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Autore: Hebe Andersen    04/07/2015    3 recensioni
Raccolta di one-shot | Hogwarts AU | Peter/Jane
Ci sono incontri che sono segnati dal destino.
Incontri come questi ti cambiano, anche se in maniera spesso del tutto inconsapevole.
Ci sono persone che si intrufolano nella tua vita in modo silenzioso per poi restarci per sempre.
Poi ci sono persone che invece non possono fare a meno di fare rumore.
Peter apparteneva decisamente a questa seconda categoria.
Jane se ne era resa conto dal primo istante in cui i loro occhi si erano incrociati per caso in una mattina fresca – e per nulla banale – di un lontano primo settembre.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Darling, Peter Pan, Quasi tutti
Note: AU, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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MagicWithPricePrimoCapitolo

Magic always comes with a price.


Dedico questa prima one-shot della raccolta alla mia amica Serena,
che mi ha supportato ed aiutato in questa personale pazzia.



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PRIMO ANNO






Ci sono incontri che sono segnati dal destino.
Incontri come questi ti cambiano, anche se in maniera spesso del tutto inconsapevole.
Ci sono persone che si intrufolano nella tua vita in modo silenzioso per poi restarci per sempre.
Poi ci sono persone che invece non possono fare a meno di fare rumore.
Peter apparteneva decisamente a questa seconda categoria.
Jane se ne era resa conto dal primo istante in cui i loro occhi si erano incrociati per caso in una mattina fresca – e per nulla banale – di un lontano primo settembre.
Se ne stava seduta tranquilla in uno scompartimento vuoto, con un pesante libro polveroso tra le ginocchia.
Leggeva avidamente prendendo con calma appunti su un vecchio taccuino consunto, annotandosi le cose più importanti da sapere e ricordare.
Non era certo la prima strega della sua famiglia – sua madre Wendy aveva frequentato pure lei la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts – ma si era resa conto di non essere abbastanza informata su come funzionasse per cui cercava di mettere una toppa dell'ultimo minuto.
Nonostante i racconti di sua madre e la sua tenera età, Jane aveva infatti sempre avuto un approccio scettico con la magia.
Quando era più piccola ne era completamente affascinata e bramava il giorno in cui la sua lettera di ammissione sarebbe arrivata ma ora non ne percepiva più la meraviglia.
Per questo si era stupita non poco di essere stata ammessa.
Sua madre e il piccolo Danny ne erano entusiasti ma Jane si sentiva come un pesce fuor d'acqua in quel momento e soprattutto una sciocca.
Aveva sviluppato una forte ansia, anche se tentava di nasconderla, e le sembrava che i ricordi raccontati così tante volte da Wendy non fossero sufficentemente adatti a prepararla all'impatto con quello strano mondo, di cui comunque lei non sentiva di far parte.
Il librone che le pesava sulle ginocchia in quel momento parlava delle usanze magiche meno conosciute e un sentimento di stupore si stava pian pianino affacciando nel cuore della piccola undicenne.
Era talmente concentrata nell'analizzarlo che quasi non si era accorta della porta del suo scompartimento che veniva aperta con foga e troppo entusiasmo da uno sconosciuto.
Fu quando la porta venne richiusa che Jane staccò gli occhi dal suo libro e dal suo taccuino per posarli poi su colui che aveva deciso di interrompere così bruscamente il suo angolino di pace.
Era decisamente uno studente dei primi anni, questo era sicuro anche se la ragazzina per un attimo lo scambiò inconsapevolmente con un folletto prima di ricordarsi di come fosse il loro aspetto.
Ricordandosi della buona educazione, tentò un saluto – anche se l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento sarebbe stata ignorarlo – ma il ragazzino sconosciuto la degnò solamente di un'occhiata veloce per andare poi a concentrare subito tutta la sua attenzione sui posti a sedere rimasti liberi.
Li tastò non proprio delicatamente con la mano per poi convenire che erano comodi abbastanza per potercisi lanciare sopra e sdraiarcisi.
Jane era allibita e non potè fare altro che indignarsi ancora di più quando il nuovo arrivato si levò allegramente le scarpe verdi, lanciandole in un punto a caso dello scompartimento, per poi poggiare i suoi piedi sui posti di fronte a lui, ovvero al fianco del taccuino pieno di appunti della ragazzina.
Fu davvero troppo per lei.
Un forte senso di stizza le attraversò il corpo e la costrinse a chiudere di scatto il libro.
« Ti sembra il modo di comportarsi questo? »
Il ragazzo che aveva beatamente deciso di appisolarsi lì, sposto il berretto verde e rosso che si era poggiato sulla faccia per ottenere del buio e la fissò negli occhi con un'ingenua aria interrogativa.
« Scusa, dici a me? »
« Vedi qualcun'altro oltre a me in questo scompartimento? Non fare il finto tonto, certo che dico a te! »
Lo sconosciuto si raddrizzò e continuò a fissarla negli occhi con l'espressione tipica di chi non capisce quello che gli si è appena detto.
« Non mi sembra di aver fatto niente di male. Non vedo come io possa darti fastidio. »
