Libri > Firelight
Segui la storia  |       
Autore: Sasita    19/06/2015    0 recensioni
Quando Jacinda e Will lasciano il clan, la vita di tutti ovviamente va avanti. Ma come? Cosa succede a Jacinda, a Will, a Tamra, a Cassian, o a Deghan? La loro vita riesce a prendere un ritmo tranquillo e a renderli felici?
Genere: Azione, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cassian
Route 66


La strada mi sfreccia intorno come una macchia indistinta. Sono ormai mille chilometri che intorno a me non c’è altro che pianure che sfumano dal verde, al giallo, a qualche punteggiato colore di fiori. Non ho una meta precisa, se non l’obiettivo di attraversare tutta la route 66 e arrivare nella caotica New York. Non ci sono mai stato, ma dopotutto non è strano, considerando che ho passato tutta la mia vita tra le nebbiose montagne californiane, nel mio clan. Quasi tutti i draki una volta nella vita escono dal clan e vanno a fare “un giro” nel mondo degli umani, ma non è questo il mio caso. Dubito che tornerò a casa per restare, magari qualche volta a trovare chi mi sono lasciato dietro, ma non ho più niente che mi lega a quel posto, da quando ho perso Miram. Il viaggio procede lento da un paio di giorni: finché il sole lambisce la strada e il panorama, guido. Mi sono fermato qualche volta giusto per mangiare. Di notte mi fermo in un motel, se ne trovo uno. Altrimenti parcheggio la vecchia Cadillac in uno spiazzo, chiudo il tettuccio e mi alzo in volo per sgranchire le ali. E’ una sensazione meravigliosa potermi manifestare, e volare senza essere controllato. Qui non sono il principe onice, né il futuro alfa. Sono solo Cassian, un draki all’avventura. In questi casi comunque non mi allontano mai dalla macchina, per evitare che possa accadere qualcosa. Qualsiasi cosa. Un paio di settimane fa, mentre tornavo dall’Ontario dopo un giro in un clan che un tempo avrei considerato rivale, sono stato beccato da dei cacciatori. Li ho visti arrivare da lontano così in fretta e furia mi sono demanifestato e sono tornato in macchina, continuando il mio viaggio inosservato. I cacciatori poi mi sono sfrecciati accanto, ad armi spianate, ma ovviamente non hanno intuito niente. E’ stato un colpo di fortuna, e non sarebbe così facile se mi allontanassi dalla macchina.
Alzo il volume della radio, stanco di elucubrare. Mandano una vecchia canzone di Elvis, “I can’t help falling in love with you”, e senza preavviso mi viene in mente Jacinda. Scaccio il pensiero come una mosca, consapevole che se anche per un momento mi concedessi di pensare a lei, le sue emozioni che cerco così insistentemente di tenere lontano mi invaderebbero, buttandomi nello sconforto e facendomi schiumare di rabbia. Cambio stazione e mi concentro sui due speaker che si lanciano battute sul nuovo stile dell’anno: il floreale. I miei pensieri però non si lasciano comandare e mi fermo a chiedermi come stia Jacinda. Sono due anni che non so niente di lei. Non l’ho mai vista le poche volte che sono tornato al clan, eppure mi hanno detto che ogni tanto passava. Forse studiava le mie emozioni per capire se ci saremmo incontrati o no, e di conseguenza per evitarmi. Non che lo facesse perché lei non mi volesse vedere, anzi. Ero più che sicuro che lo facesse per me. Perché non la vedessi di nuovo con Will. Il poco tempo che avevo passato con loro assieme era stato devastante per me: tutte quelle emozioni, tutto quel desiderio, quell’ardore. Per me erano come sferzate di dolore. Frustate. Qualcosa al limitare del mio campo visivo, davanti a me, mi distoglie e mi distrae. E’ un furgoncino giallo limone. Piano piano che mi avvicino distinguo una figura che si muove freneticamente davanti al cofano.
Mi torna in mente una scappatoia che usammo due anni fa per scappare dai cacciatori dopo aver salvato Miram. Una volta arrivato accanto al veicolo, mi fermo. Quella che armeggia è una ragazza.
