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Autore: Andriy203a    29/06/2015    0 recensioni
Riuscirà questa volta Andrew Anderson ad affrontare i demoni del proprio passato e risolvere così il caso più importante della sua carriera?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata terribilmente umida, ma quello era l’ultimo dei problemi di Andrew Anderson. Da quasi un mese il sonno del giovane investigatore veniva turbato da inquietanti e misteriosi incubi che nemmeno dozzine di sonniferi e qualche visita da uno psicologo erano riusciti a bloccare. Era la notte del 23 Luglio 1989 e, appena risvegliato dal solito incubo, Andrew stava nervoso e pensieroso sulla propria terrazza di casa gustandosi una Lucky Strike, amica fidata di mille casi risolti, mentre guardava quel cielo così nero e minaccioso che sembrava fare a pugni con un mare mai così irrequieto. Dopo 6 anni passati nella città del peccato sembrava non ci fosse più nulla che potesse turbare la psiche di un soggetto come Anderson. Stupratori, drogati, serial killer, baby gang e perfino alcuni clan della yakuza: tutti casi risolti con la massima determinazione senza un briciolo di paura o esitazione tanto da averlo quasi costretto a trasferirsi a Los Angeles in cerca di nuovi stimoli. Le noiose cene di gala fra poliziotti e alte cariche della città o gli appuntamenti intimi con dolci e avvenenti fanciulle rapite dal suo tenebroso fascino per lui erano ormai una routine in cui si districava facilmente e neppure questa strana e inaspettata tempesta in piena estate riuscì nell’impresa di sorprenderlo. Niente e nessuno quindi sembravano poter scalfire quella corazza di carne tranne quegli enigmatici e turbolenti incubi che giorno dopo giorno erano diventati per Andrew il suo unico caso irrisolto. Che significato potevano mai avere quei boschi colmi di oscurità in cui lo stesso Andrew si ritrovava a vagare senza una meta ben precisa, guidato soltanto da una voce soave e magnetica di una fanciulla dai tratti angelici che come un faro lo guidava chiamandolo per nome attraverso il buio degli alberi fino alle sponde di un lago? E non un qualsiasi lago ma proprio il lago Tahoe. Lo stesso lago in cui quasi 10 anni prima era annegato in circostanze misteriose Jack Anderson, padre di Andrew di cui non fu mai recuperato il corpo. Una volta arrivato di fronte alla fanciulla dalla bellezza quasi accecante Andrew rimaneva pietrificato senza riuscir a proferir parola, mentre la fanciulla ripeteva continuamente la frase “Tuffati nell’oblio, affronta le tue paure. Il destino dell’umanità è nelle tue mani” prima di lasciarsi cadere nel lago stringendo sul suo petto uno strano oggetto rotondo con sopra incastonata una croce rosso fuoco. Il giovane investigatore tentava di salvare la ragazza provando ad afferrarla ma i suoi movimenti erano troppo lenti e la giovane scompariva nelle profondità del lago precedendo il risveglio traumatico di Andrew dall’incubo. Il giovane Andrew non avrebbe mai immaginato però che, quella notte, sarebbe entrato in un circolo di eventi che lo avrebbe portato faccia a faccia col male in persona e contro le sue stesse paure.

