Capitolo
3
Eredità
A quel punto
i cinque si diressero velocemente verso il confine.
Kurama, sia
con il mantello che con la maschera, era ultimo, non perché
era il più lento,
bensì perché aveva un pessimo senso
dell’orientamento quindi preferiva farsi
guidare dai ninja del luogo piuttosto che perdersi in mezzo ad una
nazione in
cui era arrivato perdendosi mentre stava andando alla Foglia dopo
vent’anni
d’assenza…
Dopo poche
ore, superato il confine da tempo, si ritrovarono in un agguato da
parte di alcuni
banditi che cominciarono ad attaccare in massa i cinque ninja.
Grave
errore.
Kurama,
senza farsi troppi problemi, cominciò ad ammassare il chakra.
-Arte
del Fuoco: Code della Volpe-Detto
questo una fiamma si sviluppò dai piedi del ninja fino a
ricoprirlo
completamente e, successivamente, dieci lingue di fuoco partirono dalla
fiamma
per poi colpire i ninja che avevano osato avvicinarsi che vennero
scagliati con
delle ustioni contro gli alberi vicini o contro il terreno mentre le
“code” si
muovevano in maniera irregolare colpendo gli alberi, il terreno, i
banditi e
rischiando anche di colpire i ninja della Nuvola che dovettero evitare
le fiamme
che poco dopo si estinsero.
Erano
presenti una decina di banditi morti e i restanti non avevano potuto
attaccare
perché avevano dovuto evitare di morire, ma molti erano
stati feriti più o meno
gravemente, il tutto era durato un paio di secondi…
Yukito
decise di attaccare subito per poter utilizzare la distrazione degli
avversari
a loro vantaggio.
Concentrò
il
chakra dopodiché lanciò una fiammata blu verso
gli avversari e molti di essi
vennero colpiti, soltanto uno riuscì ad evitare il fuoco, ma
ciò non gli salvò
la vita.
Kurama,
rapidissimo, lanciò uno dei suoi kunai speciali sparendo
successivamente in un
lampo rosso e riapparendo davanti all’ ultimo rimasto che
venne colpito in
pieno da un kunai tenuto da Kurama che gli trapassò il petto
segnando la sua
fine mentre il sangue calava dalla ferita.
-Non ci
dovresti dire qualcosa? –chiese ironica Yukito a Kurama.
Quest’ultimo
ci pensò prima di rispondere.
-Non so di
cosa stai parlando-
-Delle
scuse-specificò l’altra.
-Non credo-
-Ci hai
quasi colpiti-
-Voi umani
siete strani-
-Anche te
sei un umano-
-No, sono un
mezzo-demone-
-Sei
metà
umano-
-Veramente
no, sono interamente umano e interamente demoniaco-ribatté
l’altro.
-E in cosa
siamo strani? –ribatté la ragazza leggermente
irritata.
-Non mi pare
di avervi colpito-
-Perché
noi
abbiamo evitato le fiamme-
L’altro
la
guardò scettico.
-Io resto
della mia opinione-
Detto questo
ricominciò a dirigersi verso il loro obbiettivo venendo
seguito poco dopo dal
resto del gruppo mentre Yukito rifletteva.
Una volta
che fu il tramonto i cinque si accamparono in una radura in cui
mangiarono ciò
che si erano portati.
Subito dopo,
senza troppe esitazioni, i ninja della Nuvola discutevano sui turni
facendo
stancare Kurama che si mise al centro della radura sbuffando e
cominciando a
comporre una serie ininterrotta di sigilli e quando finì
appoggiò una mano,
avvolto dal chakra rosso, a terra e la medesima iniziò a
tremare.
-Arte
del Legno: Cupola di Legno Ancestrale-detto
questo dal terreno cominciarono a sbucare dei rami neri come la pece
che si
riunirono fino a formare una cupola di legno che ricoprì
l’intera radura e
parte della foresta confinante lasciando dei minuscoli fori che
lasciavano
passare l’aria, ma troppo piccole per delle armi da taglio.
