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Autore: eugeal    30/07/2015    0 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Allan aiutò Meg a salire a cavallo e le porse le redini, ma non riuscì a trattenersi dal lanciare uno sguardo preoccupato a Gisborne. Il cavaliere nero voltava le spalle a entrambi e stava controllando una delle cinghie della sella del proprio cavallo, ma Allan aveva capito benissimo che in realtà i finimenti dell'animale non avevano nulla che non andasse.
- Sei sicura di non voler essere accompagnata fino al campo?
- Non serve, conosco bene la strada e non correrò alcun pericolo. - Meg abbassò la voce. - Piuttosto cerca di capire cosa gli è successo, prima mi ha fatto preoccupare.
Allan annuì. Lui era ancora preoccupato.
Quando era tornato dalla sua missione, Gisborne era rimasto a lungo immobile, inginocchiato a terra col viso tra le mani, senza dire una parola. Allan e Meg inizialmente avevano temuto che si fosse ferito in qualche modo, ma da quello che avevano potuto vedere sembrava essere illeso.
Allan si era avvicinato a lui cautamente e lo aveva chiamato a bassa voce e Guy aveva sussultato, come se si fosse ricordato solo in quel momento della presenza degli altri due.
- Tu e Meg dovete uscire di qui. - Gli aveva ricordato Allan e Guy aveva annuito con aria assente.
Si era rivestito con i propri abiti ed era tornato al piano di sotto della taverna tenendo un braccio intorno alla vita della ragazza, recitando la propria parte secondo le istruzioni di Robin.
Allan li aveva seguiti poco dopo e li aveva raggiunti nelle stalle.
Lo sguardo di Guy era vuoto, come se quegli ultimi minuti di finzione lo avessero svuotato di ogni energia, mentre Meg si era nascosta dietro un mucchio di fieno per togliersi quel vestito troppo appariscente e indossare abiti più comodi e scuri che la avrebbero fatta passare inosservata mentre tornava al campo.
Meg aveva salutato i due uomini e si era allontanata in fretta, mentre Allan si era rivolto a Guy.
- Beh, Giz, torniamo a casa?
Gisborne era salito a cavallo senza rispondergli ed erano usciti insieme dalla città, senza parlare, poi Allan si era accorto che Guy non aveva preso la strada che portava a Locksley.
- Giz? Dovremmo andare da quella parte...
Guy aveva scosso la testa e aveva spronato il cavallo, facendolo partire al galoppo. Allan era rimasto a guardare per un attimo, poi lo aveva inseguito.
Sapeva che non sarebbe riuscito a raggiungerlo, ma era determinato a non perderlo di vista. Era chiaro che a Guy doveva essere successo qualcosa che lo aveva sconvolto e Allan non aveva alcuna intenzione di lasciarlo solo mentre era in quello stato d'animo.

Marian scese da cavallo e lasciò l'animale legato nella stalla. Avrebbe dovuto togliergli la sella e strigliarlo, ma non ne aveva la forza e decise che ci avrebbe pensato uno degli scudieri l'indomani.
Si trascinò in casa stancamente e si fermò per un attimo davanti alla porta della camera di Guy, indecisa se provare ad aprirla oppure no.
Doveva sapere se era tornato o se era ancora insieme a quella donna, ma poi cosa avrebbe fatto? Se Guy era lì sarebbe riuscita a fare finta di niente oppure gli avrebbe gridato tutta la sua rabbia?
E con quale diritto?
Lui la aveva tradita, ma anche lei non era priva di colpa.
Aveva baciato un uomo che non era Guy, uno di cui non sapeva nulla e per cui non aveva alcun interesse. Il suo gesto era nato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta. In quel momento aveva solo voluto ferire Guy, restituirgli un po' del male che le aveva fatto e non aveva immaginato che quel bacio avrebbe fatto soffrire così anche lei.
L'impostore aveva risposto al suo bacio, l'aveva stretta a sé con la stessa passione che Guy le aveva dimostrato in passato e lei era rimasta sconvolta nel rendersi conto che quel bacio dato per rabbia in realtà le era piaciuto, che quel falso Guardiano Notturno era riuscito a smuovere in lei qualcosa che non credeva di poter provare per una persona che non amava.
Gli aveva gridato contro tutta la sua rabbia, lo aveva preso a calci ed era scappata, col viso rigato da lacrime di vergogna.
Aveva detto che una donna doveva avere lo stesso diritto degli uomini di poter seguire i propri desideri, ma allora perché si sentiva una sgualdrina?
Siamo entrambi colpevoli.
Forse quello era il punto da cui ricominciare, il punto più basso da cui tentare di risalire insieme.
Il ricordo della sua colpa le avrebbe dato la forza di perdonare quella di Guy, o almeno lo sperava.
Doveva crederlo, perché non riusciva a immaginare un futuro senza di lui.
Allungò una mano verso la porta, ma la tirò subito indietro.
Avrebbe cercato di fare finta di niente, di dimenticare ciò che aveva visto con i propri occhi, ma non quella notte.
Ora voleva solo piangere.