« Fammi capire un attimo. Quindi secondo te entrare sbattendo la porta in quel modo, non rispondere ad un saluto, sdraiarsi come se si fosse in spiaggia sui sedili, togliersi le scarpe senza chiedere e piazzare i propri piedi a fianco di una persona di cui non si sa neppure il nome sono cose che non dovrebbero darmi fastidio?! »
L'altro ci pensò per giusto qualche secondo prima di poggiare la mano destra sulla guancia e con aria serafica affermare: « Beh, sì. »
Jane dovette seriamente tenersi per non alzarsi in piedi e fare una scenata in stile maestrina innervosita a quello pseudo folletto.
« Ma ti rendi conto di quello che hai appena detto o cosa? Mamma mia, sei proprio un gran maleducato. »
« Sicura di stare bene? Davvero, non capisco perchè tu te la prenda tanto. Sai, credo che tu debba lasciar correre a volte. Sembri un'adulta in miniatura! »
Probabilmente doveva essere un insulto molto grosso, vista la faccia schifata che aveva accompagnato quell'ultima affermazione.
« E se anche fosse? Molto meglio di essere un arrogante bimbetto immaturo come te! »
Il tono con cui lo disse era uno di quei toni che usava sua madre le rare volte in cui si arrabbiava talmente tanto da non voler sentire repliche e Jane ne era perfettamente consapevole dato che il suo stato d'animo in quel momento era esattamente lo stesso.
Tornò a concentrarsi nuovamente sul tomo che aveva chiuso prima e ad annotare quanto il più possibile le fosse sembrato utile.
Il ragazzino intanto continuava a fissarla con un'aria persa negli occhi, come se qualcuno gli avesse appena tirato una pietra in testa o l'avesse tirato giù a forza da una nuvola.
Era uno sguardo davvero insistente tanto che costrinse l'undicenne ad alzare nuovamente gli occhi dal libro per piantarli con aria irritata in quelli scuri dell'altro.
« La smetti per piacere? »
« Di fare cosa, scusa? »
« Smettila di fissarmi, sei fastidioso ed invadente. »
« Non è colpa mia se tu sei così strana. »
« Io sarei cosa?! »
In tutta risposta, quell'altro si limito ad indicare il suo taccuino che la ragazzina stringeva saldamente tra le mani.
« Quello cos'è? » domandò con uno sguardo sinceramente curioso.
« Non provare a cambiare discorso! Non ti permettere più di dare giudizi sulla gente che non conosci! »
« Te lo ripeto, non è colpa mia se sei strana. Non ho mai visto qualcuno così serio per il primo giorno di scuola. Dovresti sorridere ogni tanto. »
Jane si passò una mano stancamente sul volto.
Ma era nato così o ce la stava davvero mettendo tutta per risultare così irritante?
Non sapeva più cosa dire, le parole ormai si rifiutavano di uscire dalla sua bocca per rispondere a quel pallone gonfiato.
Per questo provò a leggere di nuovo il suo libro ma fu interrotta di nuovo.
« Dai, perchè non mi dici cos'è quel coso? »
« Questo non è un coso, è un taccuino. Mai visto uno? »
« Mai, serve a qualcosa? »
« Sai, di solito ci si annota le cose importanti che non devono essere mai dimenticate tipo date, appuntamenti, appunti di cose importanti che sono state dette. Per cui, sì serve decisamente. »
« Per la barba di Merlino, sembra la cosa più noiosa e adulta che io abbia mai visto. »
« Non lo usano solo gli adulti, ma tutte le persone responsabile e organizzate. Ora se non ti dispiace, vorrei riuscire a concentrarmi e finire di leggere questo. » sentenziò la ragazzina indicando il grosso volume sulle sue ginocchia.
« Anche quello sembra molto noioso, è così grosso. Ma ci sono le figure? »
Se non si fosse nuovamente aperta la porta dello scompartimento, Jane avrebbe potuto rispondergli molto male, in modo decisamente infantile.
Per sua fortuna – o almeno così credeva – il signore dei dolci aveva deciso di passare in quel esatto momento, fermando i loro inutili discorsi.
Aveva un'aria molto gioviale e bonacciona anche se non si capiva se gli appartenesse per via dell'enorme quantità di zucchero che trasportava o quel buffo naso arrossato, come fosse ubriaco.
Doveva essere piuttosto anziano per via delle basette bianche ma più che un uomo saggio assomigliava tanto ad un bambino mai cresciuto, ingenuo e pacifico.
« Qualcosa dal carrello ragazzi? »
Jane scosse delicatamente la testa rifiutando con modo gentile ma l'altro ragazzino invece non se lo fece ripetere due volte e dopo aver tirato fuori un piccolo sacchettino dalle tasche dei pantaloni comprò quasi tutto quello che poteva essere comprato.
L'undicenne non aveva mai visto tanti dolci tutti assieme e non aveva mai creduto possibile trovare qualcuno che li mangiasse davvero tutti.
Erano una marea, ammassati alla meno peggio sui sedili rimasti vuoti rendendo lo scompartimento una specie di regno del caos zuccheroso.
« Non vorrai farmi credere che riuscirai a mangiare tutta questa roba, vero? » domandò sconvolta.
« Certamente, perchè mai gli avrei comprati altrimenti? »
Quasi per farle vedere di non stare scherzando, il ragazzo afferrò una confezione maxi di cioccorane e la mangiò in meno di qualche minuto, sporcandosi in modo indecente le mani e il viso.
Aveva del cioccolato persino tra i capelli rossi che continuava a toccare ogni volta che esprimeva un giudizio positivo su se stesso.
