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Autore: mattmurvdock    24/06/2015    1 recensioni
"Steve lo aveva aiutato a ricordare, erano stati persino a Brooklyn insieme, un giorno, a visitare il loro vecchio quartiere;
Certo, poi vi erano anche i ricordi che forse era meglio non ricordare. Come la sera quando la sua mano mancò quella di Captain America e cadde dal treno. Adesso ricordava perfettamente tutto.
Ricordava l'ultimo sguardo che gli occhi di Steve gli avevano rivolto, ricordava il freddo pungente e la neve che graffiava il viso. A volte riusciva a ricordare qualche suo pensiero, in quegli attimi. Steve, il treno in corsa,
l'altezza da far quasi svenire, l'Hydra, Teschio Rosso, la Guerra e poi, il buio."
Genere: Angst, Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bucky entrò nel letto, spostando delicatamente le pesanti coperte. Già sotto di esse vi era Steve, il suo Steven. lo stava fissavando con occhi appena aperti e un dolce sorriso sulle labbra; si sistemò meglio, coprendo entrambi. la pioggia invernale batteva con insistenza contro il vetro della grande finestra. il vetro colorato di verde bottiglia e blu cobalto della camera faceva sembrare il tutto un quadro bellissimo, come uno di quelli che aveva visto nei musei in cui era stato col biondo. il soldato amava quella parte dell'appartamento. le luci dei lampioni e dei palazzi al di fuori illuminavano quella singolare vetrata, riflettendo all'interno delle particolari sfumature, sempre diverse. stendendosi su di un lato, Bucky attirò Steve contro il suo petto, stringendolo appena. il calore del biondo riscaldò in pochi minuti il corpo freddo del Soldato D'inverno. sul viso di Bucky comparì automaticamente un sorriso quasi sarcastico, pensando che, tanto tempo prima, succedeva proprio il contrario. quelli erano dei giorni buoni, le sie emicranie lo avevano lasciato in pace addirittura da una settimana e gli incubi si erano placati. col tempo alcuni ricordi riaffiorivano, di giorno in giorno ricordava sempre più cose del suo passato. quelli che più lo colpivano, e i suoi preferiti, erano quelli che tornavano con immagini vibranti e definite, come se fossero scolpite per bene nella sua mente. molti lo riportavano a delle sere invernali, proprio come questa, quando lui e Steve si stringevano uno con l'altro nel quasi vano tentativo di riscaldarsi. difatti dopo la morte dei genitori del biondo, quest'ultimo, si era trasferito a casa Barnes e i due ragazzi condividevano il buco che era la camera di Buck. Steve lo aveva aiutato a ricordare, erano stati persino a Brooklyn insieme, un giorno, a visitare il loro vecchio quartiere. Certo, poi vi erano anche i ricordi dolorosi che forse era meglio non ricordare. Come la sera quando la sua mano mancò quella di Steve e cadde da quel fatidico treno. Adesso ricordava perfettamente tutto. Ricordava l'ultimo sguardo che gli occhi di Steve gli avevano rivolto, ricordava il freddo pungente e la neve che quasi graffiava il viso. Avvolte ricordava anche qualche suo pensiero, in quegli attimi. Steve, il treno in corsa, l'altezza da far quasi svenire, l'Hydra, Teschio Rosso, la Guerra e poi, il buio. Tutti questi pensieri si ricorrevano freneticamente nella sua testa. C'erano molte cose, invece, che desiderava ricordare, ma era forse impossibile. I racconti di Steve erano serviti a molto, però. Il biondo aveva passato quasi tutta un'estate a raccontarli. Avevano fatto una specie di patto, pure. Bucky doveva impegnarsi, sforzarsi di ricordare, ma doveva, allo stesso tempo, aggiornarsi e iniziare a prendere il passo coi tempi moderni. Steve, in cambio, gli avrebbe raccontato tutti i pezzi d'infanzia e d'adolescenza che Bucky desiderava, uno alla volta, "racconto" per ogni sera; Adesso era tornato quasi tutto alla normalità. Il suo braccio di metallo andava a stringere dolcemente il fianco del suo amato, facendo aderire la sua schiena al proprio petto. La mano di Steve era stretta in quella metallica di Bucky, le loro dita intrecciate. Il moro quasi riusciva a sentire il calore che la mano dell'altro gli trasmetteva. Entrambi portavano al collo le loro vecchie targhette militari, coi loro dati impressi sopra, che tintinnavano ogni qualvolta che uno dei due si muoveva. il tintinnio e la pioggia battente erano i due rumori che si sovrapponevano ai loro respiri ormai pesanti, sul punto di addormentarsi. Qualche volta Bucky rimpiangeva i momenti prima del siero del suo Stevie. Da quando se ne era ricordato, lo chiamava sempre così, quando erano soli. Gli mancavano quei momenti, quando il biondo era solo per sé e la sua missione era di proteggerlo da chiunque e da qualunque cosa. Gli piaceva stringerlo al suo corpo, gli piaceva anche quella differenza d'altezza che c'era fra di loro, lo faceva sempre ridere. Adesso i ruoli si erano invertiti, era il biondo quello più alto ma non importava, era pur sempre il suo Steve. Con tutti quei pensieri nella mente, Bucky, stava per addormentarsi, ma la voce roca e grave di Steve lo richiamarono all'attenzione. "Buck?" "dimmi, Steve" il biondo sorrise automaticamente. "mi sei mancato." "anche tu." e posò un bacio sulla nuca del più piccolo, stringendolo ancora di più al suo corpo. quando ebbe la certezza che si fosse veramente addormentato, sussurrò, piano. "untill the end of the line, Steve."
  
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