.
-Amore come ti senti?-
Inu cercò di mostrarsi il più tranquillo possibile anche se dentro di sé l’agitazione e la paura scalpitavano. Sakura, seppur fosse assonnata, era felice che suo marito fosse lì.
-Sono stata meglio.-
Disse sorridendo. Inu le accarezzò i capelli e cominciò a fare la sua ramanzina.
-Come ti è saltato in mente di andare in quel posto? Avresti dovuto sapere che avremmo fiutato il pericolo.-
Sakura non poteva dargli torto ma la preoccupazione in quel momento prevalse sulla ragione. Stava ripensando a quello che era successo quando le venne in mente una cosa.
-Inu dov’è nostro figlio? Come sta?-
Sakura era preoccupata per suo figlio perché poco prima che perdesse i sensi aveva sentito il suo odore, fortunatamente Sesshomaru non era stato coinvolto e Inu con un sorriso la rassicurò continuando a sfiorarle i capelli. Il suo tocco era a malapena percettibile perché temeva di farle male e di certo non voleva causarle altri problemi, ma Sakura quel tocco lo sentiva pienamente. La stanza fu illuminata da un flebile raggio di sole che era riuscito a farsi spazio tra le nubi nere che avevano sovrastato il cielo sin dalle prime luci dell’alba, mentre osservavano quello splendido spettacolo Inu inspirò profondamente per poi espirare rumorosamente questo fece capire alla youkai che suo marito aveva qualcosa da dirle.
-Inu cosa vuoi dirmi?-
Inu non sapeva da dove iniziare non era per niente semplice quello che doveva dirle e prima di iniziare a parlare inspirò nuovamente. Le disse tutto quello che gli aveva detto il dottore e ad ogni parola che suo marito le diceva, lei annuiva leggermente. Dopo aver finito di raccontarle tutto, Inu fece la sua domanda.
-Sakura cosa ne pensi? Io non ho dato nessun consenso non volevo decidere io per te quindi la scelta è solo tua io appoggerò tutto ciò che dirai.-
-Inu anche se le percentuali sono molto differenti la situazione non cambia perché se decido di sottopormi all’intervento ho il 40% di probabilità di sopravvivenza mentre se rifiuto ho il 60% ma mi dà più di uno 0% visto che per rendere possibile ciò dovrò rimanere immobile perché il minimo movimento potrebbe uccidermi e sinceramente questo per me è uguale alla morte. Inu abbiamo uno splendido bambino e io voglio godermi tutto quello che farà, voglio corrergli dietro, voglio accompagnarlo a scuola, voglio vedere la sua prima fidanzatina poi amore voglio vivere e godermi la vita con te e occuparmi della famiglia con le mie forze non voglio essere di certo un peso e perdermi tutte le bellezze della vita. Amore puoi dire al dottore che do il mio consenso per l’intervento. Tu che ne pensi?-
Sakura aveva parlato con tono deciso senza alcuna incertezza facendo capire a suo marito come realmente stavano i fatti infatti le parole di Sakura gli avevano fatto capire cosa realmente significava quel 60%, lui quel numero lo aveva pensato solo sul lato della sopravvivenza ma non aveva pensato minimamente ai sacrifici che quella percentuale comportava e per come era sua moglie costringerla a vivere come un paralitico sarebbe stato come ucciderla. Inu decise di darle la sua approvazione seppur il suo cuore avrebbe voluto dirle di no.
-Hai ragione mia cara non posso di certo condannarti a vivere come un paralitico, voglio confidare nella scienza, però ti darò la mia approvazione solo ad una condizione.-
-E sarebbe?-
-Devi promettermi che non mi abbandonerai e che lotterai per tornare da noi. Sai fuori c’è nostro figlio che insiste per vederti.-
Sakura non appena sentì che suo figlio era fuori si allarmò senza dubbio credeva che suo figlio fosse lì fuori da solo.
-Non preoccuparti, Sesshomaru non è da solo con lui ci sono Tomoe e Miketsukami.-
-Meno male credevo che lo avessi lasciato.
Disse tirando un sospiro di sollievo, Inu vedendola sorrise, era inutile qualunque fossero state le sue condizioni lei pensava solo ed esclusivamente alla sua famiglia. Avrebbe voluto abbracciarla ma il dottore era stato molto chiaro “ Sakura non andava spostata nemmeno di un millimetro” perciò dovette trattenersi, ora la priorità era lei, i suoi amici si sarebbero occupati momentaneamente del loro figlio.
-Allora Sakura accetti le mie condizioni?-
-Inu non c’è bisogno nemmeno di chiedermelo, se ho accettato di sottopormi all’intervento è proprio perché non ho intenzione di lasciare la mia famiglia, e poi se ti lasciassi badare da solo a nostro figlio non oso immaginare cosa combinerai, vai in panico anche quando bisticcia con Tomoe figuriamoci come reagirai in altre situazioni. Inu ritornando al discorso di prima, che ne dici di chiamare il dottore così potremo comunicargli la decisione per l’intervento.-
Sakura sorrise mentre il cuore di Inu perse un battito al solo sentire la parola “intervento” ma sua moglie aveva ragione dovevano mettere al corrente il dottore perciò premette il campanello e in pochi secondi il dottore fece il suo ingresso. La coppia diede il consenso per l’intervento e il dottore appuntò il tutto sulla cartella clinica di Sakura poi dopo si congedò affrettandosi a prenotare la sala operatoria per il giorno successivo. Quando il dottore chiuse la porta, a Sakura venne in mente una cosa molto importante.
-Inu devo chiederti una cosa importante.-
-Dimmi.-
-Hai detto che Sesshomaru è qui con Miketsukami e Tomoe.-
Inu fece sì con la testa mentre Sakura continuò a parlare fino ad arrivare alla questione principale.
-Inu per favore dì a Miketsukami di portare via nostro figlio e chiedigli se può occuparsi di lui, mi fido cecamente di Miketsukami e sono sicura che si troverà bene con Tomoe almeno lo distrarrà e se non sbaglio domani dovrebbe tornare anche Kurama quindi Sesshomaru sarà in ottima compagnia. Mi dispiace per Miketsukami perché quei tre quando sono insieme sono delle vere e proprie pesti ma purtroppo amore non c’è altra soluzione.-
Sakura era molto dispiaciuta di certo non voleva dare fastidio al loro amico ma purtroppo poteva chiedere solo a lui di occuparsi del loro bambino perché non avrebbe mai permesso che Sesshomaru rimanesse in quel luogo ancora per molto e poi sicuramente adesso era molto stanco e aveva assolutamente bisogno di riposarsi in fondo per quanto fosse forte era pur sempre un cucciolo di quattro anni, poco dopo lo fecero entrare. Sesshomaru corse vicino alla madre che lo mise al corrente della situazione usando ovviamente dei termini quanto più delicati, non aveva alcuna intenzione di turbare la mente del suo bambino poi dopo averlo rassicurato chiese a Miketsukami il favore di occuparsi di lui, ovviamente accettò e anche Sesshomaru accettò di restare a casa sua per qualche giorno, appena seppe ciò Tomoe fece i salti di gioia, lo faceva ogni volta che Sesshomaru o Kurama restavano a casa sua, anche se il motivo per cui doveva restare a casa sua non era bello. Gli adulti chiacchierarono ancora per un po’ ma poi visto l’orario, Miketsukami decise che era il momento di portare a casa i bambini. Nel tragitto si ricordò che non molto lontano da lì c’era un locale adatto ai bambini dove c’erano giochi di ogni tipo, decise di portarli lì nella speranza di impedire che Sesshomaru pensasse alle condizioni di sua madre e come aveva previsto i bambini si divertirono un mondo dimenticandosi di tutto. Dopo aver cenato tornarono a casa e quando fu il momento di scendere dall’auto, Miketsukami trovò i bambini riversi sul sedile, erano talmente stanchi che si erano addormentati quindi gli toccò portarli in braccio per tutta l’enorme scalinata del tempio. Dormivano così profondamente che non si accorsero di nulla infatti Miketsukami e sua moglie Ririchiyo li avevano messo il pigiama e poi sotto le coperte e nessuno dei due si era svegliato.
