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Autore: serClizia    24/07/2015    4 recensioni
Cap 1: Quella notte, nella camera d'hotel con un letto solo.
Cap 2: Sorprese nelle tazzine di caffè
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Hardy, Ellie Miller
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Broadchurch
Pairing: Hardy/Miller
Prompt: Ne ho uniti due: ‘Hardy sa essere gentile quando vuole’ e ‘Baci nel cuore della notte’
Note: ambientata nell’alberghino dove si sono fermati nella seconda stagione, a Sandbrook, dove hanno per sbaglio un letto matrimoniale.

Prompts ricevuti durante il drabble event del gruppo Facebook We Are Out For Prompts


A luce spenta è tutto più strano.
‘Siamo adulti, perdio.’ Ellie se lo ripete, mentre giace a pancia in su, eppure… è sempre strano.
Sente la presenza dall’altra parte del letto pesante e significativa, come un mattone sul setto nasale.
“Se vuoi, dormo sul pavimento.”
“Cosa? No, non essere idiota.”
“Allora smettila di agitarti.”
“Ma se sono immobile!”
Quando Hardy si volta a guardarla, il ciuffo gli cade sull’occhio. “Ti sento muovere anche se stai ferma.”
“Hai appena detto una cosa che non ha assolutamente senso.”
Hardy sospira, girando completamente il corpo e le coperte con lui, accomodandoglisi di fronte.
“Sei nervosa. Va bene, è normale.”
“Non sono nervosa,” Ellie si impunta, stringendo ancora di più le lenzuola al petto sotto lo sguardo del suo capo.
“Ok. Perché sei rigida come uno stoccafisso, allora?”
“Prima dici che mi agito, poi che sono rigida, deciditi.”
Alec sospira ancora. “Sai cosa voglio dire.”
Certo che lo sa, sta contemplando di trasformarsi in statua pur di non muoversi, per paura di toccare anche solo con un mignolo una qualsiasi parte del corpo di Alec - cioè di Hardy, il capo.
È una cosa stupida, e minuscola, eppure gigantesca, come una enorme linea rossa accecante da non sorpassare.
“Non… non voglio toccarti.”
“Lo sospettavo,” lo sguardo di Alec si fa più gentile. “Per questo ripeto la domanda, se vuoi dormo sul pavimento.”
“No, certo che no sono solo un po’ così poi mi passa,” Ellie spara tutto velocemente, prima lo dice prima possono finire questa imbarazzante conversazione.
Alec Hardy rimane per un attimo in silenzio.
Allunga un braccio e glielo fa ricadere pesantemente addosso, schiacciandole le spalle.
“Cosa diavolo stai facendo?!”
“Ci siamo toccati. Fine dell’imbarazzo. Puoi smetterla, ora.”
“Staccati. Ora!”
“Oh, sta’ zitta, Miller.”
Con uno schiocco di mandibola chiude la bocca, le mani le fanno male da tanto sta stringendo la coperta.
Alec chiude gli occhi, strofina un po’ la guancia sul cuscino. Lo stronzo si sta addormentando.
“Buonanotte, Miller.”
“Notte…”

Ellie si sveglia di colpo.
Ci sono dei gemiti nella stanza, e registra in un nanosecondo che è Alec, che sta avendo un incubo e che la sta stringendo, tanto forte da farle male, da svegliarla.
“Ehi…”, lo chiama.
Alec si agita sul cuscino, un’espressione sofferente.
“Ehi!” Lo scuote per una spalla con forza, Alec spalanca gli occhi, i capelli appiccicati sulla fronte.
Boccheggia, ed Ellie non riesce a capire se ha gli occhi completamente neri solo per il buio o per le pupille completamente dilatate.
Non sa se chiedergli se va tutto bene. Non è mai stato uno espansivo, su quello che gli capita, o che prova.
Lo guarda deglutire, in silenzio.
“Scusa,” riesce a dirle dopo un po’. “Speravo che non capitasse, stasera.”
“Succede spesso?”
Hardy alza le spalle, si strofina la fronte, ancora cercando di calmarsi.
Sarà perché è notte fonda, sarà perché prima è stato lui a rassicurarla, Ellie allunga una mano, gli accarezza i capelli come farebbe a Tom se lo avesse trovato agitato e spaventato dopo un incubo.
“Cosa diavolo stai facendo?!”
“Oh, sta’ zitto, Hardy.”
Per un secondo cade il silenzio, poi si mettono a ridere come due ragazzini. È strano, è un momento intimo ma non eccessivo, niente di cui aver paura. Sembra quasi familiare.
Alec si rilassa, si riaccomoda tra le lenzuola, Ellie lo prende come un invito a continuare quelle lente carezze.
Alla fine Hardy è un po’ come un bambino. Con la barba. E i vestiti sdruciti. Magro, ma solido. Con gli occhi caldi… Ellie interrompe il filo di pensieri, che dal sonno le stavano scappando un po’ di mano.
Solo che Alec li riacchiappa, perché magari li ha sentiti, e si sporge a premere le labbra sulle sue. Un contatto leggero, tentativo. Ellie inspira un soffio d’aria tra i denti, serra gli occhi fortissimo. Non vuole vedere l’espressione di Alec in quel momento. Ha paura di leggerci troppo, che cambi tutto, che sconvolga quel poco di mondo che si è ricostruita con tanta fatica in questi mesi.
Quando non succede altro, li riapre.
Si ritrova davanti un ciuffo di capelli ribelli. Alec si è riaddormentato.
  
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