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Autore: halom    21/07/2015    3 recensioni
Il Dottore ed altri personaggi alle prese con un'ipotetica sfida della torre, in cui chi perde deve cadere giù. Cosa accadrà? Ma soprattutto, cosa ne pensano i nostri personaggi?
Cross-over Doctor Who/X-Files/Fringe
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 12, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: capitolo scritto da Tawariell e Krishel. Ormai l'alternanza dei capitoli tra di noi è un dato di fatto. Buona lettura.


 

Walter e Peter erano riusciti a convincere facilmente il Dottore ad andare a prendere Gene, per farla pascolare in un pianeta così pieno di verde.

Il giovane Bishop, colpito dal comportamento del padre, che aveva deciso di farsi eliminare per permettergli di vincere, era stato quello che aveva spinto di più per portare la mucca con loro, soprattutto per consolare l’uomo.

Il Dottore aveva acconsentito, felice di poter avere un nuovo compagno, anche se questi era un animale che comunicava a muggiti.

River aveva preso subito in simpatia Gene e aveva persino provato a mungerla, con risultati un po’ altalenanti.

Dana sorrise vedendo i tentativi di River. Lei non aveva mai provato a mungere una mucca anche se a volte, avrebbe voluto. Si chiedeva cosa avrebbe fatto se non fosse diventata la donna che era in quel momento.

Mulder le si accostò e con un’espressione divertita disse: “Agente Scully, non mi dirà mica che desidera ritirarsi in campagna una volta andata in pensione.”

“Sì, magari proprio su altro pianeta, così potrei finalmente vivere in pace. Senza dover essere controllata e inseguita dai vari capoccioni dell’FBI.”

L’agente annuì. “Messa così, in effetti sembra una condizione ideale.”

“In particolare non avremmo più a che fare con il tuo caro amico Spender, l’uomo che fuma.”

Fox Mulder le sorrise. “Ecco così sarebbe la perfezione.”

Non fece in tempo a terminare la frase quando si udì un violento tonfo e poco si sentì strillare il Dottore: “La mia porta! Ha buttato giù la porta del Tardis!!! E adesso dove sta andando?”

River e i due Bishop si trattennero dal ridere mentre inseguivano fuori dalla nave la mucca, che, in preda all’euforia, aveva iniziato a correre per l’immenso prato.

Peter, rivolgendosi al padre, disse: “Non l’avevo mai vista così, Walter.”

“Forse ha sentito che eravamo vicini alla campagna. O forse…”

Il giovane lo guardò con aria irritata: “Non dirmi che hai aggiunto qualche strano additivo, qualche droga al suo mangime!”

“Può darsi che lo abbia fatto inavvertitamente. Sai stavo fumando un po’ di Brown Betty mentre lei mangiava prima.” replicò lo scienziato.

Il figlio non fece in tempo a rispondere perché il Dottore si intromise nella conversazione.

“Che diamine sarebbe questa Brown Betty? Si è messo a fumare cose strane nel mio Tardis? Spero non l’abbia fatto vicino al “cuore” della mia nave!” esclamò preoccupato.

Il giovane Bishop si mise la mano in faccia. “Ok, una cosa alla volta. Recuperiamo Gene e magari ripariamo anche la porta del Tardis.”

Mulder si avvicinò ai due e balbettò: “Temo che sarà più complicato del previsto. Guardate un po’ lì!”

Peter si bloccò immediatamente. Di fronte a loro vi era un toro. Era enorme e il suo sguardo non presagiva nulla di buono. “Questa sì che è una buona notizia. Però magari la presenza di Gene potrebbe calmarlo un po’, rendercelo amico.” Replicò, ma non ne era poi così convinto.

La mucca di Walter si avvicinò con fare circospetto al gigantesco animale. I due si fissarono per qualche secondo con aria ostile e poi iniziarono a leccarsi con affetto.

Davanti a quella visione il gruppo si girò verso Peter fissandolo in maniera emblematica e River chiese: “Come facevi a saperlo?”

Il giovane Bishop arrossì in maniera violenta vedendo i loro occhi puntati su di lui. “Ho... ho solo applicato alcune basilari nozioni di biologia.”

