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Autore: eugeal    19/06/2015    0 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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- Allan! Allan, svegliati.
L'ex fuorilegge aprì gli occhi con un gemito, sentendosi scuotere e si alzò a sedere sul letto, strofinandosi il viso con le mani.
- Cosa vuoi, Giz? È appena l'alba.
Guy fece un sospiro e si chinò verso Allan per guardarlo in faccia.
- Appunto, è già l'alba e non ho ancora trovato una scusa per spiegare questo.
Gisborne sollevò la candela che aveva portato per illuminarsi il viso e Allan vide la ferita che aveva sul viso: quattro graffi paralleli, provocati chiaramente da unghie umane.
Allan lo guardò: Gisborne era chiaramente agitato e in preda al panico al pensiero che Marian potesse scoprire il suo segreto.
- Un'altra missione del Guardiano Notturno, eh? Stavolta chi è stato a lasciarti quei segni? Lo sceriffo? Oppure hai detto una parola di troppo a Little John?
- È stata Meg...
- Meg? Una ragazza? - Sogghignò Allan, guardandolo con stupore.
- Non è come pensi! - Disse Guy, arrossendo e Allan scoppiò a ridere.
- Poi mi racconterai, ma se vuoi sopravvivere per poterlo fare, lasciami vestire e troviamo una soluzione al guaio in cui sei andato a infilarti stavolta.
- Sbrigati. - Ringhiò Guy e Allan sogghignò.
- Sai? Credo di avere un'idea.

Marian si svegliò sentendo i rumori che provenivano dall'esterno della casa. Sembrava che qualcuno stesse lottando nei pressi delle stalle e si preoccupò, pensando a un'aggressione da parte di banditi, poi riconobbe le voci di Guy e di Allan e si affacciò alla finestra per capire cosa stesse succedendo.
Vide Allan colpire Guy al viso e Gisborne rispondere immediatamente con una spinta che fece rotolare entrambi a terra dove continuarono ad azzuffarsi.
La ragazza rimase a guardarli per un attimo a bocca aperta, poi corse giù per le scale per cercare di fermarli.
Uscì dalla porta appena in tempo per vedere Allan che aveva tentato di rialzarsi e Guy che lo aveva trascinato di nuovo a terra.
Marian gridò loro di fermarsi, ma i due uomini sembrarono non averla sentita, allora la ragazza tornò in casa, afferrò uno dei secchi pieni d'acqua che la sguattera aveva usato per lavare i piatti la sera prima e lo svuotò sui due litiganti.
Stavolta Guy e Allan si fermarono e si voltarono a guardarla, ansimanti e gocciolanti.
- Cosa state facendo?! Siete impazziti?
I due si scambiarono uno sguardo rabbioso.
- Non ha il minimo rispetto! - Gridò Guy.
- E io sono stufo di sentirmi insultare! - Replicò Allan.
Per un attimo sembrarono sul punto di ricominciare a lottare, ma Marian si avvicinò, fissandoli minacciosamente.
- Alzatevi da terra e spiegatemi cosa è successo. - Alzò un dito in segno di avvertimento. - Uno alla volta.
- Ehi, io ho solo fatto una battuta e lui l'ha presa male. - Disse Allan.
- Non era affatto divertente e non era solo una. Ti avevo avvisato di smetterla.
- E quando mi avresti avvisato? Prima o dopo di darmi quel pugno?
- Basta! - Gridò Marian. - Smettetela subito! Siete uomini adulti o avete cinque anni? Vi sembra sensato ridurvi così per una stupidaggine? Crescete, tutti e due!
Guy e Allan abbassarono lo sguardo e Marian li guardò scuotendo la testa: entrambi erano inzuppati, malconci e sporchi di terra e paglia. Guy aveva un graffio sanguinolento sul viso mentre Allan sanguinava da un taglio sul labbro e tutti e due si sarebbero ritrovati presto con vari lividi nei punti dove si erano colpiti. Nel complesso sembravano due ragazzini appena usciti da una zuffa.
La ragazza li fissò, incrociando le braccia, in attesa.
- Forse... - Ammise Guy in tono colpevole. - ...forse ho avuto una reazione esagerata.
- E probabilmente io avrei dovuto smettere quando mi ha detto di farlo...
Marian sospirò, conoscendoli, quelle frasi erano la cosa più simile a delle scuse che quei due avrebbero potuto tirare fuori e decise di accontentarsi.
Concesse loro un piccolo sorriso.
- Andate a darvi una ripulita e poi venite in casa. Intanto preparerò il necessario per medicare quei graffi.
La ragazza tornò dentro, scuotendo la testa, mentre Guy e Allan si diressero verso il pozzo.
Non appena furono certi di essere fuori dalla vista di Marian, fecero entrambi un sospiro di sollievo e si scambiarono un sorriso soddisfatto.
- Ha funzionato. - Disse Guy, quasi incredulo.
- Te l'avevo detto, no? Falla arrabbiare per una sciocchezza e non si accorgerà del resto.
Allan tirò su un secchio pieno d'acqua e Guy ne prese un po' con le mani per spruzzarsela sul viso.
- Mi hai salvato, te ne sono grato.
- Prego. Ma avresti potuto colpirmi un po' più piano, il labbro mi fa un male infernale.
- Non sarebbe stato credibile. E comunque tu hai usato le unghie per riaprire il graffio e farlo sanguinare di nuovo, anche quello non è stato divertente. Direi che siamo pari.
- Va bene, però devi raccontarmi di questa Meg. Almeno è carina?
Guy fece una specie di sbuffo.
- Dopo, mentre andiamo a Knighton.

