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Autore: DARKOS    21/07/2015    3 recensioni
[Era una bella giornata alla Twilight Town University, mentre la
campanella che annunciava l’inizio delle lezioni squillava
rumorosamente. Roxas saliva in fretta i gradini dell’ingresso
principale, a disagio. Era nervoso perché era il suo primo
giorno come matricola, e non aveva idea di cosa lo aspettava.]
Pubblico ora una storia che mi entusiasma davvero molto, un AU dove i membri dell'Organizzaizone si ritrovano all'Università!
Io sono sempre stato un fan delle famose commedie americane su questo genere, quindi mi ci sto divertendo parecchio. Ecco il primo capitolo!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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NOBODIES UNIVERSITY – PARTE PRIMA

Era una bella giornata alla Twilight Town University, mentre la campanella che annunciava l’inizio delle lezioni squillava rumorosamente. Roxas saliva in fretta i gradini dell’ingresso principale, a disagio. Era nervoso perché era il suo primo giorno come matricola, e non aveva idea di cosa lo aspettava. Nessuno dei suoi amici era lì con lui: Hayner avrebbe lavorato nell’officina di famiglia, Pence aveva scelto un istituto informatico, e Olette si era trasferita in un’altra città per studiare recitazione.
Perso nei suoi pensieri, non si accorse di dove stava andando e sbatté contro un’altra persona.
“Ehi! Guarda dove vai, imbranato!” Roxas alzò lo sguardo e vide che era finito addosso a una ragazza alta e bionda, che lo fissava con degli occhi malevoli.
Il biondino si ricompose e provò a scusarsi “M-mi dispiace, i-io non vo-volevo…” Poteva sentire il profumo della ragazza da lì, e lo rendeva nervoso, quanto quel viso truccatissimo che lo fissava.
“Aw, ma che carino, balbetta! Voi matricole siete così innocenti, mi fate una tenerezza! Da mangiarvi!” Intanto la ragazza si avvicinava con fare provocatorio.
“Dai Larx, non lo traumatizzare già dal primo giorno!” La chiamò una ragazza del suo gruppetto.
“Umpf. Va bene, avrò tutto il tempo dopo. Scappa ragazzino, oggi è il tuo giorno fortunato… forse.”
Roxas non se lo fece ripetere due volte e scattò nel corridoio, giusto in tempo per la prima lezione introduttiva alle matricole, tenuta dal rettore Ansem.
“..e per finire, ricordatevi di rivolgervi al professor Eraqus per qualsiasi cosa. Gli esami verranno redatti dal professor Xehanort e le comunicazioni dal professor Yen Sid. È tutto. Passate un buon semestre.”
Il ragazzo non poté non assumere un’espressione scettica. “Ma se non passo bene nemmeno il primo giorno” mormorò.

Secondo giorno. Corridoi.
Roxas sbadigliò, mentre si trascinava verso la prossima aula. Ieri notte era così nervoso che non aveva chiuso occhio. E il suo compagno di stanza Luxord continuava ad esercitarsi con le carte nel tentativo di abbordare le ragazze…
“Ehi, soldo di cacio!” Fece una voce alle sue spalle. Roxas si voltò giusto in tempo per ricevere un pallone da basket dritto in faccia, che lo mandò disteso per terra. Appena si riebbe, tra le risate generali vide tre ragazzi più grandi che lo fissavano. Uno coi capelli lunghi e neri che rideva, uno coi capelli blu che lo fissava in modo gelido, e al centro uno coi capelli rosa e l’aria strafottente, il più vicino a lui.
“Attento alla palla” disse in tono canzonatorio. Poi gli tese la mano. “Non te la prendere. È un rito di passaggio che facciamo a tutti. Dai, ti aiuto a rialzarti.” Poi prese Roxas e lo buttò di nuovo sul pavimento, suscitando altre risate. “Ehi, ma che abbiamo qui? “Dataspazio avanzato? Ma che secchione! Sai che anch’io seguo quel corso? Mi presteresti il tuo libro, vero?”
Roxas non rispose. Sapeva che se avesse tentato di riprendersi il libro, gli altri due sarebbero intervenuti. Non poteva far altro che aspettare che si stancassero…
“Yo, Marluxia!” Un oggetto di legno passò a grande velocità e colpì il bulletto proprio sulla testa, mandando anche lui lungo per terra, anche se si rialzò subito. Un ragazzo dai capelli rossi stavolta arrivò a riprendersi la tavola di legno e il libro che Marluxia aveva fatto cadere a terra.
“Attento allo skateboard” lo canzonò il nuovo arrivato. “Dunque, ora ammetti pubblicamente di avere bisogno dell’aiuto delle matricole per passare gli esami? Come se i tuoi voti non fossero già noti a tutto il campus!” Un nuovo coro di risate si levò dalla folla riunita, mentre la faccia di Marluxia avvampava di rabbia e vergogna. “Axel! Tu, brutto-“
“Ehi, Saix.” Axel ignorò completamente Marluxia, e parlò al ragazzo blu. “Dunque è questo che fate ora? I prepotenti con le matricole? Xemnas lo sa? Faresti meglio a fargli rapporto, lo sai quanto ci tiene.”
Saix non lo fissò nemmeno, ma comunque disse “Marluxia. Xaldin. Andiamocene, per il momento.”

Mentre la folla si disperdeva, il rosso si avvicinò a Roxas. “Tieni. Il tuo libro. E non lasciarti intimorire da quelli, insieme non ne fanno uno di cervello. Il loro capo, d’altro canto… ma perché non hai reagito?”
Roxas accettò il libro, ma non si rallegrò. “E cosa cambiava? Nulla, mi sarei reso ancora più ridicolo. E neanche ora è cambiato nulla, appena sarò da solo si vendicheranno.”
Axel lo fissò, imperscrutabile. Poi disse: “Ehi, hai da fare dopo le lezioni? Mi sa di no, sei solo al secondo giorno. In ogni caso, cancella tutti i tuoi impegni e vieni al dormitorio est, stanza 713. C’è qualcuno che voglio presentarti.”
Detto questo, schizzò via, verso la sua prossima lezione. “Non dimenticarti, stanza 713! Non te ne pentirai!”
Roxas rimase lì imbambolato, poi scosse il capo e si avviò verso il corridoio.
“La vita qui sarà più dura di quella che pensavo…”
   
 
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