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Autore: Lyris    01/07/2015    2 recensioni
C'era una volta Chakra Rosso, che viveva in un villaggio chiamato Konoha. Era soprannominato da tutti così perché a volte il chakra rosso della volpe a nove code, sigillata dentro di lui, fuoriusciva, avvolgendolo come un mantello. Un giorno, il suo patrigno Jiraya gli affida un compito: portare un cestino alla nonna Tsunade, che vive nel bosco. Chakra Rosso accetta la missione, ma entrando nel bosco, non sa che avventura lo aspetta e i pericoli che incombono, soprattutto per causa del Serpente Cattivo...
Lyris ritorna con un'improbabile rivisitazione di Cappuccetto Rosso: con un Naruto distratto, un Sasuke ossessionato e un Orochimaru ancora più pazzo.
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jiraya, Naruto Uzumaki, Orochimaru, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade, Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Fiabe brevi che finiscono benissimo'
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Chakra Rosso e il Serpente Cattivo


C'era una volta, in un luogo che poi tanto lontano non è, un villaggio di ninja, che portava il nome di Konoha. Qui venivano addestrati i migliori ninja di tutta la regione, a cui fin da piccoli venivano inculcate tecniche e teorie. Tra gli allievi di questa cittadina, spiccava, e non per la sua bravura ma per la sua zazzera bionda, un ragazzo apparentemente normale. Come gli altri, respirava, mangiava (sopratutto il ramen) e dormiva. Però Naruto, così si chiamava il ragazzo, non era affatto normale. Infatti, sedici anni prima di questi avvenimenti che mi accingo a raccontarvi, Konoha era stata attaccata da un terribile mostro, la volpe a nove code, che aveva devastato il villaggio. Nonostante le strenue difese degli abitanti, l'Hokage, anche padre del ragazzo in questione, si era veduto costretto a sigillare una parte della volpe dentro il corpo del piccolo figlioletto, e in cambio della sua morte (e quella della moglie) era riuscito a salvare il villaggio, lasciando orfano il loro bambino.
Adesso, il piccolo figlioletto era cresciuto, e con lui la volpe che era al suo interno. Ogni tanto il terribile chakra della volpe fuoriusciva da Naruto, soprattutto quando questi era arrabbiato, e lo avvolgeva come un mantello. Da qui il nome che gli affibbiarono tutti, Chakra Rosso.

Un bel giorno, che tanto bello poi non fu, il quasi-tutore di Naruto, Jiraya, lo chiamò a sé per assegnargli una missione.
-Chakra Rosso, vieni qui!- chiamò Jiraya. Il ragazzo subito accorse, chiedendosi tra sé e sé cosa mai volesse l'Ero-Sennin (questo era il soprannome che il figlioccio aveva dato al maestro) da lui.
-Devi portare a Tsunade, che vive in una casetta nel bosco, questo regalo- rispose Jiraya allo sguardo curioso dell'allievo, e tendendogli un cestino. Al suo interno vi era un rospo grande come il palmo della sua mano. Chakra Rosso e il rospo si fissarono a lungo, sottecchi.
-Ve bene, parto subito- disse finalmente il ragazzo, afferrando il cestino. Jiraya annuì e si raccomandò con lui di non parlare con il Serpente Cattivo che si aggirava nel bosco. Chakra Rosso corse via e sparì fra i tetti. Jiraya, non appena capì che l'altro non lo poteva vedere, si concesse un ghigno e sparì con un “puf”.
Intanto Chakra Rosso stava saltando da un ramo all'altro degli alberi, per arrivare presto da Tsunade e completare velocemente la missione. Non vedeva l'ora di mangiare il suo ramen caldo dall'Ichiraku...
Ad un tratto, vide sotto di lui una figura che si aggirava furtiva. Decise così di scendere e vedere chi fosse.
-Chi c'è?- chiese Chakra Rosso. Da dietro un tronco spuntò un uomo, che assomigliava ad un serpente. Nonostante le raccomandazioni di Jiraya (delle quali si era comunque dimenticato), Chakra Rosso parlò all'uomo-serpente.
-Chi sei?
-Io sono Orochimaru- e qui l'uomo fece vibrare la lingua biforcuta – tu devi essere Chakra Rosso-
-Esatto- sorrise Chakra Rosso, per niente preoccupato che uno sconosciuto sapesse il suo nome.
-Dove stai andando?- chiese Orochimaru, che non aveva buone intenzioni, come immagino i lettori avranno capito.
-Da Tsunade, la nonna che vive nel bosco, per portarle questo rospo- rispose il ninja.
-Ma che dolce ragazzo...- commentò lo strano uomo -e dimmi, Chakra Rosso, dove abita la tua nonnina?
Il ragazzo assunse un'aria indecisa: era raccomandabile dirlo a quello sconosciuto? Orochimaru capì cosa stesse passando per la testa al ninja e disse, per convincerlo:- E' una mia vecchia amica, e vorrei portarle dei saluti.
E a quanto pare la sua tecnica funzionò, perché Chakra Rosso indicò le due possibili strade che portavano alla casa: una più corta ma più pericolosa, l'altra più lunga ma sicura.
Orochimaru, facendosi furbo, e fare in modo che il ragazzo prendesse la seconda, gli disse che la strada più corta non era accessibile perché bloccata da una frana: in questo modo lui sarebbe arrivato per primo alla casa ed eseguito la prima parte del suo malefico piano. Il ragazzo se la bevve e si avviò seguendo il sentiero più lungo. Orochimaru si concesse un ghigno e corse verso il suo obiettivo.