«Ehi», esordisco per attirare la sua attenzione. Lei si volta, guardinga. «Hai bisogno d’aiuto»
Sorride, ma sembra in imbarazzo. «Non ti preoccupare, grazie lo stesso».
Non mi fido. Così parcheggio la macchina davanti al suo pic-up e scendo. «Sembra di sì, sai?»
Lei si arrende. Si alza dal cofano e lascia cadere le braccia lungo i fianchi. Sembra una bella ragazza, anche se è tutta sporca di grasso. I capelli biondo rame le cadono sulle spalle lisci e folti, è alta ed ha grandi occhi blu accesi.
«Effettivamente...», sbuffa.
«Fammi vedere»
«Te ne intendi?»
La guardo di sottecchi e decido di dire la verità: «In realtà no, ma in due si fa meglio»
«Sembra ragionevole»
«Che ti è successo?»
«Non lo so, all’improvviso si è fermato»
«Sei da sola?»
«Sì. Perché?»
«Immaginavo che magari avessi mandato qualcuno a chiedere aiuto...»
«Ci sono solo io. E la mia casa»
Mi alzo e la guardo con un punto interrogativo stampato in faccia. «In che senso?»
«Me ne vado. Via. Da tutto.», dice lei a spezzoni.
Mi sta già simpatica. «Siamo in due allora».
Lei lancia uno sguardo alla mia Cadillac. «Ma tu non hai una casa»
«Perché tu sì?»
«Ovviamente». Fa un cenno con la testa verso il retro del furgone, così con uno sguardo le chiedo se posso guardare e lei annuisce con un’alzata di spalle. «Fai pure», dice.
Mi pulisco le mani sui jeans e mi avvicino al retro del pic-up. Sono incerto: e se fosse una trappola? Se fosse una cacciatrice? Ma mi tolgo subito dalla testa questa idea: non esistono cacciatrici donne e soprattutto nessuno sa che i draki possono prendere forma umana. Così apro lo sportello posteriore e guardo dentro. Non è poi così folgorante ciò che trovo. Un grande materasso. Una tv, una radio e un minifrigo a batteria. In fondo un’asta che va da una parte all’altra sostiene tutti i vestiti.
La sento affiancarmi, «Beh, è una sistemazione momentanea, in attesa di trovare i soldi per comprare una roulotte»
Annuisco, chiudo lo sportello e torno al cofano. Ma non riesco a non notare che il motore è evidentemente fuso. Anche se ne capissi di più, non ci sarebbe niente da fare per questo catorcio. Provo comunque ad armeggiare qualcosa. Apro il serbatoio, controllo la batteria. Ma niente. Il problema è che il motore è del tutto andato.
«Ascolta…»
«Non c’è soluzione. Ecco. Lo sapevo» Sbuffa e tira un calcio a un sasso sul limitare della strada. «Io da loro non ci torno!», esclama con rabbia.
«Senti», riprovo, «Se vuoi posso darti uno strappo fino alla prossima stazione di servizio. Prendi le tue cose e montale nella mi auto, lì magari puoi trovare una roulotte a buon prezzo»
La vedo annuire distrattamente. Dopotutto siamo due persone in fuga, e se non ci fidiamo l’uno dell’altra non abbiamo niente su cui contare.
«Va bene», esclama. «Come so che non sei un maniaco omicida?»
Ridacchio «Potrei farti la stessa domanda», rispondo.
Lei ci pensa su e poi sorride. «D’accordo. Tanto so come difendermi». Lo dice con un tono talmente convinto che mi si gela il sangue, al pensiero di cosa potrebbe nascondere una ragazza sola in mezzo al nulla pur di difendersi. Non ci penso e la aiuto a caricare sul retro della macchina i suoi vestiti. Non avevo notato che avesse anche molti libri, così non fiato mentre li prende e li posa un po’ per volta tra i sedili, per evitare che si sciupino durante il viaggio. Quando ha caricato tutto, monta sul sedile anteriore accanto a me.
«Come ti chiami?», le chiedo.
«Taylor», risponde con sufficienza.
«Cassian», replico.
«Bene, Cassian. Fermiamoci alla prima stazione», mi dice, «Ho bisogno di lavarmi».
Lo dice con una tale nonchalance che qualcosa mi scatta dentro. E so già che probabilmente saremo compagni di viaggio per molto, molto tempo.





dice l'autrice:
Ed eccoci alla seconda shot. Questa volta su Cassian... spero che, a chiunque dovesse leggere, questa storia piaccia. 
Alla prossima!

Sasy

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Firelight / Vai alla pagina dell'autore: Sasita