- E quindi tu hai rischiato la pelle per salvarla e lei ti ha ringraziato con graffi e insulti?
- Già.
Allan scosse la testa e non fece altre domande a Guy. Ormai erano vicini a Knighton e non potevano rischiare di essere ascoltati da orecchie indiscrete.
Cavalcarono in silenzio mentre entravano nel villaggio e Gisborne sorrise nel vedere i due bambini che li aspettavano come ogni mattina, seduti sulla soglia di casa.
Mary gli lanciò una mela e Guy la prese al volo.
- Grazie Mary.
- Ehi, e a me niente? - Protestò Allan e Jack lanciò una mela anche a lui, cercando di colpirlo in testa, ma Allan fu abbastanza svelto da schivarla e il frutto rotolò a terra.
Mary fece un sospiro esasperato, allungò uno scappellotto al fratello e si chinò a raccogliere la mela. La spolverò con le mani e poi si alzò in punta di piedi per porgerla ad Allan.
- Scusatelo, a volte è così infantile. Dovresti crescere, Jack.
Guy ed Allan si scambiarono uno sguardo, ripensando che Marian aveva detto loro quelle stesse parole con un tono molto simile solo pochi minuti prima e scoppiarono a ridere.
- Mary, Jack, venite a tavola! - La madre chiamò i bambini, affacciandosi sulla porta. Attese che i figli fossero rientrati e fece un gesto di saluto a Guy e Allan.
Era ancora spaventata e diffidente nei confronti del cavaliere nero, ma non poteva ignorare il fatto che Guy di Gisborne aveva difeso il villaggio e le aveva riportato a casa i figli sani e salvi dopo che lei aveva temuto di averli persi per sempre.
Guy le rispose con un breve cenno del capo e fece muovere il cavallo. Si sforzava di essere cortese con lei perché era la madre di Mary e Jack, ma non poteva dimenticare che quella donna era stata una delle prime a invocare il suo sangue e lo aveva quasi fatto uccidere.

Quando arrivarono a Knighton Hall, gli operai erano già al lavoro e Guy sorrise nel rendersi conto che probabilmente entro un giorno o due il terreno sarebbe stato liberato del tutto e avrebbero potuto iniziare la ricostruzione vera e propria.
Scesero da cavallo e Allan prese una coperta dalla borsa della sella.
- Che ci fai con quella? - Chiese Guy e Allan la stese ai piedi di un albero.
- Stanotte non hai dormito, no? Prego, tutta tua.
Gisborne lo guardò, un po' stupito, e stava per ringraziarlo quando notò che uno degli operai era un po' in disparte rispetto agli altri e aveva il volto coperto dal cappuccio del mantello.
- Il riposo dovrà aspettare, vieni.
Si avvicinarono all'uomo e Guy finse di esaminare il contenuto del carretto spinto dal falso operaio.
- Hood, che ci fai qui? - Sussurrò. - Lo sceriffo manderà sicuramente una squadra a cercarti, dovresti restare nascosto, almeno per un po'.
Robin spostò lo sguardo da Guy ad Allan, notando i segni della lotta di poco prima.
- Ehi, cosa vi è successo? Non sarà stata Marian, vero?
Allan ridacchiò a quell'idea.
- No, fa parte del mio piano per nascondere quel graffio. Se si fosse accorta che era stata una ragazza a farglielo, Giz sarebbe ridotto molto peggio di così, temo.
- Piantala, Allan. - Lo rimproverò Guy, ma non riuscì a trattenere un sorriso divertito. Si rivolse a Robin. - Allora, perché sei qui?
- Dobbiamo decidere cosa fare con Meg. Non possiamo lasciarla andare, ma nemmeno tenerla al campo per sempre.
- Vi sta facendo impazzire, vero? - Chiese Guy e Robin gli lanciò uno sguardo infelice.
- Non possiamo lasciarla sola perché lei vorrebbe fuggire per conto suo, ma da sola non durerebbe più di qualche ora nella foresta. E poi sa chi sei, non sono sicuro che possiamo fidarci. Ma se dobbiamo controllarla, non abbiamo abbastanza tempo per consegnare il cibo ai poveri.
- Cosa farete allora? - Chiese Allan.
- Resteremo con lei a turno e anche voi due dovrete fare la vostra parte.
Guy scosse la testa.
- Scordatelo. Quella ragazza mi odia e non ci tengo a tornare a casa con altre ferite da dover spiegare a Marian.
- Sei tu che mi hai convinto a salvarla dalle segrete, ora prenditi le tue responsabilità.
- Lo avresti fatto lo stesso, non sei l'eroe di Nottingham?
- Guy...
- No.
- Devo ricordarti tutti i motivi per cui sei in debito con me? - Chiese Robin, con un sorriso sfacciato e Guy lo guardò rabbiosamente.
- Questo non è leale!
- Vi aspetto al campo per oggi pomeriggio allora. E non ti preoccupare, potrai tornare a Locksley prima del tramonto.
Robin spinse via il carretto carico di macerie e si allontanò da Knighton Hall fischiettando.
Guy sospirò al pensiero di dover avere ancora a che fare con Meg Bennet e tornò verso la coperta stesa sotto l'albero. Visto che Allan era stato tanto gentile da portarla, tanto valeva riposare un po' oppure non avrebbe avuto abbastanza energie per tenere testa a quella ragazza ostinata.
Allan lo seguì e sedette sull'erba accanto a lui.
- Ehi, Giz.
Gisborne aveva già chiuso gli occhi, ma li riaprì per guardare l'amico.
- Che c'è?
- Non mi hai ancora detto se questa Meg è carina o no.
Guy ci pensò per un attimo.
- Sì. Direi di sì. - Disse, ricordando quanto gli fosse sembrata graziosa e indifesa quando l'aveva vista dormire nella cella delle segrete, poi sorrise pensando a un altro viso. - Ma non quanto Marian.
   
 
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