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Autore: Lyris    04/07/2015    0 recensioni
Da: Lyris (a proposito, si pronuncia "Lairis", perché in inglese fa più figo)
Spedito: L'altro ieri [Pre-TLG]
A: il Mondo (sopra e sotto la superficie)
Oggetto: Messaggio dalla Nuova Biografa Ufficiale di Artemis Fowl (Eoin ha avuto un problemino con gli avvocati dei Fowl...)
L'ultimissimo lavoretto di Artemis è andato decisamente male: Leale è stato arrestato. Tenterà di chiedere aiuto a Minerva e Spinella, ma anche loro si sono cacciate nei guai. Un talismano, precisamente un medaglione, capace di mutare l'aspetto di chi lo indossa è stato rubato a Minerva e alcuni membri del Popolo sono stati rapiti. I nostri eroi dovranno affrontare un nemico apparentemente impossibile da sconfiggere e tu potrai scegliere il corso della storia, portando la storia a ben sette possibili finali diversi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemis Fowl, Bombarda Sterro, Minerva Paradizo, Spinella Tappo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Qualche minuto prima, Laboratorio di Polledro, Strati Inferiori

Polledro non si aspettava certo quella telefonata. L'allegra suoneria si era diffusa nella stanza, non preannunciando nessun disastro. Così aveva risposto baldanzoso -per quanto le continue sparizioni glielo permettessero- e invece si era sentito dare una delle notizie peggiori.

-Opal Koboi è evasa dal carcere!- Gli aveva urlato il capo della sicurezza del carcere, attraverso l'interfono -l'allarme è scattato e la prigioniera già non si trovava più nella sua cella. Abbiamo perso completamente le sue tracce!

In quel momento Polledro aveva sperato ardentemente che si trattasse di uno scherzo di pessimo gusto. Ma il capo del carcere non era il tipo, purtroppo.

-Com'è stato possibile- aveva chiesto con un filo di voce, la paura cominciava a invaderlo.

-Non lo sappiamo. Un momento fa era lì e il momento dopo le telecamere hanno ripreso la cella completamente vuota- rispose il capo della sicurezza.

Così, dopo aver riattaccato, aveva fatto un respiro profondo. Liberò la mente e si decise sul da farsi. Per prima cosa aveva inviato un messaggio a Spinella poi, pensando a come erano andate le cose l'ultima volta e credendo che Opal potesse covare ancora vendetta, si era accinto a chiamare Artemis. E lì, il suo cuore aveva dovuto reggere un altro colpo. Quello stupido fangosetto dall'ego sproporzionatamente grande aveva osato nascondergli un'informazione vitale: l'esistenza di un manufatto che aveva il potere di cambiare forma a chi l'avesse usato! Mai avrebbe pensato che con un cervello del genere si potessero commettere certi errori. Soprattutto, quelli di avvertire prima Spinella di lui. Per quanto cara gli fosse, sapeva che l'elfa non aveva le competenze necessarie per riconoscere cosa significasse avere un talismano del genere in giro. Sospirò pesantemente. Adesso era meglio mettersi a lavoro.

 

Ufficio Sterro&Buh, Cantuccio, Strati inferiori

Bombarda squadrò la persona davanti a lui. Si era presentata poco prima, camuffata con un cappuccio nero che si era azzardato a levare solo quando era stato certo che non ci fosse nessun altro, svelando la sua identità.

-Argon?!- aveva esclamato Bombarda stupito, che si aspettava chiunque, fuorché il vecchio dottore. Argon aveva iniziato a sudare freddo e gli aveva chiesto di abbassare la voce, guardandosi intorno circospetto. Poi, aveva consegnato un dossier al nano, che l'aveva esaminato: si trattavano di informazioni su una persona scomparsa.

-Lo sai che noi siamo cacciatori di taglie, non cerca-persone?- sbuffò, riconsegnando il fascicolo.

-Se trovate criminali, troverete anche persone normali, no?- un sorriso forzato e nervoso di Argon fece corrugare la fronte di Bombarda, che adocchiava preoccupato il dottore di fronte a lui, che sembrava poter svenire da un momento all'altro.

