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Autore: Morgana la Strega    07/07/2015    11 recensioni
"Non so spiegarti quando e perché, hai iniziato ad avere l'effetto che ha il fuoco sulla mia pelle."
Genere: Malinconico, Poesia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei fuoco su di me



 
"Non so spiegarti quando e perchè, hai iniziato ad avere l'effetto che ha il fuoco sulla mia pelle"




Grandi occhi neri, che guardano il mondo con rancore,
pelle scura come il bronzo,
capelli corvini e lucidi come seta,
sei sprezzante verso tutto ciò che conosco,
ma perchè quando ti vedo,
sento bruciarmi la pelle?
Ho lo stomaco che si contorce,
la testa che picchia forte,
le mie gambe spingono verso di te,
ma la mente le frena,
perchè sei tu.
*
Cammini disinvolto nel mondo che ti è indifferente,
forse non ti importa del domani e tanto meno del presente.
Mi guardi, passi oltre e mi riguardi,
ma dalla tua bocca carnosa non esce niente,
del resto, neanche dalla mia.
Poche parole ci sono state tra noi,
quando era il tempo di correre nei campi di grano,
quando le nostre gambe erano piccole e veloci,
dove il tempo veniva scandito dal sole
e non importava fare previsioni,
l'aria calda d'estate,
le cicale che cantano,
il sudore,
ginocchia sbucciate,
mani polverose,
biciclette su cui viaggiare
per strade non battute
e piene di buche.
Facevi grandi sorrisi,
quei denti bianchi
come perle, nella tua bocca.
*
Il sole ha ceduto il posto alla luna
adesso ti vedo illuminato dall'argento,
l'estate e il caldo sono andati,
è arrivato il freddo,
la notte ti accompagna
ma nel frattempo la mia pelle ha iniziato a bruciare,
non so come fermarla,
sei tu ad accenderla ogni volta che mi guardi,
lo fai con insistenza,
vorrei tanto rispondere,
urlare al mondo quanto rimpiango il tempo.
Voglio amare quella pelle scura,
tornare a correre nei prati,
fregarmene dei principi
e delle conclusioni,
Mi sento ardere se sei vicino
mi sento pietra se sei lontano,
ho passato l'inferno
ho urlato coprendomi con un cuscino,
sbattuto porte,
ingoiato lacrime,
quando te ne sei andato.
Mi dicevo di essere forte,
che tutto questo non poteva aver senso,
mi sono sentita prima ferita a morte,
poi stupida e codarda,
per non aver corso forte,
sino a consumarmi i piedi
in tua direzione,
per non aver fatto niente.
Sono scesa negli abissi più profondi della mia anima,
dove tutto è scuro e denso,
ma li ti ritrovavo,
potevamo ballare insieme,
al centro di quell'oscurità che avevo dentro.
Ma mi son sempre chiesta: anche tu come me nuoti nel nero?
Perchè i tuoi occhi me lo rivelano,
ho sperato sino a consumare la mia ragione,
ho picchiato le nocche delle mani
sino a farle sanguinare,
per cercare in me una risposta
che potesse spiegarmi il perché di tutto questo.
So solo che un giorno il cuscino
non era più umido al mattino,
che le porte non sbattevano più
e che nuotando nell'abisso,
io e te non abbiamo più danzato.



E.












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