Allan mise il cavallo al passo mentre attraversava il villaggio di Knighton: a quell'ora dormivano ancora tutti e le case dei contadini erano avvolte dal silenzio.
Si diresse verso Knighton Hall e sospirò di sollievo nel vedere il cavallo di Gisborne legato al solito posto. Guy non si vedeva, ma doveva essere nei dintorni, e lui era certo che lo avrebbe trovato.
Di notte la casa in costruzione aveva un aspetto spettrale e Allan rabbrividì, desiderando di aver portato con sé una torcia o una lanterna.
- Giz? Dove sei, Giz? - Lo chiamò, cercando di spingere lo sguardo nelle ombre.
Lo trovò per caso, rischiando di inciampare su di lui. Gisborne era seduto a terra vicino a una delle pareti appena costruite e si voltò appena a guardarlo quando Allan gli mise una mano sulla spalla.
- Allora sei qui. Perché non rispondevi?
Gisborne scosse la testa debolmente.
- Vai via, Allan.
- Scordatelo, Giz. - Allan non tolse la mano dalla spalla di Guy, anzi la strinse più forte mentre scivolava a sedere a terra accanto a lui.
Gisborne si lasciò sfuggire un sospiro sofferente. Avrebbe voluto cacciare via Allan, ma non ne aveva la forza.
- Lasciami solo. Ti prego.
- No. Se non vuoi parlare non importa, resteremo in silenzio, ma è inutile che tu mi chieda di andarmene perché non ho intenzione di farlo. Non ti lascio solo perché tu non sei solo. Ci sono io e qualunque cosa ti sia successa, ti aiuterò ad affrontarla, che tu lo voglia o no.
Guy non rispose, ma non tentò di andare via o di allontanare Allan e il giovane arrivò alla conclusione che doveva aver accettato la sua presenza.