-E la ricompensa sarà alta- aggiunse Argon. Bombarda drizzò le orecchie. Poi, ci rifletté sopra un attimo. L'aspetto e lo stato d'animo del dottore erano troppo sospetti per i suoi gusti. Insomma, a meno che non si fosse trattato di una persona a cui teneva particolarmente, Argon non avrebbe avuto motivo di essere così agitato. E comunque, dubitava che se fosse scomparsa una persona a lui cara, sarebbe andato da lui anzi, per prima cosa si sarebbe precipitato dalla LEP per denunciare la scomparsa. C'era qualcosa di strano sotto, qualcosa di losco...

-No, non posso accettare- disse Bombarda. Argon, se possibile, impallidì ancor di più.

-Ti prego! Devi aiutarmi, sono disperato!- insistette il dottore. Bombarda temette che da un momento all'altro scoppiasse a piangere di fronte a lui.

-Mi dispiace, ma è così- disse il nano, cercando una valida scusa -io... in questo momento stiamo lavorando ad un caso troppo importante e non possiamo accettarne altri.

Argon abbassò gli occhi.

-Ah, allora è così- disse con un filo di voce e un viso sconsolatissimo.

-Dai, su, sicuramente andrà tutto bene- tentò di tirarlo su di morale, dandogli una “leggera” pacca sulla spalla, che fece quasi cadere Argon. Detto ciò lo accompagnò alla porta, gli ridiede il dossier e ritornò al suo pranzo, il pollo che aveva comprato nella locanda dove ormai si era ritrovato ad essere un cliente regolare, “La Roccia di Pietra Dura”. Quando ebbe finito di mangiare, cominciò ad aspettare il suo socio, Buh. Dopo qualche minuto che restava seduto alla propria scrivania, si alzò e gironzolò per lo studio. Non era molto grande anzi, definirlo tugurio forse era più azzeccato. Il pavimento era in legno, ma alcune tavole erano marce. I muri probabilmente un tempo erano tinteggiati di bianco, ma con il passare degli anni si erano ingialliti e macchie di umidità erano ben visibili sul soffitto, da cui pendeva un lampadario cui si sarebbe dovuta cambiare la lampadina. Ma sia Bombarda che Buh o erano troppo pigri o se ne dimenticavano, così la stanza continuava ad essere a malapena illuminata dalla luce fioca e tremolante. Il loro ufficio aveva due stanze: lo studio e il bagno. Sorprendentemente, il bagno era piccolo ma quasi sempre in ordine, più che altro per l'eccessiva ossessione del folletto per l'igiene. Lo studio faceva posto a due scrivanie, ai lati opposti della stanza. Una era di Bombarda, e si riconosceva per le cartacce sporche e unte de “La Roccia di Pietra Dura” che strabordavano dal cestino, l'altra era di Buh, e si riconosceva per tutti i dossier impilati alla rinfusa uno sopra l'altro. L'ordine non era un loro pregio. Vista l'assenza del socio, il nano decise di curiosare nella scrivania di Buh. Non era nella sua natura impicciarsi dei fatti di altri, sopratutto se si trattavano di amici... ok, no, realtà un po' si, ma comunque che male avrebbe fatto? Anche perché il folletto ultimamente si comportava in modo strano: spariva per molto tempo senza dire dove andasse e quando tornava era sempre molto stanco, come se qualcosa gli risucchiasse tutte le energie.

Così il nano si avvicinò alla scrivania e diede un'occhiata ai dossier. Erano semplicemente i casi che stavano seguendo, quindi niente di preoccupante. Adesso che ci pensava, i casi da seguire erano aumentati. Con la sparizione di alcuni membri del Piccolo Popolo, il lavoro era aumentato e gli affari andavano a gonfie vele. Meglio così, pensava il nano, più soldi per noi due. Poi, la sua attenzione venne catturata dai cassetti della scrivania. Provò ad aprirli, ma scoprì con un po' di disappunto che erano chiusi a chiave.