Ad un tratto Andrew sentì qualcuno suonare forsennatamente alla sua porta urlandogli di aprire immediatamente: il giovane investigatore rimase sorpreso quando nell’aprire l’uscio di casa si ritrovò di fronte un vecchio piegato su se stesso, con folti capelli bianchi, fradicio e con uno strano impermeabile nero che soffocava il saio bianco lucente che portava proprio sotto di esso. Il vecchio chiese di serrare la porta e, vistosamente stanco e ferito ad una gamba, supplicò Andrew di aiutarlo in quanto vi era in gioco il destino del mondo intero. Andrew ancora incredulo lo fece subito sedere chiedendogli cosa gli fosse successo ma quello strano vecchio sembrava nascondere qualcosa fuggendo da quelle domande che l’investigatore poneva lui su dove provenisse e come si fosse procurato quelle ferite. Ad un certo punto il vecchio, che disse di chiamarsi Gabriel e di essere un monaco scappato dal monastero di Edenville giungendo a Los Angeles con la sola forza delle sue gambe, prese dall’interno del suo saio uno strano oggetto dalla forma rotonda con uno spazio a forma di croce proprio al centro e lo mostrò all’attonito Andrew che lo prese fra le sue mani. Il vecchio Gabriel, ormai visibilmente provato, supplicò Andrew in ginocchio di tenere quello strano oggetto con sé come se fosse la cosa più preziosa al mondo e di proteggerlo anche a costo della sua stessa vita poiché in mani sbagliate quell’oggetto poteva segnare la distruzione della Terra e dell’umanità. Andrew continuava a non capire nonostante stesse tentando di raccogliere quante più informazioni possibili riguardo quelle parole a lui confuse e sconnesse. Improvvisamente Gabriel cadde a terra ormai privo di forze e il preoccupato Andrew tentò di curare con quei pochi mezzi a disposizione il povero monaco che però ormai in punto di morte proferì queste esatte parole: “Non avere paura giovane Andrew, il mio tempo qui è finito e Lui mi sta chiamando a sé. Cerca la salvezza del mondo dietro il sole di mezzanotte...L’intera umanità crede in te…”. A quel punto il monaco cominciò a parlare in una lingua sconosciuta come se stesse pregando mentre Andrew corse subito al telefono per chiamare i soccorsi quando improvvisamente un bagliore accecante riempì la stanza costringendo l’investigatore a proteggersi gli occhi. Dopo qualche secondo tornò tutto alla normalità permettendo al giovane Andrew di aprire gli occhi scoprendo incredibilmente che il corpo di Gabriel era letteralmente sparito nel nulla e con lui il suo sangue sul pavimento. Non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo, ma sicuramente questo non era uno dei suoi soliti incubi. Visto che ormai la notte stava volgendo al termine e di cose strane ne erano successe molte, Andrew Anderson accese la sua radio sintonizzata sulle frequenze della LAPD apprendendo che moltissime pattuglie erano dirette proprio al monastero di Edenville da cui proveniva il vecchio Gabriel per un “187”. A giudicare dalla voce dei vari poliziotti e dal numero di vetture mandate sul posto l’attento Andrew rimase insospettito: erano troppi gli agenti in azione, pure più di quanto richiedessero i protocolli della polizia su un semplice caso di omicidio. Così Andrew partì con la sua Ford Torino del ’68 in direzione di Edenville, nei pressi di Palm Springs a quasi 160 km da Los Angeles.

Il sole stava cominciando a spuntare in modo timido fra le nubi che si stavano pian piano allontanando lasciando alle loro spalle un bel cielo turchese quando Andrew arrivò alle porte del monastero. Lo scenario che lo aspettava era terrificante: tutti i monaci erano stati uccisi crocifissi su una croce poggiata sul terreno al contrario ed in più avevano gli occhi cavati. Inoltre i cadaveri erano quasi irriconoscibili e sembrava che qualcuno avesse estratto tutto il sangue da ogni corpo. La polizia cominciava a indagare con l’aiuto della scientifica e già le prime notizie venivano diramate alla stampa riguardo un possibile serial killer, il che poteva anche andar bene come ipotesi se solo il giovane Andrew non avesse avuto quello strano incontro poche ore prima. Andrew decise comunque di non rivelare agli agenti della polizia quanto fosse successo dentro le mura della sua casa e cominciò a pensare che questo caso fosse troppo legato alla sua persona per poterlo lasciare ai suoi colleghi così abbandonò il luogo dell’omicidio e, tornando a Los Angeles, cominciò a incontrare e interrogare tutti i suoi informatori, a volte con metodi non proprio convenzionali, ma senza ottenere un briciolo di indizio. Per la prima volta il detective si trovava senza uno straccio di prova, con nessuna ipotesi riguardo quell’omicidio efferato e con un monaco deceduto a casa sua poi scomparso irrazionalmente. Questa volta non c’erano i soliti pazzi sadici che lasciavano le impronte sul luogo del crimine, non c’erano sfide personali fra criminali e polizia ma una serie di eventi totalmente inspiegabili e fuori dalla realtà umana. Andrew cominciò a pensare