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Autore: lals_    14/07/2015    0 recensioni
Oh, il fratello. Seth lo crede un supereroe, pensa che fermi i cattivi e che li punisca. Ancora non ha capito che il vero cattivo è lui, invece. E che se nessuno lo ha ancora fermato, è solo perché nessuno è ancora stato abbastanza bravo da prenderlo.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Deryck scende dalla moto quando il motore è ancora acceso, abbandonando il veicolo sulla strada in parte ancora ricoperta di neve. Inutile dire che il manto bianco che ne ricopre la superficie vada ad intaccare la vernice nera attaccandovisi con avidità quasi innaturale, e dipingendola del medesimo colore.
Se c’è una cosa con cui Deryck proprio non va d’accordo, quella è la neve. Acqua gelata che abbandona il cielo per piombare sulla terra ad imporre la propria presenza. Come se gli umani non potessero fare altro che soccombere ad essa. Se fosse per lui, probabilmente accetterebbe di vedere il mondo ricoperto dal fuoco e ridotto in un abbraccio di fiamme e di fumo costante, pur di non dover più essere preda di quello stesso freddo che ora gli penetra laddove i pantaloni bucati e la giacca di pelle nera non riescono a proteggerlo dagli spifferi gelidi. Deryck vorrebbe poter dire che il freddo non lo sta lacerando, che i brividi non lo stanno facendo tremare e che le dita non si oppongono ai suoi tentativi di infilare correttamente il caricatore nel fucile, vorrebbe poter dire che gli scarponcini non affondano nel terriccio umido provocando quello strano rumore simile ad uno squittio, che le gambe reggono il suo peso alla perfezione e che il suo viso non è imperlato di sudore freddo, il quale ormai gli cola perfino dalle punte dei capelli troppo biondi per non sembrare irreali. Per Deryck non è motivo di orgoglio ammettere a se sesso che l’agitazione e la sudorazione alle mani non cessano di ripresentarsi come sintomi di ansia ogni qualvolta gli viene assegnato un nuovo obiettivo. Non è motivo di orgoglio riconoscere l’esistenza di una parte che in lui – nonostante siano ormai anni che è stato reclutato – è ancora umana, e sensibile, e sente che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nell’uccidere su commissione.
E’ il suo lavoro, certo, ed è stato reclutato sufficientemente presto per permettergli di diventare uno dei migliori in poco tempo, e per permettergli di richiedere pagamenti anche alti, più alti della norma, per i suoi servizi.
Ma non ha mai dimenticato nessuna delle sue vittime. Non ha mai dimenticato nemmeno uno dei loro volti, e talvolta ritornano nei suoi sogni a tormentarlo come fantasmi che non hanno accettato la morte. Come fantasmi che ancora non vogliono mollare la fune della vita, che non accettano di vederla spezzata.
Deryck si domanda spesso come sia morire, e che cosa significhi realmente, lui che con la morte ci convive da tempo. Sempre ammesso che con la morte si possa davvero convivere. Si domanda come sia sentirsi improvvisamente interrotti, lacerati, sentire la vita che ti abbandona, il cuore che si ferma e i polmoni che non riescono a dilatarsi. Si domanda che cosa si provi a vedere il proprio sangue scorrere lungo il corpo, sentirne l’odore pungente e tastarne la consistenza liquida e allo stesso tempo corposa.
Chissà quali pensieri vibrano per ultimi in ciascuna mente, e quanto sono veloci. Chissà se davvero si rivive di colpo tutta la propria vita, la si rivede davanti agli occhi, come immagini di un vecchio film trasmesso per caso.
Deryck non sarebbe felice di rivedere la propria. La troverebbe nauseante, e, forse, persino irreale. La verità è che nessuno si rende davvero conto di quanto ogni giorno, ogni momento, significhi niente e allo stesso tempo tutto, all’interno di noi stessi. Quanto ogni secondo ci cambi, e ci costruisca.
O, perfino, ci demolisca.
Derick sta per demolire un corpo, interrompere una vita. Cerca di pensare che sta per uccidere un traditore, un esiliato che non ha voluto rispettare la sua condanna, e che se fosse stato un uomo onesto, un uomo per bene, ora non ci sarebbe bisogno di lui, non sarebbe stato ingaggiato. Non si sarebbe svegliato con una busta di carta ad attenderlo sul tavolo del salotto, non avrebbe ricevuto il fascicolo completo dell’obiettivo e ora non si troverebbe lì, a camminare nella neve alla ricerca di un buon punto di osservazione in cui posizionare l’arma.
