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Autore: SilVerphoenix    06/07/2015    15 recensioni
Cosa può mai succedere quando stai organizzando il più fastoso matrimonio che il mondo magico abbia mai visto, e i tuoi due migliori amici si mettono in testa che non s’ha da fare?
“Non puoi essere seria.”
“Ti sembra che io stia scherzando?”
“Draco ci ucciderà.”
“Sono pronta a correre il rischio. Sei con me?”
Blaise scoppiò finalmente in una fragorosa risata. “Ci puoi giurare. Non mi perderei una cosa del genere nemmeno per tutto l’oro dei Malfoy.”
[La storia è scritta a quattro mani da Silverphoenix e NikyBlack (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=10577)]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Danni Collaterali
 
di NikyBlack e SilVerphoenix
 
 
Capitolo Due



Avete presente quelle mattine quando, un momento prima di realizzare di dovervi alzare dal letto, siete ancora in dormiveglia e non vorreste mai e poi mai dovervi svegliare?
Ecco, per Hermione, quella del ventotto agosto era una di quelle mattine.
Si trovava nel suo letto, tutta avvolta nelle coperte, e non aveva nessuna intenzione di alzarsi. La festa della sera prima le aveva lasciato addosso una vaga sensazione sgradevole, e voleva starsene lì il più possibile, considerato che non aveva programmi per la mattinata.
In quello stato di semi incoscienza, Hermione iniziò a rendersi conto che c’era qualcosa di strano: i piedi le sporgevano un poco dal letto, ed era bizzarro, dato che di solito non dormiva mai a metà del materasso; il pigiama, poi, la stava soffocando, era più stretto sulle gambe e sulle braccia, e non se ne spiegava il motivo, era il solito pigiama che usava da più di anno... La sensazione che la convinse definitivamente ad aprire gli occhi fu un prurito sulle gambe e all’inguine.
Che abbia mangiato qualcosa, ieri sera, che mi ha provocato una reazione allergica?, si chiese, iniziando ad aprire gli occhi.
Si sgranchì le braccia sbadigliando, si grattò la testa cercando di sistemare i capelli che come ogni mattina si dovevano essere ingarbugliati tutti mentre dormiva. Quando si rese conto che i suoi ricci non arrivavano più oltre le spalle, ma appena sopra le orecchie, si svegliò di colpo, scalciando via le coperte.
La prima cosa che notò fu un ben visibile rigonfiamento nei suoi pantaloni che le fece dimenticare i capelli che sembravano spariti. Dopo un primo attimo di confusione decise di levare il pigiama con dita tremanti, per vedere che diavolo stesse succedendo al suo corp….
“AAAAAAAAAHHHHHHH!!!!”
La giovane iniziò a urlare come una disperata, rendendosi conto di avere in mezzo alle gambe qualcosa che non ci sarebbe dovuto essere. Con cautela si toccò il petto, senza avere il coraggio di guardare, e sentì che il seno era sparito, sostituito da degli addominali piatti.
Ok, mantieni la calma. È tutto un incubo, di quelli in cui non ti accorgi che stai sognando e sembra tutto reale, si disse. Adesso ti dai un pizzicotto, e ti svegli.
Sfortunatamente, il pizzicotto se lo diede, ma oltre ad un lieve rossore sul braccio ricoperto da una peluria scura, che fino al giorno prima non c’era, non ottenne alcun risultato.
“Oh no, no, no, no…”
Si fece coraggio e si alzò, mettendosi davanti allo specchio. Quello che vide mandò totalmente in tilt il cervello della migliore strega dell’ultimo decennio: lo specchio le rimandava l’immagine di un maschio. I suoi capelli arrivavano all’altezza delle orecchie, del seno non c’era alcuna traccia, era perfino parecchio più alta… e fra le gambe si ritrovava un affare che sembrava avere vita propria!
“Come cavolo sono diventata un uomo con tanto di pisello iperattivo?!” gridò in preda ad una crisi isterica, che continuò per almeno una decina di minuti a farle urlare frasi sconnesse e avvertimenti selvaggi all’indirizzo dell’aggeggio che si trovava tra le gambe. Soltanto quando fu riuscita finalmente a far sparire quella fastidiosa sensazione di tensione lì in basso, si convinse a mettere qualcosa di più appropriato addosso e cercare di capire cosa fosse successo.
“Ragiona Hermione, ragiona. La gente non si addormenta femmina e si sveglia maschio così, dal nulla: non può essere una cosa che succede per caso.” mormorò, marciando dal letto all’armadio, avanti e indietro. “Che hai fatto di diverso ieri sera?”
Un attimo di silenzio, poi, da perfetta psicopatica, si rispose da sola. “Nulla, ho mangiato una cosa veloce qui a casa, e poi sono andata alla festa di fidanzamento di Malfoy.”
L’altra Hermione, quella che faceva le domande, prese di nuovo il sopravvento. “Perfetto, e lì cosa hai fatto?”
L’Hermione che doveva solo rispondere esaminò in fretta la situazione e riprese a parlare. “Niente di che, sono stata con Ginny e con Zabin… Zabini… Zabini! Mi ha offerto qualcosa da bere, e ho bevuto solo quello in tutta la serata e… ZABINI SEI MORTO!” gridò, riprendendo l’attitudine da pazza isterica, e iniziando a imprecare contro il Serpeverde in maniera talmente colorita da far nascondere i personaggi ritratti nei quadri che teneva in casa.
Le ci volle almeno una buona mezz’ora per riprendersi, e la prima cosa che decise di fare fu di scrivere una breve lettera alla McGranitt, per chiederle di spostare l’appuntamento che avevano quella sera, a causa di piccolo problema del quale avrebbero dovuto discutere al più presto.
La seconda cosa che le venne in mente, fu chiamare Ginny. Chi meglio di lei avrebbe potuto calmarla del tutto ed evitare che andasse ad ammazzare il povero Zabini, della colpevolezza del quale non era nemmeno certa?
Prese piuma e pergamena e scrisse tre semplici e autoritarie parole:

