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Autore: StClaire    23/07/2015    3 recensioni
Maisie è la classica ragazza di diciassette anni. La sua vita si divide tra scuola e amiche, compiti e feste, famiglia e compagni e il ragazzo dei suoi sogni. La sua vita scorre tranquilla come al solito fino a che non le viene imposto di lasciare la sua camera per ospitare la prima figlia del compagno della madre, che ha le fattezze di un bellissimo ragazzo. Maisie, dopo una bugia di troppo, si ritroverà a chiedere ad Alexis "Alex" di tenerle il gioco e farle da fidanzato.
Da quel momento, tra disguidi, baci e ambigue relazioni, inizia per Maisie un'avventura che le scombussolerà più di quanto lei avrebbe mai potuto sospettare.
Dal testo:
«Devo chiederti scusa!», urlò Maisie improvvisamente.
Lei si girò «Scusa per cosa?», chiese Alexis curiosa, fermandosi sul vialetto di casa.
«Anch’io quando ci siamo scontrate all’aeroporto ti ho scambiato per un ragazzo!» disse Maisie tutto in un fiato.
«L’avevo capito», sorrise, e le fossette spuntarono insieme al sorriso, «Beh, almeno ti piacevo?»
La domanda spiazzò Maisie, ma la risposta usci da sola.
«Si!», forse lo disse con troppo entusiasmo, perché lei rise.
«Questo è l’importante», disse avviandosi verso casa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Prologo

*
 
«Mamma, mi spieghi perché devo dividere la stanza con Alice?», sbraitai. Era prima mattina, e lei non era abituata a fare cose del genere, ma proprio non riusciva a capire. Sua madre l’aveva appena informata che avrebbe dovuto lasciare la sua camera, la sua adorata camera, perché sarebbe arrivata la figlia di Paddy, il compagno di Catelyn, e lei sarebbe finita in camera con la sua dolce sorellina di quattordici anni.
«Non può dividerla la figlia di Paddy la camera con Alice?», domandò ancora.
Sua madre, in risposta scoppiò a ridere, «Maisie, Alexis, la figlia di Paddy, ha ventidue anni e deve studiare per preparare la tesi di laurea. Come pensi che posta stare tranquilla in camera con Alice?»
«Se ha proprio bisogno di spazio e tranquillità, perché viene a stare proprio da noi?».
Catelyn sospirò, «In realtà è stato Paddy a insistere. Da quel che so lei non era molto entusiasta all’idea», sospirò ancora, «Ma lui ha insistito tanto!»
Maisie incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo, “Grazie Paddy, grazie tanto”.
«E poi», riprese Catelyn, «Comunque Alexis per il matrimonio dovrà essere qui», disse sorridendo, «Io e Paddy ci sposeremo dopo la sua laurea, e quindi, finito questo, riavrai la tua stanza!»
«Mamma! Ma vi sposate tra più di un anno!», esclamò Maisie.
«Vedrai che volerà, tesoro», disse Catelyn abbassandosi verso sua figlia e baciandole la fronte. I suoi capelli neri solleticarono il naso di Maisie, che sbuffò per risposta. Quando Catelyn fu uscita dalla stanza Maisie si alzò dal divano e si precipitò in camera sua, buttandosi sul letto. Tra una settimana avrebbe dovuto dirgli addio, quindi voleva passare un po’ di tempo insieme.
 