Deryck si muove al buio, cercando di fare silenzio. Sa che non può permettersi un errore e ha abbastanza fiducia nell’addestramento per credere di trovarla anche in se stesso. Si muove con cautela, respirando il freddo. E stringendo forte il fucile tra le dita per paura che gli scivoli dalle mani arrossate e doloranti. Ha deciso di credere che ormai facciano parte di lui, le armi. Che gli siano essenziali come per chiunque lo è respirare, o sbattere le palpebre. Ecco, questo significa premere il grilletto: sbattere le palpebre. Socchiudere gli occhi. E poi riaprirli fingendo che niente sia diverso, fingendo che una vita non si sia appena spenta, e che lui non sia l’artefice di un destino appena spezzato.
E no, no che non è facile. Non lo è mai stato e ormai è convinto che mai lo diventerà. Ma è il suo lavoro. E per quanto lo riguarda, se gli permette di mantenere il fratello, allora è un lavoro che vale la pena di portare a termine, per quanto difficile e spaventoso.
Oh, il fratello. Seth lo crede un supereroe, pensa che fermi i cattivi e che li punisca. Ancora non ha capito che il vero cattivo è lui, invece. E che se nessuno lo ha ancora fermato, è solo perché nessuno è ancora stato abbastanza bravo da prenderlo.
Ma ecco, Deryck ha trovato il punto perfetto, il punto perfetto da cui sparare il colpo. Si piega sul ginocchio, trattenendo il respiro. Il freddo si sprigiona attraverso i vestiti producendogli una scarica di adrenalina lungo il corpo. Sta tremando, ma i movimenti delle mani sono precisi. Tira fuori dalla tasca interna della giacca il silenziatore e lo avvita sulla canna del fucile carico. Si stende sulla pancia, adagiandola sulla neve, i gomiti ben piantati nel terreno. Gli occhi si assottigliano riducendosi a poco più di una fessura, uno si chiude mentre l’altro rimane aperto. Deryck ha montato il mirino a raggi x, ci guarda dentro mentre con il dito lo muove lentamente.
Intorno a lui c’è il silenzio più totale mentre cerca di mettere a fuoco la casa. Le ombre proiettate dalla notte rendono tutto più difficile, ma Deryck non può permettersi di lavorare alla luce del sole, ci sarebbero troppi sguardi indiscreti a cui pensare. Il biondo controlla con occhi attenti i movimenti, controlla ogni cosa, con un’attenzione pari a quella che un chirurgo metterebbe durante un’operazione, sforzandosi di non pensare al numero di omicidi commessi che sta per allungarsi ancora una volta.
Harrison Black, 43 anni. Sposato.
Deryck ha letto il suo fascicolo talmente tante volte che ormai lo conosce a memoria, e ora finalmente lo vede. Riesce a vederlo. Ne distingue fin troppo chiaramente la sagoma tinta di nero, al di là della finestra, e il profilo distratto che guarda verso il basso. Forse sta cenando, ma è comunque solo.
- Harrison Black, 43 anni. Sposato.
Deryck recita la descrizione del bersaglio a mezza voce, come a volerla imprimere nella memoria, il dito che scivola lungo il profilo liscio del grilletto.
- Due figli piccoli. Esiliato. Ha deciso di non rispettare la sua condanna.
Il biondino stringe forte i denti, trattenendo il respiro, e l’unico rumore che sente è quello del cuore che gli rimbomba nelle orecchie pulsando sangue.
- Morto. – dice in un sussurro.
E intorno a lui c’è il silenzio più totale mentre preme forte il dito sul grilletto. 






*angolo dell'autore*

Hi :)
Ho scritto questo capitolo tra ieri sera e stamattina, riprendendo una vecchia idea che avevo iniziato a buttare giù una marea di tempo fa, robe tipo un anno e ops, non so che cosa ne sia venuto fuori. L'idea era quella di crearci intorno una storia di più capitoli, ma boh, per il momento pubblico questo e poi vedo, anche come mi gira l'ispirazione. 
Se volete lasciarmi scritto qualcosa (opinioni, appunti, consigli) i will be here to hear you. 
Grazie comunque a chiunque lo legga, spero vi piaccia

xx
Lals_
   
 
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