EMERGENZA! Qui, subito!

Mandò la pergamena con il gufo di Ron e si mise ad aspettare l’arrivo dell’amica facendo su e giù fra la cucina e il salone. L’unica nota positiva a cui riusciva a pensare era che il suo fidanzato non fosse a casa. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che si sarebbe messo a ridere e le avrebbe detto di non preoccuparsi… Probabilmente, con tutti i problemi che avevano, ci mancava solo una cosa del genere per rompere definitivamente. Rompere la storia, o la sua testa, dipendeva da quanto avrebbe riso, ovviamente.
Dopo dieci minuti di marcia ininterrotta, iniziò a sbuffare spazientita. Dopotutto era mattina, le scappava la pipì e l’ultima cosa che voleva era avvicinarsi al bagno quell’aggeggio che non sapeva nemmeno come usare.
”Maledetto Zabini, se è stato lui, la pagherà cara!” continuava a pensare Hermione.

 
*


La conferma della McGranitt arrivò poco dopo le dieci, e con tono preoccupato, la Preside le diede un nuovo appuntamento per il giorno successivo. Hermione, intanto, era stata sul punto di mandare un altro messaggio a Ginny, cercando qualche altro sistema dato che aveva finito i gufi, ma non aveva nemmeno iniziato a formularlo, che un POP le fece capire che qualcuno era appena apparso in casa sua.
“Hermione, che cos’è tutta questa fretta?” sbuffò Ginevra, che si era Materializzata ancora in camicia da notte e ciabatte, coi capelli spettinati e un bigodino che penzolava da una ciocca.
Appena Hermione entrò nella stanza, incazzata nera e con l’aspetto di un uomo, la piccola Weasley sbarrò gli occhi dalla sorpresa e il sonno le passò in un istante. Le servirono almeno altri dieci secondi, prima che il suo petto cominciasse ad essere scosso dai singulti.
“Che cosa diavolo hai da ridere, screanzata?!”
“Che diamine ti è successo?” riuscì solo ad articolare l’amica, provando senza successo a trattenersi, quando un movimento al di sotto della cinta di Hermione le procurò un nuovo accesso di risa.
“Non ne ho la più pallida idea!” sbottò la Granger, offesa dalla mancanza di empatia dell’unica persona nella quale aveva sperato. “Credo che si tratti di una Pozione Invertente. E siccome ieri non ho bevuto altro che il drink che ci ha offerto Zabini, ho dei forti sospetti su di lui… Nessun altro avrebbe potuto somministrarmela.”
“Blaise?!”
“Non ne capisco la ragione, ma deve essere stato lui, mi ha fatto qualcosa… sono un uomo, Ginny!” aggiunse, come se volesse chiarire la gravità della cosa. “Rivoglio le mie tette! E devo anche fare la pipì!”
Ginny cercò con tutta se stessa di rimanere seria e non scoppiarle di nuovo a ridere in faccia, mentre nel suo cervello provava a ricordare qualcosa che aveva sentito la sera prima. La voce di Blaise riecheggiò nella sua testa.
No, non siamo molto entusiasti di questo matrimonio. Ma abbiamo un’idea che potrebbe rivelarsi divertente.
Il giorno prima non le era sembrato il caso di indagare, ma evidentemente, si era sbagliata.
“Mettiti qualcosa addosso, e va in bagno. Non puoi restare così tutto il giorno, esploderai.”
“Non se ne parla!” mugugnò la Granger incrociando le gambe mentre si sedeva su una poltrona. “Devo resistere. Cosa posso fare? Domani devo vedere la McGranitt, e tra pochi giorni inizia la scuola!”
“Mantieni la calma, se è una Pozione Invertente dei Tiri Vispi Weasley, l’effetto dura solo un giorno. Io cercherò di rintracciare Blaise, per scoprire se ne sa qualcosa.”
Mentre afferrava un pezzo di pergamena e buttava giù due righe, Ginny non poté evitare di congratularsi con il Serpeverde per uno scherzo che sarebbe stato geniale… se non l’avessero fatto alla persona sbagliata.

 
*


Blaise stava facendo colazione tranquillo, quando un gufetto dal piumaggio chiaro si mise a bussare alla sua finestra. Il ragazzo non aveva nessuna voglia di interrompere il pasto, così con un cenno del capo ordinò al suo elfo domestico di provvedere.
Pochi secondi dopo l’elfo gli portò la pergamena, e Blaise, con il suo miglior savoir faire, la aprì, continuando a bere il caffè. Eppure, gli bastò leggere le prime righe, che sputò tutta la bevanda in un ben poco aristocratico gesto, e si mise a ridere incontrollabilmente.
Si alzò di corsa e si diresse al camino più vicino, buttò dentro una manciata di polvere e chiamò: “Pansy! Vieni qui!”.
La ragazza, ancora in vestaglia e maschera sul viso, rispose dopo qualche minuto, e si avvicinò scocciata al camino. “Ti pare questo il modo di urlare di prima mattina, dopo la sbronza colossale di ieri? Cosa vuoi?”
“Te l’avevo detto che aveva funzionato, no? Ti sei già dimenticata del nostro piano?” Zabini sorrise con il suo tipico sorriso maligno e continuò “Stamattina mi è arrivata una lettera, scommetto che ti piacerà. Senti qui.”
Ciao Blaise, sappi che se Hermione ti prende, puoi considerarti morto. Si può sapere che cosa le hai fatto? Perché lo so che è tutta opera tua. Era questo lo scherzo di cui parlavi ieri, da fare a Malfoy? Beh, hai sbagliato il destinatario. Falla tornare com’era, prima che demolisca tutta Londra. Muoviti!
Appena Blaise finì di leggere, l’amica iniziò a sghignazzare così forte che si dovette sedere a terra, mentre fra le fiamme verdi del camino anche lui se la rideva di cuore.

