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Autore: SusanTheGentle    09/07/2015    6 recensioni
Uno scorcio sul futuro di Ben&Claire, ambientato durante il New Port Beach Filmfestival 2015
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Le nuvole sono come il tempo, diceva mio padre. Passano e non sono mai le stesse. Dobbiamo osservarle adesso per sapere quale forma abbiano, poiché presto spariranno e non lasceranno alcuna traccia. Potremo solo ricordarle.
Io ricorderò per sempre la forma di queste nuvole color arancio.
Ricorderò per sempre questo abbraccio, questo momento, esattamente come ricordo tutti gli altri.
Ogni volta che non potrò stare accanto a Ben, farò di tutto perché accada, per far sì che quel che c’è tra noi non resti anch’esso un ricordo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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Nuvole
 



 
 
Una nuvola non sa perché si muove in una certa direzione e a una certa velocità.
Segue un impulso, è li che deve andare.
Ma il cielo conosce le ragioni e gli schemi al di là delle nuvole,

e anche tu li conoscerai,
quando ti librerai abbastanza in alto per vedere l’orizzonte.

(Richard Bach)
 
 
 
 
 
 
Guardo il mare di New Port Beach, camminando scalza sulla spiaggia della Back Bay.
Non c’è nessuno intorno a me.
I suoni della città sono lontani, attutiti dal rumore delle onde. Solo il grido di qualche gabbiano mi fa compagnia.
Non ho mai imparato a nuotare bene, ma mi tufferei nell’Oceano senza pensarci se solo non avessi il dubbio di non poterlo fare. La Black Bay è una riserva naturale, perciò non sono nemmeno sicura di poter camminare su questa battigia. Inoltre, rischierei di rovinare il mio vestito.
Se fosse uno di quelli lavabili solo a secco? Meglio non rischiare…
Mi avvicino alla riva del mare, sollevando un po’ la gonna azzurra (non è molto lunga), entrando in acqua finché le onde non lambiscono le mie gambe fino a metà polpaccio.
Emetto un basso sospiro: l’acqua fresca mi da sollievo.
I miei poveri piedi…
Non sono abituata  a portare un tacco dodici. Le décolleté che mi hanno consegnato insieme all’abito sono bellissime, ma hanno iniziato a darmi fastidio.
Lory – che è venuta con me a New Port Beach – mi ha presa un po’ in giro, dicendomi che se voglio essere sexy devo imparare a camminare su queste scarpe.
Ma che ci posso fare se preferisco le ballerine ai plateau?
Lory vanta di saper portare uno stiletto da diciassette centimetri, riuscendo a camminarci come avesse indosso un paio di scarpe da tennis. Tanto di cappello a mia cugina ma, davvero, per quest’oggi ne ho  abbastanza di tacchi alti.
Compio qualche passo indietro, uscendo dall’acqua. Forse dovrei tornare in Triangle Square, o rischio di rimanere chiusa fuori dal teatro e perdermi il film.
Apro la borsetta, prendendo il cellulare per controllare l’ora. La proiezione inizia alle sette e mezza: ho ancora un po’ di tempo.
La mia speranza è quella di riuscire a vedere Ben almeno per qualche minuto, prima che fotografi e giornalisti se lo portino via. Ma non credo che ci riuscirò.
Non sono triste. Sapevo che sarebbe andata in questo modo. Quello che più mi dispiace è che non potrò dirgli quanto sono fiera di lui. So che lo sa, tuttavia ci tengo a ribadirlo questa stasera.
Perché questa è una serata speciale.
Ho adorato tutti i suoi film, nessuno escluso, ma Jackie & Ryan occuperà un posto speciale nel mio cuore e nei miei ricordi.
Io non sono un tipo che crede fermamente nel destino. Sono convinta che le cose capitino per via di circostanze che il singolo individuo mette in atto per libera scelta, non perché qualcuno lo ha scritto da qualche parte.
Intrecciando la propria vita e le proprie esperienze con quelle degli altri, creiamo il destino.
Qualche volta, però – non lo nego – mi è capitato di pensare che il mio incontro con Ben sia stato realmente voluto da una qualche forza astratta dotata di intelletto (magari un alleato di Dio).
In ogni modo, quello tra me e Ben è stato un incontro casuale: nessuno aveva programmato che lui avrebbe girato un film a Ogden proprio nell’inverno in cui io mi fossi trasferita là.
Nessuno, tranne noi.
Grazie a quel film abbiamo condiviso momenti indimenticabili, momenti che nessuno di noi due dimenticherà mai.
Momenti di tenerezza, fatti di abbracci e sguardi.
Momenti fatti di risate e parole infinite.
Momenti di pura passione, fatti solo d’amore e di noi stessi.
Momenti passati a dire niente, fatti di nulla e di tutto, in cui ci bastava essere vicini e percepirsi per sentirsi appagati in ogni cosa.
Gli devo così tanto…
Il richiamo dei gabbiani si fa un poco più forte e spezza il tranquillo silenzio della baia.
Mi volto verso il mare, sollevando il capo lasciando che la brezza mi solletichi il viso. Fisso il cielo, il quale sta mutando piano piano il suo azzurro intenso in un arancione accesso. Le grosse nubi simili a montagne sospese nel nulla, si stanno trasformando in sottili strati di un rosa tenue.
Le nuvole…
Sorrido tra me e me, ricordando quando io e Ben abbiamo guardato l’alba del primo Gennaio, commentando la forma delle nuvole invernali.
A me ricordavano strati di zucchero filato; lui, invece, disse che somigliavano più a delle meringhe spiaccicate.
Che razza di paragone!
 
