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Autore: Tramonto_Scarlatto    15/01/2009    1 recensioni
Questa storia non ha come protagonisti persone speciali o incredibilmente fortunate. è una storia che mi è stata raccontata e che mi ha talmente commossa che ho deciso di scriverla. Un'amica di Viola
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questo è il primo capitolo. Fatemi sapere se vi piace, ci tengo.
Scrivete anche se non vi piace, così so se continuare o no.
Grazie
Tramonto.





Era seduta su un sedile polveroso della corriera. La fantastia rosa sul colore blu della poltrone era veramente pessima, a completare l'opera c'era un poggiatesta giallo. Chissenefrega. Era relativamente comodo. Faceva un freddo boia in quel dicembre avanzato, il cielo era già bruno e pioveva. Lei guardava le gocce di pioggia aggrapparsi al vetro e scivolare giù, non si era accorta che il bus era pieno tranne per il posto vicino al suo. Molte signore impellicciate avevano preferito stare in piedi piuttosto che sedersi vicino a lei: aveva un'aria trasandata. Quel maglione di lana era decisamente troppo grande per lei, ci navigava dentro, era un mare di lana calda. Ad un certo punto si sedette vicino a lei un ragazzo. Aveva un odore strano, non quelle solite colonie in quantità assurda che impestavano i colli dei suoi coetanei.
Non era un profumo, ma era comunque gradevolmente dolciastro.
Aveva le classiche cuffie Apple che contraddistinguevano quasi tutte gli adolescenti, ma da quelle usciva una musica diversa...era evidentemente sparata a tutto volume. Lo stava fissando.
Lui si tolse una cuffia: "Ti serve qualcosa?"
Lei non rispose, prese la cuffietta che si era tolto e se la mise nell'orecchio destro: "Cosa ascolti?"
Sorrise: "Sono i Nirvana? Non li hai mai sentiti?"
"No. Che musica è?"
"Altra."
"Altra?"
"Shhh ascolta"
La ragazza tacque. BAM.
La musica la riempì, era strano, mai provato. Come una martellata.
Che significava complaint?
"Devo scendere!" Tirò piano la cuffietta, facendola cadere.
No, no, no ne voglio di più.
Il ragazzo si stava già sta per alzare quando lei lo trattenne e gli stampò un bacio sulla guancia: "Grazie"
Lui sorrise di nuovo e scomparve.
Scendeva in stazione dei treni, la sua era la prossima.
Nirvana, ne voglio di più.
Continuava a ripetersi questa frase fino a quando non arrivò a casa.
"Devo uscire."
"Non esiste, Viola, sei appena tornata"
"No mamma è importante."
La mamma non capiva: importante? Mha:
"Torna tra mezz'ora"
"Ok"
Correva, il vento freddo le seccava le labbra e gliele rompeva.
Al negozio di dischi. Ne prese uno nero, non capiva cosa c'era in copertina, era una foto a raggi x.
Tornò a casa e lo infilò nel lettore Cd, che non usava da tempi dello zecchino d'oro.
Questo è il pezzo più bello del disco.
No ok è questo.
No aspetta, questo è ancora meglio.
Lo pensò per tutte le 13 canzoni di Bleach. Candeggina.
Non c'era quella che aveva ascoltato col ragazzo però.
  
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