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Autore: alix katlice    20/07/2015    8 recensioni
[ Thomas/Newt | modern AU | long ]
Un caldo pomeriggio è lo spettatore di un ritorno inaspettato: è Newt, il migliore amico di Minho che si è trasferito in un altro stato due anni fa, un nome che Thomas non ha mai sentito prima d'ora.
Immediatamente capisce che qualcosa sta per cambiare: la domanda è, come?
Il trasferimento di quello strano ragazzo dai capelli arruffati è avvolto nella nebbia, i suoi amici non rivelano nulla a riguardo e, contemporaneamente, Newt potrebbe diventare per lui più importante di quanto aveva pensato sarebbe stato...
Complicato per il nostro Tommy, eh?
« Io non... non voglio parlare di questo. Non è quello che voglio dirti. Non voglio che tu sappia cosa è successo perché ho paura ch- che non mi guardaresti più nel modo in cui mi guardi ora. Avresti lo stesso sguardo di tutti gli altri. Voglio solo che mi perdoni, perché sono solo un egoista del cacchio, ma io... io non ce la faccio. Ti amo perché sei l'unico che riesce a farmi respirare, sai, Tommy? »
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Newt, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Please, don't take my sunshine
away;




 






Quinto Capitolo

 

"You are my sunshine,
my only sunshine,
you make me happy when skies are grey.
You'll never know, dear, how much i love you,
please don't take my sunshine away."

 







 

 
« Potremmo allenarci alle otto invece che alle sei, no? Dalle otto alle dieci il lunedì, mercoledì e venerdì » disse Minho mentre continuava a correre, il fiato corto ma comunque con abbastanza forze da riuscire a formulare frasi di senso compiuto.
Thomas non capiva come facesse. Correre era un piacere, una delle cose che più amava fare, ma gli costava davvero molta fatica. Ogni tanto, aveva l'impressione che il suo migliore amico prendesse qualche tipo di droga.
Allenarsi alle quattro del pomeriggio in una giornata di pieno maggio era stata un'idea oltremodo stupida. Anche se il cielo si stava annuvolando, il vento era ancora caldo. Thomas maledisse quella testa di caspio.
« Sì, decisamente, alle otto va bene » disse ansimando.
« E potremmo così convincere anche Aris ad allenarsi il venerdì, che ne dici? Sonya ed Harriet cominceranno a baciarmi i piedi se glielo levo di mezzo almeno una serata del weekend » aggiunse poi, lasciando Thomas perplesso.
Sonya ed Harriet non avevano mai avuto qualche problema con Aris. O forse sì?
« Perché Sonya ed Harriet dovrebbero baciarti i piedi? Non- non erano le migliori amiche di Aris? »
Minho rise, mentre continuavano a correre.
« Il tuo magico mondo fatto di ragazzi biondi e cuoricini, eh? Si son messe insieme, testa di caspio. »
La notizia venne accolta con felicità: sia Sonya sia Harriet erano sempre state gentili con lui ed anche se non le conosceva bene gli fece piacere stessero insieme. Poi nel
cervello di Thomas venne analizzata la prima parte della frase di Minho.

« Era una frecciata? »
« Figurati. »
Continuarono a correre in silenzio per qualche secondo prima che Minho si decidesse a parlare.
« Okay, lo era. È che in queste ultime settimane ti sei un po' estraniato dal gruppo. »
« Se usi la parola estraniato la cosa deve averti colpito parecchio. »
« Se fai del sarcasmo significa che stai svicolando, perché Thomas non fa mai del sarcasmo, quindi, spiega. »
A questo punto Thomas decise che la conversazione stava entrando in territori pericolosi e la sua concentrazione su di essa doveva essere massima: perciò rallentò velocemente e si fermò, per riprendere fiato, proprio davanti agli spalti dove mesi prima aveva visto per la prima volta Newt.
Gli fece uno strano effetto il pensare quanto lontano erano arrivati. Mesi fa erano due estranei, ora... ora cos'erano? Non lo sapeva, ma moriva dalla voglia di capirlo. Se lo immaginò lì, seduto con il suo blocco da disegno in mano, l'espressione concentrata. Gli venne da sorridere.
« Oddio, non sono sicuro di volerlo sapere » gli comunicò Minho con sguardo particolarmente disgustato dall'improvvisa espressione zuccherosa assunta dall'amico.
« Non c'è nulla da spiegare » disse Thomas, voltandosi per guardarlo in faccia « sono innamorato di Newt. »
Il dirlo ad alta voce fu, in un certo senso, un modo per renderlo reale. Minho gli sorrise e gli diede uno scappellotto senza curarsi di non fargli male.
« Bene così! Ci voleva tanto ad ammetterlo? »
Thomas scrollò le spalle e sorrise.