«Le nuvole mi hanno sempre ricordato un dolce piuttosto che un batuffolo di cotone. Hai presente le meringhe, bianche e ciccione? Ecco. Solo che adesso, sembra che qualcuno si sia seduto sopra a queste povere meringhe e le abbia spiaccicate. Guardale!»
 
Risi fino alle lacrime quel giorno. Se ci ripenso adesso, rischio di scoppiare di nuovo.
Lui è sempre riuscito a farmi ridere.
Ma non in quel modo un po’ sciocco tipico di chi sta flirtando (non che ci sia nulla di male), e nemmeno nel modo in cui si reagisce a una battuta di convenienza.
Ben mi faceva ridere davvero, di gusto, di gioia.
Sembra passata un’infinità di tempo da quell’alba, invece non sono che tre mesi.
Di nuovo tre mesi.
Il tre è indiscutibilmente il nostro numero.
Lory aveva pronosticato che sarei stata io a cambiare lui, invece è stato Ben a cambiare me.
O forse lo abbiamo fatto entrambi: cambiare e cambiarci.
Comunque sia, tra me e lui, sono io quella che da questa storia né è uscita completamente nuova. Senza alcun dubbio.
Mentre mi chino sulla spiaggia ad osservare un granchio uscito dalla sabbia, penso che se vedessi Ben ora – dopo una giornata come questa, piena di impegni ma senza dubbio soddisfacente – scommetto di sapere quale sorriso avrebbe dipinto in viso.
Con gli occhi della mente riesco a immaginarlo senza sforzo: un sorriso meraviglioso, aperto, che si riflette nei suoi occhi scuri, facendoli brillare.
«Che c’è di così divertente?»
«Niente. Sto cercando di fare una foto al granchio»
Inginocchiata sulla sabbia, alzo il capo per guardarlo.
Sì, avevo ragione: eccolo quel sorriso. Quello che adoro più di ogni altro.
Lui è bello da morire nel suo completo grigio chiaro, gli occhiali scuri, la camicia bianca slacciata ai primi bottoni, la frangia spettinata dalla brezza.
Impossibile formulare un giudizio diverso.
Forse non rientra nella categoria ‘bellissimi di Hollywood’, (chiunque stili quella classifica dovrebbe andare di corsa dall’oculista…) ma io lo trovo cento volte più affascinante.
Ben è un mescolarsi di imperfezioni che lo rendono perfetto nell’insieme.
Le mani infilate nella tasche dei pantaloni, lui si avvicina di qualche passo.
«Ti ho cercata ovunque, ma avrei dovuto immaginare di trovarti in un posto come questo»
Scuote il capo, divertito, togliendosi gli occhiali da sole.
«Una ragazza normale sarebbe andata a fare shopping a Fashion Island, invece tu fotografi un granchio nella baia»
«Mi conosci» rispondo, scostandomi i capelli dagli occhi. «Sono andata a vedere Fashion Island, è bella, però hai sempre saputo che non sono una gran fanatica dello shopping»
Lui aggancia gli occhiali alla camicia, chinandosi sui talloni, accanto a me. Mi sorride.
Spaventato dal suo improvviso movimento, il granchio zampetta qualche metro più in là, lasciandosi portare via dall’ennesima onda.
Lancio un’occhiata seccata a Ben. «Lo hai fatto scappare»
«Ops» ridacchia lui.
Spengo la videocamera del telefono, portando le mani in grembo in attesa che il mio amico crostaceo ritorni.
«La passerella è già iniziata?» domando.
«No, manca ancora un pò». Ben allunga una mano per raccogliere una conchiglia arrotolata, fissando quella invece che me.
So il motivo per cui non mi guarda.
Il mio testone...
Non ha mai capito che a me non importa quanto tempo stiamo insieme, o dove, o come. Non capisce che voglio solo stare con lui, e che rinuncerei ad ogni cosa per lui.
«Ti bagnerai gli abiti se rimani così vicino alla riva» osservo poco dopo.
«Potrei dire lo stesso a te. Il vestito non lo devi restituire?»
«In effetti sì». Lo guardo ancora rigirarsi la conchiglia tra le mani. «Sei nervoso?»
«Come sempre». Lui fissa l’orizzonte. «La sensazione è la stessa della prima volta, non mi abbandona mai»
