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Autore: Dilo_Dile2000    30/07/2015    6 recensioni
Cosa spinge una giovane a fuggire dalla propria famiglia e da coloro che ama? Perché vuole spingersi fino a Gondor quando potrebbe salpare per Aman ed evitare il più grande conflitto della Terra di Mezzo? Questa è la storia di Melyanna, del suo passato, dei suoi dolori e di ciò che l'ha trasformata da ragazza a guerriera. Per questa storia seguirò principalmente il libro, tranne in alcune parti che sarà indispensabile trarre qualcosa dal film.
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DAL XXII CAPITOLO:
"-Se la guerra terminerà in favore del bene, allora vi rincontrerete sulle bianche spiagge del Reame Beato. Ma se la missione fallisse e tu dovessi trovare la morte...- Un brivido mi corre lungo la schiena -Qualsiasi siano i sentimenti che prova per te, forse solo al di là del mare potrebbe trovare requie alle sue pene.-"
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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SOGNI ED ILLUSIONI

 

La bambina se ne sta affacciata alla finestra in punta di piedi, poiché la sua statura non le permette di arrivare bene al davanzale; il tenue sole mattutino illumina il suo viso ed una leggera brezza le scompiglia il fini boccoli dorati.

Da giorni ormai lo stava aspettando: si svegliava presto tutte le mattine e passava qualche ora a guardare fuori, poi i suoi genitori si alzavano e quindi doveva lasciare la sua postazione; ma durante tutta la giornata sfuggiva alla sorveglianza della madre e si rifugiava nel cortile d'ingresso ad attendere il suo amico.

D'improvviso qualcosa attira la sua attenzione, come un suono di lievi passi sul terreno: aguzza le sue piccole orecchie da Elfo e sente che il rumore si fa sempre più forte ad ogni secondo: quello non è il fruscio delle delicate movenze elfiche, sono gli zoccoli di alcuni cavalli che percuotono il terreno.

Il cuore della bambina batte velocemente quando si precipita in corsa verso il cancello d'entrata, noncurante di essere ancora in camicia da notte e scalza o di non aver chiesto il permesso ai genitori: è da troppo tempo che non lo vede. Sfreccia tra gli Elfi ignorando i loro rimproveri e trascurando perfino quelli di Elrond. Arrivata nel cortile si ferma un attimo a guardare ogni singolo Elfo appena sceso da cavallo, nella più vivida speranza di trovarlo. Il cuore impazzisce di gioia e subito la piccola riprende la corsa verso il tanto atteso amico.

-Legolas! Legolas!- Esclama con la sua vocina dolce e squillante. Il giovane elfo dai capelli chiari si volta e, arrivata davanti a lui, prende in braccio la piccola.

-Aiwe gil nín! (Mia piccola stella!)- La bambina si stringe a lui mentre le da un affettuoso bacio sulla guancia.

In quel momento la bambina sapeva che non sarebbe mai rimasta sola, perchè aveva il suo principe accanto a lei.
 

Mi sveglio d'improvviso mettendomi istintivamente seduta sul mio giaciglio: dopo aver passato delle ore a cercare di prendere sonno ero riuscita finalmente ad entrare nel dormiveglia tipico degli Elfi, ma di nuovo, come ogni notte, i ricordi mi hanno assalito lasciandomi incapace di riposare, e ogni volta il protagonista è sempre lo stesso: Legolas. Scaccio via quel pensiero e mi avvicino al mio compagno, seduto non lontano da me.

-Va' a riposarti Aglar, faccio io il turno di guardia.- Mi siedo accanto a lui ma non risponde, lasciando gli occhi puntati sul cielo stellato.

-Mi hai sentito? Prendo io il tuo posto.- Stavolta si gira verso di me, fissandomi con i suoi luminosi occhi verdi.

-Sono tre giorni che non ti riposi e mangi poco- Si decide a dire. -Devi avere la forza di combattere se ce ne sarà il bisogno.-

-Aglar non preoccuparti per me, io so...-

-Perché non dovrei farlo? Tu sei mia amica e non ti ho seguito in questa missione per lasciarti morire.- Mi prende entrambe le mani nelle sue e mi guarda con intensità: nel suo sguardo c'è apprensione, speranza, paura.

-Che ti succede Melyanna? Da quando siamo partiti non sei più la stessa: sorridi ancor meno di prima, non canti più...-

Continua a guardarmi negli occhi, supplicandomi in silenzio di confidargli ciò che mi affligge. É logico che lo voglia sapere: è il mio compagno di viaggio, ma oltre a questo è uno dei miei pochi e veri amici. Ricordo che fu il primo sconosciuto con cui parlai quando decisi di passare qualche tempo a Bosco Atro, terra di mio padre. Ma non ho la forza, stavolta, di parlargli dei miei dolori, di quello che è accaduto prima della nostra partenza da Imladris.

La vista si appanna e il volto del mio amico pian piano sfuma tra il cielo e gli alberi dell'Eregion1; poi torno a vedere nitidamente, ma una lacrima scende lungo la mia guancia.

-Scusami Aglar... Io non ci riesco... Non ce la faccio... Ti prego...- Farfuglio tra le lacrime che scorrono con prepotenza. Lascio le sue mani per coprirmi il volto: in pochi mi hanno visto piangere e lui, anche se è una delle persone più vicine a me, non è tra quelle. Non voglio che pensi che io sia debole, non deve farlo.

Le sue dita delicate scostano una ciocca di capelli dal mio viso bagnato, fermandola dietro l'orecchio, e si posano sulla mia guancia.

-Non dirmi niente se non vuoi, ma piangi, sfogati, urla: tenerti tutto dentro farà solo peggio, e so che è troppo tempo che lo fai, te lo leggo negli occhi.-

Lentamente abbasso le mani e guardo il mio compagno mentre cerco di trattenere le lacrime.

-Vuoi rimanere con me stanotte?- La sua voce è gentile e sincera, come quella di un vero amico; ne ricordo però un'altra, un tempo comprensiva e fraterna, ma che poi è divenuta fredda e insensibile.

Piango ancora più forte, incurante delle probabili presenze di nemici: appena Aglar mi stringe a sè mi lascio andare a quel gesto e nascondo il viso contro il suo petto. Con le dita tremanti mi aggrappo alla sua casacca come se lui fosse la mia unica speranza e lascio uscire lacrime di tristezza e pianto.

Quando rimangono solo i singhiozzi, mi lascio trascinare nel sonno di Estë2, troppo stanca anche solo per ricordare.

 

***




1 Eregion: detta anche "Agrifogliere", è una regione della Terra di Mezzo a sud di Gran Burrone, delimitata a est dalle Montagne Nebbiose, a ovest dal fiume Bruinen e in seguito Cardolan, e a sud dal fiume Glanduin.

2 Estë: dell'ordine dei Valar e detta anche la Gentile, è Signora della Pace e della Guarigione; il suo dono è il riposo.




Angolo dell'autrice:
Salve, questa è la mia prima fanfiction che pubblico anche se non è niente di particolare. I dialoghi in elfico probabilmente hanno qualche (se non molti) errore, comunque cercherò di limitarli al minimo. Vorrei aggiornare la storia ogni settimana, ma non so se con l'inizio della storia sarò in grado di farlo. Vi ringrazio tantissimo di aver letto almeno questo capitolo e vi invito a recensire, anche per farmi presenti eventuali errori o incoerenze.
Un saluto a tutti, elfi e nani, uomini e hobbit, e ci vediamo al prossimo capitolo.
Diletta

   
 
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