*
 
Maisie continuava a far tremare la gamba, seduta a braccia incrociate sulle scomodissime sedie dell’aeroporto. Non bastava il fatto che aveva dovuto lasciare in modo estremamente generoso, la sua camera. Paddy l’aveva perfino trascinata all’aeroporto a dare il benvenuto ad Alexis. Neanche la conosceva e già l’odiava! L’aveva privata della sua camera!
«In cosa si laurea tua figlia?», domandò tanto per ammazzare il tempo.
«Ah», esclamo Paddy, come se si fosse ripreso da chissà quale sogno onirico, «In fotografia, all’Accademia di Belle Arti», poi si voltò verso Maisie, «Hai presente quel trittico di fotografie in bianco e nero nel soggiorno?», domandò
Maisie annuì con un cenno del capo. Certo che aveva presente, quelle immagini l’avevano sempre suggestionata. Erano bellissime. Erano dei paesaggi magnifici. Si perdeva il confine tra cielo e terra. Spesso, anni fa, quando le foto erano apparse su quella parete, aveva spesso desiderato di vedere di persona quel posto.
«Beh, quelle fotografie le ha scattate Alexis», disse Paddy con un sorriso di puro orgoglio, «Me le ha regalate per il mio compleanno qualche anno fa».
Alexis. Le piaceva tantissimo come nome. Maisie non aveva mai conosciuto né visto la figlia di Paddy. Ormai erano anni che Paddy e sua madre formavano una coppia, lei aveva otto anni, quindi immaginava che Alexis all’epoca ne avesse tredici. Sperava che fosse almeno simpatica.
«Ecco i gate che si aprono!», esclamò Paddy. Sembrava nervoso e felice al tempo stesso. All’apertura dei cancelli un’intera fiumana di gente si riversò verso di loro. Gente che gesticolava, gente che piangeva, gente che urlava. Maisie si guardò intorno quasi impaurita. Paddy continuava a saltellare e allungare il collo alla ricerca della figlia, anche Maisie iniziò a guardare le facce che le venivano contro, ma non avrebbe mai potuto riconoscere la figlia di Paddy.
«Vado a vedere se è uscita dall’altro cancello!», disse Paddy e Maisie si limitò ad annuire incrociando le braccia e iniziando a camminare verso il gate. Magari la sua valigia aveva tardato e lei si era intrattenuta, guardai verso Paddy, che continuava a far su e giù col collo. Tra un po’ gli si sarebbe staccata la testa.
«Ahia!», urlò sbattendo a terra con il sedere. Alzò lo sguardo per vedere contro quale energumeno s’era scontrata e ammutolì. Di fronte a lei si ergeva uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. Aveva dei lineamenti così delicati e decisi allo stesso tempo che sembrava una donna. Aveva i capelli cortissimi legati dietro una piccola coda, e dei ciuffi ribelli che gli incorniciavano il viso. Il capelli erano tinti di biondo chiarissimo, platino da sembrare quasi bianchi e si notava la ricrescita nera, che però andava a confondersi perfettamente con la parte tinta. Era altissimo, almeno venti centimetri più di lei ed era magro. Aveva due gambe lunghissime avvolte da un jeans nero slabrato e indossava una t-shirt grigia e troppo grande per lui che gli lasciava le braccia scoperte così da lasciare intravedere dei tatuaggi davvero belli. Le sue braccia erano completamente tatuate. Maisie continuò a fissarlo a bocca aperta, mentre il ragazzo la guardò inclinando la testa di lato, con espressione curiosa.
«Tutto bene?», le domandò, «Non ti ho vista proprio, scusami», disse con la voce incrinata da uno sbadiglio, mentre le porgeva una mano anellata con fascette d’argento. Maisie arrossì vistosamente, lei arrossiva sempre in maniera imbarazzante, alzandosi e borbottando un “grazie”. Il ragazzo le sorrise e Maisie non poté far a meno di notare che due dolcissime fossette gli si erano create agli angoli della bocca. Sorrise a sua volta.
«Maisie!», sentì Paddy chiamare.
Si voltò verso l’uomo che avanzava gaio e sorridente, ma solo. Dov’era sua figlia?
«L’hai trovata prima tu!», esclamò ridendo, «Ciao Alex!», disse abbracciando l’amore a prima vista di Maisie. L’uomo dei suoi sogni. Maisie li guardò sbigottita e confusa. L’uomo dei suoi sogni era Alexis? Cioè, l’uomo die suoi sogni, che era una donna, che era la figlia di Paddy e che adesso sarebbe venuta a vivere in casa sua?
Maisie credeva di star per svenire, sbiancò.
«Maisie, tutto ok? Sei bianca!», le domandò con apprensione Paddy, poggiandole una mano sulla spalla. Maisie, in realtà, non riusciva a staccare gli occhi da Alexis, che la guardava di rimando curiosa e sorridente. Sembrava quasi imbarazzata da tutta quell’attenzione. Maisie abbozzò un sorriso, «In realtà non avevo capito che fosse lei», rispose.
«Ci siamo scontrate», aggiunse Alexis interrompendo quel contatto visivo.
L’uomo sorrise, «Alexis, lei è Maisie, la figlia maggiore di Catelyn. Maisie, lei è Alexis, la mia unica figlia», disse facendo le dovute e un po’ ovvie presentazioni, «Hai preso tutti i bagagli?».
Alexis annuì con un semplice cenno del capo. Così uscirono tutti e tre dall’aeroporto dirigendosi alla macchina.
 


Ciao a tutt*!
È una nuovissima storia. Ed è anche la prima volta che scrivo una FlemSlash! Quindi per il momento non ho molto di cui scrivere qui adesso. Spero che la storia vi intrighi!
A presto,
StClaire
 
  
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