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Autore: Alice_Jackson    01/08/2015    2 recensioni
Ideuzza stramba. NormalAU!
Dal testo:
"Corro. Corro perché sono in ritardo. In ritardo per cosa? Per la gara, ovviamente, la finale. La gara che ho sognato tutta la vita, quella per cui ho sofferto e mi sono allenata. [...]
Le mie avversarie sono già pronte, così come le mie compagne di squadra, Piper, Reyna e Hazel. Facciamo parte della squadra nazionale americana di nuoto e la gara che stiamo per fare è la 4x100 mista..."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Hazel Levesque, Piper McLean, Reyna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il mio sogno...
 

Corro. Corro perché sono in ritardo. In ritardo per cosa? Per la gara, ovviamente, la finale. La gara che ho sognato tutta la vita, quella per cui ho sofferto e mi sono allenata. Quella per cui non ho dormito questa notte, e quella prima, e quella prima ancora. Perché sono in ritardo, allora? Beh, perché visto che questa notte non ho dormito, allora l'ho fatto questa mattina, avendo la gara alle undici, semplice.
Tra dieci minuti c'è la presentazione e io non sono ancora arrivata negli spogliatoi. 
Entro di corsa nella palestra e corro verso gli spogliatoi femminili. Le mie avversarie sono già pronte, così come le mie compagne di squadra, Piper, Reyna e Hazel. Facciamo parte della squadra nazionale americana di nuoto e la gara che stiamo per fare è la 4x100 mista, in cui ognuna di noi percorre 100 metri di uno stile diverso: io stile libero, Piper delfino, Reyna rana e Hazel dorso.
Piper si avvicina a me correndo –Si può sapere dove eri finita?! E in che stato sei! Sembra che non hai dormito!–
–Forse perché stanotte non ho dormito e l'ho fatto stamattina... Comunque sto bene. Datemi cinque minuti e sono pronta.– la rassicuro avvicinandomi alle altre, che mi guardano abbastanza male.
Appoggio il borsone su una sedia e mi tolgo la tuta della squadra, sotto indosso il costume nero, bianco, rosso e blu della nazionale americana. Mi lego i lunghi capelli biondi in uno chignon bello stretto e indosso la cuffia, sempre della nazionale, metto i miei occhialini grigi portafortuna in testa e mi giro verso le altre.
–Pronte?– chiedo allegramente, ciò nasconde tutto il mio nervosismo del momento.
–Ovvio che si!– risponde Hazel sorridente mentre saltella per l'adrenalina.
Reyna e Piper annuiscono convinte mentre una ragazza russa entra e ci fa cenno di prepararci ad uscire.
Indossiamo i nostri accappatoi. Sul serio, non ho ancora capito a cosa servano. E poi usciamo in fila insieme alle altre atlete.
Ci accoglie un boato assordante, ma è come se provenisse da dietro ad un vetro e arriva ovattato alle mie orecchie. Guardando le altre atlete mi accorgo che deve essere così anche per loro, hanno tutte uno sguardo concentrato e sembrano sentire a malapena quando i microfoni annunciano i loro nomi.
Ci chiamano per quinte, e noi siamo nella quinta corsia. Il che è un bene, considerando che siamo verso il centro della vasca e li ci vanno quelli che hanno fatto un maggior risultato per le qualificazioni, prima.
Quando chiamano il nome delle mie compagne trattengo il fiato e loro fanno un passo avanti seguito da un piccolo cenno di saluto.
–Annabeth Chase! Stile libero– sento in lontananza delle grida di supporto, ma non ci faccio troppo caso e faccio il mio saluto.
Dopo tutte queste presentazioni, che non ho seguito minimamente, abbiamo un paio di minuti per prepararci.
Hazel si avvicina di più al trampolino. Sarebbe stata la prima a partire, seguita da Piper, Reyna e infine io. Quindi tutta la pressione alla fine sarebbe stata su di me. "Che bello!" penso sarcastica "Ma ti sembra il momento di fare sarcasmo?!" mi domanda la mia vocina interiore, scuoto la testa per scacciare tutti i pensieri. 
Do un forte abbraccio a Hazel e poi anche alle altre due, come portafortuna.
Poi una voce al microfono dice di prepararsi. Faccio poca attenzione a quello che dice, Piper si mette tra me e Reyna e ci mette le braccia sulle spalle, attendiamo il fischio d'inizio, che parte qualche secondo dopo.
Ognuna di noi deve compiere due vasche, in quanto la piscina è lunga cinquanta metri. 
Mi avvicino al bordo, Hazel ha solo sedici anni, tre in meno di me che sono già molto giovane rispetto alle ragazze delle altre squadre, ma va forte e si mantiene in terza posizione. Appena la ragazza tocca il bordo, Piper si tuffa. 
