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Autore: startariot    18/07/2015    3 recensioni
San Diego, Comic Con 2015.
La Convention annuale più grande degli Stati Uniti permette a tutti di vedere dal vivo i propri beniamini e vivere i propri sogni, anche se solo per un giorno e permette a due amanti di vivere il loro 'errore' a modo loro; giusto o sbagliato che sia. Lontano da tutti, anche se solo per un giorno. [Colifer]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Morrison
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Grant my last request,

And just let me hold you.

Don't shrug your shoulders,

Lay down beside me.

Sure I can accept that we're going nowhere,

But one last time let's go there

Lay down beside me…

 

 

 

San Diego, Comic Con 2015.

 

 

 

Jennifer scende dal palco sorridente, felice ma allo stesso tempo un po' confusa e frastornata. 

 

Sente le gambe tremare di nuovo pensando a quanto Colin abbia osato quel giorno, e a quanto quei contatti, anche se minimi, le siano mancati. 

 

D'altronde, è stata una decisione presa di comune accordo. Ed è stat quella giusta. Si, è quella giusta, continua a ripetersi quando qualcosa dentro di lei cerca di portarla verso il suo lato oscuro. 

 

E le sembra buffo parlare di lati oscuri proprio ora che il personaggio da lei interpretato sta combattendo contro il suo. Almeno questo in comune ce l’hanno.

 

Proprio quella mattina hanno presentato un'anteprima della quinta stagione di Once Upon A Time; si è mostrata per la prima volta nei panni di Dark Swan e mai, come in quel momento, Jennifer si è sentita ansiosa ed elettrizzata di vedere le reazioni dei presenti. 

 

Tutti le sono sembrati eccitati e sorpresi, e i fan non hanno fatto altro che ripeterle quanto non vedano l'ora di scoprire l'evoluzione della storia, durante il firmacopie. Jennifer è felice, almeno per quello. 

 

Ma non ha tempo di pensare ad altro ora. 

 

••••

 

 

 

 

Quando, frettolosamente, torna in albergo lascia detto nella Hall che non scenderà a cena quella sera. È ‘molto stanca e probabilmente ordinerà qualcosa con il servizio in camera’. 

 

La prima cosa che fa quando entra nella sua camera, la 318, è togliersi quei tacchi infernali e legarsi i capelli perché, insomma, fa davvero caldo a San Diego. Il secondo passo è liberarsi del vestito per passare ad una comoda tuta corta, di un celeste leggero quasi bianco. 

 

Ed è proprio quando sta per sedersi sulla piccola poltrona davanti la televisione che sente bussare alla sua porta. 

 

Knock. Knock. Knock. 

 

Sono tre colpi leggeri ma la testa di Jennifer si volta di scatto verso l'ingresso della stanza, indecisa su cosa fare. Una parte di lei vorrebbe aprire, l'altra vorrebbe-

 

"Jen..", è un sussurro appena udibile ma Jennifer riconoscerebbe quella voce tra mille. Ha imparato a riconoscerne le  sue mille sfumature con il passare del tempo. È la voce che accompagna i suoi sogni, la sua quotidianità sul set e Jennifer vorrebbe con tutta se stessa che la accompagnasse sempre. Nella vita di tutti i giorni, quella reale, quella dove c'è solo Jennifer, una semplice ragazza di Chicago che aveva avuto la fortuna di aver realizzato il suo sogno nel cassetto.

 

La voce dietro la porta non emette alcun suono, probabilmente in attesa di una sua reazione. Ed è come se il corpo di Jennifer agisca per conto proprio e lei non possa fermarlo perché qualche secondo dopo quel flebile sussurro, è già a due passi dalla porta ed è pronta ad aprirla. 

 

 

Colin indossa un completo scuro, lo stesso che ha portato per tutta la giornata. Ha gli occhi stanchi, il celeste al loro interno è adombrato da piccole occhiaie e venature rosse. Guardandoli meglio, sembrano leggermente lucidi. Ha un leggero sorriso, anch'esso stanco, e il colletto della camicia è stropicciato. 