 

Nel frattempo, a qualche lega di distanza dall'abitazione di Tsunade, un giovane dalla carnagione lattea e gli occhi d'ossidiana, i capelli d'ali di corvo- ma non diciamo stupidaggini, i capelli a culo di papera, si stava allenando duramente. Nella sua testa, un solo pensiero fisso: diventare più forte del fratello. Sasuke, questo era il suo nome, era divenuto orfano proprio a causa sua. Poi, farsi due domande sulle azioni del fratello, magari indagare sulla questione, farsene una ragione o rifarsi una vita manco a pagarlo: uccidere il fratello Itachi, questo pensiero invadeva la sua mente di giorno e lo lasciava sveglio di notte. Sasuke era un sociopatico con disturbo ossessivo-compulsivo. D'un tratto vide un corvo svolazzare sopra di lui e posarsi su un ramo. Sasuke interruppe il suo allenamento e si voltò a fissarlo. Lo vide piegare il capo leggermente verso destra e gracchiare nella sua direzione.
-Itachi?- sussurrò il ragazzo al corvo. L'uccello gracchiò ancora e si levò in volo, verso la casa di Tsunade. Sul viso di Sasuke si dipinse un sorriso sinistro e iniziò a inseguirlo. Sasuke era anche schizofrenico.


Quando finalmente Chakra Rosso arrivò davanti alla porta della casetta di Tsunade il sole era tramontato e una leggera brezza serale si era levata. Il ragazzo fece per bussare, ma trovò la porta socchiusa. La aprì ed entrò, l'ingresso dell'abitazione era confortevole e sapeva di casa.
-Nonna?- chiamò Chakra Rosso -sono Chakra Rosso, ti ho portato un regalo da Jiraya.
-Vieni, nipotino, vieni. Sono nella mia camera- rispose una voce gracchiante.
-Nonna, che voce strana che hai- disse perplesso il ragazzo, avvicinandosi alla stanza.
-Ehm, è perché ho mal di gola, tesoro caro, ma ora vieni qui da me- rispose quella che pareva essere Tsunade. Chakra Rosso entrò nella stanza e vide una figura infagottata da strati di coperte sul letto, da cui si distingueva a malapena il volto.
-Nonna, che viso pallido che hai- commentò il ragazzo, ancora più stranito.
-È per la febbre, tesoro caro, ma ora avvicinati- fece Tsunade. Lui fece come gli era stato detto.
-Nonna ma che occhiaie marcate che hai!
-È per la malattia che non mi fa dormire, tesoro caro, ma ora vieni più vicino.
-Nonna, ma che denti aguzzi che hai!- esclamò Chakra Rosso, rendendosi conto solo allora che forse non si trattava esattamente di Tsunade.
-È per mangiarti meglio, idiota che non sei altro!- disse la finta nonna. Con un solo gesto si tolse la parrucca bionda e svelò il viso del Serpente Cattivo. Chrakra Rosso non fece in tempo a reagire che fu ingoiato in un sol boccone, cestino compreso.

 

-Itachi, non mi sfuggirai! Finalmente è arrivata l'occasione di vendicarmi, mi sono preparato anni per questo momento!- urlò Sasuke al corvo mentre lo inseguiva saltando di ramo in ramo. Tra le fronde si iniziava a intravedere la casetta di Tsunade, ma il ragazzo non ci fece troppo caso, impegnato com'era nel suo tentativo di catturare Itachi. Vide l'uccellaccio entrare nella dimora attraverso una delle finestre aperte, quando però si accinse a fare lo stesso, la sua preda era scomparsa.
-Credi di poterti nascondere da me così facilmente?- disse Sasuke, attivando il suo sharingan -non scapperai ancora a lungo.
Si guardò intorno e scoprì di trovarsi in una camera da letto. Sul letto, giaceva un grande fagotto di coperte, che si muoveva. Sasuke sogghignò. Ecco, si era nascosto là. Pensava di poterlo imbrogliare così? Stolto!
-Chidori- sussurrò e sentì il chrakra fluire potente nelle vene. L'energia si concentrò sulla sua mano sinistra e si avventò sulla figura. Poi, bianco accecante.