–Sei grande Haz!– mi complimento con la ragazza appena esce dalla piscina. 
Insieme ci mettiamo a guardare Piper, mentre Reyna sale sul trampolino, insieme alle altre concorrenti. Piper ha solo un anno in meno di me, ma come Hazel ha cominciato a nuotare da molto piccola e si è appassionata. Lei riesce a tenere la terza posizione, avvicinandosi sempre di più alla seconda, e non appena anche lei tocca il bordo anche Reyna si tuffa.
Il tempo si ferma. Mi avvicino al trampolino e indosso gli occhialini. Mi metto in posizione, pronta a partire con uno scatto e guardo il bordo della vasca sotto di me. 
Intanto penso, penso ai miei sogni, i sogni di vincere con la squadra più giovane della storia del nuoto (*). Ho ancora tempo di vincere, altri mondiali, altre gare, sono ancora giovane dopotutto. Ma i miei sogni dicono altro. Ho sognato di vincere come sconosciuta da tutti, ho sognato di essere la prima. Mi sono allenata per una vita per arrivare a questo punto, ce la devo fare. E se c'è una cosa che mi piace più di nuotare, allora è proprio realizzare i miei sogni. Come quello del mese scorso, essere ammessa alla migliore scuola di architettura di tutti gli Stati Uniti.
Mi riscuoto. Reyna si sta avvicinando, non guardo neanche come è messa di posizione. Tendo tutti i muscoli, pronta a saltare.
Appena vedo la mano toccare il bordo, salto. Penso il salto più lungo di tutta la mia vita. L'acqua, il mio elemento, mi avvolge e io comincio a battere i piedi. Poi le braccia, tengo il ritmo e un obbiettivo ben a mente, il mio sogno. Uno. Due. Tre. Quattro. Respira. Ci metto più forza che posso. Un paio di volte così e sono già dall'altra parte della piscina. Capriola. Di nuovo. Arrivo dopo pochissimo tempo, una mano sul bordo. Il mio fiato pesante e un fischio lontano. Le mie compagne che gridano e si buttano nella piscina abbracciandomi. Tutto si fa chiaro. 
Ho vinto. Ce l'ho fatta. No. Abbiamo vinto. Ce l'abbiamo fatta.
Alzo le braccia in aria e grido esultando. Ora sento forte e chiaro tutto intorno a me. Il pubblico urla e batte le mani, vedo molte bandiere americane nel pubblico, mi sembra un sogno.
Abbraccio le mie compagne, forse sarebbe meglio chiamarle amiche, non si può fare una cosa del genere e non chiamare delle persone così 'amiche'.
Usciamo dall'acqua e togliamo le cuffie, lasciando i capelli sciolti, e ci abbracciamo di nuovo, mentre la ragazza russa di prima ci riaccompagna di nuovo verso gli spogliatoi.
–Sei stata grande Annie!– esclama Piper sedendosi in terra con la schiena contro il muro.
–Ha ragione. Reyna ci ha portate in seconda posizione e tu con il solo tuffo hai superato la prima!– disse Hazel ancora saltellando, gli occhi d'orati che scintillano.
Cercai di dire qualcosa, ma anche Reyna mi precedette –Ragazza, hai distanziato la prima di cinque secondi!– non l'avevo mai vista così sorridente. Lei era il capitano essendo la più grande tra di noi, ben venti anni, ed era sempre stata la più seria e tutto il resto durante gli allenamenti,mi sorprese moltissimo vederla in quello stato adrenalinico.
–Non è stato niente di che...– cercai di sminuirmi –Ma ci pensate?! Oro! Oro al mondiale!–
–Si! Non l'avrei mai immaginato...!– commentò Piper.
–Io si, cara. Sapevo che ce l'avremmo fatta–
–Ragazze, dieci minuti e uscite– ci avverte la stessa ragazza russa di prima, che come mi aspettavo ha un molto forte accento russo. "No, ma davvero?!" penso sarcastica "Ti avevo detto che non era il momento per il sarcasmo!".
Indossiamo di nuovo le divise della nazionale, le scarpe, ci sistemiamo i capelli ancora bagnati, e siamo pronte ad uscire.
Reyna essendo il capitano esce in ordine per prima, a testa alta, con la lunga treccia scura che le ricade sulla schiena, la segue Hazel con i capelli ricci tenuti indietro da una bandana rossa, poi Piper  con un paio di treccine sopra i capelli scuri sciolti e scalati. Infine io, i capelli mossi biondi bagnati lunghi quasi fino al sedere che sbattono sulla schiena ad ogni passo che faccio.
Appena usciamo si sente un nuovo boato, pieno di ammirazione, diretto alle tre squadre arrivate prime, ma in particolare a noi. NOI! Mi sento volare.