Cosa avrà da nascondere di tanto importante? si chiese. Staccò un pelo della propria barba e lo inserì nella serratura. Lo mosse un po' e aspettò che prendesse del suo interno. Poi, aprì il primo cassetto. Un'espressione delusa si disegnò sul suo volto. Era vuoto. Stava quasi per rinunciare quando un pensiero lo fulminò: perché Buh avrebbe dovuto chiudere a chiave un cassetto vuoto? Bombarda bussò sul fondo del cassetto e, come aveva sospettato, riconobbe che si trattava di un doppio fondo. Lo sollevò e altri documenti vennero alla luce. Bombarda gli diede una scorsa veloce.

-Interessante- disse, dando voce ai propri pensieri. Dopo aver riposto tutto con cura e chiuso di nuovo a chiave il cassetto, lasciò una nota al socio, dove scriveva che era uscito per andare da un cliente e uscì dall'ufficio. Doveva andare a trovare una vecchia amica.

 

Base della LEP, Cantuccio, Strati inferiori

Grana e Spinella stavano discutendo, quando un suono li interruppe. Spinella vide che le era arrivato un messaggio cifrato da Polledro, cosa alquanto strana ma trattandosi del centauro si poteva ben capire. Non appena lo aprì e lo lesse, sbiancò.

Opal Koboi evasa, aiutata, pericolo talismano a piede libero, aveva scritto Polledro. Era evidente che Artemis l'aveva già informato a proposito del medaglione, così come il fangoso aveva fatto con loro prima.

-Ehi, che succede?- chiese Grana, vedendo la reazione di Spinella. Lei, per tutta risposta gli fece vedere il contenuto del messaggio. Grana impallidì.

-D'Arvit, non può essere successo- ringhiò Grana. Spinella si affrettò a chiamare il centauro.

-Polledro! Spiegami che è successo- disse l'elfa.

-È successo, carissima mia, che qualcuno non mi ha informato di un certo talismano che causa qualche problemuccio- fu la risposta grondante di sarcasmo.

-Artemis ci aveva avvertiti e noi...

-Voi dovevate avvertire me! Non avete pensato che questo è un mio compito? Sono io l'esperto di tecnologie avanzate, non tu!

-Ehi, abbassa la cresta, centauro- intervenne Grana, che aveva sentito tutta la telefonata. Sia Spinella che Polledro lo ignorarono.

-Polledro, non abbiamo avuto il tempo- disse secca l'elfa, per mettere fine alle sue inutili lamentele -ora smetti di sbraitare e fa quello che ti riesce meglio.

-Sempre dolce e simpatica- ironizzò il centauro, prima di attaccare. Spinella sbuffò. Centauri, complicano sempre tutto.

 

Laboratorio di Polledro, Cantuccio, Strati inferiori

Dopo aver attaccato, Polledro sbuffò. Elfi, complicano sempre tutto. Sul banco di lavoro davanti a lui si trovavano i più disparati aggeggi, alcuni dei quali di tecnologia umana. Non appena aveva ricevuto la notizia sull'esistenza del talismano aveva iniziato a progettare una macchina che potesse rivelare la presenza del mutaforma.

-Certo che ci mancava solo questo- borbottò fra se e se. Mentre rivedeva gli appunti su cui stava scervellandosi già da un pezzo, un'idea geniale e improvvisa lo fulminò. Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Pensò. Scrisse forsennatamente sul suo taccuino e cominciò a pensare agli strumenti che gli sarebbero occorsi per realizzare la sua idea.

-Sono un genio- si complimentò, prima di mettersi al lavoro.

 

Cella di Leale, Londra, Superficie

Domovoi Leale non riusciva a dormire. Innanzi tutto, la branda era scomoda e faceva freddo, ma questo alla fine non lo disturbava più di tanto, era abituato a peggio. Ciò che non lo faceva rilassare, ma rigirare ore nel tentativo di prendere sonno, era la preoccupazione che sentiva per Artemis. Aveva paura che si potesse cacciare in qualche guaio senza di lui. Insomma, era gracile e sottile, se si fosse trovato in pericolo non ne sarebbe uscito illeso, forse sarebbe addirittura mor- Leale strizzò gli occhi e cercò di liberare la mente. Non doveva fare questi pensieri. Artemis, adesso, si trovava al sicuro. Si, decisamente. Era al sicuro.