 

Chakra Rosso si era svegliato nel buio. Aveva sbattuto un paio di volte le palpebre e si era guardato intorno. L'aria aveva un odore sgradevole e vi era un rumore di sottofondo particolarmente fastidioso. All'improvviso una mano gli strinse la spalla. Istintivamente afferrò la mano, bloccò il braccio e si voltò: nel buio riuscì a distinguere un volto familiare.
-Idiota!- gli fece Tsunade, dandogli uno scapaccione.

-Nonna!- esclamò il ragazzo, felice per aver ritrovato Tsunade. Poi un pensiero terrificante lo colse: -Non saremmo mica morti?-.
-Non credo- sbuffò Tsunade, guardandosi intorno -l'aldilà non me lo sarei comunque aspettato così. E poi, essere mangiati da Orochimaru è proprio una fine di mer-
-Quindi anche tu sei stata mangiata.
-Già, ho sentito bussare, ho aperto la porta e l'attimo dopo mi sono trovata qui.
-Quando sono entrato in casa, il Serpente Cattivo aveva assunto le tue sembianze. Per questo non ho riconosciuto immediatamente il pericolo. Altrimenti lo avrei steso con un solo pugno!
-Ma quale potente tecnica ha usato?
-Si era messo una parrucca bionda.
-Idiota. Mi dovrei offendere moltissimo adesso! Che Orchimaru riesca ad assomigliarmi così tanto solo grazie ad una parrucca...- Tsunade fece una smorfia disgustata
-Aspetta. Ho ancora il mio cestino!- disse Chakra Rosso -me lo aveva affidato Jiraya, da consegnare a te.

Mentre lo diceva, tese il prezioso dono alla donna, che lo prese con un gesto brusco. Tsunade aprì il cestino e il rospo saltò fuori gracchiando. Nel momento stesso in cui toccò terra, un nuvoletta si levò e al posto del rospo comparve Jiraya. Chakra Rosso e Tsunade lo stavano guardando ancora basiti quando il vecchio, rivolgendosi alla donna esclamò: -Tsunade, amore della mia vita!
Jiraya tentò poi di abbracciarla, ma lei lo scacciò malamente.
-Vecchio porco che non sei altro- commentò acida.
-Ero-Sennin!- disse Chakra Rosso -sei morto anche tu?
Jiraya scosse il capo in segno di diniego:- Ci troviamo nella pancia di Orochimaru adesso. Sentite questo rumore? È il suo stomaco. Piuttosto, Chakra Rosso, non ti avevo detto di stare bene attento al Serpente Cattivo?
Chakra Rosso sorrise e si grattò il capo. Ops.
-Voi due sembrate conoscerlo molto bene. Come mai?- sviò il ragazzo, cambiando argomento.
-Orochimaru era nostro amico un tempo- rispose Tsunade -Eravamo noi tre, inseparabili. Poi il suo feticismo per i serpenti lo rese pazzo. Perse lentamente la ragione, tanto che quando il Fugaku, il capo del clan Uchiha, calpestò per sbaglio una biscia uccidendola, sterminò tutta la famiglia. Lasciò in vita soltanto i due figlioletti, Itachi e Sasuke, prendendo sotto la sua ala protettiva il minore. Lo plagiò facilmente, convincendolo che il colpevole della strage fosse Itachi. Povero ragazzo... Adesso Orochimaru si aggira nei boschi, lasciando dietro di sé solo distruzione: da qui il suo soprannome Serpente Cattivo.
-Capisco...- disse Chakra Rosso.
-Ma ora Jiraya, spiegami il perché di questa tua balzana idea di farti portare da Chakra Rosso fino a casa mia! Per giunta sotto forma di rospo!- disse Tsunade.
-Tu non accetti di vedermi, amore! Ho una domanda importante da farti- rispose Jiraya, con tono supplicante.
-Non chiamarmi amore, maiale
-Ma io-
-Niente ma! Ora capiamo come uscire da questo postaccio.
-Potrei usare il rasengan per aprirci un varco- intervenne Chakra Rosso. Jiraya e Tsunade annuirono. Chakra Rosso si preparò e concentrò la sua energia sul palmo della sua mano.
-Rasengan- urlò, avventandosi sulle pareti dello stomaco. Nello stesso momento, Sasuke si slanciava con il suo chidori contro Orochimaru, che aveva scambiato per Itachi. Poi, bianco accecante.