“Dovresti applicarli con l’agente Dunham. Lei ne sarebbe davvero felice. So bene che fa dei sogni su di te.”

“Walter non è il momento, ora.” replicò con ancora più imbarazzo.

Il gruppo decise di andarsi a sdraiare in mezzo al prato, osservando con attenzione i due animali, che alternavano momenti di grandi tenerezza ad altri in cui si rincorrevano facendo tremare la terra sotto di loro.

“Credete che saremmo costretti ad assistere al loro accoppiamento?” domandò Dana divertita.

Mulder scherzando le disse: “Non mi dirà che si vergogna di questo, agente Scully?”

“No, sono abituata a ben di peggio da quando la frequento agente Mulder!” replicò lei con un sorriso gioioso. Quella giornata così serena ci voleva proprio. Sarebbe stato bello averne altre con il suo Fox.

Walter li guardò, sognando che un giorno il suo Peter ed Olivia potessero essere felici come quei due, invece di continuare a farsi tanti problemi. Possibile che suo figlio non si fosse accorto di quanto l’agente Dunham fosse presa da lui?

Il Dottore si avvicinò allo scienziato e gli bisbigliò all’orecchio: “Mi creda, immischiandosi causerebbe solo dei grossi problemi. Lasci perdere!”

Il dottor Bishop fece per replicare, ma la professoressa Song lo anticipò: “Ha parlato quello che ha messo insieme i miei genitori, facendo loro da Cupido almeno venti volte!”

Il Dottore replicò: “Devi ammettere però che i tuoi genitori non erano così complicati come quei due.”

“Non sapendo leggere nel pensiero bene quanto te, non conosco l’agente Dunham, quindi mi debbo basare sul tuo giudizio, che non è sempre molto affida…” non terminò la frase perché si accorse che i due bovini stavano puntando dritti verso di loro, durante una delle loro corse.

Il gruppo si alzò in piedi e prese a correre a perdifiato verso il Tardis.

Walter provò ad avvicinarsi al Dottore: “Senta, ma come è possibile che corrano in questo modo? Sembrano più cavalli che bovini!”

“E’ la gravita del pianeta! E’ più leggera della Terra e li manda su di giri.” rispose il signore del tempo pentendosene all’istante. “No, dottor Bishop. Non ci pensi neanche. Non porterò qui l’agente Dunham per permetterle di fare da Cupido, anche se su una cosa ha ragione. E’ vero che fa…”

Stavolta fu lui ad essere interrotto. Da Peter che urlò: “La volete finire di immischiarvi nella mia vita privata? Grazie!”

River fissò il Dottore con un’espressione eloquente. “Non una parola. Sai che ha ragione.”

“Infatti lo so! Era quello che stavo cercando di dire a Walter!” rispose il signore del tempo cercando di riprendere fiato. Avevano raggiunto una zona tranquilla, lontano da due bovini, che avevano ripreso ad amoreggiare come due colombe. “Qualcuno dovrebbe trovare il modo di calmare quei due. Non voglio passare la giornata a correre. Avrei anche fame. E vorrei farvi presente che ho circa 2000 anni.”

Come colto da un’idea improvvisa, si girò verso Peter e lo squadrò: “In fondo sei tu che hai pensato che potessero stare insieme…”

Il giovane Bishop fissò il Dottore e disse: “Che intendi dire? Cosa hai in mente?”

Prima di rispondere il signore del tempo si grattò la testa per qualche secondo e poi lanciò un’occhiata fulminea a Walter per assicurarsi che avesse capito bene. Come poteva dire quella cosa al ragazzo e nel contempo essere credibile? “Senti, è una mia impressione o sei bravo a calmare le persone?”

Peter lo osservò perplesso. “Mi è capitato. Una volta me lo chiese direttamente Walter. Si trattava di un momento in cui Olivia era particolarmente... sotto stress. Mi disse di provare a calmarla. Le presi le mani ed è andata bene. Si rilassò. Non ci ho mai riflettuto sopra a lungo su questo.”

“Scusami, mi sono permesso di leggerti nella mente e mi era apparso questo ricordo. Dopo potremmo provare insieme con i due animali. Adesso sono tranquilli, mi pare. Vi va di mangiare qualcosa?”