 
*


La risposta non tardò ad arrivare. Il gufo di Hermione aveva l’aria stravolta, mentre consegnava l’ennesima lettera della mattinata.
Sono mortificato, Ginny. Come ben sai, il destinatario della nostra burla era Draco, non Hermione. Possiamo spiegare tutto, ci vediamo a casa di Pansy dopo pranzo?
Le due Grifondoro lessero velocemente le due righe stilate con cura, e si guardarono.
“Pretendo una spiegazione.”
Ginny sospirò. “Sapevo solo che volevano organizzare uno scherzo a Malfoy, non avevo idea di cosa avessero in mente. È ovvio che devi aver bevuto tu la pozione che era destinata a lui.”
“Mi auguro che abbiano l’antidoto, quei disgraziati.” sbottò Hermione, grattandosi nervosamente la guancia dove un’ombra scura preannunciava l’arrivo di un filo di barba. L’amica osservò nervosamente il modo in cui stringeva le gambe.
“Non credi che sarebbe il caso almeno di provare ad andare in bagno?”
“NO!” tagliò corto l’altra. “Non ne ho bisogno.”
Roteando gli occhi, la Weasley si alzò e prese un bicchiere d’acqua dal frigo. “Non ti spiace allora, vero?”
Solo guardarla bere fu sufficiente alla padrona di casa per perdere il poco autocontrollo acquisito e fiondarsi verso il wc. Con delicatezza, l’amica chiuse la porta.
“Se hai bisogno, sono qui.”
Hermione ne uscì qualche minuto dopo.
“Va meglio?”
“No.” rispose lei, sospirando. “Era un’esperienza che avrei preferito non annoverare nel mio curriculum. Non riuscirò mai a resistere ventiquattr’ore così.”