Subito dopo il
mezzo-demone si accasciò in ginocchio e i quattro ninja gli
accorsero intorno e
lui sorrise debolmente.
-Non
è
nulla, solo stanchezza-disse debolmente dopodiché si
sdraiò, spalle a terra, e chiuse
gli occhi per riposarsi un attimo e recuperare il chakra usato,
un’enormità
anche per lui.
-Che cosa
hai fatto? –chiese C osservando il legno color pece.
-Questo
legno...proviene…da una
pianta…antichissima…quasi come la vita
stessa...e…il
suo legno…è il
più…resistente-spiegò ansante.
Finita la
spiegazione Darui si avvicinò al legno e lo
picchiettò leggermente non
riscontrando altro che un legno un po’ più duro di
quello normale.
-Non ha
nulla di speciale-affermò poi.
L’altro
sorrise debolmente poi riaprì gli occhi puntando le due
fiamme sul ninja
guardandolo contrariato.
-Guarda da
vicino…da molto vicino-disse debolmente.
L’altro
si
avvicinò al legno gradualmente e lo osservò
attentamente scorgendo delle
differenze nel colore del legno in zone più scure e
più chiare che rimanevano
comunque di un grigio scuro.
Fatto
ciò si
avvicinò ancora al legno fino quasi ad appoggiare il viso ad
esso riuscendo a
riconoscere due materiali diversi.
La parte
più
“chiara” era costituita da delle rocce a scaglie
mentre la parte più scura era
costituito da un legno molto scuro.
-Le
“scaglie” di pietra…che
vedi…sono cresciute…direttamente nel
legno…inoltre…si
nutrono del chakra …con cui entrano…in
contatto…e offrono…una buona
resistenza…al legno…già
duro…di suo-ansimò Kurama.
-E come mai
sei ridotto così? –chiese Yukito preoccupata.
Gli occhi di
fuoco del mezzo-demone si spostarono sulla Forza Portante prima che
riaprì
bocca.
-L’uso
di
chakra…per richiamare…un semplice
ramo…è immenso… Metà del
mio chakra demoniaco…è
andato…il mio chakra “normale”
…è stato decimato… Questa
tecnica…è
molto…dispersiva…in
merito…al chakra-disse con un lieve sorriso.
La ragazza vide
delle screziature argentee nei capelli color fuoco come la pelle
bronzea
diventata leggermente più pallida.
L’altro,
accorto della preoccupazione della ninja, le sorrise per rassicurarla,
riuscendoci solo in parte, e le fece cenno di parlarne più
tardi.
Subito dopo
Kurama si alzò, anche se a fatica e si appoggiò
al tronco di un albero che era
rimasto intrappolato dentro e chiuse gli occhi.
Gli altri lo
imitarono senza fargli troppe domande, dato che era chiaro a tutti che
fosse
troppo debole per rispondere a delle domande e si addormentarono mentre
l’altro
rigenerava il chakra usato.
Alcune ore
dopo Yukito si svegliò e si guardò intorno.
B russava,
Darui mormorava qualcosa nel sonno e C dormiva tranquillamente.
Cercò
attentamente e vide anche il rosso dei capelli di Kurama il quale
teneva gli
occhi chiusi, rannicchiato con le gambe strette al petto e con un
sorriso
nostalgico in volto.
Silenziosamente
gli si avvicinò fino a sedersi al suo fianco per poi
sfiorargli leggermente la
spalla facendolo voltare subito e facendogli sostituire il sorriso
nostalgico con
uno sincero.
-Non riesci
a dormire? –chiese la ragazza.
-Diciamo che
non sono abituato a dormire da solo-rispose l’altro
ripensando alla calda
pelliccia del fratellone.
-Immagino
allora che avrai avuto tante spasimanti-aggiunse l’altra
divertita.
-Ti sembro
forse il tipo da una notte e via? –ribatté
l’altro quasi offeso.
-No…ma…-
L’altro
non
la lasciò finire che si avvicinò pericolosamente
al suo volto finché a
separarli non furono pochi centimetri.
