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Autore: Madama Pigna    18/06/2015    2 recensioni
[Missing Moment della serie "Tre figli di Laufey (e un mucchio di guai)" - accenni Thorki - tanto Aangst](Oneshot dedicata a Frostgiant)
Loki guardò Helblindi allontanarsi dal luogo con una forte angoscia nel cuore.
Sapeva bene di non poter fare molto in quel frangente: proteggere se stesso e Thor dalla furia omicida di Skrymìr lo aveva fortemente indebolito, non poteva certo salvare la vita di Byleistr o curare delle ferite gravi, non nell’immediato perlomeno.
Quando suo fratello sparì dalla sua vista, Loki abbassò lo sguardo verso il padre morente.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Mpreg
- Questa storia fa parte della serie 'Tre figli di Laufey(e un mucchio di guai)'
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Loki guardò Helblindi allontanarsi dal luogo con una forte angoscia nel cuore.

Sapeva bene di non poter fare molto in quel frangente: proteggere se stesso e Thor dalla furia omicida di Skrymìr lo aveva fortemente indebolito, non poteva certo salvare la vita di Byleistr o curare delle ferite gravi, non nell’immediato perlomeno.

Quando suo fratello sparì dalla sua vista, Loki abbassò lo sguardo verso il padre morente.

Sif, vedendo quella scena e capendo la gravità del momento, si mise da parte trascinando con sé anche Thor, facendogli segno di stare in silenzio. Lui non poteva sapere cosa si provasse al capezzale del proprio genitore, ma lei . Loki, comunque, non ci fece molto caso. Teneva la mano di suo padre, così minacciosa eppure con un che di rassicurante, senza dire una parola. In verità non sapeva cosa dire. Molto strano, per lui.
E avrebbe tanto voluto avere più tempo…


Farbauti, forse per la percezione sempre più vicina della morte, forse perché non aveva mai avuto la possibilità di parlare a tu per tu con il figlio, decise invece di parlare subito. Sorrise al terzogenito, mentre lo guardava pentito ma fiducioso nelle doti di Helblindi.

- Sei cresciuto. Forse non tanto però -, disse, volendo fare una battuta.
Nonostante il contesto, Loki rise amaro, ben sapendo di essere un nano rispetto alla maggioranza degli Jotun. Non ne rimase offeso, anche se dovette nascondere una lacrima con un gesto della mano libera. Le sue iridi erano comunque velate di rammarico.

- Vorrei averti conosciuto prima -, disse. – Aver avuto più tempo per noi -.
Farbauti scosse la testa. – E’ stata colpa mia. Avrei potuto fermare Laufey, e non ho mai avuto il coraggio di farlo. Ma sono felice di essere riuscito a portare via almeno te dalle sue grinfie -, disse. Poi sorrise ancora, leggermente. In vita doveva essere stato uno che lo faceva spesso.

- Odino non è sempre stato una persona saggia, ma prima della guerra eravamo amici, anche se non sono stato abbastanza lungimirante da ascoltarlo. Lui sapeva persino come desideravo chiamarti. Ti ha cresciuto bene, pure se forse pensi che abbia fatto qualche errore. Purtroppo tutti noi genitori li facciamo… io forse più di altri -, continuò. Si voltò verso i due asgardiani alle sue spalle, soffermandosi in particolare verso Thor.
Poi ritornò a guardare il figlio.
- Non hai avuto il tempo di conoscermi… Ma io ti ho sempre guardato, da Helheim. Non solo te, ma anche Helblindi e Byleistr. E sono fiero di potervi chiamare figli -.

Gli occhi di Loki s’illuminarono di sorpresa. – Davvero? -, chiese interrogativo.

Farbauti annuì. – Fin da quando eravate piccoli avevo capito che avevate dei grandi talenti. Anche tu, facevi esplodere le cose ancora prima del parto… Ed eri un neonato così bello… cough! Cough! -, Farbauti tossì sangue dalla bocca, cercando di coprirla con il pugno ma invano: da essa una goccia andò comunque a posarsi sulla mano di Loki.

Il giovane Jotun si sforzò di ignorarla. Non era il momento adatto per lasciare che qualche ormone impazzito lo facesse rimettere. Ciononostante cominciava ad avere la nausea. Non che spettacoli di persone moribonde gli fossero estranei ma… Farbauti era il suo padre biologico.
Vederlo raggiungere il Regno di Hel, benché non lo avesse allevato lui ma Odino, faceva male.

Cercò di non guardare le ferite del padre, soffermandosi sul suo viso.
- Sei stato tu a lasciarmi nel tempio? -.
Lo Jotun annuì.
- Sapevi che mi avrebbero trovato? -.
Farbauti annuì ancora. Non serviva che Loki sapesse che lui era morto subito dopo per proteggerlo, per mano di Laufey stesso. Ma Loki aveva troppo intuito per non capire. - E sei morto subito dopo, a quanto ne so. Laufey? -.