 

Sasuke si risvegliò indolenzito. Aprì lentamente gli occhi, per non essere ferito dalla luce e si scoprì steso sul pavimento della camera. Si sollevò sui gomiti.
-Ehi, tutto bene?- gli chiese una voce. Si voltò nella direzione da dove proveniva e incrociò due occhi azzurri. Sasuke ne rimase folgorato: erano come due pozzi profondi, due spicchi del cielo terso del mezzogiorno estivo, due lapislazzuli lavorati e lucidati, due cerchi d'acqua cristallina del mare della Sardegna e in particolare di Cala Goloritzè, due- vabbè, abbiamo capito.
-Si, credo di si...- rispose Sasuke -cos'è successo?.
-Ehm, credo sia tu che io abbiamo utilizzato le nostre tecniche contemporaneamente e per questo bang! Sai, luce bianca accecante, sbalzati da una parte all'altra eccetera- disse il ragazzo dai meravigliosi occhi. Sasuke rimase in silenzio, tentando di riprendersi. Lo sconosciuto lo aiutò ad alzarsi in piedi.
-Io sono Chakra Rosso o almeno, tutti al villaggio mi chiamano così- si presentò quello.
-Sasuke Uchiha- disse secco Sasuke, stringendo brevemente la mano che Chakra Rosso gli aveva teso. Ma a quelle parole, Chakra Rosso sgranò gli occhi.
-Non mi dire, sei quel ragazzo a cui il Serpente Cattiv-
-Itachi!- sbottò Sasuke. Gli era venuto in mente solo in quel momento il suo obbiettivo. Ora che ci pensava, prima di perdere i sensi lo stava inseguendo: era entrato nella casa, si era scagliato sul fagotto... e no, non c'era nessun ragazzo biondo che avrebbe potuto usare contemporaneamente un'altra tecnica.
-Aspetta, tu dov'eri? Non ti ho visto quando ho attaccato Itachi!- si mise sulla difensiva Sasuke. Poi si guardò intorno, cercando di scorgere suo fratello. Sul letto, c'era una poltiglia sanguinolenta che non vi assomigliava per nulla.
-Itachi? No, quello che hai attaccato non era lui. Si trattava del Serpente Cattivo, lo stesso che ha stermin-
-Non prenderti gioco di me! Dove ti trovavi? Sei in combutta con lui? Cos'è quella cosa sul letto? E soprattutto, dov'è il mio odioso fratello?- disse Sasuke, iniziando a muoversi freneticamente per la stanza.
-Ehi! Guarda che non sono in combutta con nessuno! Calmati- rispose Chakra Rosso -il Serpente Cattivo mi aveva mangiato, mi trovavo nella sua pancia.
Sasuke si fermò e si girò a guardarlo, basito.
-Pensi che ti possa credere, rifilandomi queste cretinate?- commentò sprezzante.
-È la verità- disse l'altro, scuotendo le spalle. Sasuke rifletté tra se e se: in effetti, se si fosse trattato veramente di un nemico, avrebbe cercato una scusa che si reggesse in piedi. Questa era troppo assurda perché se la fosse inventata lì per lì. Quindi, o era sincero o era molto stupido.
-Raccontami- ordinò lapidario.
-C'era una volta, in un paese chiamato Konoha, un Hokage e sua mo-
-Non da lì, idiota, spiegami questa faccenda!
-Calma però. Va bene, ti dirò tutto- e così Chakra Rosso raccontò tutta la sua avventura al suo nuovo amico. Aveva appena finito di parlare quando la porta si spalancò e apparvero sulla soglia due persone. In mano, una grande sacca dall'aria molto pesante.
-Nonna! Ero-Sennin!- esclamò Chakra Rosso non appena li vide -finalmente siete tornati.
-Già, ci abbiamo messo un po' per trovare tutti questi sassi, ma alla fine ce l'abbiamo fatta- sospirò la donna, sollevando la sacca. Poi, guardando sottecchi Sasuke, chiese: -chi è questo giovanotto?
-Sasuke Uchiha, il ragazzo cui il Serpente Cattivo trucid-
-Quel Sasuke Uchiha?!- intervenne Jiraya. Chakra Rosso confermò.
-Cosa significa tutto ciò?- chiese seccamente Sasuke, che si stava riprendendo dalla sua delusione di aver ucciso la persona sbagliata.
-Oh, povero caro- commentò Tsunade, mentre portava la sacca vicino al letto e l'apriva.
-La tua famiglia...- cominciò Chakra Rosso, prendendo delicatamente la mano di Sauske come a volergli trasmettere forza.
-Non ti azzardare a parlare della mia famiglia!
-Non è stato Itachi.
-Come osi, tu-
-Non è Itachi il colpevole della strage del tuo clan, ma Orochimaru, l'uomo che si trova ora su quel letto.
-Cosa?- Sasuke rimase interdetto -ho ucciso il mio maestro?
-Non l'hai ucciso, l'abbiamo solo stordito, ma la questione importante è un'altra. Tuo fratello è innocente, Sas'ke, devi capirlo- continuò Chakra Rosso, stringendo la sua mano. Sasuke scosse la testa, tentando di tirare via la mano.
-Tu menti
-Sta dicendo la verità invece- disse Tsunade che, dopo aver voltato sul dorso Orochimaru aveva iniziato a inserire attraverso la ferita i sassi -io e Jiraya lo conoscevamo molto bene. Era pazzo. Tuo padre uccise per sbaglio una biscia e lui si vendicò nel peggiore dei modi.
-Allora... mio fratello...- sussurrò Sasuke.
-È innocente, si- completò Chakra Rosso. Sasuke fissò il corpo sul letto.
-E adesso? Cosa avete intenzione di fare?- chiese Chakra Rosso ai suoi compagni. Sasuke e Tsunade ghignarono.

