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Autore: Dragasi    29/06/2015    2 recensioni
«Ci proteggeremo sempre, vero?»
«Siamo fratelli, saremo sempre uno al fianco dell’altro»
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dìs, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Naddad

«Ci proteggeremo sempre, vero?»
«Siamo fratelli, saremo sempre uno al fianco dell’altro»
 
 
Dìs guardò rassegnata la cucina. Sembrava che un piccolo uragano fosse passato nella piccola stanza, rovesciando ogni cosa: uova rotte a terra, terrine in frantumi, verdure ammaccate ed un velo di farina che ricopriva tutto quanto.
Si avvicinò al ripiano della cucina e vide delle piccole orme lasciate nella farina. Con un sospiro si diresse verso la camera dei figli, pronta a strigliarli per bene.
«Chi ha combinato quel disastro in cucina?» chiese con tono severo e fulminando con lo sguardo i due nanetti.
Kili guardò con gli occhi colmi di terrore il fratello maggiore: vedere la madre in quel modo lo spaventava.
Fili sapeva cosa aveva fatto il fratello e, doveva confessare a se stesso, si era divertito molto a vedere Kili all’opera, ma sapeva anche che il fratellino era ancora abbastanza piccolo da provare puro terrore quando la madre era arrabbiata.
Kili era il suo fratellino, voleva e doveva proteggerlo, l’aveva promesso anche a zio Thorin.
Guardò la madre negli occhi e disse stringendo i pugnetti: «Sono stato io»
La madre si intenerì, ma mantenne un’espressione severa, sapeva che non era stato Fili: le impronte nella farina erano troppo piccole per appartenere al suo primogenito.
Kili fissò con occhi spalancati il fratello che si stava prendendo la colpa per quello che aveva fatto lui, non gli sembrava molto giusto. Si ritrovò a contrarre il visino per la concentrazione, prima di fare un passetto incerto in avanti e dire con un po’ di paura: «Amad… fatto io»
Fili guardò il fratellino prima di esclamare: «No! Sono stato io!»
Dìs non riuscì a trattenere un sorriso a vedere i suoi piccoli che si difendevano a vicenda. Scoppiò a ridere e disse: «I miei piccoli guerrieri… siete uguali a vostro zio…»
Ormai l’arrabbiatura era passata, così si limitò a dire. «Ora i miei intrepidi guerrieri mi aiutano a mettere in ordine la cucina, altrimenti a letto senza cena»
Fili sbarrò gli occhi e corse in cucina per obbedire alla madre, Kili lo osservò un momento per poi trotterellargli dietro.
 
***
 
«Fili…» una voce profonda e calda fece voltare il Nano biondo. Suo zio era alle sue spalle, sulla porta della camera che lui e Kili dividevano. Il più giovane dei due fratelli stava dormendo beato dopo una lunga giornata stancante, ed un Fili quasi ventenne si era fermato ad osservare il suo fratellino. Quando lo zio l’aveva chiamato, aveva indugiato con lo sguardo ancora un momento sul piccolo Kili prima di voltarsi.
«Sì, zio?» non riusciva ad immaginare cosa potesse voler Thorin a quell’ora.
«Tuo fratello…» ed il Re dei Nani di Erebor fece una lunga pausa in cui il nipote lo fissò dubbioso.
Finalmente Thorin riprese a parlare: «Tuo fratello è la cosa più preziosa che tu abbia, devi considerarlo il tuo unico e vero tesoro. Proteggilo sempre»
«Zio, io e Kili siamo fratelli, condivideremo sempre lo stesso destino. Ci proteggeremo a vicenda e nessuno potrà toccarlo senza essersela prima vista con me. Ti ho promesso anni fa che l’avrei protetto ed intendo rimanere fedele alla parola data»
Un sorriso malinconico spuntò sul volto del Re senza terra. Il suo erede era molto maturo per la sua età, un giorno l’avrebbe reso fiero e sarebbe diventato un grande Re.
Thorin si avvicinò al nipote addormentato, lo guardò un momento e poi posò la sua mano con delicatezza sulla piccola testolina bruna e sussurrò: «Non abbandonatevi, siete sempre uniti. Verrà un giorno, Kili, in cui tuo fratello avrà bisogno di te»
 