Lei tacque
mentre un rossore si espanse sulle sue guance e chiuse gli occhi
aspettando
Kurama che non si fece aspettare molto in quanto le sfiorò
le labbra con le sue
per poi baciarle la guancia destra, la fece sdraiare e si
sdraiò accanto a lei
abbracciandola e appoggiando la testa alla sua spalla destra e
chiudendo gli
occhi cadendo vittima del sonno che da tempo non gli chiudeva gli occhi
dopo
aver osservato la Forza Portante che teneva gli occhi chiusi, tra le
sue
braccia.
Il giorno
dopo, quando Yukito si svegliò, si accorse che erano ancora
abbracciati e nel
momento in cui cercò di separarsi da Kurama questo la
strinse a se più forte e
lei desistette poco dopo cedendo nuovamente al sonno.
Quando C si
svegliò, una decina di minuti dopo, per prima cosa
osservò le fiamme che
scoppiettavano al centro della radura create dal chakra demoniaco di
Yukito o,
per meglio dire, a quello del Bicoda che illuminava la scura cupola.
Subito dopo
si guardò intorno scorgendo i due in una posizione piuttosto
inopportuna per la
situazione, si avvicinò e scosse leggermente la bionda che
si svegliò subito.
-Non
è come
pensi-disse subito.
All’altro
non interessava né com’era né come
sembrava e, difatti…
-Sveglialo,
abbiamo dormito anche troppo-
L’altra
sospirò dopodiché scosse Kurama che
aprì quasi subito gli occhi.
-Che
succede? –sbadigliò il rosso.
-Siamo in
ritardo-spiegò C andando a svegliare anche Darui e B mentre
i due si allontanavano
e Kurama rimuoveva la cupola che si ritirò sottoterra.
Quando anche
gli altri due si furono svegliati partirono col Sole già
alto nel cielo fino ad
un particolare albero dove…
-Io devo
andare di qua-disse indicando una particolare direzione, diversa da
quella
degli altri ninja.
-Dobbiamo
dividerci-disse atono C e l’altro annui per poi passare al
ninja uno dei suoi
speciali kunai.
-Lancialo in
terra quando ti darò il segnale-disse calmo Kurama.
-Che
segnale? –chiese il biondo.
-Lo
capirai-detto questo cominciò a dirigersi verso il suo
obbiettivo utilizzando
anche la sua particolare tecnica spazio-temporale per percorrere
più distanza
in meno tempo e in una ventina di minuti arrivò ad un pozzo
in cui si buttò
senza troppa esitazione per poi dirigersi verso una casa dinanzi al
quale lo
aspettava un uomo all’apparenza anziano.
-ragazzo…è
da
un pezzo che non ci si vede-
-Ha ragione,
Totomura, ma non ho avuto il tempo necessario-
-Quindi tu
non hai trovato il tempo necessario per venirmi a trovare in diversi
secoli? -l’altro
arrossì, colpevole-Comunque…sei venuto a
ritirarla? –una volta che il rosso
ebbe annuito l’altro lo fece accomodare mentre Itachi portava
loro del thè che
venne gradito da entrambi.
-Con quale
nome ti devo chiamare, questa volta? –chiese
l’anziano.
-Kurama…ho
scelto Kurama come nome-
-Perché
proprio questo? –chiese la donnola.
-E chi lo
sa-rispose vago.
La donnola
sospirò, come sempre Kurama manifestava un carattere che
definirlo complesso è
un eufemismo.
Dopo questo
breve botta e risposta il vecchio Totomura andò a prendere
ciò che doveva
riconsegnare al “ragazzo”.
Dopo una
decina di minuti esso ritornò con in mano un tessuto candido
che poi aprì
mostrando una magnifica katana dalla lama nera con disegnato nove tomoe
argentee in un disegno a forma di occhio che venne presa da Kurama
esitante per
la prima volta in vita sua.