alla sera precedente, ad ogni particolare che potesse indirizzarlo verso una pista plausibile: dalle parole di Gabriel, ai suoi vestiti, al modo in cui è scomparso ed a quell’oggetto che a costo della vita doveva essere protetto e che doveva essere collegato a tutti questi eventi. L’investigatore partì allora alla volta del Jean Paul Getty Museum, l’unico luogo in tutta la città che poteva soddisfare la sua sete di sapere e, una volta arrivato, cominciò a rovistare decine e decine di libri storici e cristiani in cerca di qualche riscontro. La giornata passò veloce fra miti e leggende e una volta arrivato all’orario di chiusura con un astuto escamoutage Andrew riuscì a rimanere nascosto dentro il museo con tutta la notte a disposizione per controllare anche le aree segrete e inaccessibili al pubblico del museo. Un vecchio libro attirò la sua attenzione ed il giovane gli dedicò molte delle sue ore; il libro, risalente al XII secolo e senza titolo, parlava di un’antica reliquia forgiata dagli angeli che era in grado di chiudere il portale che ogni 50 anni i demoni dell’Inferno creavano per entrare nel mondo degli uomini in modo da conquistarlo e portarlo alla distruzione. La reliquia, chiamata “il Cerchio della Salvezza”, consisteva in un oggetto in pietra lavica di forma rotonda con una croce rosso fuoco incastonata nel mezzo che in seguito è stata separata dalla base. Andrew continuando a leggere scoprì che l’oggetto rotondo è stato dato in consegna ad un gruppo di monaci e tenuto in gran segreto nelle segrete di un monastero mentre invece la croce è stata affidata alla persona che, a quel tempo, meritava più di chiunque altro di portare questo pesante fardello. Andrew sembrava interessato a quanto stesse leggendo in quello strano libro che parlava di demoni e angeli nonostante fosse comunque un tipo piuttosto scettico verso l’esistenza di un paradiso o un inferno e di tutte le presenze che vi dominano, fino a quando allo scoccare delle 03:00, i vetri di quella sala sotterranea si ruppero in mille pezzi e quattro figure piombarono in mezzo la stanza con aria minacciosa. Erano tutti di carnagione chiarissima, calvi e con gli occhi leggermente fuori dalle orbite, una muscolatura abbastanza robusta e un mantello nero con un cappuccio a coprire la testa. Alla vista di questi individui Andrew tirò subito fuori la pistola puntandoli e minacciandoli di non muoversi quando uno di loro si fece avanti e chiedendo con voce maligna: “Gabriel, dov’è Gabriel?”. Andrew in quel momento rimase paralizzato chiedendosi come questi individui potessero conoscere il vecchio Gabriel ed esclamò: “Chi siete? Gabriel è morto, o…qualcosa del genere…Perché lo state cercando?”.
“Mi chiamo Beliath. Io e i miei fratelli stiamo cercando Gabriel perché ha qualcosa di molto importante per noi. Sappiamo che ti ha avvicinato e ti ha dato qualcosa. Vogliamo quel qualcosa.” tuonò con voce grossa Beliath. Rispose Andrew: “Io non ho nulla mi spiace, non so se Gabriel sia morto o meno e comunque non mi sembra il caso di entrare in un museo a quest’ora e in questo modo teatrale, per cui mettete le mani bene in vista e mettetevi a terra lentamente.” e cominciò a far segno ai quattro individui di sdraiarsi per terra. I quattro cominciarono a guardarsi fra di loro, con aria piuttosto tranquilla e cominciarono a fare quello che Andrew aveva ordinato loro, ma quando l’ex poliziotto si avvicinò loro essi, con un movimento velocissimo, alzarono le mani togliendosi il mantello mostrando delle enormi e imponenti ali nere. Spaventato e sbigottito Andrew cadde all’indietro e cominciò a sparare contro Beliath e i suoi fratelli, che stavano per avventarsi su di lui, colpendoli ciascuno con un colpo al torace. Caddero per terra, ma non c’era sangue che usciva dalle loro ferite, anzi si stavano rimarginando velocemente e i quattro cominciavano a rialzarsi. Andrew allora cominciò a scappare per le stanza del museo fino ad arrivare alla sua Ford, mise in moto e schiacciò il piede sull’acceleratore mentre nel frattempo i quattro demoni erano riusciti a uscire volando dalle finestre e minacciosi lo seguivano dall’alto fino a raggiungerlo planando sopra il tetto della sua macchina. “Non c’è nulla che tu possa fare contro di noi, Umano!! Dacci la croce della salvezza così ti risparmieremo da sofferenza e tormento” urlò Beliath che, insieme ai suoi fratelli stava entrando dentro la macchina. Il povero Andrew sembrava non aver via d’uscita fin quando arrivò a pochi chilometri da casa vicino un vecchio ponte. Nei pressi di una curva il giovane fece in modo di tenere i quattro demoni dentro la macchina mentre egli aprì lo sportello e si gettò fuori rotolando per la strada lasciando l’auto cadere nella scarpata prima dell’esplosione. Non si sarebbe mai separato dall’unica compagna che abbia mai avuto in tutta la sua vita, quella compagna che in più di un’occasione lo tirò fuori da situazioni scomode e che stava per abbandonarlo per sempre, ma non vi era altra scelta.