 
*


“Ventiquattr’ore?” Pansy sbatté gli occhi, confusa. “Chi ha detto che l’effetto si dissolverà domani?”
Ginny lanciò uno sguardo preoccupato all’amica, che aveva già provato a saltare alla gola della Parkinson non appena erano entrate in casa sua. Hermione aprì la bocca per dire qualcosa, e lei decise di rispondere al posto suo. “La Pozione Invertente di George…”
“Non si tratta di un giocattolo di tuo fratello, Weasley.” rispose Pansy con tono di superiorità. “È autentica magia nera, questa roba.”
Hermione emise un verso tra il disperato e l’omicida. Blaise entrò con un vassoio in mano e le porse un caffè.
“È espresso italiano.” spiegò. “Qualunque cosa migliora, dopo questo.”
“Io vi ammazzo entrambi.” decretò la Granger con tono incrinato dalla rabbia. “E poi vi denuncio.”
Il sorriso del Serpeverde era ampio e sereno. “Sta tranquilla, Hermione. Ho io la soluzione.”
“Davvero?” intonarono in coro tutte e tre le ragazze presenti, inclusa Pansy.
“Assolutamente sì.” affermò lui, il volto allegro. “Finisci quel caffè squisito prima che si freddi, poi andremo a risolvere il tuo problema.”
Rincuorata, finalmente, la Granger riuscì a mandare giù quel che restava della bevanda in un sorso solo. “Ok, sono pronta, possiamo andare.”
Pansy lasciò scorrere lo sguardo da lei a Blaise e fece per dire qualcosa, ma lui l’interruppe. “Perfetto. Vieni con me, dobbiamo uscire di casa, qui ci sono gli Incanti Anti Smaterializzazione.”
Varcata la soglia, Zabini le porse la mano. “Su, non fare quella faccia. Ti posso assicurare che stiamo andando a sistemare la situazione. Ti fidi di me?”
Il volto pressoché irriconoscibile di una delle eroine del mondo magico si contorse in una smorfia. “A dire il vero, no.”
“Bene.” ghignò lui. “Fa lo stesso. Prendi la mia mano, e andiamo.”
La sensazione della Smaterializzazione, già di per sé sgradevole, in quel momento le sembrò nauseante, ma fortunatamente finì presto, e una stradina familiare accolse il suo atterraggio.
“Ma… cosa ci facciamo ad Hogsmeade?”
“Seguimi, e non parlare.” disse allora Blaise, improvvisamente serio. “Te lo ripeto, stavolta devi fidarti di me.”
Confusa ma convinta da quelle parole, Hermione lo accompagnò lungo il tragitto verso un portone uguale a tutti gli altri. Il Serpeverde non perse tempo a suonare il citofono, e aprì direttamente con delle chiavi tirate fuori dalla tasca. La stava forse portando a casa sua?
Due piani di scale dopo, Blaise si fermò davanti ad una porta senza alcuna targhetta, e anche stavolta, aprì con una chiave presa dallo stesso mazzo di prima. Nuovamente, posandosi un dito sulle labbra le intimò di fare piano, e la ragazza si chiese se non fossero magari in casa dei suoi genitori, forse anziani e malati.
Zabini, comunque, le indicò un divano e le fece cenno di sedersi ad aspettarlo lì, quindi andò in cucina e dopo pochi minuti ne emerse con un vassoio e due tazzine sopra di esso.
Certo che questo ragazzo ha proprio una mania per il caffè, pensò Hermione, guardandolo sparire in una stanza in fondo al corridoio e chiudersi la porta alle spalle.