Guy chiuse gli occhi, appoggiando la nuca al muro. Si sentiva stanco, sconfitto e disperato e il ricordo di quello che era successo nel vicolo continuava a ossessionarlo. Rivedeva Marian, rabbiosa e disperata che gli si stringeva addosso per baciarlo.
Per baciare il Guardiano Notturno.
Per baciare uno sconosciuto.
Perché, Marian?
Non riusciva a capire il motivo di quel gesto. Aveva aspettato troppo a chiederla in moglie e lei si era stancata di aspettare? O forse non lo amava più?
Sempre che ti amasse sul serio. Chi potrebbe amare il cane dello sceriffo?
Si era ingannato di nuovo? Aveva scambiato qualcos'altro per amore?
No.
Ripensò ai momenti che avevano condiviso da quando era tornato a Locksley dopo l'imboscata di Barret.
Quel primo abbraccio nella stalla, tutte le difficoltà e il dolore che avevano dovuto affrontare, l'incredulità che aveva provato quando Marian gli aveva confessato i propri sentimenti e ogni singolo istante che aveva passato al suo fianco negli ultimi sette mesi…
Ogni bacio, quelle assurde frittelle preparate al sorgere del sole, il cesto di mele che Marian gli aveva regalato perché le ricordava un momento felice, la tenerezza con cui gli era rimasta accanto quando stava male…
Erano tutte bugie? Tutte illusioni?
No. Non era possibile.
In passato era stato cieco davanti alla verità, aveva creduto a ogni parola di Marian anche quando lei voleva solo usarlo per aiutare Robin Hood. Era ancora così e lui non era capace di capirlo?
Allan si appoggiò a lui, russando leggermente e Guy si trovò a sorridere suo malgrado. Prima aveva cercato di mandarlo via, ma doveva ammettere di essere grato ad Allan per non averlo lasciato solo.
Anche se si era addormentato dopo pochi minuti, la sua presenza gli era di conforto.
Lo scosse leggermente per svegliarlo.
- Allan?
Il giovane alzò la testa dalla spalla di Gisborne.
- Giz? Ero sveglio, giuro.
- Risparmiati i giuramenti, stavi russando.
- Prima di russare ero sveglio. - Disse Allan senza scomporsi minimamente.
Guy si lasciò strappare un mezzo sorriso, poi tornò serio e guardò l'amico.
- Allan, per una volta potresti essere davvero sincero? È importante, tutta la mia vita potrebbe dipendere dalla tua risposta. Ho bisogno di sentire la verità dalle tue labbra perché io non riesco più a capirla.
Il giovane lo fissò, sconcertato. Gisborne era mortalmente serio e Allan si spaventò.
- Certo, Giz. Non ti mentirei su una cosa importante.
- Nemmeno per proteggermi? Giura che non mi nasconderai nulla, per quanto doloroso possa essere.
- Chiedi pure, ti dirò la verità.
Guy lo guardò, come per capire se avrebbe potuto credergli, poi fece un respiro profondo.
- Credi che Marian mi ami davvero?
Allan lo guardò.
- Sei ubriaco, Giz?
- Rispondi!
Il grido di Guy lo fece sobbalzare e Allan si rese conto che la sua era una domanda seria.
- Certo che ti ama, lo vedrebbe anche un cieco.
- Come puoi esserne certo?
- Giz, ma stai parlando sul serio? Come puoi non esserne sicuro?
Guy tornò ad appoggiarsi al muro con la schiena e chiuse gli occhi.
- Non sono più sicuro di niente.
Allan lo afferrò per le spalle e lo scosse.
- Ora smettila!
Guy lo guardò.
- Di fare cosa?
- Di parlare per enigmi e di autocommiserarti. Dimmi cosa diavolo ti è successo e lasciati aiutare, oppure tieni per te tutti i tuoi segreti e affrontali da solo, ma riprenditi! Non sopporto di vederti così.
Allan si alzò in piedi bruscamente e Guy lo fissò per un attimo, poi si alzò da terra a sua volta.
- Aspetta, non andartene.
- Giz, cosa è successo con Marian? Perché dubiti che ti ami?
- Era a Nottingham.
- Stanotte?
- Sì. Era in un vicolo e stava piangendo.
- Cosa ci faceva lì? E tu non ti sarai fatto vedere?!
- Volevo liberarmi del costume e tornare ad aiutarla, ma il tetto su cui ero nascosto ha ceduto e sono caduto a pochi passi da lei.
- E poi? Cosa è successo?
- Mi ha attaccato. Non so cosa le fosse successo, era sconvolta…
- Giz, ha attaccato il Guardiano Notturno, non te. Se per questo dubiti di lei…
- L'ho immobilizzata e lei mi ha baciato! - Gridò Guy e Allan lo fissò, perplesso.
- E allora? Avresti dovuto immaginarlo che prima o poi ti avrebbe riconosciuto. L'ha presa così male?
- Non mi ha riconosciuto. Ha baciato il Guardiano Notturno, non me. - Disse Guy, la voce spezzata dal dolore.
- Oh.
- Perché lo ha fatto? Se mi ama perché ha baciato un altro?
- Beh, tecnicamente non lo ha fatto. Anche se non lo sapeva eri sempre tu, non puoi essere geloso di te stesso.
- Sì che posso! E se non ci fossi stato io in quel vicolo? Se fosse passato un altro uomo che avrebbe fatto? Si sarebbe gettata addosso al primo che capita tanto per dimostrare che anche lei ha il diritto di comportarsi come fanno tutti gli uomini?
Allan gli mise una mano sulla spalla per calmarlo e rifletté sulle parole di Gisborne.
- Ha detto proprio così? “Come fanno tutti gli uomini”?
- Sì. Ma che differenza fa?
- E il vicolo in cui l'hai incontrata non era molto lontano dalla taverna, giusto?
Guy lo guardò, senza capire il significato delle domande di Allan.
- No, non molto.
- Dimmi un'ultima cosa, Giz. Il suo stato d'animo era simile al tuo ora? Rabbioso e pieno di dolore?
- Sì, ma…
- Prova a pensarci. Ha detto “tutti gli uomini”, quindi ha incluso anche te. Questa mattina eravate talmente zuccherosi da far venire la nausea, che motivo avrebbe avuto di prendersela anche con te? Ma se era vicino alla taverna potrebbe averti visto insieme a Meg.
Guy impallidì.
Le parole di Allan potevano avere senso. Se Marian lo avesse visto insieme a un'altra donna, il suo comportamento avrebbe avuto una spiegazione e quel bacio dato con tanta rabbia poteva essere una ripicca nei suoi confronti.
- Potrebbe essere una spiegazione, non trovi? - Chiese Allan.
- Potrebbe. Ma cosa ci faceva alla taverna?
- Forse si è accorta che sei uscito di nascosto e ti ha seguito. Ce la vedo benissimo a fare una cosa del genere, sai?
Guy ripensò alla recita di Meg, al modo in cui si era stretta a lui e lo aveva baciato e a come lui l'aveva presa per mano per portarla al piano di sopra…
- Ma se è così…
-...sei morto, Giz. - Concluse Allan, indovinando i suoi pensieri.

   
 
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