Scampato il pericolo, Andrew si diresse correndo verso la propria casa, dove trovò un meritato riposo.
Risvegliatosi verso sera, si accese la solita Lucky Strike e cominciò a ripensare a tutto quello che aveva letto al Getty Museum fino alle parole di quel demone di nome Beliath. La reliquia, il portale, i demoni e la conquista della terra, i monaci, e poi quelle parole sussurrate da Gabriel una volta consegnatogli quel misterioso oggetto cosi maledettamente somigliante alla reliquia raffigurata nel libro. Che sia forse questo l’oggetto che Beliath e i suoi fratelli stavano cercando? Tutto sembrava quadrare nella mente di Andrew, in quanto così si spiegava anche il motivo del perché i demoni stessero cercando Gabriel e di chi abbia potuto uccidere tutti quei monaci ad Edenville. Il povero investigatore stavolta era stato inconsapevolmente coinvolto in una guerra fra due mondi, una guerra fra bene e male che oltrepassava i limiti della ragione umana posizionandolo esattamente in mezzo tra le due fazioni. Una scelta sbagliata e le sorti dell’umanità sarebbero cambiate completamente, soltanto una cosa però ancora non era chiara: dove trovare la croce rossa che avrebbe completato la reliquia? Girando in tondo e fumando come un ossesso, Andrew continuava a pensare dove potesse essere quella croce che, secondo il libro, era stata consegnata centinaia di anni prima nelle mani di una persona considerata sicuramente pura di cuore da tutti gli angeli del paradiso. Poteva trovarsi anche dall’altra parte del mondo, pensava Andrew poco convinto ma allora non avrebbe avuto senso che Gabriel consegnasse proprio a lui l’altro pezzo della reliquia. Le ore passavano e, quasi sconfortato, l’investigatore stava vagava per la casa quando un particolare lo colpì particolarmente. Guardando un vecchio quadro che il padre Jack aveva dipinto anni e anni prima, Andrew ebbe un flash e ripensò a quanto affermato dal vecchio Gabriel riguardo la Salvezza del Mondo dietro il Sole di Mezzanotte. Il dipinto raffigurava il lago Tahoe, poi rivelatosi fatale allo stesso Jack Anderson, durante la mezzanotte con uno strano sole al centro del che però riusciva a mandare un solo raggio direttamente verso il centro del lago come perforandolo fino a mostrare una pietra nelle sue profondità.
Il quadro intitolato “Il Sole di Mezzanotte” aveva la dicitura 26 Luglio 1949 ore 24.00 ed era l’ultimo dipinto eseguito dallo stesso Jack Anderson prima di morire annegato esattamente il giorno dopo. Adesso le coincidenze stavano aumentando a dismisura per Andrew e non poteva essere tutto casuale: praticamente stava guardando un dipinto così particolare quasi 50 anni dopo la sua creazione e ad un giorno di distanza dalla ricorrenza della morte del padre e con QUEL titolo. Così Andrew provò a togliere quel quadro dalla parete scoprendo una parte di muro di colore diverso dal resto. Trovato un oggetto pesante e una volta rotta quella parte, vi era una piccola cavità cui interno vi era riposta proprio quella Salvezza del Mondo che il vecchio Gabriel aveva chiesto di trovare: la croce, simbolo della vittoria di Cristo sulla morte e simbolo della salvezza del mondo dal peccato. La croce rosso fuoco che una volta unita all’oggetto rotondo formava la reliquia che poteva tenere lontano le forze del male dalla Terra. Un altro mistero era stato risolto: era un vecchio antenato di Andrew il prescelto che fu incaricato per primo di custodire la croce e che passando da padre in figlio era giunto fino a Jack Anderson, il padre di Andrew. Adesso bisognava solo portare la reliquia finalmente completa in tutte le sue parti, nel luogo in cui essa deve essere riposta e c’era solo un luogo che, in tutto questo tempo, continuava ad apparire continuamente in tutti gli eventi: il lago Tahoe, dove morì suo padre e dove ogni notte si ritrova nei suoi incubi, finalmente più chiari grazie a quel dipinto rivelatore. Mancavano solo due ore alla mezzanotte così Andrew partì alla volta del lago con la sua motocicletta arrivando dopo vari minuti e trovandosi costretto a continuare a piedi a causa di vari alberi che impedivano il passaggio. Prima di arrivare al lago, bisognava però attraversare un lungo bosco, lo stesso bosco in cui il giovane nei suoi quotidiani incubi correva impaurito e spaesato. Con un fardello così pesante sulle spalle e la sua Glock 17 Andrew si faceva