Ci fanno posizionare dietro il podio. Chiamano prima le ragazze arrivate terze, le australiane; poi le seconde, le francesi.
–Al primo posto, la squadra americana! Composta da Reyna Arellano, Hazel Levesque, Piper McLean e Annabeth Chase. Con una fantastica gara di tutte e quattro le giovani partecipanti, in particolare dell'ultima, Annabeth Chase, con lo stile libero!–
Saliamo sul podio, applaudono tutti. Le ragazze francesi e australiane si voltano verso di noi e sorridono, sento una delle australiane dire un "Brave" sincero e mi viene da sorridere ancora di più.
Il tipo che consegna i premi si avvicina a noi con la ragazza russa. Sorride a tutte e ci mette al collo una medaglia d'oro. La prima cosa che penso è che è immensamente più pesante di quanto abbia mai immaginato. Poi ci porge dei fiori, ad ognuna di noi, e infine una coppa. La solleviamo tutte e quattro in aria, con il pubblico che esulta sempre di più.
Vedo di sfuggita uno schermo che ci sta inquadrando e devo dire che sembriamo tutte e quattro delle bambine di cinque anni contente perché hanno appena conquistato la bambola che volevano tanto, e mi venne da ridere. 
L'applauso si ridusse sempre di più.
Noi scendemmo dal podio e arrivarono i giornalisti. Ad essere sincera non avevo mai pensato a loro, in questo momento mi sembrano molto inutili.
–Come vi sentite ad essere le più giovani campionesse del mondo di nuoto?– bella domanda. Ma come dovrei rispondere?
–È una sensazione fantastica, fare qualcosa di nuovo, che nessuno ha mai fatto prima. Mi sento diversa, e mi piace.– aveva risposto Piper, lei si che sa sempre cosa dire.
La giornalista si rivolse a Hazel –Tu hai solo sedici anni, giusto? Come ti senti ad essere in assoluto la più giovane campionessa del mondo?–
La ragazza arrossì un po', anche se non si notava molto data la carnagione scura –Beh, si, ho sedici anni... E tutto questo– aprì le braccia con un sorriso enorme –È grandissimo, non avrei mai pensato di arrivare a questo punto così presto e... È stata la migliore esperienza della mia vita. Non la vittoria, intendo... Tutto il resto.– aveva ragione, eravamo praticamente cresciute insieme e la sofferenza, la fatica e tutto il resto, lo avevano fatto insieme. La vittoria era solo la ciliegina sulla torta.
–Ora Reyna, sei la più grande del gruppo, il capitano, no? Come è stato tutto questo per te?–
–Per me è lo stesso. Queste tre ragazze sono la mia famiglia da anni. E questa gara è la migliore esperienza che abbia mai fatto.– si allargò in un sorriso dolce, non lo avevo mai visto su di lei, massimo su Piper, ma Reyna? Mai.
–E, Annabeth, Dio, sei stata fantastica, hai fatto una gara fenomenale! A che cosa pensavi là sotto?–
–Pensavo... Pensavo che era il mio sogno. E io i miei sogni, i nostri sogni, li avvero, sempre, a qualunque costo.–
Dopo arrivano altri giornalisti, sempre con le stesse quattro domande da farci, alle quali rispondiamo con pazienza, perché ora, va bene tutto, ma non abbiamo tutta questa voglia di rispondere ai giornalisti. 
Alla fine di tutto, circa alle sei, vediamo finalmente i nostri allenatori, David Chirone e Audrey Lupa (**).
–Ragazze, siete state bravissime.– si complimenta Lupa abbracciandoci tutte.
–Straordinarie– commenta Chirone sorridente dalla sua sedia a rotelle. Corriamo ad abbracciare anche lui.
Domani abbiamo il singolo duecento metri e sappiamo che ce la faremo.


inventato, non ne ho idea.
** ho inventato i nomi, e i veri nomi li ho messi come cognomi, perché mi sembravano troppo assurdi.



Angolo dell'autrice:
Beh, che dire...
Buona sera -scherzo notte- a tutti! Dovrei dormire, lo so, m non ho sonno, per niente. Soprattutto perché ho bevuto, intelligentemente vorrei aggiungere, un bel caffè questa sera.
Comunque tornando alla storia. Mi è venuta in mente la trama mentre guardavo i campionati del mondo di nuoto in Russia che ci sono in questo periodo con mio padre. E questa sera mi è venuta l'ispirazione giusta per scrivere.
Probabilmente non è un granché, ma voglio sapere comunque cosa ne pensate! Non importa se bene o male, voglio sapere come è uscita e dei pareri.
Alla prossima!
Alice ;)
   
 
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