Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: TaliaAckerman    22/07/2015    9 recensioni
Nonostante non condivida, come nessun altro lettore, l'immagine che la serie tv ha dato di Stannis Baratheon verso il finale della quinta stagione, ho deciso di rendergli un ultimo omaggio. Dopotutto, continuavo ad amarlo anche se gli sceneggiatori avevano fatto di tutto per rovinarlo.
Una manciata di righe per descrivere i pensieri di un uomo che, in punto di morte, sa di aver perso tutto.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Stannis Baratheon
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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                                                          Quando tutto finisce
                                                  ~~~





Quando Brienne la Bella ha calato la sua spada, hai sperato con tutto te stesso che l'abbattesse sulla tua gola. Hai ancora sperato in una morte veloce, quasi indolore, una fine quasi idilliaca per un uomo dalle tue colpe. 

No. 

Sussulti. Quella che ti rende un mostro è una colpa sola, un singolo atto che ha distrutto tutto ciò che pensavi di essere, che ha sgretolato le tue certezze, che ti ha trasformato nello stesso orrore che avevi giurato di combattere. 

Shireen sorride piano e ti guarda, nella tua mente, gli occhi accesi da ingenua speranza giovanile che mai più potrai sperare di scorgere su quel volto ormai perduto. 

Avverti le lacrime pungerti le guance poco prima di congelarsi e divenire ghiaccio. Vi è una sorta di vile amarezza in tutto ciò e la cosa ti induce a sorridere: è un sorriso distorto, quasi grottesco, l'unica espressione che può assumere un uomo che sta morendo. Stannis Baratheon, il più nobile fra i Cervi, l'uomo che da decenni non riesce più a versare lacrime, piange poco prima di lasciare il mondo terreno. 

La corteccia su cui appoggi la schiena è macchiata da piccole gocce di sangue. Il tuo corpo è spezzato, il tuo sangue - scuro, quasi nero sulla vergine neve - imbratta il terreno, macchiandolo, sporcandolo. È il sangue di un mostro, il sangue di un assassino, il sangue di un suicida troppo orgoglioso per riconoscere che la propria fine è giunta. 

La tua spada giace dimenticata a pochi passi da te. Se l'avessi avuta fra le mani forse avresti trovato la forza necessaria per impedire a Brienne di Tarth, la tua aguzzina, di strappare dal tuo corpo ciò che ancora ti legava, flebilmente, a questo mondo. Sarebbe stato un gesto più di inerzia che di altro, una volontà labile ma dalle origini antiche: la vita è un'abitudine che si accantona con grande difficoltà. 

Perché le ombre non sopraggiungono? Che cosa attende il tuo cuore per poter definitivamente cessare di battere? Pare davvero che vi sia un disegno dietro alla tua agonia; un uomo che ha dato l'ordine di ardere in sacrificio la propria stessa figlia non merita il privilegio di un rapido trapasso. 

Mentre scopri che, per il freddo, non riesci più a muovere le mani, abbassi lo sguardo e i tuoi occhi percorrono la ferita che Giuramento ti ha inferto, uno squarcio che parte dalla spalla sinistra e termina sotto il tuo fianco. Perché non sei ancora morto? Ti senti così debole da pensare che ogni goccia del tuo sangue sia ormai fuoriuscita, andando ad allargare la pozza cremisi intorno a te. 

Non hai mai creduto negli Dei, non è vero, Stannis Baratheon? Il confidare in qualcosa di superiore è sempre stato difficile per un uomo su cui la vita si è sempre accanita, straziandone l'esistenza come un lupo che dilania un agnello indifeso. Madre, Fabbro, Guerriero, Dio Abissale, per te sono sempre stati nomi soltanto. Persino R'hllor non suscita la tua devozione, nemmeno il Dio sul quale la tua Donna Rossa fa tanto affidamento. Non puoi dare un nome a qualcosa che non conosci e di cui non riesci a intendere la volontà, non ci riesci. 