-Questa
è
ciò che ti ha lasciato tuo padre. Questa è la tua
eredità, Kurama-
-Grazie,
anziano Totomura-
-Figurati,
ragazzo-ma prima che potesse finire sia lui che Kurama sentirono una
fonte di
chakra in avvicinamento mentre il rosso riponeva la lama e
l'anziano apriva la
porta facendo entrare un moro dalla carnagione pallida, un aria da emo
e degli
occhi neri contenenti lo Sharingan e un chakra familiare per il rosso.
Nel
frattempo l’Uchiha osservava il rosso in maniera emo e con
fare di superiorità
che sparì non appena percepì una sensazione di
oppressione che partiva da
Kurama e diretta solo ed unicamente a lui mentre lo Sharingan fulminava
irritato quel presuntuoso per spaventarlo, tentativo vano in quanto lui
non
aveva fatto una piega fissando direttamente gli occhi
dell’altro per nulla
spaventato con un ghigno di superiorità che fece
imbestialire l’altro.
Totomura
decise di interrompere quel silenzio per paura che Kurama radesse al
suolo
tutto con una Teriosfera, cosa molto probabile dato il fatto che era
tremendamente orgoglioso così come l’Uchiha.
-Kurama, lui
è Sasuke. Sasuke, lui è Kurama. Ora che ne dite
di uscire fuori e di non
distruggermi casa?-ma non ottenne il risultato sperato in quanto i due
continuarono a lanciarsi occhiate furenti tanto che il segno maledetto
di
Sasuke si espandeva su parte del volto e il chakra rosso fuoriusciva da
Kurama
presagendo dolori e la distruzione della casa dell'anziano e
della donnola,
cosa che non potevano assolutamente permettere, infatti…
-Kurama, se
devi vedertela con Sasuke esci da casa mia e aspettalo fuori!
–ordinò il
padrone di casa.
-Ho cose
più
importanti da fare che vedermela con un emo-disse il mezzo-demone
cominciando
ad uscire dalla casa del fabbricante di armi mentre il chakra rosso
spariva.
-Paura, eh?
–domandò canzonatorio il moro scavandosi la fossa
infatti…
-Muoviti ad
uscire oppure dovrò pulire il tuo sangue dal muro-fu un
sibilo quello che uscì
dalle sue labbra, ma perfettamente udito da tutti e tre gli ascoltatori
mentre
l’Uchiha cominciava a seguirlo fuori.
I due non
assistettero al combattimento, sapevano già come sarebbe
finita, difatti…poco
dopo rientrò il rosso che depositò il moro senza
la minima grazia sul divano
dov’era precedentemente lui.
-Cosa gli
hai fatto? –chiese il piccolo Itachi.
-Ha voluto
combattere con le illusioni e io l’ho accontentato-
-Niente
male, sei un vero maestro in questo campo-si complimentò
l'anziano.
-Veramente
è
il campo che mi riesce di meno-
-E qual
è quello
in cui sei più bravo? –chiese curiosa la donnola.
-Le arti
ninja, dopotutto conosco 430 tecniche solamente per quanto riguarda il
fuoco,
350 del legno e 300 per gli altri elementi che, tuttavia, sono
sigillati
insieme alla maggior parte del mio chakra e dei miei poteri,
attualmente posso
usare un decimo del mio potere con un solo sigillo e un cinquantesimo o
forse
meno del mio potere naturale-gelo nell’aria, dopo queste
parole ci fu solo
questo. –Devo andare, scusatemi se finora non mi sono fatto
rivedere-detto
questo lanciò un impulso di chakra percepito da C e dai
cercoteri e il primo
dei due lanciò il kunai per terra, poco dopo Kurama era
accanto a loro mentre
riprendevano la marcia interrotta in quel momento.
CONTINUA…
Angolo
dell’Autore
Eccoci con
il terzo capitolo. Per prima cosa ringrazio le persone che hanno messo
la
storia tra le preferite/ricordate/seguite e che hanno recensito il
capitolo 1 e
il capitolo 2. Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima con il
quarto
capitolo.