La notte sembrava non finire mai, almeno così era per Inu che vegliava costantemente su sua moglie temendo che le sue condizioni potessero cambiare da un momento all’altro inoltre la sua mente era assillata dai peggiori pensieri e per questo motivo gli fu praticamente impossibile chiudere occhio. Dopo tanta attesa la luna lasciò il posto ad un cielo illuminato dalla luce solare dove non c’era nemmeno l’ombra di una nuvola, Inu ammirò quello scenario e in cuor suo sperava che quel sole brillasse per sempre nelle loro vite. Quel giorno lui sarebbe rimasto da solo in quanto aveva chiesto a Miketsukami di non portare lì i bambini, probabilmente lo avrebbe raggiunto Misato ma non era sicuro che sarebbe arrivato quel pomeriggio perciò si preparò alla probabilità di restare da solo. Se la notte era passata lentamente, il giorno non fu tanto clemente infatti in un batter d’occhio era arrivato l’orario in cui i dottori portarono via sua moglie per sottoporla all’intervento. Quella scena per Inu fu orribile, quella avrebbe potuto essere l’ultima volta che avrebbe visto sua moglie ma nonostante pensasse a ciò non poteva di certo salutarla con gli occhi pieni di lacrime perciò con molta fatica ricacciò indietro le lacrime costringendo le sue labbra a formare un falso sorriso ma che per Sakura fu più che rassicurante.
Misato era tornato in città ed era già al corrente della situazione dei No Taisho perciò decise di dirigersi direttamente a casa di Miketsukami così avrebbe lasciato lì suo figlio Kurama e avrebbe raggiunto immediatamente il suo amico in ospedale. Kurama appena seppe dove stavano andando si mise a saltare in auto perché aveva saputo che lì oltre a Tomoe avrebbe incontrato anche Sesshomaru, anche se si azzuffavano perennemente in quanto spesso diceva di essere superiore a loro perché lui era figlio di un noto cantante e un giorno anche lui avrebbe seguito le orme di suo padre e quindi lui sarebbe diventato famoso mentre i suoi amici sarebbero rimasti dei semplici cittadini, ma ovviamente lo diceva solo perché sapeva che questo li infastidiva ma dopo un po’ di tempo non ci credettero più perché avevano capito che, anche se lui fosse diventato famoso, loro sarebbero comunque rimasti degli ottimi amici e questa era una cosa che lui stesso aveva detto dopo che aveva fatto piangere Tomoe per la paura che lui davvero avrebbe abbandonato il gruppo in nome della carriera.
Erano finalmente arrivati al tempio di Inari, e Kurama in un secondo si volatilizzò sparendo dalla visuale del padre. Appena arrivato in cima alla scalinata suo padre lo sentì urlare a squarciagola.
-Tomoeeeeeeee, Sesshomaruuuuuuuuuuuuu, dove siete?-
Tomoe e Sesshomaru stavano giocando in camera, sebbene quest’ultimo non ne avesse voglia in quanto il suo pensiero andava costantemente a sua madre infatti più volte aveva pregato Miketsukami di portarlo in ospedale ma ogni volta la volpe gli rispondeva che finchè non fosse stato suo padre a chiamarli loro non sarebbero potuti andare, però quella chiamata sembrò non arrivare mai. I bambini erano presi dai loro giochi quando sentirono la voce di Kurama che li chiamava così non appena se ne accorsero raggiunsero velocemente il loro amico ma per velocemente loro non intendevano uscire dalle porte ma bensì quello di uscire dal primo buco che vedevano, in questo caso la finestra. Sebbene avessero poteri demoniaci, i loro genitori avevano categoricamente proibito di fare simili sciocchezze, infatti appena Miketsukami li vide corse per rimproverarli ma questa era una delle poche volte in cui nessuno gli dava ascolto. Appena raggiunsero Kurama, gli saltarono addosso gioendo per il ritorno del loro amico, nel frattempo anche Misato aveva raggiunto il suo amico e una volta salutatisi andarono a sedersi su una panchina posta sotto un enorme salice piangente.
-Allora Miketsukami hai saputo qualcosa?-
Misato mentre parlava aveva lo sguardo perso nel vuoto, sapeva benissimo come ci si sentiva in quelle situazioni in quanto tempo addietro anche lui era stato sul punto di perdere sua moglie Mirei. In quel periodo Misato e Mirei erano entrambi cantanti e di tanto in tanto si esibivano nelle discoteche, fu proprio durante una loro esibizione che Mirei aveva rischiato di perdere la vita per colpa di uno youkai che aveva alzato il gomito con l’alcool e sbadatamente con una sigaretta aveva scatenato un incendio all’interno dello stabile e fu dopo quell’incidente che Mirei aveva deciso di abbandonare la carriera di cantante per intraprendere quella da modella e dopo una lunga gavetta era stata presa da una delle più prestigiose aziende di modelle dell’intera Tokyo ossia la No Taisho/Soushi. Molti avevano pensato che era riuscita ad entrare in quell’azienda tramite raccomandazione ma chiunque la vedeva non poteva che ammettere che con o senza raccomandazione quella donna era fatta per fare la modella in quanto la sua bellezza e il suo fisico erano perfetti.
Misato era immerso nei suoi ricordi infatti Miketsukami dovette chiamarlo più volte per riportarlo alla realtà e una volta ottenuta la sua attenzione gli spiegò dettagliatamente la situazione che stava vivendo il loro amico. Quando Miketsukami finì di raccontargli il tutto si alzò e prima di andarsene si rivolse all’amico.
-Miketsukami devo chiederti un favore.-
-Dimmi.-
Miketsukami già immaginava cosa volesse dirgli.
-Ti dispiace se lascio qui Kurama? So che sarà un gran casino ma vorrei raggiungere Inu, non mi va di lasciarlo solo in un momento del genere e di certo non posso portare mio figlio con me.-
Misato sapeva che Miketsukami non gli avrebbe negato una simile cosa anche perché quella non sarebbe stata la prima volta che lasciava lì Kurama infatti quando lui era impegnato con i tour e sua moglie con le sfilate di moda il bambino rimaneva o con Inu o con lui.
-Ovvio che puoi lasciarlo e poi questa volta  qui c’è anche Sesshomaru-
- E’ questo il problema. Kurama ne combina di tutti i colori quando è con Tomoe figuriamoci cosa combinerà adesso che con lui c’è anche Sesshomaru. Sicuro che questo non ti peserà?-
- Ma che dici, anzi è un bene che ci sia anche Kurama così sia lui che mio figlio potranno distrarre Sesshomaru, sai quel bambino mi preoccupa temo che questa situazione lo cambierà qualunque sia l’esito dell’intervento.-
- Dai chi dice che sarà così?-
Miketsukami sospirò e raccontò delle reazioni che aveva avuto Sesshomaru sia sul luogo dell’incidente e sia in ospedale, dopo aver sentito ciò Misato dovette convenire con l’amico ma comunque era ancora presto per saperlo. Stavano ancora parlando quando la voce assordante di Kurama si fece sentire. Kurama stava correndo da suo padre ed era seguito a ruota da Sesshomaru e Tomoe che lo guardavano con sguardo omicida.