Mai come ora speri che il tuo scetticismo sia fondato. Perché, se davvero una giustizia divina dovesse esistere, la tua anima sarebbe dannata per sempre. 

Quanto può essere lunga, la morte? 

Attendi in silenzio - senza neanche un gemito nonostante il dolore che ti sta straziando - che la tua ora giunga, è già arrivata in realtà, quindi perché il tuo tormento non finisce? 

Il tuo respiro è pesante, la testa comincia a girarti, guardi il massacro che è stato compiuto intorno a te, gli uomini morti e i vessilli con il Cervo lacerati e spiegazzati sul terreno. Hai sempre saputo che saresti morto in battaglia, attorniato da altri ma al contempo completamente solo, tu, la tua spada, la tua armatura. Migliaia di ricordi e di rimpianti. Forse in fondo al cuore hai sempre saputo anche che il Trono di Spade non ti sarebbe mai appartenuto. La tua guerra finisce così, senza nemmeno l'onore di venire ucciso nel mezzo del combattimento. Dilaniato dalla lama di una donna guerriera che nemmeno conoscevi, nel nome del fratello che ti aveva tradito, il fratello che mai hai amato, ma del quale la morte pesa ancora sulle tue spalle. Brienne di Tarth non sapeva nulla di te o di quello che intendevi compiere, ma non ha avuto esitazioni a porre fine alla tua vita. 

Forse, in fondo, meriti di morire così. Da solo, senza gloria o onore.

Hai ucciso tua figlia. Hai ucciso tua figlia. È l'unica certezza che ti rimane. 

La fine è vicina, ma avverti uno strascico della tua antica rabbia che ti avvolge un'ultima volta.
Hai dato tutto te stesso nella tua missione. Perché non è bastato? Cosa c'è di sbagliato in un uomo che reclama ciò che gli appartiene? 

Stannis Baratheon, sai che non verrai ricordato.  "Non sarò una pagina nel libro di storia di qualcun altro", sono parole tue, ma quanto ti sbagliavi. Sbagliavi perché la vita è ingiusta. Hai lottato come hai potuto, con le unghie e con i denti, ma il tuo destino è stato amaro, un destino designato dal giorno in cui sei nato. 

Non hai più niente. Non sei più niente. Allora perché non muori? 

Il silenzio intorno a te pesa sulla tua testa, sulle tue orecchie, mentre nella tua mente mille voci e una sola, o nessuna, parlano e gridano. Persone che hai visto morire, persone che hai ucciso, persone che hai amato. 

Alla fine tutto si cheta. 

La vista ti si oscura. È troppo tardi per ogni rimpianto. Nulla di ciò che volevi si è compiuto. Avresti liberato Grande Inverno, l'avresti restituita agli Stark. Avresti combattuto, Saresti divenuto Re, un buon Re. Ma non ti saresti accontentato di insediarti nella capitale e governare. Nulla sarebbe mai stato abbastanza per te. Saresti tornato alla Barriera e avresti fronteggiato le Ombre Bianche, forse saresti morto, fianco a fianco con il prode Jon Snow e i suoi Guardiani della Notte. Il sentimento che ti ha legato a quel ragazzo è curioso, un legame che lo fa apparire come il figlio che non non hai mai potuto avere. 

La piccola Shireen ti manca così tanto che avverti un groppo alla gola stringerti, quasi soffocandoti. Se solo potessi vederla un'ultima volta, anche per pochi istanti soltanto. Il tempo per stringerla a te e chiederle perdono, mettere da parte ogni orgoglio e implorare pietà. 

Sai che non succederà. Qualunque cosa ti attenda dopo la morte, sai che non sarà lo stesso luogo dove si trova ora Shireen. 

"Perdonami..." sussurri stremato.  "Perdonami, ti prego." 

Non sai che la tua dolce e innocente creatura ti ha perdonato ancora prima che tu lo chiedessi. 

È accompagnato da questa unica, terribile lacuna che lasci questo mondo, Stannis Baratheon, un mondo che ti ha dato poco e non ti ha restituito niente.


 
  
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