«E’ una bella cosa» Gli poso con dolcezza una mano sul braccio. «Emozionarsi per il proprio lavoro dimostra quanto ci teniamo»
Ben lancia la conchiglia in acqua. «Molti la chiamano presunzione»
«Io la chiamo sana soddisfazione, invece»
Lui sorride di nuovo in quel modo che adoro.
Mi sembra assurdo che, un tempo, fui quasi convinta che la cosa migliore fosse smettere di vederlo, stargli lontana. Ma ormai non posso più concepire di fare una scelta del genere.
Non posso stare senza Ben.
Riaccendo la fotocamera: il granchio è tornato.
Rimaniamo in silenzio a guardarlo muoversi in diagonale a pelo dell’acqua. Io scatto la mia foto, la osservo soddisfatta, poi gliela mostro.
«Com’è venuta?»
Ben alza una mano e la posa sulla mia, voltando un poco il cellulare verso di sé per vedere meglio.
«E’ carina»
Un movimento improvviso lo coglie di sorpresa.
Sono io: mi sporgo in avanti, puntellandomi con una mano sulla sabbia bagnata. Con l’altra stringo la sua che ancora tiene il telefono.
Lo bacio, e lui mi pone automaticamente la mano libera sul viso.
«Mi sei mancato» sussurro infine. «Non vedevo l’ora di vederti. Dovevo dirti che sono fiera di te, e che non importa se le cose non sono andate come avevamo programmato. A me bastano anche questi piccoli momenti»
Ben posa la fronte contro la mia, muovendo leggermente la testa in segno di diniego.
«Quando lo capirai?»
«Probabilmente mai» risponde a mezza voce, facendomi una carezza sulla guancia.
Poi afferra le mie mani, traendomi in piedi.
«Puoi avere ancora un po’ di pazienza? Solo un po’»
Annuisco, allacciandogli le braccia attorno alla vita. Ben fa lo stesso.
Io lo aspetterei per un’eternità.
«Il festival si chiude il ventotto Aprile» continua lui. «Abbiamo ancora tre giorni. Ti prometto che saranno indimenticabili»
Gli prendo il viso tra le mani. «Prima di ogni altra cosa, devi pensare a questa serata. Perché è la tua serata. Vai e falli secchi, Ryan Brenner!»
Ben sorride, avvolgendomi tra le braccia.
«Sei sempre stata il mio incoraggiamento più grande, Claire»
«Lo sarò sempre» mormoro stringendolo a me, felice.
Tuttavia, ancora oggi, un pensiero mi sale alla mente: se io e Ben fossimo due ragazzi normali…cioè, se lui lo fosse.
Ma subito rammento quanto sono stata fortunata ad incontrarlo, ad avere il suo amore.
Non posso lamentarmi e non devo.
Se non avesse fatto l’attore non sarebbe mai venuto nello Utah e io non lo avrei mai incontrato.
I nostri mondi sono diversi: pur se ci sono momenti in cui riescono a trovare una sorta di combinazione, sarà sempre così. Io non posso cambiare il mio e Ben non può farlo con il suo. La cosa più importante è che ciò che li unisce non venga mai meno.
Abbracciata a lui, apro gli occhi: oltre le sue spalle, là davanti a me, il sole splende come una fiamma intensa, dipingendo il cielo e le nuvole del suo stesso colore.
Le nuvole sono come il tempo, diceva mio padre. Passano e non sono mai le stesse. Dobbiamo osservarle adesso per sapere quale forma abbiano, poiché presto spariranno e non lasceranno alcuna traccia. Potremo solo ricordarle.
Io ricorderò per sempre la forma di queste nuvole color arancio.
Ricorderò per sempre questo abbraccio, questo momento, esattamente come ricordo tutti gli altri.
Ogni volta che non potrò stare accanto a Ben, farò di tutto perché accada, per far sì che quel che c’è tra noi non resti anch’esso un ricordo.
Una volta, anche io mi sono sentita come una nuvola, e Ben era il mio vento, pronto a trasportarmi ovunque.
Tuttavia, per quanto siano belle, non voglio che il nostro sentimento sia come le nuvole. Voglio che somigli a una montagna, piuttosto: scalfita dalle intemperie ma durevole nel tempo.
Ferma lì al suo posto, dal quale nessuno riuscirà mai a spostarla.
 