River fece un’espressione dubbiosa. “Ti prego, tutto tranne bastoncini di pesce e crema pasticcera.”

Il dottor Bishop spalancò gli occhi: “Bastoncini e crema pasticcera? Devono essere buonissimi!”

Tutti gli altri, tranne il Dottore, alzarono gli occhi al cielo.

Fox esclamò: “Ma lei non era quello che ci ha preparati dei fantastici pancake? Come può mangiare una cosa del genere?”

Peter disse: “Mio padre ha dei gusti originali in cucina.”

Il signore del tempo scosse la testa. “Non temere, River. Ho cambiato gusti. In fondo non porto più i cravattini, no?”

Mulder sorrise divertito e indicandogli il collo, disse: “E quello che ha al collo, come lo definisce?”

Stavolta fu il Dottore ad arrossire, sentendosi osservato da tutti. “Ehm… ehm è stato un incidente. L’ho visto e l’ho messo. Come in trance.”

Scully ridacchiò: “Lei è tutto strano. Comunque vada per il cibo, ma anche io voto contro i bastoncini con la crema pasticcera.”

Il Dottore alzò le mani. “Mi arrendo. Niente bastoncini e niente crema pasticcera…”

Peter lo interruppe: “E direi niente carne di vitello. So per esperienza personale che è impossibile mangiarlo di fronte a Gene.”

Walter si girò verso di lui sorridendo e disse: “Vedo che hai imparato, figliolo.”

“Io l’avrei lasciata a digiuno.” fece il Dottore fissando in maniera emblematica lo scienziato. “E ora andiamo a mangiare.”

Mulder sorrise e disse: “Oh finalmente, ho un certo languorino. Dover correre mette appetito.”

Entrarono di corsa nella Tardis dove, in men che non si dica, il Dottore preparò una mega insalatona di rucola, lattuga, radicchio, tonno, gamberetti e pomodorini.

“Visto che so anche preparare cose commestibili?” disse rivolgendosi alla moglie.

“Non è la sola cosa insolita che noto, oggi. Sei meno... meno scontroso del solito.” ribatté prontamente River.

“Mi stai dicendo che sono un brontolone?” domandò lui fissandola con un sopracciglio alzato.

“Non sempre, sweetie. Solo per la maggior parte del tempo.” replicò sorridendo maliziosa.

Il signore del tempo scosse la testa e insieme alla moglie raggiunse gli altri e iniziò a mangiare.

Era una situazione davvero insolita, doveva ammetterlo.

Eppure gli piaceva.

Gli ricordava il periodo con i suoi figli del tempo o con Amy, Rory e Clara.

Aveva dei nuovi amici.

In fondo non era mai solo.

Sorrise ripensando alle parole di una sua vecchia amica:

“Hai la famiglia più bella della Terra eppure ti comporti come se fossi l’uomo più solo del mondo.”

Fece un lungo respiro e cercò di concentrarsi sul cibo. Non si sentiva di parlare di chi aveva perso.

Rose, Martha, Donna, Sarah Jane e molti altri.

Preferiva concentrarsi su chi aveva di fronte.

Glielo aveva insegnato River.

Mulder si avvicinò al Dottore e disse: “Sta pensando a qualcuno? Forse sua moglie non sarebbe contenta di questo.” e gli fece l’occhiolino.

Il signore del tempo fece un sorriso malinconico e sussurrò: “Fox, mio caro amico, se ti raccontassi della persona a cui sto pensando forse penseresti molto male di me. Tu hai perso una persona cara contro la tua volontà. Io ho dovuto perderla per non farla morire.”

Lo sguardo dell’agente si incupì. “Quello che è successo a mia sorella mi ha spinto a diventare quello che sono. Sì, è vero, non è stato per mio volere. Raccontami di quella persona. Doveva essere bella se hai fatto una scelta così difficile.”

Il Dottore annuì. “Sì, molto. Era una persona speciale e non sapeva di esserlo.” iniziò poggiando fuggevolmente lo sguardo sul giovane Bishop. “Era la mia migliore amica. Avevamo una comunione di anime unica. Abbiamo viaggiato un solo anno insieme. E ho dovuto farle dimenticare quei momenti. Ogni cosa. Sarebbe morta altrimenti. Aveva assorbito la mente di un signore del tempo e questo la stava uccidendo.”