avanti oltrepassando decine e decine di alberi talmente alti da impedire la visione del cielo. Ad un tratto ci fu un esplosione alle sue spalle e molti degli alberi che si era lasciato alle spalle sparirono in un turbine di fuoco: era Beliath con i suoi fratelli, tornati per impedire il posizionamento della reliquia e poter aprire così il portale che avrebbe permesso a tutte le legioni dell’inferno di passare sulla Terra. Andrew cominciò allora ad affrettare il passo iniziando una corsa contro il tempo sparando contro i demoni nel tentativo di rallentarli; gli alberi sembravano infiniti e i demoni intanto si avvicinavano sempre di più ma uno spiraglio fra la miriade di tronchi lasciava intravedere finalmente le sponde del lago. Con un ultimo sforzo l’investigatore saltò fuori dalla fila di ultimi alberi ma Beliath era stato più veloce e lo aveva anticipato aspettandolo proprio sulla riva. Senza più un briciolo di forza e circondato dal male, Andrew chiuse gli occhi e capendo che era giunta la sua ora iniziò inaspettatamente a pregare lui che, al contrario dei suoi antenati, non credeva in nient’altro che al suo intuito. Quando però il più forte fra i demoni dell’inferno stava per sferrare il suo colpo mortale sul giovane Andrew ecco che una luce accecante squarciò il cielo stordendo e accecando i demoni: come negli incubi, ecco apparire la stessa fanciulla che con viso dolce e la veste bianca non era altro che la vergine Maria venuta in soccorso dell’uomo che aveva affrontato qualcosa molto più grande di lui per salvare l’intera umanità. Ella pronunciò ancora una volta quelle parole già sentite negli incubi: “Tuffati nell’oblio Andrew, affronta le tue paure. Il destino dell’umanità è nelle tue mani” incoraggiando il giovane investigatore ad affrontare la paura dell’acqua, scaturitagli dopo la morte del padre, tuffandosi nel lago per rimettere la reliquia al suo posto. Andrew era deciso a portare a termine il compito come i suoi avi prima di lui e si gettò nel lago mentre i demoni erano ancora accecati dalla luce di Maria. Nuotò nelle profondità del lago fino a trovare una roccia sul fondo che sembrava modellata come un altare con al centro una fessura che combaciava perfettamente con la reliquia in suo possesso. Il giovane posizionò l’oggetto sacro che, una volta al suo posto, si illuminò creando un fascio di luce dal fondo del lago fino al cielo. Era il portale del paradiso, da cui uscirono decine di angeli che spazzarono via Beliath e i suoi fratelli riportando l’equilibrio sulla Terra. Una volta fuori dall’acqua il giovane Andrew si accasciò per terra sfinito ma contento di aver portato a termine la più difficile fra le sue missioni. Maria si avvicinò al ragazzo e gli svelò la vera storia sulla morte di suo padre: proprio come fece il figlio 50 anni più tardi, Jack arrivò al lago e poco prima di tuffarsi per posizionare la reliquia fu ferito gravemente da uno dei fratelli di Beliath; ciò non gli impedì comunque di raggiungere il fondale del lago con la reliquia impedendo l’apertura del portale e costringendo Beliath e i suoi fratelli a fuggire prima dell’arrivo dell’esercito celeste. Purtroppo a causa della grave ferita Jack non riuscì a risalire in superficie morendo così annegato. Gli angeli arrivati troppo tardi per soccorrerlo presero comunque la reliquia e dividendola come sempre nelle sue due parti, portarono la croce in casa Anderson nascondendola proprio dietro quel dipinto che sarebbe servito in futuro proprio al figlio Andrew.

Con un sorriso appena accennato, il giovane Andrew perse i sensi, risvegliandosi ben 3 giorni dopo nel suo letto a Los Angeles, chiedendosi se quello che avesse vissuto fosse stato un altro dei suoi incubi o la realtà fin quando, nell’aprire la porta della propria casa trovò per terra un bigliettino con su scritto: “Hai avuto fede ed il tuo gesto sarà sempre ricordato in ogni parte del globo terrestre come simbolo della volontà umana di combattere il male. Bisogna affrontare le proprie paure e non fuggire da esse, ci vedremo ancora. Gabriel.”
Tutto si fece più chiaro e Andrew alzò gli occhi verso il cielo, come a salutare quell’amico così lontano quando di colpo squillò il telefono. Un antichissimo pugnale, custodito e tramandato da una famiglia inglese per millenni, era stato rubato misteriosamente…
   
 
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