Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: ale_lu_maguire    29/07/2015    1 recensioni
Lana. Lana Parrilla, che sin dall'età di 16 anni ha avuto una vita difficile, non credete che sia giunto il momento di regalarle qualche gioia? non credete sia giunto il momento di dare una svolta alla sua vita? tutto può cambiare, devi solo cogliere l'attimo, e forse lei lo sta cogliendo in questa storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lana Parrilla, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
“Ok volevo scrivere qualcosa sui Flana,
la mia coppia cucciolosa preferita. Questa la dedico alla mia amica Vale,
E  questa storia la  intitolo così perche noi abbiamo colto l'attimo.
che senza di te e i nostri scleri non avrei scritto questa storia.
Thanks Vale”
 
 
 
Era li seduta a fissare il cielo, miliardi di stelle erano, sopra la sua testa e lei non faceva altro che fissarle e fissarle senza nemmeno stancarsi un attimo. Stava solo cercando un "Perché"  al senso di tutto ciò che le stava accadendo. Un periodo decisamente orribile la stava distruggendo, le stava distruggendo l'anima. Stava ancora guardando il cielo quando vide una stella cadente e espresse un desiderio, si come faceva da piccola quando ne vedeva una.
-Dammi un segno. Perché sono qui- mormorò sperando che chiunque fosse lassù l'avesse sentita. Si sentiva stupida, sì, si sentiva decisamente una stupida per aver espresso un desiderio. Si sentiva sola, terribilmente sola nessuno a parte la sicurezza che la scortava ad un aeroporto all'altro, le rivolgeva la parola. Il suo piú grande desiderio era nascosto dalla valanga di pensieri, copioni e lavori alla quale stava cercando un posto o per meglio dire cercava di riordinare tutti quei pensieri. "Se solo qualcuno mi amasse. Se solo avessi una famiglia" pensò in quel momento. Il suo più grande desiderio era avere una famiglia, un uomo da aspettare tutte le sere per cena, un bambino da rincorrere per tutta la casa nell' intento di fargli il bagnetto. Una famiglia era ciò che voleva. Si aveva raggiunto il suo più grande sogno, diventare un'attrice. Lei era perfetta, perfetta per interpretare il ruolo della grande e temibile Regina Cattiva. Sperava che quest'anno fosse diverso da quello precedente, sperava che ogni maledetto problema e quel periodo di merda passasse il più in fretta possibile. Si aveva una carriera davvero brillante, ma il suo più grande sogno era avere una famiglia, ma dopotutto lei era un'attrice doveva innanzitutto pensare alla carriera e non alla famiglia. Sta ancora guardando il cielo quando decise che era ora di alzarsi da quel muretto al quanto scomodo e ritornare nella propria stanza d'hotel, l'indomani avrebbe dovuto prendere l'aereo per il Vancouver dove avrebbe girato la seconda stagione di Once Upon A Time. Aspettò ancora qualche minuto prima di entrare dentro, si era già alzata e stava ancora osservando il cielo stellato, avvolta nella sua giacchetta azzurrina e con le braccia incrociate. Fu in quell'istante che davanti al proprio sguardo cadde una piuma, si una semplice ma allo stesso tempo fantastica piuma, che si posò proprio vicino ai suoi piedi. Bene eccola li ferma, ad osservare quella piuma che le cadde proprio davanti ai piedi, forse era il segno che aveva chiesto oppure era semplicemente un caso. Sì era decisamente un caso. Decise di non pensarci più e rientrare in Hotel, diamine erano le tre di notte e alle sei e un quarto le sarebbe suonata la sveglia. Entrò nella propria stanza d'hotel e si lasciò cadere sull'enorme letto comodo e iniziò a guardare il soffitto, con mille pensieri che le vagavano per la mente, come ogni sera, si come ogni sera che doveva dormire, quei maledetti pensieri le assalivano la mente e a volte le impedivano persino di dormire. Voleva dormire, riposare almeno per qualche ora, ma tutti quei pensieri la tormentavano, regalandole un sonno irrequieto e movimentato. Faceva caldo in quella stanza, e diamine voleva dormire aveva un maledetto aereo per il Vancouver alle nove meno un quarto del mattino. Si addormentò così a fissando il soffitto cercando di allontanare tutti quei pensieri che la tormentavano ogni istante. Erano le sei e un quarto del mattina quando la sveglia iniziò a suonare, suonare e suonare ripetutamente e maledettamente, ma forse l'unica cosa che le piaceva di quella sveglia era la canzone. Si era decisamente la canzone Damons che amava sentire la mattina, ma odiava alzarsi dopo una notte passata in bianco e decisamente quella notte si era addormentata alle cinque di mattina e la sveglia iniziò a suonare alle sei e un quarto.