 

"Cosa ci fai qui, Colin?", chiede Jennifer, fingendosi sorpresa. In realtà, non lo è. Non più di tanto, sapeva che Colin si sarebbe presentato alla sua porta dopo la sua fuga dal Comic Con. 

 

"Sei scappata via prima....volevo accertarmi che stessi bene...", ammette il ragazzo, è un leggero rossore appare sulle sue guance. 

 

"Non eri in un altro albergo?", chiede quando il pensiero la colpisce. E questa volta la sua voce suona seriamente sorpresa.

 

"Volevo....uhm...vederti...", risponde lui grattandosi leggermente la nuca e per la prima volta in quei pochi minuti, i suoi occhi raggiungono il pavimento. 

 

"Colin...."

 

"Ti prego...non dire nulla Jen..", sussurra facendo un passo in avanti, per entrare nella sua camera. Jennifer si scosta, facendogli spazio per entrare. 

 

Passano qualche minuto in silenzio; Colin sembra osservare la stanza in cui si trova e la ragazza osserva lui. Non può far altro che pensare a quanto siano diversi, loro due. Diametralmente opposti, anche nelle più piccole cose: lei ama il caffè lungo, lui beve solo il thè, verde ci tiene sempre a rimarcare; lei ama la montagna, lui ama andare in piscina e prendere il sole; lui è irlandese, lei americana; lui è sposato ed ha una famiglia, lei è sola, pronta ad aspettare una persona che non potrà mai essere sua. 

 

"Cos'era tutto quello...oggi?", chiede Jennifer allontanandosi da quei pensieri e riportando l'attenzione su di lui. 

 

"Quello cosa...?", ribatte il ragazzo e lei sa benissimo che sta solo fingendo di non capire a cosa lei si riferisca. 

 

"Oggi...al Comic Con...perché?", la ragazza ripensa a tutti quei sorrisi, gli sguardi che si sono rivolti quel pomeriggio. E Jennifer sa bene che non era tutta una scenata per i fan; ormai sa riconoscere quando Colin è sincero o sta fingendo. Ripensa alle carezze appena accennate, alle mani di Colin che le accarezzano delicate la schiena durante il servizio fotografico, al suo continuo cercarla durante la conferenza stampa. 

 

"Perché non posso andare avanti così Jen", dice Colin alzando lo sguardo e intrecciando gli occhi con i suoi. 

 

"Ne abbiamo già parlato Col-", non è certa che le sue parole vengano interrotte solo dal ragazzo; è quasi sicura di aver percepito la sua voce tremare mentre pronunciava il suo nome. 

 

"Allora parliamone ancora", il suo tono sembra quasi implorante, e come può pensare che lei possa negargli questo? Non è mai stata brava nel dirgli di no. Mai lo sarà probabilmente. "Parliamone ancora Jen, non possiamo-"

 

"Proprio così, non possiamo! Perché dobbiamo continuare a farci così male?", chiede Jennifer esasperata e non sa nemmeno lei da dove ha tirato fuori tutta quella sicurezza. "Tu hai una famiglia Colin. Non possiamo non pensare a questo, non è giusto."

 

"No, non lo è hai ragione. Ma è anche ingiusto accantonare la propria felicità per gli altri", sussurra facendo un passo verso di lei. 

 

"No...non farlo ti prego...non rendere tutto così difficile."

 

"Non deve esserlo per forza Jen, non qui almeno.", inizia indicando la stanza che li circonda. "E qui", soffia portandosi una mano al centro del petto, "non è affatto difficile....ci sei tu", sussurra ancora e una lacrima scende silenziosa lungo il volto di Jennifer. Quando questa tocca le sue labbra, esse si increspano in un sottile sorriso.