Farbauti fece un sorriso mesto e rassegnato. – Sei troppo intelligente, Loki… -.

- Padre -, era la prima volta che chiamava Farbauti così. I suoi occhi erano lucidi.
– Mi dispiace… -.
- Non è colpa tua -, disse Farbauti, che tossì ancora.
Anche da non-vivente il Gigante aveva una tempra molto forte. Il corpo posseduto da Skrymìr, poco lontano, giaceva morto già da un pezzo, ma ancora lo Jotun respirava.
Semplice resistenza oppure una concessione di Hela?


- Ascolta, non mi rimane molto tempo ormai. Avrei voluto che ci fossero anche i tuoi fratelli, ma purtroppo non è possibile e avrei voluto tanto parlargli. Puoi fare tu da tramite per me? -, chiese. Loki annuì, determinato, e strinse di più la mano del genitore.

- Dì loro solo… che io vi voglio bene, a tutti e tre. Che sono fiero di voi e di quello che siete diventati. Non ho più alcun diritto di darvi consigli su come gestire la vostra vita, ma… -, il suo sguardo si rabbuiò. Quando continuò a parlare ormai parlava a voce molto bassa, tanto che Loki dovette chinarsi per sentire meglio le sue parole. Forse per non far sentire i due Asir?

– Ma? -.

- Ma sono molto preoccupato per Byleistr. E non è solo perché ora rischia la vita. Ha sempre vissuto cercando di mantenere una promessa che gli chiesi di farmi prima di morire, ma il suo giuramento lo sta distruggendo giorno dopo giorno, e a lui non importa pur di seguire il suo dovere -. Al mago parve di scorgere una piccola lacrima ghiacciata sul viso del guerriero.

- Di tutti e tre lui è quello che mi preoccupa di più, anche se le sue imprese mi rendono orgoglioso di lui. Finirà per uccidersi o per impazzire se continuerà su questa strada. Lo so che apparentemente sembra non aver alcun problema. Lui è bravo a mentire quasi quanto lo sei tu -, continuò. – Ed è effettivamente forte, potrebbe davvero essere felice, ma non se ne rende conto. Continua a negarsi tutto il bello che la vita può offrire e in questo modo si sta facendo soltanto del male. Ha già retto troppo a lungo in queste condizioni, potrebbe non farcela più -, disse, e il suo tono era al limite della disperazione. Infine lo fissò negli occhi con intensità. – Non lasciare che continui per questa strada. Digli, anche da parte mia, che non ha più senso biasimarsi così, che anzi non lo ha mai avuto. Non avrò pace neppure nel Valhalla se tuo fratello procederà ancora su questo cammino -, concluse, e a Loki parve di sentire un nodo allacciarsi nello stomaco, tanta era l’angoscia che quel discorso così accorato gli aveva dato. Inoltre Farbauti tossì ancora. Poi, però, sembrò voler passare ad argomenti più lieti.

- Ma voglio parlare anche di te e del tuo futuro. Helblindi, ormai, ha già imparato dai suoi errori e quello che affronterà in futuro non posso certo dirglielo io -.
Questo insospettì Loki, tuttavia non ebbe tempo per pensare alle strane parole del padre.
- Thor Odinson… mi sembra un guerriero coraggioso -, disse lo Jotun. Il cambio di argomento per un momento disorientò il giovane mago, ma poi annuì, voltandosi per un momento a guardare il Dio del Tuono.
– Si, lo è -, concordò. Del resto conosceva Thor da sempre. Farbauti annuì.

- Se somiglia a suo padre allora sarà un buon compagno per te. Non troppo intuitivo, forse, ma sincero e affettuoso. E che, soprattutto, ama la famiglia -.
- Non credo che Byleistr sarebbe molto d’accordo -, disse Loki, pensando ai pochi dialoghi fra il fratello naturale e il ‘fratello’ adottivo. Dialoghi per niente amichevoli, tra l’altro.

- Tuo fratello, purtroppo, non conosce ancora l’amore. Ed è testardo. Voi lasciatelo pure criticare, se anche volesse continuare a farlo. Non ha potestà su di te più di quanto non l’abbia io -, rispose il padre. Poi abbassò lo sguardo sulle sue ferite.
- Me ne sto andando di nuovo… ma stavolta, forse sono riuscito a lasciare effettivamente qualcosa di utile, invece di un mondo in balìa di un pazzo -.
- Non è stata… -.
- Colpa mia? Oh, sì che lo è stata. Ma di questo è il caso che parli con Helblindi, non con me. Sicuramente saprà spiegarti meglio. Tu limita a ricordarti solo una cosa: le colpe dei padri ricadono sempre sulle spalle dei figli. Non fare gli stessi errori che ha fatto la mia generazione. Alcuni di questi sbagli hanno portato a conseguenze terribili -.