 

Casa Fowl, Superficie

Artemis si trovava nei guai fino al collo. Polledro l'aveva chiamato per avvertirlo che Opal Koboi era evasa e da quel momento non aveva avuto pace, ma aveva iniziato a camminare su e giù per la sua camera. Minerva aveva tentato di calmarlo, ma non vi era riuscita e lo comprendeva: una delle varie volte in cui era andata a trovarlo, si erano sentiti in vena di confidenze e si erano parlati a lungo. Minerva aveva raccontato degli anni in cui Artemis era stato via e il ragazzo delle avventure con il Piccolo Popolo, compresa Opal Koboi.

Quando poi il ragazzo riuscì a recuperare la calma persa si sedette e iniziò a pensare. Minerva, quando lo vide assumere quel cipiglio, decise di non proferire parola: quando Artemis cercava una soluzione ad un problema, che fosse il semplice battere a scacchi Minerva o salvare il mondo, era inutile cercare di intraprendere una discussione. D'un tratto, si sentì un forte rumore provenire dai giardini della casa. Minerva si alzò e andò a controllare alla finestra.

-È la navicella di Spinella- disse la francese, quando le riconobbe. Artemis si alzò anche lui e si affacciò alla finestra. Dopodiché andò alla scrivania, staccò un post-it e scrisse una nota veloce, che lasciò vicino al computer in modo tale che fosse ben visibile: Vado negli Strati inferiori. Servirà il mio aiuto, il Popolo è in pericolo. Non preoccupatevi e salutatemi Myles e Beckett. Poi si diresse verso l'uscita, seguito da Minerva. Aprì il portone di ingresso e vide Spinella che usciva dalla navicelle e si avvicinava a loro.

-È richiesta la tua presenza dalla LEP, Artemis. Opal Koboi è riuscita a evadere- disse fredda Spinella. Era ancora arrabbiata con lui.

-Si, lo so, Polledro ci ha informati poco tempo fa- disse Artemis.

-Voglio venire anche io- intervenne Minerva. L'elfa e l'umana si squadrarono un po'.

-Per caso ho fatto il tuo nome?- chiese Spinella, sempre più irritata. Minerva gonfiò le guance indispettita.

-Sono stata io a scoprire il talismano- disse.

-E a fartelo rubare- rimbeccò Spinella.

-Calma ragazze- disse pacato Artemis -non serve litigare, abbiamo cose più importanti da fare.

-Tu dovresti solo stare zitto- lo attaccò l'elfa. Oggi è incredibilmente irritata, osservò il ragazzo trattenendosi dall'alzare gli occhi al cielo, e irritante.

-Andiamo ora- disse ignorandola -e verrà anche Minerva, credo possa rivelarsi utile.

Minerva sorrise beffarda a Spinella, non facendosi vedere da Artemis che intanto si era già avviato verso le navicelle. Si squadrarono con quella velata antipatia che provavano l'una per l'altra.

 

Laboratorio di Polledro, Cantuccio, Strati Inferiori

Polledro aveva appena terminato il suo progetto grafico dell'invenzione del secolo (andiamo, se fosse nato tra i Fangosi avrebbe ricevuto almeno cinque Nobel per quel congegno), quando sentì bussare alla sua porta. Con un unico gesto fluido -nei limiti della sua corporatura di centauro si intende- chiuse a chiave i progetti in un cassetto e coprì gli strumenti del laboratorio. Non si poteva mai sapere, con un mutaforma in giro. Solo allora andò ad aprire.

-Cavallina!- esclamò, non appena vide la sua sposa sulla soglia.

-Ehi- lo salutò lei. Si scambiarono un veloce bacio, poi il centauro la fece entrare e chiuse la porta.

-Cosa ci fai qui?- chiese curioso.

-Sono venuta a prendere una cosa importante- rispose Cavallina, avvicinandosi. Polledro sorrise.

-E di cosa si tratta?

-Te- fu la risposta. Polledro non fece in tempo a realizzare che fu tramortito da un colpo alla nuca. Cavallina scrollò le spalle -nessun rancore, maritino.