-Papà, papà guarda cos’ho preso.-
Misato si aspettava di trovare dei fiori nella mano del figlio e che i suoi amici erano dietro di lui per prenderlo in giro per averli raccolti, ma quando Kurama aprì la mano Misato si passò una mano sul viso vedendo cosa suo figlio stava mostrando con orgoglio.
-Kurama sbaglio o quelli che hai in mano sono peli?-
-Sì per la precisione sono peli di cane e di volpe. Indovina quali sono quelli di volpe?-
- Mi dici perché lo hai fatto?-
-Prima stavamo giocando a nascondino e io li avevo trovati tutti e due ma loro hanno detto che non era vero così all’altro turno ho preso i loro peli come prova.-
Misato sospirò e guardò afflitto i presenti, purtroppo Kurama era dannatamente intelligente proprio come i suoi amici infatti quale altro bambino di quattro anni avrebbe pensato di procurarsi delle prove solo per non essere imbrogliato, ma ciò non giustificava quello che aveva fatto infatti Misato stava per rimproverarlo ma Miketsukami lo precedette.
-Va bene bambini adesso prendetevi la mano e chiedetevi scusa.-
Tomoe guardava interrogativo suo padre non capiva perché anche lui avrebbe dovuto chiedere scusa, ci pensò Sesshomaru a chiederlo.
-Perché? Kurama ci ha tirato i peli.-
Miketsukami li guardò sorridendo e con molta calma diede una spiegazione.
-Allora tutti dovete chiedervi scusa perché tu e Tomoe avete imbrogliato Kurama mentre Kurama perché vi ha tirato i peli anche se un po’ la sua azione è giustificabile. Come spiegazione vi va bene?-
I bambini annuirono e dandosi la mano fecero pace, dopo il piccolo siparietto Misato salutò il suo amico e si affrettò a raggiungere Inu in ospedale. Arrivato lì, Misato trovò il suo amico seduto vicino alla porta della sala operatoria, quando Inu si accorse della sua presenza fu felice di vederlo.
-Misato sono felice che tu sia qui anche se mi dispiace averti creato fastidi.-
-Ma che sciocchezze dici per un amico questo ed altro. Hai saputo qualcosa di tua moglie?-
-No dicono che non vogliono pronunciarsi e ogni maledetto dottore che esce da quella sala mi dice la stessa cosa.-
Misato per tranquillizzarlo gli aveva messo una mano sulla spalla e aveva assunto un’espressione quanto più rassicurante accennando anche un lieve sorriso.
-Forza Inu confida nella bravura di questi dottori sai benissimo che anche mia moglie quando successe quell’incidente in discoteca è stata operata proprio qui, e adesso sai benissimo come sta.-
-Sì hai ragione, Mirei si è ripresa alla grande basta vederla sul lavoro è impeccabile ed è la più brava modella che l’azienda abbia mai avuto.-
-Visto, perché con tua moglie dovrebbe essere diverso? Anche lei si riprenderà alla grande e continuerà a lavorare come se non fosse successo niente, anche se non mi spiego dove prenda tutta quella pazienza visto che Kurama, Tomoe e Sesshomaru quando stanno insieme valgono per cento. Perciò Inu sai benissimo che Sakura non è una che si arrende facilmente e sono sicuro che lotterà per sopravvivere soprattutto per la sua famiglia.-
Misato continuò a parlare per distrarre il suo amico anche se di tanto in tanto lanciavano uno sguardo verso la sala operatoria attendendo con ansia che la luce posta sopra la porta da rossa diventasse verde, passarono quattro ore prima che ciò accadesse. Sia Inu che Misato appena videro la luce verde interruppero la loro conversazione e si misero immediatamente dietro la porta della sala operatoria attendendo con ansia l’uscita di un dottore sperando che questo portasse buone notizie. Finalmente dopo qualche minuto davanti ai loro occhi si parò l’immagine di un dottore, sebbene Inu avesse atteso con ansia la sua uscita, quando lo vide gli venne un tuffo al cuore perché non sapeva cosa gli avrebbe detto, in fondo non aveva nessuna certezza che fossero buone notizie, a rendere la cosa ancora più inquietante fu un improvviso calo di tensione, per lui quella sembrava la scena di un film horror. Ci volle un po’ prima che Inu scorgesse il sorriso dipinto sulle labbra del dottore e non appena se ne accorse il suo cuore riprese il suo battito regolare, aveva dato per scontato che ciò fosse segno di buone notizie ma appena il dottore parlò dovette ricredersi.
-Signor No Taisho non so come dirglielo.-
Il dottore parlava con molta calma inoltre aveva ancora il sorriso stampato sulla faccia, ciò scatenò un moto di rabbia all’interno di Inu perché non si spiegava cosa ci fosse da ridere se gli stava per comunicare la cosa più orribile che le sue orecchie avrebbero sentito, ma si calmò non appena sentì il seguito del discorso del dottore.
-Non sappiamo come, ma quando abbiamo fatto l’ultima radiografia cranica per rilevare l’esatto punto della frattura abbiamo notato una cosa strana e quindi per essere sicuri abbiamo paragonato questa radiografia con quella che abbiamo fatto quando sua moglie è giunta in ospedale e abbiamo avuto la certezza di ciò che pensavamo, signor No Taisho inspiegabilmente la frattura si sta ricomponendo da sola quindi non è stato necessario intervenire su quel punto, in tanti anni di carriera non ho mai visto una cosa del genere dunque abbiamo rimosso solo le schegge che si trovavano nell’addome. Signor No Taisho adesso può tirare un sospiro di sollievo perché l’intervento ha avuto successo e sua moglie si riprenderà al 100%.-
Il dottore stava ancora sorridendo quando si congedò per rientrare nuovamente nella sala operatoria, Misato dovette far sedere Inu perché dopo aver ricevuto la notizia aveva iniziato a barcollare, ciò non era dovuto solo al fatto che l’intervento fosse andato bene ma era dovuto anche al fatto che adesso finalmente il suo corpo aveva allentato la tensione, anche Misato era felice perciò corse a telefonare Miketsukami che attendeva notizie, sebbene fosse rimasto a casa a badare ai bambini anche lui era in pensiero e attendeva con ansia la chiamata del suo amico, infatti rispose al primo squillo.
-Pronto Misato allora com’è andata?-
Miketsukami parlò velocemente senza prendere fiato e questo fece sorridere il suo amico che già immaginava la faccia che stava facendo dunque con il suo solito tono allegro si affrettò a rispondere alla domanda.
-Ehi amico stai calmo e prendi fiato, adesso possiamo stare tranquilli l’intervento è andato benissimo dopo ti racconterò tutto per filo e per segno, adesso stanno portando Sakura in terapia intensiva ed Inu è con lei, vado a salutare così vengo a darti il cambio con le tre pesti, spero che mio figlio non stia combinando altri guai a volte non so come comportarmi con lui.-
Misato aveva pronunciato l’ultima frase con tono sconsolato.