Minho era famoso per le sue feste. Di solito Thomas tendeva a rifiutarsi di andare (l'ultima a cui si era presentato era stata quella a casa di Sonya mesi prima, dove Newt aveva cominciato a sclerare) e perciò non aveva intenzione di presentarsi a quella a cui l'amico l'aveva invitato per il sabato successivo.
Fu però costretto dallo sguardo truce di Teresa che cominciava a fissarlo come se volesse scannarlo vivo.
« Se ti azzardi a lasciarmi sola con questa faccia di caspio giuro che ti diseredo come amico » aveva detto, ed anche se negli ultimi tempi era stato piuttosto distante dai suoi
amici ancora riusciva a capire quando prendere sul serio Teresa. In più, la vedeva in difficoltà. Guardava Minho con uno sguardo che non le aveva mai visto negli occhi. Decise di assecondarla, ed annuì silenziosamente dopo qualche secondo di silenzio, sorridendo al guardare il volto della sua migliore amica rilassarsi.


 
*

 
La sventurata era stata anche quella volta Sonya. Era l'unica del loro gruppo ad avere genitori che spesso erano fuori ed una villa (apparte Newt, ma Newt aveva categoricamente vietato a Minho anche solo di proporre casa sua come luogo per darsi alla pazza gioia).
Quando lui, Teresa, Newt, Aris, Brenda e Jorge arrivarono tutti pigiati nella macchina di quest'ultimo (la scena aveva un qualcosa di familiare) casa di Sonya era già invasa da estranei e (scena ancor più familiare) Minho era già ubriaco e stava pomiciando con una ragazza dai corti capelli rossi.
Teresa arricciò il naso contrariata e assunse un'espressione melanconica. Thomas la osservò, mentre superavano la coppietta e si dirigevano in salone, tentando di capire cosa le stesse succedendo. Si sentì in colpa, per non esserle stato accanto nell'ultimo periodo e per non aver notato l'incupimento della sua migliore amica negli ultimi tempi.
Analizzando la situazione, capì che probabilmente c'entrava Minho. Gli avrebbe parlato, dopo.

Verso le due e mezza metà della gente si era dileguata e (scena familiare ancora una volta) avevano cominciato a giocare al gioco della bottiglia. Nel cerchio vi erano Aris, Teresa, Frypan, Winston, Harriet, Sonya, Gally, Brenda, Newt e Thomas.
Il turno di Thomas arrivò al quarto giro della bottiglia, e puntò su Teresa. Si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra (cosa che avevano già fatto comunque in precedenza) e si sedette di nuovo al suo posto.
Al settimo giro di bottiglia toccò a Gally baciare Thomas, e ci furono qualche proteste dal primo, ma in pochi secondi tutto finì.
Il momento arrivò al quindicesimo giro di bottiglia. Dopo aver scelto Thomas come primo baciatore, la bottiglia cominciò a roteare per designare il suo compagno: girava, girava, girava, Thomas la seguiva con lo sguardo pensando che non si sarebbe fermata più. Poi, cominciò a rallentare, e proprio quando Thomas pensò che si sarebbe fermata su Aris e già si preparava mentalmente ad affrontare quella prova, la bottiglia puntò su Newt.
All'improvviso si sentì le guance e le orecchie andare a fuoco.
Non seppe perché, ma non aveva pensato all'eventualità che accadesse una cosa del genere, non lo aveva neppure sfiorato il pensiero! Si tirò in ginocchio a disagio e guardò Newt, cercando di capire cosa gli stesse passando per la mente, quale fossero i suoi sentimenti, ma non riusciva a recepire nulla. Newt non mandava segnali.
Si avvicinò ben consapevole di avere addosso gli occhi di tutti, ma al momento non importava. Voleva solo capire se Newt volesse quel bacio, o no. Pensava, -sogno utopico!, che sarebbe riuscito a comprenderlo prima di arrivare a pochi centimetri di distanza dal viso di Newt.
Non fu così. Si ritrovò ad osservare i suoi occhi color nocciola e a chiedersi se non dovesse rifiutarsi. Non sembrava contento, non sembrava a suo agio, e l'ultima cosa che voleva era fare qualcosa contro la volontà del suo amico: ma come faceva a capire se stesse sbagliando se lui non gli mandava nessun segnale?
Quindi, decise di andare avanti. Passò la mano fra i capelli di Newt e lo avvicinò a sé, sperando con tutto se stesso che anche lui lo volesse, che i suoi sentimenti venissero ricambiati. Non si era mai sentito così insicuro, a guardare il ragazzo che amava negli occhi e a sperare, pregare, supplicare che Newt tenesse a lui almeno la metà di quanto ci teneva lui.
Fu un bacio troppo lento, un bacio leggero e delicato.
In un'altra situazione, Thomas avrebbe visto i fuochi d'artificio e avrebbe sentito le farfalle nello stomaco volare frenetiche: in quel momento sentiva solo un peso nel petto e la sensazione che ci fosse qualcosa di tremendamente sbagliato.
Quando si separarono, non riuscì a guardarlo negli occhi e si alzò in piedi, scusandosi a mezza voce, per poi dirigersi a passi pesanti in giardino.