“Temo che la mente umana sia limitata rispetto a quella di un signore del tempo. E non c’è modo per fargliela recuperare senza ucciderla? Immagino di no, altrimenti sarebbe già stato tentato. Non ti giudico male. Ho fatto anche io scelte discutibili nella mia vita.”

“Forse c’è un modo. La tecnologia dei Signori del Tempo, della mia gente, potrebbe aiutarla, ma c’è un grosso problema. Debbo ritrovare il mio mondo.”

Scully, Walter e Peter si girarono verso il Dottore mostrandosi interessati. Walter fu il primo a rompere il silenzio. “Quale sarebbe il problema nella ricerca del suo mondo? Non ha nessun indizio dove possa trovarsi? Inoltre il problema della sua amica è interessante. In effetti Mulder ha ragione: la mente umana, benché abbia risorse che normalmente non vengono usate, potrebbe avere dei limiti in confronto a quella di una specie diversa. Però non è tutto perduto. Si potrebbe studiare qualcosa per alleggerire la pressione. I tempi sono lunghi ma... sì, potrei studiarlo.”

Sia il figlio che Dana lo fissarono interessati. L’idea intrigava anche loro.

“Non avevo mai pensato di poter viaggiare con degli scienziati.” rispose il Signore del Tempo. “Sì, forse potreste aiutarmi. Forse. Il primo problema è che il mio pianeta è finito in un altro universo e ce l’ho messo io per salvarlo.”

Walter e Peter si fecero un cenno di intesa. “D’accordo. Conosco la teoria degli universi alternativi. Conosco anche una persona che può vedere oggetti che arrivano da un altro universo.” disse con voce calma il giovane Bishop.

Con un enorme sforzo di volontà il Dottore tacque. Sapeva tutto della provenienza del ragazzo e si sentiva dannatamente a disagio. Per un millesimo di secondo squadrò con aria truce Walter e gli fece arrivare un messaggio dritto in testa: “Mi hai messo veramente in una situazione difficile. Non sai quanto vorrei urlarglielo in faccia!”

Il Dottor Bishop chinò la testa per non mostrare il suo turbamento.

L’agente Scully si accorse che stava accadendo qualcosa di strano, ma preferì non fare domande. “Ha parlato di altri universi e noi da anni cerchiamo di scoprire se vi sono forme aliene sul nostro pianeta. Lei è la prova che Fox cercava su quest’ultima cosa. Ammetto che, essendo scettica di natura, faccio fatica a credere ad altri universi, tuttavia conosco la teoria degli universi paralleli e so che gli scienziati la stanno studiando da tempo. Ammesso che io ci creda, mi piacerebbe sapere come ha mandato il suo pianeta in un altro universo e tramite quali calcoli. Forse così ne potremmo venire a capo.”

 “E’ stata un’azione fatta insieme a tutte le mie incarnazioni. Anche la mia attuale. Tredici versioni di me unite. I calcoli, l’assetto e tutto il resto, credo sia stata opera della Tardis.”

La professoressa Song intervenne: “In realtà del suo cacciavite sonico.”

Il dottore annuì. “E’ vero. Credo che stesse cercando rimedio a quel quesito da secoli, anche se io non lo immaginavo davvero. Il software è rimasto immutato sin dagli inizi.”

“Avete qualche indizio, oltre all’universo, su dove possa essere finito?” chiese Peter.

“Sì o meglio non ne sono sicuro. Un mio… beh diciamo un mio amico mi diede delle coordinate, ma quando provai ad andarci non vi era nulla.” rispose in tono mesto il signore del tempo.

“Mi scusi la domanda sciocca, Dottore, ma lei dove è andato a cercare il pianeta? Qui o nell’universo in cui lo aveva mandato?” chiese ancora il giovane Bishop.

Il Dottore gli rivolse uno sguardo stupito. “Vuole dire... dannazione perché non ci ho pensato? Lo stavo cercando nell’universo sbagliato!”

River ridacchiò. “Alle cose ovvie non ci pensi mai, eh, sweetie? Bene, ora abbiamo un altro problema. Senza la tecnologia dei signori del tempo non si può attraversare gli universi o sbaglio?”

