Rose continua a fissarlo di sbieco, cercando nei tratti affilati di quest'uomo le cose che ha amato dell'altro – le orecchie grandi, il naso pronunciato, i capelli corti e ordinati.
Non c'è. Il suo Dottore non è sotto quest'altro, non c'è niente di lui nel ragazzo iperattivo e scompigliato di fronte a lei.
Eppure c'è qualcosa di familiare in questo qui, qualcosa che cerca disperatamente di affiorare dalla nebbia dei ricordi. La sua faccia, per quanto sconosciuta, non le è nuova. L'ha già visto, solo non sa quando né dove.
Quando lui si gira a sorriderle, lo sente nelle viscere. La sensazione di aver già vissuto quel momento la colpisce in pieno, togliendole il respiro. E non è un déjà-vu, non lo sta immaginando. Lei l'ha già visto; lui le ha già sorriso; si è già sentita così prima.