Vagando con lo sguardo sulla casa, notò che sembrava ben arredata e alquanto ordinata, nonostante due bicchieri vuoti facessero bella mostra di sé dal tavolo della cucina, e un cappotto fosse abbandonato su una poltrona vicino l’ingresso. Approfittò di quel momento di solitudine per sistemarsi alla ben e meglio i boxer che aveva preso in prestito dal cassetto di Ron, che continuavano a spostarsi e a darle fastidio. Fortunatamente, nessuno avrebbe mai saputo di quel disastro e...
“E tu chi saresti?”
La voce la colse di sorpresa, e sobbalzò voltandosi in direzione del corridoio. Sulla porta della stanza in cui era sparito qualche minuto prima, Blaise sorrideva tranquillo, ma a pochi metri da lei c’era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
“Malfoy?!”
“Ci conosciamo?” chiese lui, stupito. Indossava dei pantaloni di seta grigia e nient’altro, e la scrutava come se la vedesse per la prima volta.
Ma certo!, capì allora la ragazza. Non mi ha riconosciuta.
“Questa è casa tua?” chiese imbarazzata al Serpeverde, e quando lui, confuso, annuì, lei si rivolse direttamente a Blaise. “Per quale diavolo di motivo mi hai portata qui? Cosa ci facciamo nell’appartamento di Malfoy?!”
A quel punto, anche Draco si voltò verso l’amico. “Lo conosco?” gli chiese, ancora più perplesso.
“Sì, certo che lo conosci. La conosci, per l’esattezza.” precisò Blaise, avvicinandosi e posando un braccio sulle spalle larghe e mascoline dell’ospite. “Ti ri-presento Hermione Granger.”
Gli occhi di Malfoy si ridussero a due fessure, mentre la scrutava con attenzione, mettendola a disagio, e si avvicinava per studiarne meglio i dettagli del viso… prima di scoppiare a riderle in faccia.
“Che diamine ti è capitato, Mezzosangue?!” berciò. “Eri stanca della tua solita aria da secchiona?”
La mano di Hermione corse alla bacchetta, ma Blaise le posò una delle proprie sul braccio, e le fece un cenno negativo con la testa. Forse lei non l’avrebbe ascoltato, troppo provata da quella giornata così surreale da farle saltare i nervi, ma lui parlò in fretta.
“Le serve un antidoto alla pozione che qualcuno le ha fatto bere, e tu sei l’unico con conoscenze sufficienti per poter preparare una contro pozione.”
Hermione si sentì sprofondare. Quel dannato furetto viziato non l’avrebbe aiutata mai!
“Non ci penso nemmeno!” disse infatti lui, sprofondando sul divano, tenendosi la pancia. “È troppo divertente vederla così. Weasley lo sa? Merlino, devo vedere la sua faccia!”
“Io non gongolerei tanto, fossi in te.” disse allegramente Blaise, rivolto all’amico. “La stessa pozione che ha preso lei, l’hai appena bevuta anche tu.”
Draco si arrestò nel bel mezzo di un movimento e lo fissò come fosse pazzo. “Che cosa stai dicendo? Io non ho bevuto nulla.”
“E il caffè che ti ho portato, cosa credi che fosse?” sogghignò Zabini, angelico. Diede un’occhiata all’orologio e fece due rapidi conti. “Dovresti avere dodici, forse quattordici ore prima di trasformarti in una donna, amico. Ti conviene cominciare subito a lavorarci su.”
L’altro lo guardava scettico. “Non ti credo. Lo dici solo perché sai che altrimenti, non la aiuterei mai. Come avresti fatto ad entrare in possesso della stessa pozione che ha bevuto lei?”
“Perché gliel’ho data io, per sbaglio.” Blaise si strinse nelle spalle. “Se non vuoi credermi, va bene, non è un problema. Stanotte però dormo da te. Domattina voglio toccarti le tette, quando ti svegli.”