 

"Abbiamo questa notte Jen, e se non ti bacio ora rischio di impazzire", dice Colin sfiorandole le guance con le dita e avvicinando i loro volti lentamente; così lentamente da sembrare una tortura. Tocca delicatamente con le dita il suo profilo, partendo dalla fronte, per poi passare per il naso e fermandosi sulle labbra semichiuse di Jennifer. Fa sfiorare i loro nasi e sono così vicini che la ragazza può sentire il suo fiato infrangersi sulla sua bocca; Colin riesce perfino a sentire il profumo di vaniglia tra i suoi capelli. E quando le loro labbra si incontrano, tutto torna al proprio posto. Tutto torna a colori. 

 

Il bacio si fa subito più intenso; si cercano come se da quel contatto dipendessero le loro vite, come se quella fosse la loro ultima notte per stare insieme. Le mani di Colin accarezzano il corpo di Jennifer come se stesse toccando la cosa più preziosa al mondo, la sfiorano come se stesse sfiorando dei petali di rosa. 

 

"Sai quanto adoro questo colore su di te...", sussurra Colin sulla pelle del suo collo mentre la libera dalla tuta. Jennifer sorride appena, perché un po' ci sperava che lui lo vedesse e lo notasse. 

 

"Lo so...", è un soffio, appena udibile, perché il ragazzo ha iniziato a lasciarle una scia di baci umidi lungo il ventre che le hanno mozzato il fiato. Lo sente sorridere sulla sua pelle non appena smette di parlare e stringe leggermente i suoi capelli tra le dita per riportarlo su di lei.

 

Riprendono a baciarsi - questa volta è Jennifer ad iniziare il contatto - e a dedicarsi l'uno all’altro.

 

Al resto, penseranno domani. 

 

 

 

A volte, Colin si sente in colpa. Sa che dovrebbe sempre sentirsi così perché quel che fa è sbagliato. Per sua moglie, per la sua famiglia. Per Jen. 

 

Jen. La donna per cui ha perso la testa giorno dopo giorno. Jennifer per lui è come un'escursione ad alta quota; più aumenta  più il panorama finale sarà mozzafiato. Sorriso dopo sorriso, sguardo dopo sguardo, Colin non ha mai trovato il modo per descrivere ciò che prova quando è accanto a lei. 

 

In qualche modo, si sente come Uncino. 

 

Il cattivo della fiaba. E lo sa bene che per i cattivi non c'è lieto fine. Ma allora come può essere tutto così sbagliato se nel suo cuore sembra essere la cosa giusta? 

 

 

 

••••

 

 

 

 

La mattina dopo, Jennifer si risveglia da sola al centro del letto ma con un piccolo mazzo di rose rosa ad occupare il posto che quella stessa notte era stato occupato da Colin. 

 

"Per i cattivi non c'è lieto fine. 

Ma se dovessi scegliere il mio, saresti tu.

                               Sempre tuo, Colin”

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Sono tornata a postare come vedete….ma vi propongo qualcosa di nuovo. Solitamente scrivo dei Larry e una sola volta mi è capitato di scrivere per il fandom di OUAT (Emma/Jefferson) quindi per chi è nuovo qui e legge una mia storia per la prima volta…..vi do il BENVENUTO! :) 

 

Detto questo, se mi seguite su Twitter sapete quanto mi piacciano Jennifer e Colin insieme quindi era inevitabile che scrivessi su di loro prima o poi. Diciamo che il Comic Con di quest’anno mi ha ispirata più del necessario. 


Spero che questa non sia l’unica Colifer che posterò qui sopra e questo…dipenderà anche da voi ovviamente. :)) 

Che altro dire? Spero tanto vi piaccia questa piccola canon e niente, mi farebbe tanto piacere leggere qualche vostro commenti, sia negativo che positivo. /le critiche sono sempre molto ben accette/ Quindi, non siate timidi e scrivetemi dove volete. 

Mi trovate qui, su Twitter, Ask e FB

 

P.S. la canzone che cito ad inizio storia è Last Request di Paolo Nutini. Mi è sembrata piuttosto adeguata per la situazione.

 

Dedico questa OS a Laura, che l’ha vista nascere e l’ha letta in anteprima e a Barbara! 

 

A presto, Chri. xx 

   
 
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