- Ehi Misato non preoccuparti anche mio figlio e Sesshomaru non sono di certo degli angeli ma in fondo sono solo dei bambini lasciamoli crescere come tali sono certo che in futuro saranno molto più maturi, comunque per il momento non c’è da preoccuparsi perché stanno dormendo anche se per Sesshomaru è stato un po’ difficile ma era talmente sfinito che ha finito con l’addormentarsi anche lui.-
Entrambi erano preoccupati per Sesshomaru anche perché in due giorni era cambiato anche se di poco, era vero che non era mai stato un tipo di molte parole ma era stato sempre un bambino molto solare che con uno sguardo riusciva a confortarti anche in casi critici mentre adesso i suoi occhi erano freddi privi di qualsiasi espressione e anche se rideva il suo sguardo non rispecchia affatto la sua allegria e questo stava spaventando un po’ tutti ma avrebbero cercato di risolvere la situazione non appena tutto si fosse stabilizzato.
Dopo la breve pausa di riflessione i due continuarono a parlare.
-Meno male che si sono addormentati comunque tra qualche minuto sono lì da te.-
Dopo aver chiuso la chiamata Misato si diresse verso la stanza dove si trovava Sakura e, non appena arrivò, trovò Inu seduto fuori nel corridoio così anche lui si sedette vicino.
-Inu perché sei seduto qui, non sarà mica successo qualcosa?-
Misato era preoccupato ma questa volta fu Inu a rassicurarlo.
-No, non preoccuparti va tutto bene i dottori mi hanno fatto uscire perché devono controllare che tutto sia regolare hanno detto che è una prassi post-operatoria. Bhe vuol dire che ne approfitterò per chiamare Miketsukami e sapere come sta mio figlio.-
-Non ce n’è bisogno ho già chiesto io, e mi ha detto che adesso tutti e tre stanno dormendo quindi puoi stare tranquillo, comunque tra un po’ lo raggiungo così gli do il cambio, anche lui era molto preoccupato e sono sicuro che farlo venire qui sia il modo migliore per tranquillizzarlo sai benissimo come si comporta quando è agitato.-
-Sì ed hai perfettamente ragione.-
I due al pensiero di come reagiva il loro amico quando era agitato si misero a ridere, infatti Miketsukami quando era agitato muoveva freneticamente le nove code provocando anche delle piccole raffiche di vento e se ciò succedeva quando si trovava all’interno di una stanza la metteva sottosopra infatti non era raro che i documenti nel suo ufficio fossero sparsi ovunque soprattutto quando si trovava in prossimità delle sfilate.
Dopo il momento di ilarità Inu si scusò con il suo amico per i problemi che li stava causando ma Misato non la pensava affatto così infatti dopo avergli messo una mano sulla spalla assunse il suo solito tono allegro che usava soprattutto quando si rivolgeva ai suoi fans, in fondo lui amava cantare e la loro presenza non poteva che rallegrarlo. Cantare per lui era tutta la sua vita ma non aveva mai anteposto ciò alla sua famiglia perché lui senza di essa non aveva ragione di esistere, ma a volte i suoi tour lo allontanavano da essa perciò quando questi coincidevano con le sfilate di sua moglie era costretto a lasciare Kurama dai suoi amici e nessuno di loro aveva mai osato lamentarsi dunque non vedeva perché proprio lui avrebbe dovuto farlo.
-Inu ma che scemenze dici, per noi occuparci di Sesshomaru è un piacere anche se è un bambino vivace sicuramente è più calmo di Tomoe e Kurama, e come ha detto Miketsukami sono solo bambini perciò non farti alcun problema per questo. E poi hai per caso dimenticato che anche io e Mirei quando siamo entrambi occupati con il lavoro lasciamo da voi nostro figlio? Quindi perché adesso dovrebbe essere diverso se Sesshomaru resta da noi, e poi sai quanto siano felici i nostri figli quando passano molto tempo tra di loro, dunque non farti nessun problema e per adesso concentrati solo su tua moglie, al resto pensiamo noi.-
Le parole di Misato lo avevano molto rincuorato e soprattutto gli avevano fatto capire quanto loro fossero preziosi per lui.
-Bene adesso che abbiamo chiarito io vado da Miketsukami così lui potrà venire qui.-
-Misato se Miketsukami non può  venire non fa niente, credo che adesso sia stanco visto che oggi ha dovuto badare da solo sia ai nostri figli che al tempio.-
Misato sospirò, per quanto voleva fargli capire che per loro non c’era alcun problema a badare a suo figlio lui non voleva proprio ficcassero in testa.
-Inu ci rinuncio perché con te è una battaglia persa perciò non ti rispondo nemmeno. Ok ci sentiamo domani, se per te va bene o io o Miketsukami vorremo portare qui Sesshomaru.-
-Va bene domani vi farò sapere, mi raccomando se Sesshomaru dovesse comportarsi male non fatevi alcun problema a rimproverarlo.-
Misato si mise a ridere e mentre lo faceva rispose all’amico.
-Dimmi Inu quando mai ci siamo fatti il problema di sgridare i figli altrui? Direi mai, l’importante è non picchiarli a sangue perché lì non rispondo di me.-
Misato nel dire le ultime parole aveva assunto uno sguardo omicida perché nessuno doveva osare alzare un solo dito su suo figlio in quanto nemmeno lui lo faceva. Ma il suo sguardo invece che incutere timore fece scoppiare Inu in una fragorosa risata che inevitabilmente contagiò anche il suo amico.
Misato salutò il suo amico ed uscì dall’ospedale, nel frattempo i dottori erano usciti dalla stanza e avevano dato ad Inu il permesso di entrare appena fu dentro si sedette accanto a sua moglie accarezzandole delicatamente la mano.
-Sakura lo sai che mi hai fatto perdere cento anni di vita? Non fare mai più una cosa del genere.-
Quello che Inu aveva detto poteva sembrare un rimprovero ma il tono scherzoso che aveva usato diceva ben altro, Sakura ormai conosceva alla perfezione il suo youkai perciò decise di reggere la commedia.
- Inu se ti ho fatto perdere cento anni di vita, come mai sei ancora qui? Non avrai rubato i miei?-
Inu la guardò con stupore sia perché nelle sue condizioni riusciva a scherzare e sia perché quella era una vera e propria freddura.
-Sakura se fai un’altra battuta del genere qui rischiamo di morire assiderati. Comunque a parte gli scherzi come ti senti?-
-Se devo essere sincera mi sento come qualcuno che si è appena ripreso da una sbornia ma a parte questo mi sento benissimo. I dottori mi hanno spiegato come sono andate le cose e adesso sono felice di aver deciso di sottopormi all’intervento così una volta guarita potrò ritornare alla vita di sempre, anche se mi hanno detto che per avere la completa guarigione ci vorrà minimo un mese ma varrà la pena aspettare sapendo che dopo non avrò più nessun problema. Mi hanno anche detto che in questo periodo non dovrò sforzarmi e che dovrò alzarmi dal letto il meno possibile però a dire il vero questo sarà piuttosto difficile visto che c’è un bambino da accudire e una casa a cui badare.-
Inu sospirò, per l’ennesima volta sua moglie stava anteponendo la sua famiglia alla sua salute, però cercò ugualmente di sdrammatizzare la cosa.
-Cara e io non sono uno da accudire? Va bene pensare Sesshomaru prima di me ma addirittura a pensare prima alla casa è una cosa inaudita, vedi che me la prendo.-
Disse mettendo un finto broncio e questo fece sorridere Sakura anche se avrebbe voluto ridere però l’intervento non le permetteva di espandere completamente il torace.