***
 
Erano andati in una vicina città degli uomini insieme allo zio ed alla prima occasione erano sgattaiolati via per esplorare i dintorni, incuriositi da quella città così diversa dalle Montagne Azzurre.
Una sola cosa nel loro meraviglioso piano di fuga era andata storta: Kili aveva perso di vista Fili.
Il giovane Nano trentenne vagava per le strade della città alla ricerca del fratello. Immaginava già la strigliata dello zio quando fossero tornati alla locanda quella sera, se poi fosse tornato da solo lo zio lo avrebbe ucciso.
Voleva ritrovare suo fratello, era da più di due ore che non lo vedeva ed iniziava a preoccuparsi: non era mai stato lontano da Fili così a lungo…
Da una via laterale sentì arrivare un gran vociare. Si voltò incuriosito e vide suo fratello accerchiato da un gruppetto di ragazzi umani.
Senza pensarci Kili urlò: «Fili!» e corse verso di lui.
Prima che potesse raggiungerlo uno dei ragazzi lo fermò con un pugno nello stomaco.
Il giovane Nano, non aspettandoselo, incassò malamente il colpo cadendo a terra.
Fili gli fu subito accanto, aiutandolo a rialzarsi, e Kili commentò: «Ti sei cacciato nei guai, zio Thorin non ne sarà affatto contento…»
Fili ignorò le parole del fratello minore e si limitò a dire: «Hanno insultato la nostra stirpe e…»
Kili, però, aveva smesso di ascoltare. Si sentì ribollire il sangue nelle vene e scattò in piedi, solo in quel momento notò che suo fratello aveva un occhio livido.
Si voltò verso i ragazzotti, pieno di rabbia, e disse minaccioso: «Avete fatto male a mio fratello, avete insultato la mia famiglia… Vi siete appena fatti i Durin come nemici…»
Uno dei ragazzi, particolarmente robusto e con lo sguardo crudele, si rivolse ai due fratelli: «Conosciamo tutti la storia dei Nani delle Montagne Azzurre. Gente debole che non ha saputo difendere la propria terra, guidati da un Re che non ha il coraggi di combattere» e finì la frase sputando per terra.
Il cuore di Fili si colmò d’ira e strinse i pugni rispondendo. «Non offendere mio zio… non provarci nemmeno. Molti Nani sono morti a causa di Smaug, ma ancora più uomini. La gente di Durin non è debole, siamo forgiati dal martello di Mahal, uno di noi vale dieci uomini»
I ragazzi non ci videro più e partirono all’attacco.
Ai fratelli non servì scambiarsi nemmeno uno sguardo e risposero all’attacco insieme.
Due contro sette. Quella rissa era tutto fuorché leale, ma ai due Nani non importava: si sarebbero protetti a vicenda, qualsiasi cosa fosse successa l’avrebbero affrontata insieme.
 
***
 
«Non dovreste andare» ribadì Dìs preoccupata, guardando con apprensione i suoi figli.
Il maggiore dei due sorrise e rispose: «Amad, andiamo a riprenderci la nostra terra!»
Kili si unì al fratello aggiungendo: «Amad, tu e lo zio ci avete narrato di Erebor fin da quando eravamo dei piccoli nanetti. Vogliamo vederla, vogliamo camminare per i suoi saloni… e poi Fili è l’erede al trono, dovrà pur combattere per la sua terra!»
Quelle parole sortirono l’effetto opposto di quello voluto dai figli: la preoccupazione di Dìs aumentò.
I suoi piccoli e scalmanati Nani erano troppo giovani e avventati, riuscivano a finire nei guai andando a caccia e quel viaggio era troppo pericoloso.
Dannazione a Thorin e ai suoi canti su Erebor! Quella non era la battaglia dei suoi figli, loro erano nati sulle Montagne Azzurre, non dovevano combattere per la Montagna Solitaria. Fili e Kili, invece, le sembravano fin troppo entusiasti. Avevano una luce sognante negli occhi, sapeva che entrambi desideravano acquisire onore in battaglia compiendo gesta degne della loro stirpe, ma non poteva lasciarli andare.
Aveva un terribile presentimento, su quel viaggio alleggiava una pesante cappa che le pareva di sfortuna. Aveva paura che i suoi figli non riuscissero a fare ritorno.
Fili guardò la madre con un sorriso e disse: «Amad, non ti preoccupare per Kili, lo proteggerò io»
Al che il minore si sentì in dovere di ribattere: «Ed io mi prenderò cura di Fili»
Prima che Dìs potesse cercare di convincere i figli a restare, sopraggiunse Thorin dicendo: «È ora di andare»
La Nana fulminò con lo sguardo il fratello e disse: «Thorin Scudodiquercia, fa in modo di riportarli a casa sani e salvi, altrimenti non riuscirò mai a perdonarti»
Poi si rivolse ai suoi figli: «Venite qui, abbracciate la vostra vecchia amad. Abbiate cura di voi, figli miei. Mukhuh Mahal bakhuz murukhzu[1]»
I due fratelli si staccarono dall’abbraccio della madre e la rassicurarono: «Torneremo, amad, e ti riporteremo a casa»
I due fratelli sorrisero alla madre ed aggiunsero: «Siamo fratelli, saremo sempre uno accanto all’altro»
Poi si votarono e seguirono lo zio. Dìs sentì morire un angolino del suo cuore.
 
***
 
Gli occhi spenti di Fili che lo guardavano. Le ultime parole di suo fratello alleggiavano ancora nell’aria.
La sua mente riporto a galla un ricordo di più di cinquant’anni prima… lui e Fili si erano promessi di stare sempre l’uno al fianco dell’altro, nulla gli avrebbe separati, ed ora lui era morto.
In quel momento si rese conto che non avrebbe rivisto sua madre… lui e Fili condividevano lo stesso destino, anche lui sarebbe morto quel giorno, lo zio Thorin sarebbe rimasto senza eredi.
Perdonami, amad, non manterrò la promessa. Perdona anche lo zio, la nostra morte non è colpa sua. Io e Fili non siamo riusciti a proteggerci, ora possiamo solo restare uno al fianco dell’altro. Raggiungeremo insieme il Padre.
Kili si lanciò all’attacco con l’unico desiderio di uccidere l’assassino di Fili prima di morire. Sarebbe morto combattendo per suo fratello…
Fili, siamo fratelli, saremo sempre uno al fianco dell’altro.
 
 
[1] Possa il martello di Mahal proteggervi
   
 
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