Cadde il silenzio fra i due. Loki non aveva sciolto la presa sulla mano di Farbauti, però.
Ma alla fine parlò. – Padre, ho ascoltato ciò che mi hai detto e farò tutto il possibile per esaudire i tuoi ultimi desideri. Non so quanto tempo ci vorrà, o se ci riuscirò, ma tenterò -, disse, stringendogli le dita piene d’escrescenze ossee. – E terrò il ricordo di te nel cuore finché avrò fiato in corpo, almeno questo posso garantirtelo -.

Farbauti fece un ultimo sorriso, felice delle parole del figlio. – Sono onorato dalla tua sincerità, Dio degli Inganni -, affermò. Poi, facendo uno sforzo palese, si mi se seduto e abbracciò con delicata forza il figlio, accarezzandogli i capelli.
– Ti voglio bene, Loki. Figlio mio. Non dimenticarlo mai -.


Detto questo, Farbauti Jormungandson chiuse gli occhi, e spirò.














Helblindi guardò il cadavere di suo padre con rammarico.
Il suo corpo era stato nuovamente seppellito secondo le loro usanze, congelandolo nel ghiaccio sempiterno per l'eternità.
Due volte lo aveva visto a terra ferito, e due volte si era allontanato via prima di potergli dire addio. La prima con la scusa di trovare aiuto, che in realtà era una fuga dall’inevitabile.
La seconda una necessità maledetta, chiamata dal corpo di un fratello ferito e morente.

- Non gli ho detto addio nemmeno questa volta… -, mormorò.
Forse era un bene che le resurrezioni fossero proibite: si ritorna dai morti comunque, prima o poi, e perché prendersi due volte l’agonia di un lutto così doloroso?
O due volte lo stesso rimpianto?


Byleistr era ancora molto debole dopo la battaglia di Muspellheim, ma aveva voluto essere presente comunque: gli strinse la mano come faceva da bambino.


Una parte del Re avrebbe tanto voluto rivedere di nuovo il padre. Chiedergli perdono per tutti i suoi errori, scusarsi se non era stato abbastanza bravo a proteggere suo fratello Helblindi e Jotunheim quando era ancora molto giovane.
Guardarlo di nuovo, toccarlo di nuovo.

Un’altra però avrebbe avuto troppa paura di quell’incontro. Troppi errori, troppi rimorsi, troppe ferite date dallo scontro che lo aveva quasi ucciso e ridotto in coma per giorni.
No, sicuramente non sarebbe riuscito a guardarlo negli occhi.




- Lo hai fatto, invece -, disse Loki, cercando di rincuorare il più vecchio. Poi lanciò uno sguardo in alto, verso il viso freddo e imperturbabile di Byleistr. Con Helblindi aveva già parlato, ma con lui… Primogenito e terzogenito sapevano che non potevano prendere la situazione sottogamba, né intavolare un certo tipo di conversazione così, all’improvviso. Byleistr si sarebbe rifiutato di collaborare e avrebbe alzato al massimo le sue stupide difese. No, bisognava agire con cautela, studiando ogni mossa da lì in avanti con la massima attenzione. Sarebbe stato un processo lungo, faticoso e per certi versi anche penosamente doloroso, lo sapeva, ma non aveva intenzione di lasciare suo fratello intrappolato tra i fantasmi del passato. Per una volta nella vita era determinato a mantenere la parola data, e ci sarebbe riuscito.



Avrebbe tirato fuori Byleistr dai suoi incubi, direttamente o indirettamente ma lo avrebbe fatto. E suo padre non avrebbe avuto più alcun motivo di non essere in pace nel Valhalla. Era la promessa di un adulto, non di un bambino, e Loki sapeva che avrebbe potuto affrontare qualsiasi ostacolo nel mantenerla – e anche al di fuori di quella questione – perché adesso la sua famiglia era al completo, lui era completo, e niente e nessuno lo avrebbe più distrutto, perché la solitudine non c'era più.
E non ci sarebbe più tornata.



Una volta usciti dal luogo di sepoltura Loki raggiunse Thor, che ben infagottato con le sue pellicce lo stava aspettando, e gli porse la mano, sorridendo, deciso a tornare a casa. Infine guardò un’ultima volta i due fratelli, in specie Byleistr, e i suoi occhi luccicarono di una determinazione quasi divertita.


Non ti libererai facilmente di me, fratello. E’ una promessa.





  
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