-Mm- si stiracchio prendendo il cellulare e staccare la sveglia, per poi rimanere nel letto ancora per poco a fissare il soffitto. Decise di alzarsi dopo alcuni minuti passati a osservarsi intorno cercando di svegliarsi il più possibile. Faceva caldo, e decise di vestirsi leggera per il viaggio, un vestitino bianco senza maniche lungo fino alle ginocchia, la gonna del vestito un po' rigonfiata e sulla vita una cintura non molto sottile color nocciola. Prese la giacca di jeans nella valigia prima di chiuderla, penso che se avrebbe sentito freddo avrebbe messo quella giacchetta di jeans ne molto leggera ne molto pesante. Prima di vestirsi decise di fare un bagno caldo e rilassante che forse l'avrebbe fatta riprendere dalla notte passata in bianco. Aprí l'acqua e regolò la temperatura per poi togliere gli ultimi indumenti di dosso e entrare nella vasca. Dio si stava rilassando, eccome se si stava rilassando. Qualcuno iniziò a bussare alla porta continuamente, ebbene si il suo bagno rilassante forse era durato al massimo dieci minuti. Uscì dalla vasca sbuffando, si mise l'accappatoio grigio e andò alla porta.
-Chi é?- chiese la mora guardando dallo spioggio della porta e vide subito un uomo che indossava pantaloni neri, una camicia bianca accompagnata dalla cravatta nera e una giacca chiusa sempre dello stesso colore della cravatta.
-Miss Parrilla sono le sette e mezza é pronta? Abbiamo mezzora di strada da fare per l'aeroporto- rispose una voce maschile.
-Sinceramente no. Dovrei vestirmi sono appena uscita dalla vasca!- rispose lei sbuffando.
-Miss Parrilla le do mezzora. Alle otto in punto la voglio pronta le ricordo che il volo é alle nove meno un quarto- disse lui per poi allontanarsi dalla porta e tornare alla reception.
-Dio ma non posso fare nulla che tempo non me ne rimane- in quel momento le veniva di urlare, era stufa del suo manager che le diceva tutto quello che doveva fare, come e anche quanto tempo doveva impiegare. Tornò in bagno a sistemare i capelli che erano ancora bagnati e scompigliati, in fretta e furia li asciugò per poi correre verso il letto dove poco prima aveva sistemato l'intimo e i vestiti che avrebbe indossato. Impiegò alcuni minuti a vestirsi completamente, si mise un trucco non molto aggressivo per poi raccogliere le sue ultime cose e metterle nel trolley rosso per poi chiuderlo. Prima di uscire dalla stanza si guardò un ultima volta allo specchio, uno specchio che rifletteva una fantastica donna con gli occhi color nocciola, dai capelli non molto lunghi o per descriverli meglio lunghi fino all'altezza del collo, e da un sorriso che ultimamente non mostrava quasi mai per via dei casini che le stavano succedendo. Prese il cellulare che aveva sbadatamente lasciato sul letto e controllò se aveva messaggi da Adam, il produttore del telefilm di grande successo alla quale stava parte partecipando anche lei. Aprì la porta della stanza per poi spingere fuori il trolley rosso come il rossetto che aveva messo quella mattina e chiudere la porta della stanza "e adesso che faccio? " pensò. Prese l'ascensore e scese al piano terra recandosi il più naturalmente possibile alla reception.
-Mi scusi, ha visto per caso il mio manager? Doveva essere qui- chiese la donna. Al suo fianco c'era un uomo molto alto forse un metro e settanta se non di più, beh una cosa Lana l'aveva capita, che quell'uomo era decisamente più alto di lei. Indossava un paio di pantaloni scuri accompagnati da una cintura color nocciola, delle scarpe ne troppo sportive ne troppo eleganti e una semplice magliettina a maniche corte bianca con una scritta nera che attirò l'attenzione di Lana per qualche istante "Let go to the Vancouver" fu proprio la parola Vancouver ad attirare la sua attenzione. Forse dal semplice fatto che lei stesse per andare a Vancouver per iniziare le riprese e quella maglietta le ricordò che doveva sbrigarsi a trovare Jack prima di correre il rischio di perdere l'aereo.