Poi, si mise a rovistare nel laboratorio in cerca di qualcosa di utile. Prese alcuni prototipi di armi e qualche altro oggetto che si trovò sottomano. Dopo aver riposto tutto con cura in uno zaino, se lo mise sulle spalle. Guardò il centauro che era stramazzato al suolo, con fare indeciso. Un guizzo, e il corpo di Cavallina mutò. Prese l'aspetto di un agente della LEP particolarmente robusto e si caricò in spalla il centauro. Pesava parecchio, ma poteva farcela. Si guardò intorno e individuò l'uscita secondaria che l'avrebbe portato direttamente fuori dall'edificio. Centauri, pensò, si costruiscono tante difese intorno a sé senza sapere che possono rivoltarglisi contro. Ed uscì.

 

Base della LEP, Cantuccio, Strati inferiori

Quando finalmente arrivarono alla base della LEP, Spinella, Artemis e Spinella andarono nell'ufficio di Grana. Là trovarono ad aspettarli anche Bombarda Sterro.

-Bombarda!- esclamò Artemis, sorpreso -cosa ci fai qui?

-Artemis- salutò il nano con un cenno del capo -dovrei chiederti la stessa cosa.

Grana tossicchiò per far notare la sua presenza, ma il ragazzo lo ignorò deliberatamente e non lo salutò, guadagnandosi un'occhiataccia. Il rapporto fra di loro era costellato di piccole vendette e battibecchi.

-Cosa ci fa lei qui?- chiese Algonzo rivolto a Spinella, una volta che vide Minerva.

-Sono stata io a scoprire dove si trovava il talismano- disse orgogliosa la francese.

-E a fartelo rubare- ribatté Grana. Minerva sbuffò. Che battuta originale.

-Sarei comunque più utile qui- disse -conosco molto bene il manufatto e ho avuto il tempo di analizzarlo.

-Tanto ormai hai già invaso il nostro mondo- grugnì Grana. Artemis sorrise un poco e poi fece un cenno verso Bombarda: -Cosa ci fa lui qui?

-Il signor Sterro, mi stava parlando del suo caso- fece Algonzo, introducendo il discorso e lanciando un'altra occhiataccia ad Artemis.

-Indovinate chi è venuto a richiedere i miei modestissimi servigi?- disse il nano, sorridendo misteriosamente.

-Se i tuoi servigi sono modesti, allora io sono N°1- sbuffò Grana -vai dritto al punto.

Bombarda non se la prese per la frecciatina, ma rispose alla domanda.

-Il caro dottore di nostra conoscenza, Argon, mi è venuto a fare una richiesta: trovare una persona scomparsa- disse Bombarda. Sul volto di Spinella si disegnò un'espressione di sorpresa e se anche Artemis lo era non lo diede a vedere. A Minerva sembrò di ricordare di un certo Argon, dai racconti di Artemis.

-Non era quello che aveva curato Opal Koboi?- chiese Minerva.

-Si, qualcosa del genere- rispose Bombarda -comunque, il dottore è venuto e mi ha chiesto di trovare questa persona. Però non è la parte più importante della mia giornata.

-Ah, ma davvero?- chiese ironico Grana. Bombarda sorrise.

-Stavo dicendo, so che stanno scomparendo molti del Piccolo Popolo. Credo di aver trovato il colpevole- disse. Un silenzio sbigottito calò su di loro.

 

Colpo di scena! Bombarda Sherlock afferma di aver trovato il colpevole! Ma sarà vero? O è solo una grande cavolata che depisterà i nostri eroi? Dopotutto, il nano non sa ancora dell'esistenza del medaglione...

Lettore, è arrivato il momento di decidere: se vuoi ignorare Bombarda e concentrarti su una soluzione, vai al capitolo 8, se invece vuoi ascoltare la sua teoria, vai al capitolo 9.

 

 

 

Rettangolino di Lyris

Quanto tempo, quanto tempo che non riprendevo questa storia. L'aggiorno una volta l'anno ma giuro che la finirò. Scrivere questo capitolo è stato incredibilmente complicato: c'erano molti dettagli che non quadravano l'uno con l'altro e ho dovuto riscrivere molte volte certe parti per far avere a tutto un senso. Quindi, se non ti ritrovi con la storia, se non hai capito bene alcuni passaggi, è un mio errore. Spero che il capitolo ti sia piaciuto lo stesso!

  
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