-Inu tu sei grande ormai, invece il nostro cucciolo è ancora piccolo e la casa non si pulisce di certo da sola.-
-Hai ragione ma comunque non posso permetterti di sforzarti e per impedirtelo mi è venuta in mente un’idea.-
-Oh oh se ti viene in mente qualcosa siamo nei guai.-
-Spiritosa, comunque non scherzo potremmo chiedere a mia cognata di trasferirsi momentaneamente a casa nostra così potrà darti una mano quando io sarò al lavoro.-
Sakura spalancò gli occhi non sapeva se suo marito stesse scherzando o stesse dicendo sul serio.
-Inu ma hai battuto la testa? Se non hai un’altra cognata nascosta te lo scordi che io faccia entrare Izayoi in casa mia. E poi secondo te quella sa cosa significa aiutare qualcuno o come si pulisca una casa? Sarebbe capace di ridurre nostro figlio come un barbone mandandolo in giro per un mese con gli stessi vestiti. Mi dispiace ma preferisco rimanere da sola.-
Sakura non stava affatto scherzando e l’espressione dura del suo viso confermava ciò che aveva detto, Inu sospirò perché sapeva che quando Sakura parlava in quel modo non c’era modo di farle cambiare idea ma volle lo stesso fare un tentativo.
-Ma Sakura sono sicuro che non si rifiuterà di aiutarci.-
-Inu ti ho detto di no, quella donna non metterà mai più piede in casa mia e questo anche tuo fratello Shin lo sa.-
Shin e Inu erano figli di madre diversa in quanto Shin era nato dalla seconda moglie di suo padre ma questo per entrambi non era rilevante perché loro si ritenevano fratelli a tutti gli effetti.
Shin gestiva la casa discografica dove lavorava Misato ed era grazie a sua moglie che aveva conosciuto Izayoi. Shin aveva sentito che la moglie di Misato voleva provare ad intraprendere la carriera di modella così le aveva proposto di provare nell’azienda di suo fratello ovviamente lui ci avrebbe messo una buona parola anche se la bellezza della ragazza non ne aveva bisogno infatti era alta, snella con le curve al punto giusto, gli occhi erano di un grigio scuro e con i capelli rossi creavano un contrasto unico ed era per questo che anche Shin era convinto che quella ragazza fosse fatta per fare la modella e farla assumere nell’azienda di suo fratello era un’ottima opportunità. Fu proprio in occasione di quel provino che Shin scorse l’esile figura di Izayoi, per lui fu amore a prima vista. Qualche giorno dopo aveva chiesto a suo fratello di presentargliela ovviamente accettò e dopo essersi conosciuti Izayoi accettò di buon grado di uscire con Shin, e dopo un paio di incontri si misero insieme per poi sposarsi anche se Izayoi aveva accettato con molta riluttanza e prima di accettare aveva messo in chiaro di non volere figli perché questo avrebbe potuto rovinare la sua carriera di modella, Shin per amore aveva accettato ma Inu non era d’accordo e aveva cercato di metterlo in guardia in quanto a lui, caratterialmente, Izayoi non era mai piaciuta però il suo fisico per gli standard dell’azienda era sufficiente infatti inizialmente lei sfilava solo se qualche modella di punta non era disponibile. Shin non volle sentire ragione e la sposò senza sapere che ciò gli sarebbe costato caro.
Era il compleanno di Sesshomaru, Sakura aveva deciso di organizzare una piccola festa con tutti gli amici e ovviamente anche Shin e Izayoi erano stati invitati. I bambini stavano giocando e c’erano grida da ogni parte, gli uomini si erano appartati parlando di sport e le donne erano comodamente sedute sul divano di pelle e stavano parlando di cucina e alimentazione soprattutto per quanto riguardava i bambini fu in quel momento che Sakura chiese ad Izayoi quando aveva intenzione di averne uno ma la sua risposta avrebbe costretto le altre donne a diffidare da una come lei. Izayoi alla domanda di Sakura aveva risposto con molta naturalezza dicendo che non aveva nessuna intenzione di avere figli perché averne uno avrebbe rischiato di rovinare la sua carriera di modella e poi non aveva nessun interesse nel circondarsi di bambini capricciosi che chiedevano aiuto per ogni minima cosa, per non parlare di quando si fossero ammalati o si fossero sbucciati un ginocchio e siccome non voleva sentire i continui lamenti dei bambini non aveva intenzione di averne uno. Le ragazze la guardarono sconcertate, per loro avere i loro figli era stata la cosa più bella che potesse capitarle. Finora le parole di Izayoi le avevano solo fatte rimanere di sasso ma quello che fece dopo, le fece infuriare costringendo Sakura a cacciarla via. Dopo aver espresso il suo punto di vista Izayoi aveva puntato il dito contro i bambini e per dimostrare che aveva ragione sul fatto che i bambini frignassero per ogni minima cosa, aveva pizzicato la guancia del povero Kurama che si era messo a piangere per il dolore. Mirei dopo aver visto la guancia rossa di suo figlio diede uno schiaffo a chi aveva osato toccare il suo bambino per poi prenderlo in braccio e inoltre le aveva fatto notare che nonostante lei avesse messo al mondo un bambino, continuava a fare la modella anzi era la modella di punta della No Taisho/Soushi. Izayoi stava per rispondere allo schiaffo ricevuto e fu in quel momento che Sakura l’aveva sbattuta fuori, Shin aveva visto la scena e dopo essersi scusato sia con Mirei che con Misato, raggiunse sua moglie, e fu da quel giorno che nessuno considerò Izayoi.
Ed era per questo motivo che Sakura adesso preferiva rimanere sola piuttosto che mettersi in casa una donna come Izayoi, e Inu doveva ammettere che i motivi di sua moglie erano più che validi ma in quel momento lei aveva bisogno di aiuto e l’unica a cui potevano chiederlo era proprio Izayoi, cercò di farglielo capire ma non c’era niente da fare.
-Inu per favore ti ho detto di no, non permetterò a nessuno di alzare un solo dito su mio figlio non ho di certo dimenticato quello che ha detto quella volta e soprattutto non ho dimenticato quello che ha fatto a Kurama. Chiederò a Mirei di darmi una mano ogni tanto e poi un mese passa in fretta, però se le chiedo questo favore promettimi che non la farai lavorare troppo.-
Inu sospirò e accettò la proposta di sua moglie, poco dopo furono interrotti dal rumore della porta che si apriva.
-E’ permesso?-
Da dietro la porta fece capolino la testa di Miketsukami che stava entrando con molta delicatezza, Sakura appena lo vide fu al settimo cielo forse adesso era più felice di vedere lui piuttosto che suo marito.
-Miketsukami sei arrivato giusto in tempo.-
Sakura gli indicò la sedia affinché si sedesse accanto a lei.
-Non immaginavo che mi aspettassi con tanta impazienza. Non dirmi che il tuo caro cagnolino ti ha fatto arrabbiare?-
Miketsukami usò un tono canzonatorio e sghignazzava rivolgendosi all’amico che adesso lo stava guardando con sguardo omicida. Sakura riprese velocemente a parlare perché quello che voleva chiedere al suo amico non poteva aspettare.
-Inu se hai finito di trucidarlo con quegli occhi malefici, vorrei chiedergli un paio di cose.-
Inu distolse lo sguardo dal suo amico per poi chinare il capo colpevole, Miketsukami nel frattempo si stava preparando mentalmente a subire il terzo grado dalla youkai, e la voce di Sakura lo fece trasalire.