-Per favore potrebbe rispondere alla mia domanda?- chiese Lana appoggiando la borsa alla sua sinistra.
L'uomo al bancone non le rispose anzi continuava a ignorare la sua presenza e questo non fece altro che farla innervosire più di quanto non lo fosse già.
-É scortese non rispondere a una signorina che vi fa una domanda- disse serio l'uomo al suo fianco mentre faceva un'espressione buffa e continuava a stropicciare con l'indice e il pollice l'angolo della pagina di giornale che aveva appena iniziato a leggere. La donna lo guardò di nuovo per qualche istante sperando che lui non si accorgesse del suo sguardo intento a squadrarlo in tutto e per tutto. Ad un tratto l'uomo si voltò verso di lei, Lana non fece altro che rivolgergli mezzo sorriso e abbassare lo sguardo un piccolo depliant sul bancone della reception, il cuore le batteva così forte che sembrava balzarle fuori dal petto solo per l'emozione che stava provando perché quell'uomo dagli occhi della quale non conosceva ancora il colore la stesse osservando in un modo tenero.
-Mi chiedo se a volte prima di assumerli, si prendono il disturbo di controllare se sanno svolgere il loro lavoro- disse lui con un tono sicuro di se.
-Forse avete ragione- si limitò a rispondere la donna
-Allora devo farti di nuovo la stessa domanda o rispondi?- chiese Lana con un tono seccato.
-No. Non ho visto il suo manager e adesso si tolga dai piedi- rispose l'uomo al bancone in un modo scortese che fece innervosire Lana.
-Come si permette a rispondere in questo modo a una signorina? La direzione non sarà felice di avere una mia lamentela lo sa vero?- Dio la stava difendendo, a suo parere doveva essere qualcuno di importante ecco spiegato il motivo di quella frase.
-Mi scusi signor Di Blasio- disse lui abbassando lo sguardo.
-Non devi scusarti con me ma con la signorina- aggiunse sempre con un tono seccato.
-Miss Parrilla le mie più sentite scuse- concluse l'uomo tornando a scrivere delle cose al computer.
-Oh ecco, piacere io sono Lana, Lana Parrilla- aggiunse lei lasciando il depliant sul bancone per porgergli la mano.
-Il piacere é tutto mio Miss Parrilla, sono Fred, Fred Di Blasio- disse lui prendendole la mano per poi lasciare un tenero bacio sulla mano. Lana arrossì a quel tenero saluto e a quel piccolo bacio sulla mano.
-Siete Lana, la famosa Regina Cattiva di Once Upon A Time giusto?- chiese lui con galanteria.
-Si, ormai tutti mi conoscono come la grande e temibile Regina Cattiva- rispose lei sorridendo e forse era anche un po' arrossita in volto.
-Beh di presenza non é poi così, Cattiva. Di persona si capisce molto che é molto simpatica, e secondo me anche speciale- disse lui guardandola teneramente.
-Se fossi speciale non sarei piena di casini- disse lei incupendosi un po' al solo pensiero del periodo di merda che stava passando.
-Ehi. Va tutto bene, non volevo farvi rattristare- disse lui cercando di scusarsi.
-E beh, nella vita ci possono essere momenti bui, a volte anche lunghi ma come ogni periodo a un inizio e una fine. Dovete solo aver pazienza, vedrete che a breve ritornerà la luce a splendere nelle vostre giornate- disse lui sorridendole, e forse quel sorriso l'avrebbe fatta sentire meglio, anzi le aveva totalmente fatto allontanare quei brutti pensieri.
-Grazie. Grazie per queste splendide parole e vi prego, diamoci del tu- disse lei sorridendo.
-Di nulla. Lana- rispose lui con un sorriso davvero tenero che forse la stava facendo sciogliere.
-É stato davvero un piacere conoscerti Fred- aggiunse lei sorridendo.
-Oh si. É stato davvero molto bello conoscerti- disse a sua volta lui con un'altro semplice ma tenero sorriso. Lana spostò lo sguardo alla sua sinistra e vide il suo manager dirigersi verso di lei.
-Signorina Parrilla, scusate ma ho avuto un imprevisto- disse il manager della donna.