 
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* cantuccio di Silverphoenix e NikyBlack: Ciao a tutti! Innanzi tutto grazie, grazie mille per tutto il vostro affetto, calore e supporto... Quando Niky ha visto tutte le recensioni e i riscontri favorevoli, ne è state entusiasta (e Silver si è messa a ballare dalla gioia, ma non indugiamo nei dettagli perchè questa non è una storia horror.)
Grazie a chi ci ha accordato fiducia, inserendo la storia nei preferiti, tra le ricordate e le seguite. Strabiliante!
E soprattutto grazie a chi ha dedicato parte del suo tempo a recensire, DarkSerenity, Albezack, Rosanera, Empathy, Katherina23, Rallienbow, Giuliagiulia, Ilapietro91, Stephanie86, Rikima1, Biohazard, Trislot, Hanna Sophie Lewis, Relie Diadamat, Nefastia, Acquamarine_, Queen_V_Introspective, TsubamePhoenix, Sofja Ivanovna, JustSay, Demon1901.
Speriamo con questo capitolo di non avervi sorpreso troppo, non vediamo l'ora di scoprire che ne penserete della balzana idea che è venuta in testa a Pansy e Blaise!
E adesso, qualche 'rubrica' di comodo.

Danni Collaterali: Istruzioni per l'uso. [data la polemica che nasce inevitabilmente ogni qualvolta ci si avvicini a certi argomenti, ci sentiamo in dovere di fare una precisazione]. Noi, SilVerphoenix e NikyBlack, non abbiamo assolutamente nulla contro le coppie omosessuali, contro i matrimoni o le adozioni fatte da gente dello stesso sesso, e quant'altro in materia; non abbiamo niente contro gay, trans, drag queen, qualsiasi variazione di questi termini. Tutto ciò che verrà scritto in questa fanfiction non ha alcuno scopo denigratorio e non vi è alcun riferimento a persone o situazioni realmente esistenti. Se vi sentite offesi da qualche nostra infelice battuta, vi preghiamo di mandarci un messaggio e ne discuteremo e se è il caso ci scuseremo e rimuoveremo ciò che ha urtato la sensibilità di qualcuno. Grazie!

Chiarimenti: questo, invece, è un puro messaggio per chiunque avesse avuto un dubbio in proposito. 1) Pansy è la figlia illegittima di Lucius Malfoy e di Lorelai Parkinson, questo è un mio headcanon che ripropongo puntualmente in tutte (o quasi) le mie ff; non sono stata granchè a spiegarlo anche qui perchè non aveva davvero molta importanza. Niky ha accettato di accoglierlo anche in quest ff, e la ringrazio per questo. Se volete approfondire l'argomento vi tocca leggervi We Will o Stella Cadente!*faccina diabolica* [SilVer] 2) Il motivo per cui anche Hermione è stata coinvolta nello scherzo di Pansy e Blaise non è certo quello che dicono i due Serpeverde, non le hanno fatto bere la pozione per sbaglio. Eppure, ognuno di loro ha delle motivazioni diverse. Ne volete sapere di più? Restate con noi!

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Il coraggio di una giovane madre,
NikyBlack (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3158003&i=1 )
Virus, SilVerphoenix
(
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3080566&i=1)


Grazie ancora a tutti,
Silverphoenix e NikyBlack
  
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