 
 
 
 
Cari lettori, come annunciato già da un po’, ecco per voi una breve OS su Ben e Claire! Una piccola finestra sul loro futuro. Non so se vi piacerà…io me lo auguro!
In origine era molto più lunga e dettagliata, poi mi sono detta: ‘non posso rivelare troppo su ciò che succederà’ perciò ho deciso di essere piuttosto criptica. Per sapere come arriveremo a questo punto, dovrete continuare la lettura della long! Infatti, “Nuvole” sarà collegata a Two Worlds Collide, esattamente come lo era “Preludio di una storia”…Ve la ricordate, vero? Spero di sì…xD Credo ne arriveranno altre di OS…dovrei fare una raccolta?
Vi rubo un attimo ancora per spiegarvi il motivo per cui ho voluto intitolarla “Nuvole”. E’ semplice: fin da bambina ho sempre amato guardare il cielo estivo e trovare nelle nuvole ogni sorta di forma possibile. Una volta, mio padre mi disse proprio la frase che ho riportato alla fine della fic: che le nuvole non sono mai le stesse, ma proprio per questo sono preziose, perché uniche, come ogni momento della vita. Passano, ma rimangono nei nostri ricordi.
Se volete chiedermi qualsiasi cosa, raggiungetemi alle mie pagine facebook Susan LaGentile Clara e Chronicles of Queen,
Arrivo presto con il capitolo 21 di Two Worlds Collide, datemi tempo di liberarmi dagli impegni di lavoro.
Detto ciò, vi lascio ai vostri commenti. Spero veramente che vi sia piaciuta!
Un bacio e grazie in anticipo,
Susan♥
   
 
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