-Dio Jack ti ho cercato ovunque! E dicevi a me di sbrigarmi!- lo rimproverò la donna assumendo un'espressione seria. Fred non fece altro che sorridere a quella scena, anzi a quell'espressione davvero buffa di Lana, anche se secondo lei era la sua espressione "seria."
-Mi scusi, mi scusi davvero tanto ho avuto un imprevisto con...- lo sguardo di Lana in quel momento gli fece capire che non le fregava davvero una mazza di ciò che era successo.
-Credo sia giunto il momento di andare- disse il manager.
-Credo di si. Fred é stato un piacere conoscerti- disse la donna afferrando il trolley.
-Beh sono sicuro che ci incontreremo presto- disse lui sorridendole.
-Mm cosa ti fa essere così sicuro?- chiese lei ridendo teneramente.
-Speranza- rispose porgendole la mano.
-Allora Miss Parrilla- li interruppe il manager avvicinandosi ancora.
-Devo andare. Allora a presto-  concluse lei facendogli un ultimo e tenero sorriso in segno di saluto dopo aver stretto la sua mano. Fred la guardava allontanarsi così, senza far nulla ma poi penso che forse doveva essere lui a fare le carte per far si che si fossero incontrati di nuovo.
-Aspetta! Prima che vai via, lasciami almeno il tuo numero- le chiede Fred. Lei si fermò rimanendo di spalle e accennò un piccolo sorriso.
-E chi mi dice che possa fidarmi?- disse lei scherzando per poi tornare verso di lui.
-Beh se non ti fidi di me, prova a fidarti di te stessa- disse lui regalandole un sorriso. Lei ci pensò forse molto meno di quanto si aspettasse. Prese un foglietto a caso sul bancone della reception e si fece dare una penna per poi scrivere in modo molto veloce il suo numero di cellulare.
-Ecco, adesso devo andare. Allora ci si vede presto- disse lei sorridendogli per poi seguire il suo manager.
-Ah! Dimenticavo. Spero di ricevere una chiamata o anche un SMS da parte tua. Ci conto- concluse lei con un sorrisetto troppo dolce ma allo stesso tempo malizioso. Fred si limitò a sorriderle per poi osservarla allontanarsi, ebbene si, dalla reception si poteva benissimo vedere l’esterno, infatti lui osservò Lana salire sull'auto. Lana continuava a pensare a tutte le stupende sensazioni che aveva provato in quei dieci minuti passati con Fred, come se tutto quello che stesse passando fosse sparito dalla sua vita. Abbassò il finestrino dell'auto per prendere un po' d'aria prima che la macchina si allontanasse e su li che notò qualcosa sul marciapiede davanti all'hotel. Una piuma. Un'altra piuma, ma che diamine significasse ancora non lo aveva capito.
-Ma che?- sussurrò la donna scendendo dall'auto per poi prendere quella piuma e risalire. La stava ancora osservando mentre la macchina iniziò a muoversi verso l'aeroporto, stava cercando di capire che significasse o forse era solo un caso come quello della sera prima. Fred memorizzò il numero di Lana nel cellulare e poi prese un depliant dal bancone della reception e notò la borsa della donna.
-Ma che? Bene il destino vuole farci incontrare ancora Miss Parrilla- borbottò Fred afferrando la borsa per poi correre fuori, ma arrivò troppo tardi. L'auto era già partita e troppo lontana per raggiungerla correndo.
-Ti troverò- sussurrò con mezzo sorriso per poi rientrare in Hotel.
-Ma dove ho messo la mia borsa?- borbottò Lana cercando la borsa accanto a se.
-Cosa cerchi?- chiese il manager voltandosi verso di lei.
-La borsa, forse l’ho dimenticata sul bancone quando ti cercavo- rispose Lana un po’ nervosa.
-Certo se pensavi a flertare con il signor Di Blasio è normale che dimentichi le cose. E poi pensi a raccogliere piume- disse lui con  un tono alquanto fastidioso.
-Devo proprio rispondere a questo tuo commento che non serve proprio a una mazza?- disse lei guardando il paesaggio fuori dal finestrino.
-Se rispondi o no non ha nessuna importanza, fatto sta che stavi flertando con Fred Di Blasio, ti rendi conto delle conseguenze? Potresti giocarti il posto alla ABC Studios!- disse il manager alzando leggermente il tono della voce.