 

I nostri quattro avventurieri osservarono il corpo di Orochimaru sprofondare nell'acqua, sempre più giù. Avevano riempito di sassi lo stomaco del Serpente Cattivo, ricucito la ferita e, prima che si risvegliasse, lo avevano gettato nel fiume che scorreva nel bosco. In questo modo, sarebbe morto sicuramente. Tsunade si era rifiutata di sgozzarlo.
-Troppo sangue da pulire dopo- aveva sbuffato.
Ora, la corrente stava trasportando il loro nemico lontano. A quel punto Jiraya si inginocchiò di fronte a Tsunade.
-Tsunade, mi vuoi sposare?- chiese.
-Allora era questo che volevi chiedermi! Potevi dirmelo prima!- lo sgridò Tsunade, colpendolo sulla testa.
-Ma Tsunade, tu non mi davi il temp-
-Stupido maiale!
-Ma Tsunade!
-Non fiatare.
-È un si?
I due continuarono a battibeccare, mentre Sasuke e Chakra Rosso si allontanavano indisturbati.
-E così eccoci qua- commentò Chakra Rosso. Sasuke sbuffò un “Già”.
-Tu, adesso... cosa hai intenzione di fare? Hai un posto dove stare?- chiese Chakra Rosso.
-La cosa ti interessa?- chiese perplesso Sasuke.
-No, è che non...- balbettò Chakra Rosso -beh, in realtà si. Mi dispiace che tu rimanga solo. La conosco fin troppo bene la solitudine.
Si guardarono negli occhi.
-Potrei ospitarti a casa mia qualche giorno, sai. Il tempo di trovarti una sistemazione...- propose Chakra Rosso, un po' imbarazzato.
-Non so neanche il tuo vero nome- disse Sasuke.
-Oh, giusto. Sono Naruto, ma tutti mi chiamano Chakra Rosso, al villaggio- rispose Chakra Rosso. Sasuke assunse un'espressione perplessa. Nei limiti delle capacità mimiche facciali di un Uchiha, si intende.
-Il perché te lo spiegherò, un giorno- disse Naruto, prendendo per mano Sasuke -Vieni, ti accompagno. Ti farò conoscere Konoha-.
Sul viso di Naruto si disegnò un largo sorriso. Sasuke, in risposta, accennò un piccolissimo sorriso e strinse la sua mano.

Questa è la fin-

-Ma quindi mi sposi?
-No!
-E dai!
-No
-E dai!
-NO
-Suu!
-Oddio, va bene, ti sposo, basta che non rompi più le scatole!


Dio, fa ti prego che sia finit-

 

Un frullio d'ali e il corvo si posò sul ramo, poco distante da Naruto e Sasuke che chiacchieravano (o meglio, flirtavano) indisturbati nel bosco. Poi, una nuvoletta si sollevò e un uomo apparve al posto del corvo. Sul viso di Itachi si disegnò un sorriso soddisfatto. Il suo piano di farli incontrare aveva funzionato.

 

Fine.

 

E vissero tutti felici e contenti. Tranne Orochimaru, ovviamente. Cioè, in realtà alla fin fine si, perché nell'acqua conobbe un sacco di serpenti marini.

  
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