-Allora Miketsukami come sta il mio piccolo? Si è comportato bene? Non ha dato fastidio? Non si è fatto male? Non….-
Sakura stava parlando a raffica e i presenti arrivati ad un certo punto non riuscivano più a capire cosa stesse dicendo.
-Sakura calmati, Sesshomaru sta benissimo e non ha dato per niente fastidio anzi adesso sta dormendo beato insieme a Tomoe e Kurama, perciò non preoccuparti e pensa a guarire, a tuo figlio ci penseremo io e Misato.-
Miketsukami aveva risposto con molta tranquillità in fondo quello che aveva detto era la pura e semplice verità ma questo non bastò a tranquillizzare la youkai anzi non appena sentì con chi era suo figlio strabuzzò gli occhi perché ormai era risaputo che quando quei tre stavano insieme erano davvero ingestibili, Miketsukami intuì ciò che stava pensando e dopo averle sorriso provvide a tranquillizzarla.
-Non preoccuparti hanno solo giocato stranamente questa volta sono stati un pochino tranquilli.-
Ciò rassicurò momentaneamente la youkai perché il fatto che si fossero comportati bene quel giorno non significava che lo avrebbero fatto anche i successivi.
-Inu dopo vai a prendere Sesshomaru e portalo a casa se mi dovesse servire qualcosa ti chiamo.-
-Ma Sakura non puoi chiedermi di lasciarti sola in un momento così delicato.-
-Inu non possiamo lasciare lì Sesshomaru perché il fatto che sia stato tranquillo oggi non significa che lo sarà sempre, e sai alla perfezione che quei tre non possono stare troppo tempo insieme e poi Miketsukami avrà sicuramente altro a cui pensare.-
Miketsukami ascoltava basito la conversazione ed era anche un po’ seccato perché stavano parlando dei suoi impegni senza chiedergli il parere. Fece un colpo di tosse per attirare l’attenzione della coppia.
-Ehm scusate ma non vi viene in mente di chiedere prima un mio parere?-
Miketsukami alternava lo sguardo tra i due youkai e poco dopo riprese l’argomento.
-Sakura finchè non ti dimetteranno non ti restituirò tuo figlio. Sesshomaru è un bambino intelligente e sa come comportarsi fuori casa e poi entrambi sapete che Tomoe è felice quando ci sono i suoi due amici, come sapete a casa non ha nessuno e spesso sia io che mia moglie siamo impegnati con il lavoro e di questo Tomoe ne risente tantissimo, noi cerchiamo di non farlo sentire eccessivamente solo ma purtroppo non sempre ci riusciamo infatti non fa altro che chiederci un fratellino ma per il momento non possiamo, solo quando ci sono Sesshomaru e Kurama riesce ad essere felice quindi Sesshomaru non è affatto un peso per noi anzi sarà un’ottima compagnia per mio figlio e poi finchè non si stabilizza il tutto anche Kurama si trasferirà momentaneamente a casa mia ma comunque sarà poco il tempo che rimarranno in casa visto che lunedì torneranno all’asilo. Ah a proposito di asilo oggi mi ha telefonato Nanami e voleva sapere come stavi, le ho detto che stavi bene ma che per un po’ di tempo non saresti andata all’asilo. Quella bambina è davvero una dea proprio come suo padre, non capisco perché mio figlio sia sempre scontroso con lei.-
Nanami andava nello stesso asilo dove insegnava Sakura, era sempre stata una bambina dolce e ben educata, proveniva da una famiglia molto rispettata sua madre era una sacerdotessa mentre suo padre era il dio della terra e come aveva mostrato, Nanami aveva ereditato i poteri di suo padre. Provava una sorta di ammirazione nei confronti di Tomoe anche se molti non capivano cosa le piacesse di quel bambino visto che ogni volta che si incontravano lui la trattava sempre male ma lei con educazione salutava e tornava nella sua classe. Una volta Miketsukami le chiese cosa le piacesse di Tomoe e lei aveva risposto che oltre a piacergli le sue orecchie le piaceva anche la sua parte gentile che con molta bravura lui teneva nascosto, Miketsukami rimase colpito dalle parole della bambina perché anche se era molto piccola era riuscita lo stesso a vedere oltre le apparenze però Nanami quando si infuriava perdeva la sua calma diventando davvero spaventosa e questo Tomoe lo aveva provato sulla sua pelle infatti una volta Nanami aveva usato un talismano per punirlo e fu da allora che si capì che lei aveva ereditato i poteri del padre e a confermare ancora di più la cosa fu che contro di lei i poteri degli youkai non avevano effetto, dunque Nanami come sapeva essere gentile sapeva essere anche molto vendicativa ma agli adulti non diceva mai una parola fuori posto ed era proprio per questo motivo che era ben voluta da tutti inoltre aveva una qualità fuori dal comune, riusciva a far riappacificare persone che da tempo non si parlavano e aveva contribuito alla formazione di una giovane coppia che da poco era convolata a nozze. Molti pensarono che fosse solo una coincidenza ma dovettero ricredersi perché quello non fu un caso isolato.
Sakura era molto fiera di quella bambina sebbene non facesse preferenze tra i suoi alunni, lei era la sua preferita e il fatto che adesso si fosse preoccupata per lei la rendeva ancora più speciale.
-Hai proprio ragione quella bambina è un angelo, comunque hai fatto bene a dirle che sto bene non voglio turbarla visto che è una bambina molto sensibile. Ringraziala da parte mia.-
-Va bene però secondo me dovresti chiamarla quando ti sarai ripresa.-
Sakura annuì.
-Mi dirai che sono ripetitiva, ma ti ringrazio per quello che stai facendo.-
Miketsukami questa volta non rispose ma si limitò a sfoggiare il suo sorriso migliore che aveva la capacità di rassicurare anche la persona più insicura, sperava tanto che funzionasse anche con lei così non avrebbe dovuto più ripetere le stesse cose perché lei non gliele avrebbe più chieste. La cosa sembrò funzionare e così lo youkai-ka riprese a parlare.
-Inu ho un’idea, perché non ti trasferisci al mio tempio almeno finchè non dimetteranno Sakura.-
Miketsukami aspettava la risposta del suo amico ma prima che questo potesse rispondere lui aveva già ricominciato a parlare.
-Anzi ho un’idea migliore. Che ne dite di trasferirvi entrambi al tempio? Sicuramente tu avrai bisogno di aiuto e credo che per il momento tu non possa fare sforzi eccessivi e poi anche se ci occuperemo noi di tuo figlio tu potrai sempre controllarlo. Allora che ne pensate?-
Inu guardò sua moglie e prima che lei potesse ribattere, diede la sua risposta.
-E’ un’ottima idea così almeno anche io starò più tranquillo.-
Sakura non appena udì le parole del marito, cominciò a guardarlo con lo stesso sguardo assassino che poco prima Inu aveva riservato al loro amico. Inu sospirò pensando alla ramanzina che gli avrebbe fatto sua moglie ma purtroppo non c’era altra soluzione e questa volta lui non aveva alcuna intenzione di cambiare idea come era successo prima quando aveva proposto di chiedere aiuto ad Izayoi inoltre non poteva lamentarsi della compagnia che avrebbe avuto perché i loro amici si sarebbero davvero occupati della sua famiglia.