Il problema era che sembrava essere estremamente vanitoso ed egocentrico, oltre che irritante e per questo si ritrovò in poco tempo con i capelli tutti sporchi.
Mentre lo ascoltava blaterare a caso delle sue molteplici qualità – nonostante non le interessasse per niente conoscerle – Jane non potè fare a meno di pensare a quanto assomigliasse ad un bambino di sei anni nel carattere e nei modi di fare.
Dovette constatare che a modo suo era simpatico, anche se certi suoi atteggiamenti rasentavano la maleducazione più estrema.
Ogni volta che finiva di mangiare qualcosa si leccava le dita per poi asciugarsele sui vestiti.
Per non parlare del fatto che parlasse tranquillamente mentre masticava.
Persa nella sua analisi ingenuamente curiosa, la ragazzina non si rese conto che il rosso le aveva fatto una domanda.
Si riscosse quasi di botto dai pensieri solo quando lui le si avvicinò ad un palmo dal naso, fissandola nuovamente come si trovasse di fronte un animale estinto.
« La smetti? » gli urlò in faccia indietreggiando spaventata.
« Scusa, ma non mi rispondevi più. Sembravi...non so, incantata. »
Jane non rispose e per la prima volta in quella giornata abbassò imbarazzata lo sguardo, mentre le guance si tingevano appena di rosso.
Maledizione, che le era saltato in mente?
Era maleducato ed immaturo fissare le persone in quel modo e lei lo sapeva bene!
Il ragazzino dal canto suo iniziò a ghignare divertito.
« Ho capito. Mi fissavi perchè trovi che io sia maledettamente affascinante! »
Lei alzò piano gli occhi fino ad arrivare a fissarlo di nuovo.
Aveva un'espressione gongolante dipinta in viso e gli occhi chiusi per la sicurezza di quell'affermazione.
Provò davvero a resistere ma una piccola risatina smorzata le salì dalla gola verso la bocca e nonostante il suo tentativo di restare impassibile non riuscì proprio a bloccarla.
Era davvero troppo buffo con quell'aria trionfa, pieno di orgoglio.
Portò una mano di fronte alla bocca per cercare di contenersi ma l'altro se ne accorse lo stesso e la fissò con uno sguardo perplesso.
« Beh, perchè ridi adesso? Non trovi che io sia mostruosamente bello? »
« Oh, certo. » replicò sicura « Sei proprio un bel pallone gonfiato! »
Il rosso quasi cascò dal sedile per tale affermazione ma tre secondi dopo si tirò su con molto contegno e si consolò aprendo un pacchetto di api frizzole, divorandolo in poco tempo.
« Non hai ancora risposto alla mia domanda. » constatò con calma.
Fu il turno di Jane di cadere dalle nuvole improvvisamente.
« Cosa? »
« Voglio dire, capisco che non sono abbastanza forte, simpatico, divertente, affascinante per te – anche se lo sono eccome – ma voglio solo sapere il tuo nome. »
In effetti, avevano battibeccato dall'inizio del viaggio ma non si erano ancora presentati.
Era una cosa strana dato che di solito è la prima cosa che si fa quando ci si incontra ma probabilmente la ragazzina era talmente irritata dal comportamento dello sconosciuto da dimenticarsi di quest'importante convenzione.
« Io mi chiamo Jane, Jane Darling. E ho avuto il dispiacere di viaggiare su questo treno per la prima con...? »
Il ragazzo si alzò in piedi e gonfiò il petto quasi a volerle dimostrare di essere un divo.
« Peter Pan, il futuro ragazzo più amato dell'intera Hogwarts! »
« Anche il più modesto sicuramente. »
Jane era stata interrotta spesso e volentieri, a volte per sua fortuna, nel corso di quel viaggio ma in quel momento fu Peter a non poter controbattere.
La porta del loro scompartimento si aprì infatti per la terza volta in quel viaggio rivelando una bambina bionda dall'aria irritata che comunicò loro che erano quasi arrivati a destinazione e che conveniva che si muovessero ad infilare le loro divise o si sarebbero trovati nei guai.
Non li lasciò nemmeno rispondere perchè si girò chiudendo la porta di scatto, borbottando qualcosa su quanto fastidio le avesse dato dover rincorrere tutti gli studenti che non si erano ancora vestiti.
« A quanto pare siamo arrivati. Dobbiamo sbrigarci, avevo perso il senso del tempo! »
« E' la mia meravigliosa compagnia che ti ha distratto, sicuramente. » proclamò deciso Peter.
« Sinceramente, ho i miei dubbi. »
« So che avverti già un senso di vuoto al solo pensiero della mia assenza ma non ti preoccupare: a scuola avremmo tutto il tempo per parlare! »
Jane rabbrividì: « Vuoi forse dire che mi torturerai ancora? »
« Ovviamente! » gli rispose l'altro facendole l'occhiolino « Sai, non posso certo abbandonare la mia prima fan.»
« Il tuo narcisismo è qualcosa di pauroso. » sentenziò lei.
Peter fece allegramente spallucce e le circondò le spalle esili con un braccio mentre sulla faccia gli si stampava quel sorriso irritante che sembrava essere il suo marchio di fabbrica.
« Io e te siamo inseparabili ormai. Ammettilo! »
La ragazzina sorrise debolmente a tale affermazione e dopo essersi scrollata di dosso il suo braccio, cominciò a sistemare le sue cose e ad indossare la divisa.
Le era sempre stato insegnato che la magia ha un prezzo e questo prezzo deve essere sempre pagato o potrebbe accadere qualcosa di terribile.
Se pagare nel suo caso significava passare la maggior parte del suo tempo ad Hogwarts a sopportare Peter sarebbe stata ben felice di farlo.










