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Autore: Anonymous writer    24/06/2015    2 recensioni
- Semplicemente, ha bisogno di una come me.- si voltarono tutti simultaneamente, ma Steve la vide per prima. Senza rendersene conto fece un passo avanti verso la rossa. Natasha era tornata, i suoi capelli erano più lunghi e lei era più magra, ma il sorriso sghembo e malizioso era sempre lo stesso.
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(Tratto direttamente dal primo capitolo.)
Gli Avengers, tra vecchi e nuovi elementi. Tanto amore, sofferenza, guerra e vendetta.
I personaggi saranno il più possibile attinenti, all'inizio, poi li vedremo cambiare segnati da troppe cicatrici.
Buona lettura, e lasciate una recensione!! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Introduzione.

 
 
 
Steve aprì gli occhi di scatto, sentendo rumori dalla stanza affianco alla sua. Infilò una tuta, si alzò e uscì in corridoio, notando subito i rossi ricci di Natasha. Le sorrise.
- Te la svigni?-  chiese, facendola voltare. Aveva una piccola valigia ai piedi, e stava chiudendo la porta. Voltò il viso e gli rivolse uno dei suoi sorrisi sghembi. Ma i suoi occhi raccontavano un’altra storia.
- A quanto pare non c’è privacy, vicino. – commentò Natasha, prendendo la valigia per il manico e conducendola fino all’ascensore. Pigiò un tasto e si avvicinò al capitano, lentamente.
- Una missione?- volle sapere lui, poggiandosi allo stipite della porta ed incrociando le braccia al petto.
- Perù. – confermò lei, poggiandosi al muro con la schiena, guardando dritto davanti a sé.
- Starai via molto?-
- Sono sicura che te la caverai senza me, Steve.- lo provocò lei, scoccandogli un’occhiata. Lui si schiarì la voce.
- Sono sicuro che Falcon non mi manderà più al tappeto come sabato. –
- Fossi in te mi preoccuperei per Wanda, piuttosto. – gli suggerì, voltandosi e mettendosi davanti a lui, a un metro di distanza – I sogni che fa…-
Steve annuì, serio.
- Non posso impedire che li faccia, non posso farla stare meglio, non posso riportargli suo fratello…-
- Nessuno può.- lei si staccò dalla parete e annullò le distanze fra loro – Non è colpa tua, lo sai questo? Lei ha solo bisogno di essere trattata normalmente e di sentirsi al sicuro. Noi possiamo fare solo questo.-
Seguì un breve silenzio in cui si guardarono e basta, poi l’ascensore arrivò. Le porte si aprirono e Natasha si tirò indietro, con l’ombra di un sorriso sul viso chiaro. Steve abbassò il capo per un attimo e si mosse anche lui verso l’ascensore. Lei spostò la valigia e lo guardò, di fronte a lei.
- E’ Banner, vero?- chiese lui, imbarazzato – E’ la tua missione.-
Natasha premette un pulsante e sorrise, amaramente.
- Sono sicura che te la caverai senza di me, Steve.-
Le porte si chiusero, Captain America si specchiò nel metallo lucente di esse.
- Sono sicuro che Falcon non mi manderà più al tappeto come sabato? Davvero?- la voce arrivava da dietro di lui. Vide riflesso dell’amico e si voltò, con una smorfia.
- Sarà bene per lui che voli basso.- commentò Steve e l’altro scoppiò a ridere.
- Accidenti, forse ci vuole un po’ di caffè prima che ti stracci di nuovo.-
- Puoi solo sperarci…- i due erano già in prossimità della cucina.
- Chiamiamo gli altri?- chiese Falcon.
Steve aprì la porta e rise:- A quanto pare non serve!-
Wanda mescolava del caffè telepaticamente, facendolo fluttuare affianco alla sua testa, mentre Visione le parlava, sospeso a mezz’aria in posizione di yoga. I due si voltarono.
- Vi aspettavamo. – Scarlett Witch sorrise, saccentemente – Caffè?-
 
 

 
 
 
 
 

Capitolo 1.

 
 