-Allora è deciso, verrete a stare a casa mia. Ok appena torno a casa vi farò preparare la stanza per gli ospiti così Inu potrà cominciare a sistemare le vostre cose.-
Improvvisamente Miketsukami guardò l’orologio e strabuzzò gli occhi, questo fece preoccupare i suoi amici.
-Miketsukami cos’è successo?-
-Niente non mi ero reso conto che fosse così tardi, sarà meglio che vada avevo promesso a Misato che sarei tornato presto così lui sarebbe potuto tornare a casa sua per riposarsi visto che domani pomeriggio deve fare un concerto di beneficenza per l’orfanotrofio.-
-Sei il solito dimentichi sempre tutto e sei ancora giovane figuriamoci quando invecchierai.-
Sakura lo aveva rimproverato per questa dimenticanza soprattutto perché sapeva quanto fosse faticosa la carriera di Misato, di certo non era una passeggiata cantare per tre/quattro ore di fila, senza contare l’assalto dei fan che era costretto a subire alla fine di ogni concerto però questo non pesava affatto al cantante anzi la visione di tutti quei fan lo ripagava per ogni singola fatica.
Miketsukami dopo aver salutato i suoi amici corse a casa e si stupì nel vedere che i bambini stavano ancora dormendo, così dopo aver aggiornato il suo amico, lo salutò dandogli un in bocca al lupo per il concerto dell’indomani. Misato diede un piccolo bacio a suo figlio e ringraziò Miketsukami per aver accettato di occuparsi del suo piccolo Kurama.
Verso il tardi Miketsukami svegliò i bambini per farli cenare ma quando tutti furono a tavola notò subito l’assenza di Sesshomaru.
-Tomoe dov’è Sesshomaru?-
Miketsukami mentre parlava con suo figlio continuava a cucinare agitando lievemente le code.
-Non lo so, poco prima era con noi forse sarà andato in bagno. Andiamo a vedere.-
Tomoe e Kurama tornarono al piano di sopra per vedere dove fosse finito il loro amico e, quando lo trovarono, rimasero bloccati sull’ingresso della camera degli ospiti, Kurama fu il primo a farsi avanti.
-Sesshomaru che fai qui? La cena è pronta andiamo io sto morendo di fame.-
Kurama lo stava scuotendo affinché si muovesse ma niente da fare Sesshomaru non mosse un passo e con lo sguardo fisso sul letto si rivolse all’amico.
-Io non ho fame, resto qui andatevene e lasciatemi da solo.-
Il suo tono era inespressivo e questo spaventò Tomoe a cui vennero in mente gli eventi accaduti il giorno prima, sicuramente temeva di perdere per sempre uno dei suoi migliori amici, non ce la faceva più a restare lì perciò corse immediatamente da suo padre che vedendolo in lacrime pensò all’ennesimo litigio tra i bambini.
-Tomoe cosa avete combinato?-
Tomoe continuava a singhiozzare, nemmeno le parole del padre riuscivano a calmarlo alchè Miketsukami capì che quello che era successo di sopra non era una cosa da poco soprattutto perché suo figlio non piangeva quasi mai in quel modo, tutto al più frignava ma era una cosa di poca durata, l’unica volta che aveva pianto così era quando Kurama gli aveva detto che una volta cresciuto sarebbe diventato un cantante famoso e quindi con loro non ci sarebbe più rimasto perché sarebbero state delle persone comuni, ovviamente Kurama non diceva sul serio ma quella cosa scosse così tanto il piccolo youkai-ka che pianse per tutto il giorno. Miketsukami ripensando a quell’episodio pensò che fosse successa di nuovo una cosa simile.
-Allora Tomoe mi dici cosa ti prende?-
Tomoe tra un singhiozzo e l’altra riuscì a rispondere.
-Papà, Sesshomaru è strano non parla come al solito, forse non ci vuole più come amici.-
Ora Miketsukami aveva finalmente capito cosa aveva scosso suo figlio inoltre aveva capito anche cosa stava succedendo a Sesshomaru, purtroppo gli ultimi eventi lo avevano così traumatizzato che adesso stava iniziando a prendere le distanze da tutti evidentemente temeva di soffrire ancora se qualche altra persona a lui cara si fosse trovata in una situazione del genere e adesso per proteggersi stava costruendo una specie di muro che gli avrebbe evitato di affezionarsi ad altri ma purtroppo così facendo stava anche allontanando le persone più care e questo solo uno sensibile come Tomoe poteva capirlo.
-Ok Tomoe adesso calmati vado io a parlare con Sesshomaru, vai a sederti a tavola la cena è pronta ora faccio scendere Kurama così iniziate a mangiare, si è fatto piuttosto tardi.-
-Va bene papà. Ti prego fai venire anche Sesshomaru.-
Miketsukami sorrise annuì con il capo, dentro di sé sperava che suo figlio non cambiasse mai, a lui piaceva molto quel lato sensibile del suo carattere anche se lo teneva nascosto agli occhi di tutti infatti questa parte di lui la conoscevano solo gli amici più stretti e la piccola Nanami. Anche se Tomoe la trattava spesso male, Miketsukami non sapeva perché ma secondo lui quella bambina sarebbe diventata qualcosa di più per suo figlio, nel frattempo era giunto al piano di sopra e aveva fatto scendere Kurama affinché raggiungesse il suo amico mentre lui prese in braccio Sesshomaru e si sedette sul letto.
-Sesshomaru allora mi dici cosa ti prende?-
Miketsukami si era rivolto al bambino come se fosse suo figlio in fondo adesso che Inu non c’era lui faceva le sue veci.
-Niente volevo stare da solo.-
Rispose secco il piccolo youkai.
-Mmmmm, non so perché ma non mi convinci proprio sono sicuro che c’è qualcosa che ti turba, se è per la tua mamma ormai è fuori pericolo non ci sarà alcuna conseguenza e tra un mese tornerà tutto come prima quindi non preoccuparti comunque da domani tuo padre verrà a stare da noi e quando tua madre sarà dimessa anche lei starà qui finchè non si sarà del tutto ripresa.-
Sesshomaru ascoltò ogni singola parola che gli veniva detta e questo in parte lo rincuorò ma la paura che una cosa simile potesse riaccadere lo spaventava.
-Davvero mamma tornerà come prima? Domani posso andare a trovarla?-
-Ma certo piccolo l’ho già detto a tuo padre però deve dirmi lui quando possiamo andare. Va bene?-
-Sì.-
Sesshomaru adesso era più tranquillo senza dubbio il fatto di aver sentito che sua madre era fuori pericolo lo riempiva di gioia.
-Bene ora che sai tutto, che ne dici di scendere giù a mangiare? Ah me lo fai un favore?-
-Sì.-
-Tomoe si è spaventato tantissimo per il tuo comportamento perciò quando andiamo giù siediti vicino a lui così si calma un po’-
Sesshomaru annuì e scese velocemente dal letto correndo al piano di sotto dove nessuno aveva ancora toccato cibo, i bambini avevano voluto aspettare il loro amico sperando che Miketsukami fosse riuscito a farlo ragionare. Sesshomaru si sedette accanto a Tomoe, che aveva ancora gli occhi gonfi per il pianto, ma appena lo vide tirò su col naso e diede un piccolo buffetto sulla spalla dell’amico. La cena proseguì senza intoppi sembrava che tutto fosse tornato alla normalità, adesso tutti erano più rilassati ed erano andati a letto,anche se alcuni di loro avevano il sonno disturbato ma nonostante ciò continuavano a dormire.