Angolo autrice/pazza:

Ringrazio tutti coloro che sono riusciti ad arrivare fin qui, a leggere queste mie piccole righe di presentazione/spiegazione della storia.
Spero davvero che vi sia piaciuta e di avervi intrattenuto per un pò.
Come forse qualcuno di voi avrà capito, si tratta di una raccolta di sette one-shot, dedicate tutte al rapporto Peter/Jane, ambientate nel mondo di Harry Potter.
Ogni storia sarà incentrate su un anno e su un momento scolastico diverso: non sperate quindi in combattimenti o cose del genere ma tanto slice of life, fluff e commedia.
E' la mia prima AU potteriana che pubblico per cui, puriste della saga, se avessi sbagliato qualcosa sarei ben felice di essere corretta!
Prima di parlare un secondo di questa storia, volevo spendere due parole sul pairing: so che è abbastanza unpopular e tutti preferiscono la Peter/Wendy ma...sono la mia OTP assoluta e dovevo scrivere qualcosa su di loro! Mi piacciono persino nel libro, anche se Jane appare per qualcosa come cinque pagine soltanto!
Spero abbiate trovato il tempo di leggerla anche se non li shippate, dato che il rapporto amoroso non è assolutamente presente qui e forse sarà solo sottinteso nelle prossime (forse, eh!).
Ora però due cosette su questa storia: non ho voluto scrivere dello smistamento (anche se volevo inserirlo ma poi ho cambiato idea) perchè pensavo che la storia sarebbe potuta diventare pesante. Non è lunghissima di per sè - son solo quattro pagine word - ma le mie one-shot di solito sono lunghe la metà e quindi non ho voluto esagerare.
Però ho sparso indizi un pò ovunque per farvi capire dove li inserirò (cookies a chi indovina!), così come ho inserito veloci riferimenti ad altri personaggi  dell'universo di Peter Pan. Sono due - uno semplice, l'altro un pò meno - ma son sicura che capirete tutti chi sono.
Oh, ultimissima cosa: i personaggi sono tratti dalla versione che la Disney ne ha dato perchè ho voluto usare la loro Jane che è molto diversa da quella del libro.
Spero di sapere cosa ne pensate.
Un grazie grande a tutti,
Ebe

P.S: Il titolo della raccolta è una citazione di Once Upon A Time, ovviamente!



  
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