Walter impallidì a quelle parole e di nuovo il Dottore lo squadrò, come a dire: “Non ci pensi neanche!”

Mulder notò l’espressione dello scienziato. “Cosa? Che cosa sta succedendo?”

Peter scuro in volto annuì. “Credo di sapere a cosa stia pensando. Tempo fa abbiamo indagato su un caso in cui c’è stato un trasferimento di un palazzo da un universo all’altro. Non è stato bello da vedere. Abbiamo perso un hotel per compensare la massa trasferita. Credo che sia per questo che lui è impallidito. Potremmo anche andare a cercare questo pianeta ma le ripercussioni sul nostro universo potrebbero essere imprevedibili e molto gravi.”

Il signore del tempo fece un cenno di assenso. “Sì esatto. La cosa assurda è che se raggiungessi il mio pianeta non ci sarebbero più questi problemi perché la mia gente ha la tecnologia per viaggiare tra gli universi, solo che per raggiungerlo…”

Walter intervenne: “Potremmo rischiare di creare danni al tessuto stesso del nostro.”

Il giovane Bishop si era fatto silenzioso, la sua mente stava rimuginando su un pensiero fisso. “Mi sto ponendo una domanda. Non sono esperto di viaggi temporali ma... quali sarebbero i danni per il nostro universo se si provasse a tornare indietro nel tempo? Sarebbero uguali, sarebbero dimezzati?”

“Mi stai dicendo che secondo te il mio pianeta non solo è in un altro universo ma anche finito nel passato? Forse potrebbe essere. E sì, credo che i danni potrebbero essere minori, considerando che finiremmo in un periodo in cui la loro tecnologia è ancora usata. Il problema è capire in quale tempo è finito.” rispose il Dottore.

Scully intervenne di nuovo. “Quei calcoli li ha ancora? Cioè nel suo cacciavite o quello che è, intendo. Forse potrebbero darle qualche indizio.”

Il Dottore annuì. “Sì, certo che li ho ancora. Anche se non ho trovato subito Gallifrey non vuol dire che ho buttato via tutto quanto. Fanno parte dei calcoli che sto facendo sulla lavagna, se volete vederli.”

Il gruppo lo seguì nella sala comandi e Dana, Walter e Peter si avvicinarono subito alla lavagna come ipnotizzati. Erano calcoli molto complessi e sicuramente fuori dalla loro portata, però la loro mente di scienziati era sempre in allerta.

“Ci sono anche le coordinate che gli ha lasciato il suo amico, qui?” chiese ancora l’agente dell’Fbi.

Il Dottore prese un gessetto e sottolineò una serie di numeri. “Eccole.”

Scully e i due Bishop si guardarono per un lungo istante e dissero quasi contemporaneamente: “E’ sicuro che siano tutte coordinate?”

“Ora che ci penso non ne sono più così tanto sicuro. A meno che... avrei dovuto considerare coordinate spaziali e temporali!” esclamò entusiasta. “Allora proviamo ad andare però prima cerchiamo di recuperare Gene, no? Mica vorrete lasciarla qui…”

“Ci sarebbe anche la porta da riparare, sweetie! A meno che tu non voglia chiamare il tuo amico Jack e usarlo come porta. Tanto lo sappiamo che non muore neanche in mezzo ai vortici!” disse River tra il serio e il faceto.

“Quella è una possibilità che non voglio contemplare. Sarebbe capace di flirtare con tutti i presenti nel frattempo.” borbottò il Dottore.

Fox si lasciò scappare un sorriso. “Chi sarebbe questo Jack? E come fa a non morire?”

“E’ una lunga storia magari ve la racconterò mentre viaggiamo. Ora però prima voglio vedere quanto è grave il danno alla porta.”

Gli altri assentirono e cercarono di dargli una mano come poterono, dando un’occhiata, di tanto in tanto, a Gene che continuava a pascolare allegramente con il gigantesco toro. Sembrava quasi viaggiare su una nuvoletta tanto era felice.

“La vedo così serena che forse potrò smettere di…” fece Walter venendo però interrotto da Peter che disse: “Spero tu non abbia sul serio drogato, Gene…”

“No, ma ha fatto di peggio…” intervenne il Dottore. “Ha rap…” River gli tappò la bocca e lo trascinò via, borbottando: “E da quando ti viene così facile dire la verità?”