Era passata una settimana dal giorno dell’incidente e Sakura finalmente fu dimessa in quanto i controlli post-operatorio avevano mostrato un netto miglioramento della situazione anzi era meglio del previsto perciò essendo stazionaria fu dimessa non senza aver prima ricevuto le dovute raccomandazioni, queste ovviamente erano valide anche per Inu. Sesshomaru era ritornato all’asilo ancor prima che sua madre fosse dimessa, i suoi amichetti gli erano rimasti molto vicino e questo lo aveva aiutato tantissimo, anche Nanami di tanto in tanto andava nella sua classe per chiedere come stesse sua madre e quando seppe che era stata dimessa chiese a Sesshomaru il permesso di poterla andare trovare ovviamente accettò ma non prima di averle raccomandato di non farla sforzare anche se sapeva che Nanami era una bambina tranquilla e molto ubbidiente inoltre aveva sempre sentito parlare bene di lei, spesso sua madre diceva che avrebbe voluto avere una bambina come lei soprattutto perché avrebbe dato molti meno problemi di quanti ne desse lui ma anche se diceva così lei non avrebbe cambiato suo figlio con nessuno perché lei lo amava così com’era.
Nanami attendeva con ansia che arrivasse sabato perché i suoi genitori avevano acconsentito ad accompagnarla quel giorno sia perché lei non sarebbe andata all’asilo e sia perché entrambi erano liberi dal lavoro almeno così anche loro avrebbero approfittato per andarla a trovare. Per la gioia di Nanami quel giorno era arrivato e tanta era la felicità che la notte precedente non aveva quasi chiuso occhio. Adesso si trovava davanti alla scalinata del tempio Soushi e in un batter d’occhio era arrivata in cima mentre i suoi genitori erano ancora a metà, avrebbe potuto iniziare ad andare ma temeva che Tomoe le avrebbe detto qualcosa che avrebbe rovinato quella giornata che tanto aveva atteso ma quando sentì la voce dello youkai-ka alle sue spalle, trasalì temendo il peggio però con enorme stupore non fu così.
-Nanami sei già qui? La maestra non vede l’ora di vederti.-
Tomoe aveva quasi sussurrato quelle parole e questo lasciò stupefatta la piccola Nanami ma sottofondo si sentiva qualcuno che sghignazzava e altri non era che Kurama.
Kurama aveva sempre avuto una specie di cotta per Nanami ma lei non si sa come era attratta da Tomoe infatti diceva sempre che le piaceva la sua parte gentile.
-Kurama perché ridi?-
Chiese Nanami che voleva sapere il motivo di tanta ilarità.
-Tomoe non vedeva l’ora che arrivavi, chiedeva sempre che ora era.-
Kurama continuava a ridere mentre Nanami arrossì guardando Tomoe che non appena incrociò il suo sguardo voltò velocemente il capo, ad interrompere il bel quadretto ci pensarono i genitori di Nanami che erano finalmente arrivati.
-Buongiorno bambini.-
Dissero i signori Higurashi rivolgendosi a Tomoe e Kurama.
-Buongiorno signori Higurashi.-
Tomoe invitò i visitatori ad entrare a casa sua accompagnandoli nel posto in cui tutti li stavano aspettando, quando fecero il loro ingresso tutti li salutarono con grande gioia, Nanami intanto era già corsa dalla sua maestra facendo molta attenzione a come si muoveva infatti quando Sakura si chinò per baciarla lei subito si preoccupò temendo che potesse farsi male solo per poterle dare un bacio ma Sakura ci riuscì ugualmente regalando alla bambina un tenero sorriso per poi farla accomodare sul divano accanto a lei. Ora tutti erano intenti a parlare ma improvvisamente Nanami attirò l’attenzione su di lei.
-Scusate ho una cosa bella da dirvi.-
Tutti erano curiosi di sapere cosa avesse da dire compresi i suoi genitori.
-Mamma mi ha detto che tra qualche mese nascerà la mia sorellina.-
Dopo essersi ripresi dalla sorpresa, nella stanza si udì un gran fracasso fatto dai complimenti e dagli applausi che tutti stavano facendo per congratularsi con i signori Higurashi per la lieta notizia. Si era fatto buio quando Nanami andò via e stranamente questa volta oltre a Sesshomaru e Kurama anche Tomoe la salutò dandole un bacio sulla guancia questo fece arrossire nuovamente la bambina che si era subito messa la mano sulla guancia che Tomoe aveva baciato. Ma oltre ai signori Higurashi anche qualcun altro era in attesa ma a differenza loro la cosa non sarebbe stata presa tanto bene e sicuramente il futuro nascituro avrebbe pagato le conseguenze di quello che la futura madre avrebbe definito come un terribile errore.
-Maledizione lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, per colpa tua la mia carriera potrebbe finire ma questo non succederà, questo obbrobrio non vedrà mai la luce.-
Disse una donna fissando un test di gravidanza mentre quello che avrebbe dovuto essere suo marito la fissava con sgomento.

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Bene bene eccomi di ritorno con una nuova long fict spero possa piacere in quanto per me questa è la prima volta che scrivo un cross over, diciamo che è una sorta di esperimento. 
La storia inizialmente doveva prendere solo i personaggi di Inuyasha e Kamisama Kiss ma poi vedendo Inu x Boku SS e leggendo il mito delle volpi in giappone, mi è venuto in mente di utilizzare anche la coppia principale di Inu x Boku ossia Miketsukami e Ririkiyo ma quello che mi interessava di più era Miketsukami in quanto è un demone di volpe a nove code e da quello che ho letto, il numero delle code delle volpi va in base alla loro età e quindi siccome anche lui ha sia le orecchie che le code l'ho trovato perfetto come padre di Tomoe in quanto anche lui ha le orecchie e una sola coda quindi basandosi su quel mito la sua unica coda indicherebbe che è più piccolo. 
Il tempio che gestisce la famiglia di Tomoe, l'ho chiamato tempo di Inari in quanto le volpi sono considerate le sue guardiane.
Inoltre Tomoe e Miketsukami in questa storia non saranno degli youkai ma degli youkai-ka ( Ringrazio yasha26 per avermi suggerito questo nome), gli ho fatti diventare una terza specie demoniaca per il semplice motivo che entrambi possiedono sia i tratti degli han'yo, le orecchie, e sia i tratti degli youkai, le code. questi sono figli di un han'yo e uno youkai perciò prevale la parte demoniaca.
Spero di avervi spiegato bene come stanno le cose, e di non avervi incasinato le idee. Per ogni dubbio sapete cosa fare.
Per adesso è tutto se volete ci vedremo con il secondo capitolo de "Non può piovere per sempre".

Miketsukami e Ririchiyo Tomoe kurama nanami Da sinistra verso destra: Miketsukami/Ririchiyo, Tomoe, Kurama e Nanami Bene spero di avervi presentato i personaggi in modo adeguato, per adesso queste sono le versioni baby dei protagonisti di Kamisama, mentre la prima immagine sono i protagonisti di Inu x boku ss e sono i genitori di Tomoe per il motivo che già vi ho descritto. Le immagini dei personaggi di Inuyasha è inutile metterle perchè penso che li conosciate abbastanza. Nel prossimo capitolo metterò le immagini con i personaggi in versione adolescente e saranno quelle definitive.
Spero di aver reso chiara l'idea, aspetto di sapere cosa ne pensate. Al prossimo capitolo: QUESTA VOLTA VINCO IO. baci Inu-ka
  
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