-Ma dico non posso nemmeno farmi degli amici che tu devi mettere becco ovunque diamine! E poi diamine voglio anche io una vita privata! Tu hai moglie e figli fatti una dose di cavoli tuoi la mattina e vedrai che andremo d’accordo- rispose irritata la donna voltandosi verso di lui.
-Non si permetta di parlarmi in questo modo Miss Parrilla, lei sa che ho ragione- disse lui guardandola infuriato. La donna si stava innervosendo in una maniera unica, non aveva fatto nulla di male diamine, aveva solo fatto amicizia con un uomo che a suo parere era fantastico e di certo Jack non era nessuno per dirle se poteva farsi amici o meno.
-Che c’è adesso ti è caduta la lingua?- disse lui provocandola, Lana ci mise un istante a guardarlo negli occhi e mollargli uno schiaffo davvero pesante, forse il rumore del contatto fra la sua mano e la guancia di Jack l’aveva sentito anche l’autista a cui scappò un sorriso compiaciuto a quella sberla. Ad un tratto l’auto si fermò davanti all’entrata dell’aeroporto, Lana ci mise un istante a piantarlo in asso e scendere dall’auto per poi recuperare la valigia nel portabagagli e dirigersi verso l’entrata.
-Dove vai adesso!?- disse lui urlando.
-A prendere il volo per Vancouver, a un’ultima cosa, questo volo lo prendo da sola e non ti permettere a seguirmi perché ne ricevi un’altra di sberla- disse lei guardandolo un istante per poi continuare a camminare.
-Non puoi fare questo!- urlò lui seguendola, ma due guardie, le guardie della security che l’avrebbe scortata fino al check in, lo fermarono.
-Jack, va a farti fottere il più presto possibile- disse Lana continuando a camminare per poi alzare la mano salutandolo con un sorrisetto compiaciuto. Dio finalmente aveva avuto il coraggio di sbarazzarsi di lui, e che diamine non ce la faceva più a fare quello che diceva lui, non poteva nemmeno farsi un amico che lui doveva sempre aprire quella boccaccia da stronzo. Fred era in macchina, aveva il volo per New York e fra meno di dieci minuti doveva essere già all'imbarco. L'auto lo lasciò davanti all'aeroporto dove notò Jack, il manager di Lana, si aggiustò la camicia e poi afferrò il borsone e la borsetta di Lana per poi avvicinarsi a lui.
-Salve. Vorrei sapere dove si trova la signorina Parrilla- chiese Fred guardandolo più serio che mai.
-E che mi importa, quella sgualdrina può anche crepare il suo comportamento é tipico di una bambina, anzi di una donna che la cerca- rispose lui con un sorrisetto che fece innervosire Fred.
-Tappati la bocca, anzi la mattina lavala bene che é meglio. Tu non vali nemmeno la metà do quella donna- disse dirigendosi verso la porta dell'aeroporto.
-Ehi tu aspetta. Dimmi la verità che già te l'ha data, anzi già più di una volta ha conosciuto il tuo letto d'albergo- disse Jack.
-Non ti azzardare! Non ti conviene metterti contro di me- disse Fred voltandosi infuriato.
-Beh un giorno riuscirò a prenderla e sarà mia. Tu non ci sarai per sempre caro Di Blasio- aggiunse Jack ampliando il sorrisetto.
-Tu non sei nessuno per decidere su di lei e...- si interruppe un secondo per mollargli un pugno in pieno volto.
-Prova ad avvicinarti a lei e sei un uomo morto mio caro- concluse Fred lasciandolo con mezzo setto nasale insanguinato. In quel momento aveva giurato a se stesso che non avrebbe permesso a nessuno di trattar male quella donna che anche se la conosceva da appena tre ore, in quel piccolo lasso di tempo qualcosa nella sua vita stava cambiando, e con un pò di fortuna, quel qualcosa poteva inserire una nuova persona all'interno della propria vita e dei propri figli. 




NDA. Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, fra un paio di giorni publicherò il secondo, e che dire, ringrazioni Mireya per sopportare i miei scleri da oncers pazza da manicomio. Ringrazio Noemi per esserci sempre (la stessa cosa Mireya u.u senza di lei sarei persa, senza lei e le pazzie a cui diamo vita(?) si la mia sis/madre/nonna è unica xD) detto questo alla prossima xD


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: ale_lu_maguire