 
Erano passate cinque settimane, ma il tempo sembrava essere volato per Steve. Ora che la stagione era migliore, portava gli altri giovani Avengers a correre e ad allenarsi all’aperto nel grande cortile esterno. Anche lui si prendeva del tempo per sé, e per i suoi allenamenti in solitario. La notte, non avendo bisogno di dormire più di tanto, andava a correre anche lui oppure colpiva il sacco da boxe. Le prime volte si aspettava sempre che da un momento all’altro sarebbe entrata Natasha, la quale amava il suo sacco. Avrebbe trovato una provocazione per convincerlo a cederglielo e, se lui non avesse avuto voglia di cedere, i due avrebbero combattuto. Solitamente lasciava che fosse a lei a vincere; non gli piaceva combattere con una donna. Tuttavia aveva imparato a non sottovalutare la rossa, che sapeva sempre che mosse usare e la cui agilità era molto più spiccata della sua. Si era chiesto più volte che fine avesse fatto la Vedova, se stesse bene. Ma gli era impossibile saperlo dato che lei era sotto copertura in Perù e lui non aveva mezzi (né ordini) di cercarla.
 Quel giorno si allenavano all’interno nella grande palestra centrale della base. Fuori dalle grandi vetrate si vedevano correre dei militari, ma Steve era concentrato sui movimenti di Wanda. La ragazza, pantaloncini corti come il fiato e coda di cavallo, tirava pugni contro un sacco da boxe. Era migliorata molto, ma ancora era lontana dal poter affrontare un vero combattimento senza poteri. Questi ultimi li potenziava con Visione; i due passavano molto tempo insieme, aveva notato.
- Mi raccomando, abbassa il gomito. Fra poco iniziamo a usare i calci, ok?-
- Sì, Capitano. – lei sorrise, continuando a colpire il sacco. Steve spostò lo sguardo su Falcon e War Machine, entrambi in mezzo al campo, aggrovigliati e senza le proprie armature.
- Questa mossa l’hai imparata nell’esercito?- Sam era curioso, con la faccia schiacciata a terra.
- E questa invece te l’hanno insegnata all’asilo?-  James parlò solo quando cadde a terra rovinosamente, dopo essere stato scaraventato dall’altro – E’ totalmente sbagliata! Tra l’altro, usi poco la testa…-
I due si rialzarono e dopo essersi un po’ punzecchiati si accorsero di Steve, che li osservava divertito.
- Mi ricordate un po’ me e Stark.- disse, poi puntò un dito verso Sam – Ottimo lavoro con quella nuova mossa.-
Si avvicinò e l’amico gli sorrise:- Ti unisci a noi, Capitano?-
- Sì, vorrei un combattimento vero.- War Machine incrociò le braccia al petto – Senza offesa, amico.-
- Ci mancherebbe.- sbuffò – Ci mancherebbe.-
- Mi spiace ragazzi, sapete che non voglio farvi inavvertitamente male.-
Wanda si era fermata, e come anche James, guardò Sam. Due settimane prima Steve, in un combattimento, gli aveva incrinato una costola e dall’ora aveva voluto evitare i corpo a corpo. Grazie all’avanzata tecnologia medica delle Stark industries, Falcon era tornato in sesto in cinque giorni e poco più.
- Andiamo, ormai avresti dovuto superare questa cosa, Steve. Sai di non averlo fatto apposta.- disse la Maximoff, avvicinandosi agli altri e slacciandosi i guanti.
- Certo che no – confermò lui – ma non voglio che riaccada. Non combatterò se non con qualcuno indistruttibile… -
- Cioè non siamo alla tua altezza.- replicò James, seccato.
- Semplicemente, ha bisogno di una come me.- si voltarono tutti simultaneamente, ma Steve la vide per prima. Senza rendersene conto fece un passo avanti verso la rossa. Natasha era tornata, i suoi capelli erano più lunghi e lei era più magra, ma il sorriso sghembo e malizioso era sempre lo stesso. Wanda squittì il nome della Vedova e corse ad abbracciarla, iniziando a riempirla di domande. Visione volò dentro la stanza, si posò affianco alle due e rivolse alla rossa un silenzioso inchino. La giovane Maximoff si era fatta da parte e Natasha iniziò ad avanzare verso il capitano sorridendo a James e facendo l’occhiolino a Sam. Poi a un paio di metri da lui, guardò Steve, fermandosi. I due si sorrisero e lei si infilò nelle sue braccia aperte. Stettero stretti appena un secondo, perché Natasha piegò la gamba all’altro e lo fece cadere di schiena. Gli si sedette a cavalcioni e gli posò una mano sul petto.
- Prima regola?- chiese agli Avengers, voltando la testa verso di loro.
- Mai perdere la concentrazione.- rispose Steve, con un colpo di fianchi, ribaltando la situazione. Ora lui era sopra di lei, trionfante. Ma Natasha non perse tempo, lo fece scivolare su di sé e poi lo spinse di lato. Con una capriola all’indietro si alzò in piedi e rise.
- Dobbiamo capirlo! Il capitano, qui, ha più di settant’anni!- si sfilò la maglia e rimase in cannotta, poi si tolse gli stivali, gettandoli da parte.
- Non combatto con te, Vedova.- ma sapeva benissimo che lei poteva tenergli testa con facilità.
- Bene, rimani fermo mentre ti riempio di calci.- corse verso di lui e, con un salto mortale gli atterrò con il piede vicino al viso. Lui lo aveva afferrato prontamente ed apparentemente era rimasto impassibile. Lei, tranquillamente si avviluppò al suo bacino e usò la gamba libera per colpirlo in faccia. Steve mollò la presa e sorrise, alzando lo sguardo sulla Vedova. Pericolosa e incredibilmente agile.
- Ti ero mancata?- chiese lei, di nuovo in piedi e per niente affaticata.
- Agente Romanoff, è mancata un po’ a tutti.- era una voce dall’alto, che fece arrestare il combattimento.
- Fury.- disse Steve e lei annuì. Aveva qualcosa di strano, lui lo poteva avvertire.
- Raggiungimi all’ultimo piano, Natasha. Subito.- lei stava già infilando il secondo stivale. Sam le lanciò la maglia e lei se la mise, silenziosamente – Ah, vieni da sola. Per tutti gli altri, buon continuamento. –
La comunicazione si chiuse con un rumore metallico. Steve si avvicinò a Natasha e le afferrò delicatamente un polso, facendola voltare.
- Va tutto bene?- le sussurrò, facendola rabbrividire.
- A dire il vero, non è stata la tua performance.- lo ammonì lei, liberandosi di scatto dalla presa.
- Non mi riferisco a questo.-
Natasha si voltò, sorrise agli altri e lasciò la stanza sotto lo sguardo perplesso di tutti. Tuttavia, erano a conoscenza di quanto Fury potesse essere autoritario e quindi non vi badarono più di tanto; erano tutti felici che fosse tornata alla base.
 
 
 
  
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