“Da quando sono stufo di questa storia. Non ce la faccio più va bene!” bofonchiò iroso. “E poi tu come lo sai?”

La professoressa Song gli fece l’occhiolino e provò a rispondergli ma in quel momento Gene e il suo toro entrarono di corsa nella Tardis iniziando a trotterellare intorno alla sala comandi e ciò ebbe il potere di rendere isterico il signore del tempo. “Portateli via altrimenti li macello qui!!!!”

“Non parli di certe cose di fronte a Gene, potrebbe renderla ancora più nervosa!” replicò furente Walter.
Peter alzò gli occhi al cielo e poi si avvicinò alla mucca. Non sapeva se sarebbe riuscito nell’intento ma doveva provarci. Con tono molto dolce di voce cominciò a parlarle e ad accarezzarle la schiena. L’animale mostrò quasi subito i segni degli effetti dell’azione dell’uomo. “Ecco, brava, siamo amici, vero?” le disse.

Gene rallentò il passo, osservando tutti con aria spaesata, poi lentamente uscì di nuovo nel grande prato con il suo pretendente che le andava dietro, come un bambino con la sua mamma.

Mulder e Scully avevano osservato la scena stupiti dai movimenti di Peter. River e suo marito si scambiarono un cenno di intesa. Quel ragazzo era davvero speciale e neanche se ne rendeva conto.

“Sei un pranoterapista? Oppure hai studiato qualche tecnica orientale?” non poté fare a meno di chiedergli Dana, assai incuriosita come medico e scienziata.
“No. A dir la verità non credo nemmeno di aver fatto niente di strano. Conosco Gene e sapevo come agire con lei, anche se sembra curioso detto da me.”

L’agente Scully preferì non insistere. Era inutile. Lei sapeva fin troppo bene che era difficile far cambiare idea alle persone un po’ testarde. Sorrise pensando che qualcuno aveva avuto molta pazienza con lei.

“Dottore allora se ho capito bene, la data in cui dobbiamo andare è intorno al 1500…”

A quelle parole River divenne viola. “Dalla tua ex moglie?” domandò fissando furiosa il marito.

Il signore del tempo deglutì a vuoto. “Non... non è come pensi, io...”

“Mi va bene tornare nel passato ma non da quella.”

“Faremo in modo che non sappia della mia presenza, d’accordo? Sarebbe quanto meno pericoloso. Non potrei mai rischiare di incrociare me stesso. Ce ne sono già tre di me lì, lo sai. Inoltre questa discussione è inutile. Non siamo nemmeno diretti verso il pianeta Terra.”

La professoressa Song si rilassò e lo baciò davanti a tutti, lasciandolo senza fiato.

“Bravo, pretty boy! Ora andiamo!”

Fox domandò: “E Gene? La lasciamo qui?”

Walter intervenne prontamente: “In fondo è felice. Ha un compagno che la fa divertire, un buon pascolo e mi sembra al sicuro. Potremmo tornare a riprenderla quando vogliamo, non è così Dottore?”

“Giusto! Almeno non ci sfascerà la porta di nuovo. Quando la porteremo a casa, veda di non drogarla, però.”

River guardò il Dottore e poi Peter. “Non so perché noto una certa somiglianza tra voi due. Non tanto fisica, ovviamente. Sarai mica anche tu un signore del tempo, Peter?”

Il giovane Bishop le rivolse uno sguardo ironico. “No, sono terrestre, questo lo so per certo. Nato da un uomo e una donna terrestre. Non vedo come potrei essere un signore del tempo.”

Il Dottore scosse la testa fissandolo in maniera emblematica. “Sentite, visto che siamo in tanti mi potrete aiutare a pilotare. Questa sala comandi è adatta a sei persone e noi siamo proprio in sei. Su, sbrigatevi.”

Con molta prudenza il signore del tempo distribuì i posti, facendo in modo di lasciare a Walter i comandi meno pericolosi.

Poi inserì le coordinate spaziotemporali e partirono.

Forse era davvero diretto verso casa stavolta.

E l’avrebbe fatta visitare ai suoi nuovi amici.

 

   
 
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