« Dio santo, che cos'era tutta quella depressione? Non hai passato le ultime due settimane a parlarmi in continuazione di quanto fossi innamorato di Newt e di quanto volessi stare con lui? Vi siete baciati! »
Teresa aveva deciso di seguirlo e, in quel momento, si trovava seduta davanti a lui, gesticolante.
In realtà, l'ultima cosa di cui aveva voglia Thomas era parlare con lei -con chiunque, in realtà, ma la sua migliore amica stava solo cercando di aiutarlo. Darle contro non sarebbe stato producente.
« Non era una cosa che Newt voleva fare » mormorò, lasciandosi prendere dallo sconforto.
Teresa assunse un'espressione sconvolta.
« Ma che cosa ti passa per la mente? Certo che lo voleva, ti muore dietro dal primo momento in cui ti ha visto. »
Sapeva che era solo un modo per confortarlo, e non ci credette. Non ci credette perché non pensava di meritarsi una persona bella come Newt e non riteneva possibile l'idea che i suoi sentimenti potessero essere ricambiati.
In più, Newt non voleva baciarlo, ed era una cosa chiara quanto il sole.
« Teresa, va bene così. »
« Thomas, non va bene affatto. Siete due deficienti, altroché. Vi sbavate dietro da mesi e non vi siete mai detti nulla a riguardo. Io se fossi in te ci parlerei » disse lei, leggermente frustrata.
Ma no, non poteva essere. Il rifiuto agli occhi di Thomas era apparso chiaro, e non aveva assolutamente nessuna intenzione di imporsi sul ragazzo che amava.
« Vorrei solo rimanere solo » sussurrò dopo qualche secondo di silenzio.
Le si poteva leggere in faccia il disappunto e la voglia di non assecondarlo, ma alla fine Teresa decise di ascoltarlo. Gli poggiò una mano sulla spalla e gli baciò lo guancia: « Andrà tutto bene », mormorò, prima di tornare in casa di Sonya.
Thomas prese un respiro profondo e guardò il cielo, le stelle e l'oscurità della notte. Mentre cominciava a spegnere il cervello, si concesse di sciogliere quel groppo in gola che lo accompagnava da quando aveva baciato Newt, e lacrime salate inumidirono le sue guance.

 

 

 

 

 

 

 




 


 

Alice's Space (ovvero la mente bacata che ha partorito questa storia):
Hello, people! *saluta con la manina*
Chiedo scusa per il ritardo, anche se a conti fatti non è tragico come l'ultimo xD Non vi preoccupate, non abbandono la nave! Dunque, ho una buona notizia dopo un capitolo all'insegna dell'angst: questo non è l'ultimo capitolo! A conti fatti dovrebbero essercene altri due o tre prima dell'epilogo. Questo cambio di rotta è stato causato dalla realizzazione che a questa storia mancava un momento angst (cioé questo che avete appena letto, hehehehehe) e quindi avevo bisogno di più capitoli :3 Comunque, non preoccupatevi: tutto si sistema, non è una storia dal finale tragico xD
Niente, non ho molto da dire! Mi piace molto scrivere le interazioni fra Thomas e Teresa / Thomas e Minho, penso siano la mia BROT3 per eccellenza. Ah, Sonya/Harriet otp<3
Un bacio a tutti, grazie a coloro che leggono, recensiscono, preferiscono, seguono o ricordano! Presto risponderò alle recensioni dello scorso capitolo, ma intanto volevo ringraziare davvero tanto i_l_a_r_i_a_ , che mi ha motivato davvero molto. Grazie mille, davvero, e scusami se non ti ho ancora risposto <3

Un bacio :*

Alice.

  
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